mercoledì 17 settembre 2014
L’assessore pulisce il mondo? O è il volontario?
Non mi piace. Lo dico senza
volontà alcuna di polemica, solo come ragionamento politico e analisi di quello
che le azioni comportano a livello di interpretazione. Il fatto che l’iniziativa
“Puliamo il Mondo” di Legambiente a Montegranaro sia organizzata direttamente
dall’assessore competente per materia suona male, come fosse una resa. È un
messaggio ai cittadini che dice “fatevelo da voi”. È la rinuncia all’attività
amministrativa, è la presa d’atto che, se il cittadino non si rimbocca le
maniche, non c’è trippa per gatti.
Diverso sarebbe stato se, a
promuovere la cosa, fosse stata una delle associazioni che si occupano di
recupero della città. Lo volevamo fare anche noi di Arkeo ma siamo un certo
numero di volontari e, tra i tanti impegni assunti, non riusciamo a fare tutto
quello che vorremmo e ci piacerebbe fare. Sarebbe stato diverso, con l’assessore,
il Comune, che dava appoggio e aiuto. Ma l’iniziativa che parte direttamente
dal Municipio stona.
I cittadini, i volontari, stanno
supplendo al pubblico in ogni campo, primo fra tutti quello della sanità e poi
a scendere: cultura, svago, sicurezza come vorrebbe qualcuno. Ma l’ambiente è
una cosa seria e la politica non può alzare le mani e dire: fate voi. Anche con
tutte le buone intenzioni che riconosco e apprezzo. L’assessore all’ambiente
deve ottimizzare i mezzi che ha e portarli alla resa massima. Non può dire: io
non ce la faccio, fatelo voi, perché comporterebbe la presa d’atto di una sorta
di inutilità istituzionale. A organizzare l’iniziativa di Legambiente non serve
un politico, basta un volontario. Il politico faccia la sua parte nelle
istituzioni che i volontari stanno già facendo la loro nel loro campo. E se proprio
la politica non riesce, beh… ne tragga le logiche conseguenze.
Luca Craia
Perché i piccioni vivono nei centri storici?
Tutti i centri storici d’Italia
sono abitati, più o meno intensamente, dai piccioni. Alcune città d’arte ne
hanno fatto addirittura una sorta di simpatica attrazione. Altre, la maggior
parte, a dire la verità, ne soffrono la presenza per via della produzione di
guano che, quando cospicua, diventa un problema sia di decoro urbano che di
pubblica sicurezza. Noi, comunque, consideriamo normale la presenza dei volatili
nel tessuto urbano ma possiamo pensare che essi siano, in qualche modo, autoctoni
oppure vi sono stati introdotti?
I piccioni sono animali
addomesticati da tempo immemorabile e da sempre utilizzati prevalentemente per
l’alimentazione umana. Nel medioevo, quando le città subivano spesso attacchi
nemici e finivano sotto assedio per periodi piuttosto lunghi, esisteva l’evidente
necessità di alimentare la popolazione nei momenti in cui ogni
approvvigionamento esterno era impossibile. Da qui la creazione degli orti
urbani, tramite i quali si provvedeva alla produzione di ortaggi e cereali, e
la presenza di animali da cortile all’interno delle mura castellane. Trai vari
animali da cortile, appunto, c’erano anche i piccioni.
Un mio amico ingegnere mi riferisce
che, proprio a Montegranaro, ha trovato frequentemente, durante
ristrutturazioni di immobili nel centro storico, in corrispondenza delle “buche”
nelle quali i colombi nidificano, degli sportelli tramite i quali, dall’interno
dell’abitazione, si poteva catturare l’uccello per poi cibarsene. Il piccione,
quindi, era presente nel tessuto urbano a scopo prettamente alimentare. Il suo
guano, poi, veniva raccolto e utilizzato per la concimazione degli stessi orti
urbani.
La natura semiselvatica dell’animale
ne ha evidentemente perpetuato la presenza nei centri storici. Infatti, mentre
polli, conigli e altri animali da cortile, una volta cessata la loro funzione
alimentare/bellica sono scomparsi dall’interno del castello, i colombi hanno
continuato a nidificarvi fino ai nostri giorni. Oggi, però, la loro presenza
non ha più l’utilità di un tempo e ne soffriamo piuttosto le conseguenze. Da
qui mi si consenta una battuta amara: visti i tempi grami che stiamo vivendo e
le buie prospettive che si delineano, forse la presenza dei piccioni potrebbe
tornare utile come una volta, chissà.
Luca Craia
martedì 16 settembre 2014
Domenica 21 Trekking Fotografico di Montegranaro
Il Trekking Fotografico che terremo
domenica 21 settembre è un’occasione per fare una passeggiata edificante,
scoprendo angoli nascosti, segreti, sconosciuti di Montegranaro al seguito di
un fotografo eccezionale quale Francesco Cruciani, che ci farà guardare tutto
nell’ottica della fotografia, valorizzando luci e colori, l’importanza delle
forme. Ci sarà anche Sabina Salusti che ci informerà su dove siamo e cosa
stiamo guardando.
Una bella passeggiata, quindi,
per scoprire o riscoprire Montegranaro, per imparare qualche trucco
fotografico, per scattare belle foto. Queste foto, poi, se vorrete saranno
esposte in un’apposita mostra che installeremo qualche settimana dopo. Intanto
divertiamoci a scattare e a vedere Montegranaro sotto una nuova luce.
Occorrente: macchina fotografica
(qualsiasi, al limite anche il telefono), scarpe comode e fantasia. La
partecipazione è libera e gratuita. Possono venire anche i vostri amici a
quattro zampe. Appuntamento alle 15,30 in piazza Mazzini.
Luca Craia
lunedì 15 settembre 2014
La “chiesetta della Trinità”. Dobbiamo rassegnarci a perderla?
Non è la prima volta che lancio l’appello.
Lo ripeto, visto anche il cambio di maggioranza, nella speranza che venga
colto. La cosiddetta “chiesetta della Trinità, che in realtà è una cappella
funeraria facente parte dell’antico cimitero cittadino di Cima di Colle di cui
rappresenta l’unica traccia rimasta insieme alla croce in ferro che fa da
centro-incrocio vicino alla chiesa di San Liborio, è un edificio sacro del ‘700
di interesse storico notevolissimo, anche perché appartenuta alla famiglia
Conventati. Versa in condizioni disastrose, al suo interno sono nati
addirittura degli alberi talmente grandi (e, quindi, da talmente tanto tempo)
da uscire dal tetto, tetto che non c’è più. Ho fatto un sopralluogo proprio
stamane e sono molto preoccupato: quel poco che è rimasto non durerà a lungo. La
proprietà è comunale. Che si intende fare? Dobbiamo metterci l’anima in pace ed
assistere alla sua scomparsa?
Luca Craia
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Discarica di eternit |
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La Croce di San Liborio |
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Gli alberi nati all'interno escono da quello che era il tetto |
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domenica 14 settembre 2014
Movimenti in maggioranza, assestamenti, aspettando che si riparta.
È davvero di bassa qualità la
politica che vediamo imbastire in questi giorni a Montegranaro, con gente
spudoratamente in cerca di potere, poltrone, visibilità; sgomitate, sgambetti,
saltelli per evidenziarsi. In tanti anni che osservo la politica con occhio
attento credo di non aver mai visto comportamenti di livello così basso. E non è
solo il plurisindaco Basso che gufa Antonelli e si autocandida a sostituirlo qualora
i mal di pancia di quest’ultimo, più volte palesati, diventino ingestibili
dalla maggioranza tanto da vederne l’uscita, non così improbabile, dalla
coalizione.
È tristissimo vedere il politico
più navigato di Montegranaro quasi elemosinare un’alleanza in realtà non richiesta
ma che potrebbe rendersi necessaria in futuro qualora non solo il Presidente
del Consiglio ma altri elementi traballanti della maggioranza non potessero
essere stabilizzati. E per stabilizzare i tanti movimenti intestini (così
intensi e insistenti da prognosticare una colite spastica al governo della
città) non mancheranno gli strumenti: ci sono da assegnare diversi “posti”
minori, come le presidenze e i consigli di amministrazione degli enti comunali
quali la casa di riposo o la farmacia; ci sono le prossime elezioni, per le
quali già si notano eccessi di zelo, tanto per farsi notare, da parte dei non
eletti, ivi compresi quelli di Basso, per procurarsi un buon posto in lista.
Insomma, nonostante i tanti traballamenti, beccheggi e rollii, la barca ancora
non affonda e forse non affonderà almeno in tempo brevissimi. Questo, però,
potrebbe essere pagato a caro prezzo in termini di credibilità e coerenza,
dovendo accontentare così tanti appetiti.
L’opposizione, intanto, langue
tra le polemiche sterili e stucchevoli dell’ex maggioranza e il sostanziale
silenzio, piuttosto sorprendente in verità, del Movimento 5 Stelle. Finito l’entusiasmo
elettorale il clima si distende e, con esso, nervi e volontà. Non è bene.
Intanto Montegranaro ancora è lì
che sfriziona ma non riparte.
Luca Craia
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La creatività è donna: il giardino delle Esperidi – di Anna Lisa Minutillo
Le Esperidi,
figlie di Atlante e di Espero, la stella della sera, erano le ninfe del
tramonto; queste bellissime fanciulle avevano il compito di custodire un
rigoglioso giardino, in cui era sempre primavera; le aiuole erano piene di
fiori di ogni colore, dagli alberi pendevano frutti enormi e dolcissimi. Forse
perché c’è sempre meno luce e meno colore a circondarci, forse perché ogni
tanto qualcuno sensibile che si interessa ancora di territorio, di ciò che ci
circonda, di socializzare e di condividere esperienze e modo di sentire la vita
e la natura sta di fatto che questa iniziativa di cui vado a parlarvi ha catturato
la mia attenzione. La cura, la dedizione, l’ostinazione anche con cui Emanuela
Torresini, organizzatrice dell’evento Il giardino delle Esperidi - anno 2014 1^
edizione vi si sta dedicando non mi hanno lasciata per nulla
indifferente per questo ho pensato di condividerlo con voi ed anche di
suggerire a chi ne è nelle vicinanze di raggiungere Pitigliano (GR) per vivere questa bella esperienza, ma andiamo con
ordine partendo da ciò che ha spinto Emanuela a questa realizzazione. Il
Racconto di come e di cosa ha portato Emanuela a tanto impegno è racchiuso in
questo riassunto dove è possibile coglierne anche la sensibilità e l’amore per
ciò che sta facendo .
A settembre dello scorso anno, dopo aver
ricevuto due brutte notizie, per superare il momento di sconforto ho reagito
pensando a qualcosa di bello e piacevole che mi rigenerasse, ho pensato a come
realizzare il mio sogno segreto, creare un luogo magico, dove riunire piante e
fiori e tanti amici, così è nata la mostra mercato di fiori e piante
particolari, ne ho parlato con Roberto, mio marito e lui si è detto disposto ad
aiutarmi Abbiamo iniziato a cercare chi ci potesse dare dei suggerimenti, quando
si inizia per la prima volta un lavoro, credo sia importante essere umili e
chiedere a chi ha esperienza, mai pensare di saper fare tutto e meglio degli
altri Il primo è stato Mauro di Sorte, un noto vivaista di Bolsena, che ha una
ragguardevole collezione di Hidrangee (comunemente Ortensie) e che è
l'ispiratore della Festa delle Ortensie, che si svolge a Bolsena ogni terzo
fine settimana di giugno, manifestazione giunta alla 13^ edizione. Lui in un
primo momento ci ha sconsigliato, poi vedendo la nostra determinazione ci ha
dato dei suggerimenti e noi abbiamo iniziato a capire come avremmo dovuto
muoverci. C’è da dire che nella nostra precedente vita ci occupavamo
tutt'altro, però se c'è un cosa che ho imparato è che tutto quello che si è
appreso, prima o poi serve e tutto torna utile. Noi viviamo a Pitigliano da
otto anni e, appena giunti abbiamo cercato di collaborare per far crescere la
città e soprattutto per dare una possibilità ai giovani, ma il nostro
entusiasmo non ha trovato il riscontro desiderato o per via di scelte errate o
perché mal recepito, fatto sta che alla fine ci siamo ritirati nel nostro
podere, dedicandoci all'uliveto, abbiamo creato un giardino, abbiamo comunque
sempre cercato di integrarci, con degli amici, tutti produttori biologici o
biodinamici, abbiamo fondato l'Associazione Bio Territorio – Città del Tufo e
siamo sempre stati attivi nella città. Questo è servito ad integrarci nel
territorio, a spronarci a fare del nostro meglio e a creare quei contatti che
ora, ritornano utili dopo aver contattato Mauro di Sorte, siamo andati a
parlare con Susanna e Jonny, due amici che gestiscono la Locanda Ilune,
Susanna è un'amante del giardinaggio e il suo giardino è bello e magico, in
ogni stagione, sapevo che lei poteva capire questa mia necessità, ed anche loro
sono rimasti entusiasti di questo nostro progetto. Abbiamo coinvolto Bio
Territorio, la cui Presidente è la biologa Anna Ghetti, spiegando anche a loro
il progetto. In breve a fine novembre abbiamo presentato il progetto al Sindaco
di Pitigliano, Pierluigi Camilli che è rimasto entusiasta soprattutto per il
luogo che avevamo individuato e cioè il Museo archeologico all'aperto “Alberto
Manzi”. Da questo momento in poi tutto ha preso il suo corso e procede tutto
scorrevolmente anche se con qualche intoppo. Quello che mi ha aiutata è stata
la mia passione per la Natura
e il giardinaggio ed aver frequentato per anni dei forum di Giardinaggio,
questa frequentazione mi ha legato a tante persone meravigliose, divenute con
il tempo delle grandi amiche, mi ha fatto approfondire le mie conoscenze sulle
piante e ovviamente ha creato quei legami di amicizia utili nei momento di
sconforto, che sono sempre pronti ad arrivare . Un’amica in particolare che
anche lei, ben prima di me ha organizzato una mostra mercato di fiori e piante
a Calvi nell'Umbria, mi ha passato la sua lunga lista di contatti, un’altra
grande amica, garden designer, anche lei mi ha fornito una lunga lista di
vivaisti e la sua competenza. Il gruppo di Bio Territorio formato complessivamente
da nove persone, tutte lavorano nelle loro aziende e sono presenti per aiutarci
soprattutto nel periodo invernale, mentre nel periodo primaverile ed estivo
sono disponibili solo su richiesta di aiuto, ovviamente ognuno di loro ha
un'azienda da portare avanti. Come esterni al gruppo oltre Susanna e Jonny, c'è
un’, insegnante nelle scuole medie inferiori, che ha contribuito al progetto
creando il logo, un piccolo delizioso elleboro, ma cosa più importante ha
utilizzato i mesi da gennaio a maggio per preparare gli scolari spiegando loro
la storia della Via cava del Gradone e, con la collaborazione della dott.ssa
Anna Ghetti che spiegava ed illustrava ai ragazzi la flora della via cava,
tutto questo lavoro per creare delle mini-guide durante i due giorni
dell'evento che avranno il compito di accompagnare i visitatori spiegando loro
quello tutto quello che hanno appreso nei mesi precedenti e un amico che avendo
esperienza di concorsi fotografici ci ha fornito il materiale per bandire un
Concorso fotografico “Le Vie Cave tra territorio e cultura”. Ho avuto delle
difficoltà nella ricerca dei vivaisti, cercavo persone che condividessero con
me la stessa passione, non grandi vivai, non chi ha di tutto di più, ma ogni
regione italiana è piena zeppa di mostre mercato, questi eventi si concentrano
soprattutto nei mesi da marzo a giugno, per riprendere con la fine di agosto
fino a tutto ottobre, difficile inserirsi e molto più difficile essendo la
nostra una prima edizione.
Ora dopo tanto
impegno si è quasi pronti a partire e questo racconto fatto a me con entusiasmo
,con trasporto e amore per la natura e per ciò che ci circonda mi lascia ben
sperare circa il successo dell’iniziativa. Mi piace perché dietro a tanto
lavoro vi è una donna ,mi piace perché profuma di buono ,mi piace perché
racconta che dietro ad un dolore ,una delusione c’è ancora chi riesce a
reinventarsi , a gettarsi in qualcosa di nuovo ed ammiro sempre e comunque chi
non perde la speranza e se riesce a farlo regalandoci anche profumi, emozioni e
colori questa iniziativa mi piace ancor di più. Un racconto che per chiunque
avesse voglia di vivere in prima persona potrà trovare la fine nella visita di
questa prima edizione del giardino delle Esperidi nei giorni 27-28 settembre
2014 – prima edizione Museo archeologico all’aperto Alberto Manzi e via cava
delle Madonna del Gradone, Pitigliano (GR). Allego inoltre il link che vi
permetterà di saperne qualcosa in più http://www.jackinthewind.com/esperidi/index.html
..Chissà se anche voi avete voglia di un po’ di natura ,colore e pace come ne
ho voglia io. Ringrazio Emanuela Torresini per avermi coinvolta nel suo
racconto e per aver con il suo entusiasmo trasportato anche me nel suo giardino
di idee oltre che di fiori e piante.
Anna
Lisa Minutillo
venerdì 12 settembre 2014
Chiuse tutte le fontane del centro storico
Qualcuno da piazza Mazzini ha
fatto sapere che, un cittadino dotato di senso civico, anziché attendere che la
strada la pulisca chi di dovere, nonostante si paghino tasse profumatissime,
potrebbe iniziare da solo a scrostare le cacche dei piccioni davanti casa
propria. Bene, posto che non sono per niente d’accordo, visto che il servizio
dovrebbe essere fornito dall’organo preposto, posto che la cosa è piuttosto
irrealizzabile, visto che ci sono miriadi di case disabitate davanti alle quali
non pulirebbe nessuno, davanti casa mia ci pulisco da solo da sempre. Volevo
provare a farlo un po’ più in giù, usando un tubo di plastica e (almeno quella)
l’acqua pubblica. E cosa ho scoperto? Non c’è acqua, nel senso che le
fontanelle pubbliche del centro storico sono state tute sigillate. Perché non
si sa, fatto sta che, se proprio voglio armarmi di buona volontà e sostituirmi
al Comune nel disincrostare la strada, devo usare l’acqua di casa mia. E non
dico altro.
Luca Craia
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La rotonda senza segnali diventa pericolosa.
In realtà è sempre stata
pericolosa, la rotonda di viale Gramsci: le macchine provenienti dal viale, pur
dovendo rispettare la precedenza a chi già occupava la rotatoria, raramente lo
fanno e questo è causa spesso di spaventi e qualche volta di incidenti. Ora
però, col tempo, la segnaletica orizzontale è pressoché scomparsa per cui il
tutto diventa più difficile e più pericoloso. In particolar modo chi proviene
da via Zoli ha la precedenza ma, non essendovi più la striscia di demarcazione
dello stop in mezzo alla rotonda, nessuno glie la da. Ci vorrebbe poco a
ridisegnare la segnaletica: possibile che, chi di dovere, non ne abbia ancora
avuto l’esigenza? Eppure, per andare in piazza, deve per forza passare di lì.
Luca Craia
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giovedì 11 settembre 2014
L’Università di Chieti studia Sant’Ugo
Abbiamo ricevuto oggi in Sant’Ugo
una delegazione dell’Università di Chieti, Lettere Arti e Scienze Sociali,
venuta ad effettuare uno studio sull’architettura e sugli affreschi contenuti
nella chiesa, costituita dal dottor Marco D’Attanasio, ricercatore di Storia
dell’Arte e di Storia dell’Arte Medievale, e dal professor Alessandro Tomei,
ordinario di Storia dell’Arte Medievale, esimio studioso e autore di numerose
pubblicazioni tra le quali ricordiamo “Materia e colore nella scultura lignea
medievale” e “I pannelli dell’Apocalisse di Stoccarda e altre visioni
angioine”.
I due studiosi stanno conducendo
un lavoro sugli affreschi medievali nell’area marchigiana-abruzzese,
incentrato, appunto, sul ciclo più antico di Sant’Ugo che porterà presto ad una
specifica pubblicazione per mano di Marco D’Attanasio. Nel corso del
sopralluogo hanno approfondito la conoscenza degli antichi dipinti,
procurandosi ingente materiale fotografico che servirà anche per future
consulenze anche da un punto di vista paleografico per via delle
interessantissime iscrizioni presenti negli affreschi.
La collaborazione tra gli
studiosi e l’Associazione Arkeo è partita da tempo, con scambio frequente e
continuo di informazioni, ed è motivo di orgoglio aver intessuto legami
culturali di questo livello che servono a conoscere e far conoscere
Montegranaro da un punto di vista culturale, vista l’enorme importanza storica
e artistica che la stessa Sant’Ugo ricopre, testimoniata anche oggi dai due
studiosi che abbiamo accompagnato e coadiuvato.
Luca Craia
mercoledì 10 settembre 2014
Polemica strumentale dello Sportello Animali contro Arkeo
Contesto con forza la
pubblicazione sulla pagina Facebook dello Sportello per i Diritti degli Animali
del Comune di Montegranaro (e sulla mia personale), da parte della responsabile
Francesca Testella, di un’accusa infamante verso l’associazione Arkeo che
presiedo. La Testella
accusa Arkeo e il sottoscritto di “ipocrisia”, perché avremmo raccolto le
firme per la questione piccioni. Dice Francesca Testella: “le firme avrebbero portato all'abbattimento”.
Evidentemente non ha letto il testo della petizione dove, da nessuna parte, è
richiesta questa pratica alla quale siamo contrari e che è, oltretutto,
illegale. Arkeo non si è nemmeno posto il problema dell’abbattimento in quanto
questa pratica non è legale in Italia e, reputando l’ente pubblico Comune ligio
alla legalità, abbiamo soltanto richiesto di attuare misure adatte al
contenimento del numero dei piccioni. Ribadisco la nostra contrarietà a
qualsiasi forma di violenza.
Resta
il fatto che l’accusa della Testella è grave ed è strumentale. La nostra
associazione, nei nostri spazi comunicativi, ha sempre dato risalto ad
iniziative a difesa degli animali. Abbiamo anche ampliamente promosso la festa
degli animali organizzata dalla stessa Francesca Testella e, se non siamo stati
presenti, è perché la stessa festa è stata spostata dalla data programmata e
quel giorno eravamo impegnati in altre cose. Al nostro interno ci sono persone
attive nel campo della tutela degli animali e ciascuno di noi è assolutamente
contrario ad ogni forma di violenza verso gli stessi. Affermare il contrario è
falso.
Oltretutto
è grave contestare l’uso della raccolta firme, metodo democratico e
civilissimo. Evidentemente dalle parti di piazza Mazzini si ha un concetto di
democrazia diverso dal nostro, ma questo è il nostro metodo di lavoro:
partecipazione popolare e proposte. È un metodo valido come fare anticamera
davanti all’ufficio dell’assessore preposto per chiedere per favore la
soluzione di un problema, ma questo non è il nostro stile, si rassicuri la
responsabile dello Sportello Animali.
La
questione dei piccioni è gravissima, di lungo respiro, ed è stata fin qui sottovalutata
dall’Amministrazione Comunale, lasciando il centro storico in mezzo ai miasmi
del guano di piccione per tutta l’estate. Evidentemente Francesca Testella non
ha un quadro preciso del problema né conosce il centro storico di Montegranaro.
Arkeo si è fatta interprete dell’esigenza dei residenti e non che chiedono
maggior decoro, rispetto e tutela della salute umana che, questo sì, nella
nostra ottica è prioritaria su tutto. Auspichiamo che vengano prese tutte le
misure necessarie per risolvere il problema e troviamo superfluo augurarci che
non venga fatto alcun male alle bestiole, cosa che è assolutamente illegale
oltre che riprovevole.
Luca Craia
martedì 9 settembre 2014
La casa natale del Santo Patrono. Devozione e abbandono.
Eppure solo pochi anni fa vi fu posta una
lapide commemorativa, una lapide appiccicata ad uno dei simboli della memoria
corta dei Montegranaresi. Le foto che vedete testimoniano lo stato di abbandono
di quella che è la casa natale di San Serafino, il santo patrono di
Montegranaro, a cui ogni ottobre tributiamo tutti gli onori e la nostra
devozione ma che poi dimentichiamo per il resto dell’anno.
La casa, di proprietà privata ma che dovrebbe essere interesse di ogni
cittadino montegranarese, versa in condizioni pietose anche se non è
accomunabile agli stabili pericolanti che pure sono numerosi nel centro
storico. Il fabbricato, sito in via Solferino, ha subito numerosi
rimaneggiamenti tanto che oggi di quella che era la dimora della famiglia del
Santo non è rimasto altro che il suolo su cui era eretta e l’edificio che lo
occupa è tutt’altra cosa di quello che fu. Ciononostante, a giudicare da come
festeggiamo e glorifichiamo il nostro patrono nella data della sua ricorrenza,
la casa dovrebbe essere tenuta in grande considerazione dai concittadini di San
Serafino. Invece eccola qua, abbandonata e dimenticata.
E quella lapide, posta nel 2004, è il simbolo assoluto di come sia corta la
nostra memoria e strano il nostro attaccamento alla nostra storia, alle nostre
radici e alla nostra cultura, sia essa rappresentata dal nostro amato Patrono
sia essa il nostro martoriato centro storico.
Luca Craia
Va via la corrente e la torre ascensore si blocca con gente dentro.
Dei continui black out mattutini
di Montegranaro ne abbiamo parlato poco fa. Ora apprendo che stamattina, verso
le 10.00, proprio a causa dell’interruzione di corrente, si è bloccato l’ascensore
della torre Zed con dentro almeno cinque persone. Per fortuna l’elevatore era
fermo al piano terra, ma le porte sono rimaste chiuse bloccando le persone all’interno
dell’angusta cabina. È stato suonato l’allarme ma le porte sono state aperte a
forza dagli stessi occupanti l’ascensore e da altri cittadini che, nel
frattempo, si erano accalcati per capire o solo per salire in viale Gramsci.
È incredibile che un sistema di
trasporto persone come questo non abbia delle misure di sicurezza in caso di
interruzione della corrente. Mi domando cosa sarebbe accaduto se l’ascensore
fosse stato in corsa al momento del blocco, anziché fermo a terra. Chi li
avrebbe tirati fuori? Dopo quanto tempo? E se ci fosse stato qualcuno che
soffre di claustrofobia?
Luca Craia
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