mercoledì 17 settembre 2014

Video - I ruderi del centro storico

Video di immagini tristi ma che fanno pensare

L’assessore pulisce il mondo? O è il volontario?



Non mi piace. Lo dico senza volontà alcuna di polemica, solo come ragionamento politico e analisi di quello che le azioni comportano a livello di interpretazione. Il fatto che l’iniziativa “Puliamo il Mondo” di Legambiente a Montegranaro sia organizzata direttamente dall’assessore competente per materia suona male, come fosse una resa. È un messaggio ai cittadini che dice “fatevelo da voi”. È la rinuncia all’attività amministrativa, è la presa d’atto che, se il cittadino non si rimbocca le maniche, non c’è trippa per gatti.
Diverso sarebbe stato se, a promuovere la cosa, fosse stata una delle associazioni che si occupano di recupero della città. Lo volevamo fare anche noi di Arkeo ma siamo un certo numero di volontari e, tra i tanti impegni assunti, non riusciamo a fare tutto quello che vorremmo e ci piacerebbe fare. Sarebbe stato diverso, con l’assessore, il Comune, che dava appoggio e aiuto. Ma l’iniziativa che parte direttamente dal Municipio stona.
I cittadini, i volontari, stanno supplendo al pubblico in ogni campo, primo fra tutti quello della sanità e poi a scendere: cultura, svago, sicurezza come vorrebbe qualcuno. Ma l’ambiente è una cosa seria e la politica non può alzare le mani e dire: fate voi. Anche con tutte le buone intenzioni che riconosco e apprezzo. L’assessore all’ambiente deve ottimizzare i mezzi che ha e portarli alla resa massima. Non può dire: io non ce la faccio, fatelo voi, perché comporterebbe la presa d’atto di una sorta di inutilità istituzionale. A organizzare l’iniziativa di Legambiente non serve un politico, basta un volontario. Il politico faccia la sua parte nelle istituzioni che i volontari stanno già facendo la loro nel loro campo. E se proprio la politica non riesce, beh… ne tragga le logiche conseguenze.

Luca Craia

Perché i piccioni vivono nei centri storici?



Tutti i centri storici d’Italia sono abitati, più o meno intensamente, dai piccioni. Alcune città d’arte ne hanno fatto addirittura una sorta di simpatica attrazione. Altre, la maggior parte, a dire la verità, ne soffrono la presenza per via della produzione di guano che, quando cospicua, diventa un problema sia di decoro urbano che di pubblica sicurezza. Noi, comunque, consideriamo normale la presenza dei volatili nel tessuto urbano ma possiamo pensare che essi siano, in qualche modo, autoctoni oppure vi sono stati introdotti?
I piccioni sono animali addomesticati da tempo immemorabile e da sempre utilizzati prevalentemente per l’alimentazione umana. Nel medioevo, quando le città subivano spesso attacchi nemici e finivano sotto assedio per periodi piuttosto lunghi, esisteva l’evidente necessità di alimentare la popolazione nei momenti in cui ogni approvvigionamento esterno era impossibile. Da qui la creazione degli orti urbani, tramite i quali si provvedeva alla produzione di ortaggi e cereali, e la presenza di animali da cortile all’interno delle mura castellane. Trai vari animali da cortile, appunto, c’erano anche i piccioni.
Un mio amico ingegnere mi riferisce che, proprio a Montegranaro, ha trovato frequentemente, durante ristrutturazioni di immobili nel centro storico, in corrispondenza delle “buche” nelle quali i colombi nidificano, degli sportelli tramite i quali, dall’interno dell’abitazione, si poteva catturare l’uccello per poi cibarsene. Il piccione, quindi, era presente nel tessuto urbano a scopo prettamente alimentare. Il suo guano, poi, veniva raccolto e utilizzato per la concimazione degli stessi orti urbani.
La natura semiselvatica dell’animale ne ha evidentemente perpetuato la presenza nei centri storici. Infatti, mentre polli, conigli e altri animali da cortile, una volta cessata la loro funzione alimentare/bellica sono scomparsi dall’interno del castello, i colombi hanno continuato a nidificarvi fino ai nostri giorni. Oggi, però, la loro presenza non ha più l’utilità di un tempo e ne soffriamo piuttosto le conseguenze. Da qui mi si consenta una battuta amara: visti i tempi grami che stiamo vivendo e le buie prospettive che si delineano, forse la presenza dei piccioni potrebbe tornare utile come una volta, chissà.

Luca Craia

martedì 16 settembre 2014

Domenica 21 Trekking Fotografico di Montegranaro



Il Trekking Fotografico che terremo domenica 21 settembre è un’occasione per fare una passeggiata edificante, scoprendo angoli nascosti, segreti, sconosciuti di Montegranaro al seguito di un fotografo eccezionale quale Francesco Cruciani, che ci farà guardare tutto nell’ottica della fotografia, valorizzando luci e colori, l’importanza delle forme. Ci sarà anche Sabina Salusti che ci informerà su dove siamo e cosa stiamo guardando.
Una bella passeggiata, quindi, per scoprire o riscoprire Montegranaro, per imparare qualche trucco fotografico, per scattare belle foto. Queste foto, poi, se vorrete saranno esposte in un’apposita mostra che installeremo qualche settimana dopo. Intanto divertiamoci a scattare e a vedere Montegranaro sotto una nuova luce.
Occorrente: macchina fotografica (qualsiasi, al limite anche il telefono), scarpe comode e fantasia. La partecipazione è libera e gratuita. Possono venire anche i vostri amici a quattro zampe. Appuntamento alle 15,30 in piazza Mazzini.

Luca Craia


lunedì 15 settembre 2014

La “chiesetta della Trinità”. Dobbiamo rassegnarci a perderla?




Non è la prima volta che lancio l’appello. Lo ripeto, visto anche il cambio di maggioranza, nella speranza che venga colto. La cosiddetta “chiesetta della Trinità, che in realtà è una cappella funeraria facente parte dell’antico cimitero cittadino di Cima di Colle di cui rappresenta l’unica traccia rimasta insieme alla croce in ferro che fa da centro-incrocio vicino alla chiesa di San Liborio, è un edificio sacro del ‘700 di interesse storico notevolissimo, anche perché appartenuta alla famiglia Conventati. Versa in condizioni disastrose, al suo interno sono nati addirittura degli alberi talmente grandi (e, quindi, da talmente tanto tempo) da uscire dal tetto, tetto che non c’è più. Ho fatto un sopralluogo proprio stamane e sono molto preoccupato: quel poco che è rimasto non durerà a lungo. La proprietà è comunale. Che si intende fare? Dobbiamo metterci l’anima in pace ed assistere alla sua scomparsa?

Luca Craia

Discarica di eternit
La Croce di San Liborio
Gli alberi nati all'interno escono da quello che era il tetto

domenica 14 settembre 2014

Movimenti in maggioranza, assestamenti, aspettando che si riparta.



È davvero di bassa qualità la politica che vediamo imbastire in questi giorni a Montegranaro, con gente spudoratamente in cerca di potere, poltrone, visibilità; sgomitate, sgambetti, saltelli per evidenziarsi. In tanti anni che osservo la politica con occhio attento credo di non aver mai visto comportamenti di livello così basso. E non è solo il plurisindaco Basso che gufa Antonelli e si autocandida a sostituirlo qualora i mal di pancia di quest’ultimo, più volte palesati, diventino ingestibili dalla maggioranza tanto da vederne l’uscita, non così improbabile, dalla coalizione.
È tristissimo vedere il politico più navigato di Montegranaro quasi elemosinare un’alleanza in realtà non richiesta ma che potrebbe rendersi necessaria in futuro qualora non solo il Presidente del Consiglio ma altri elementi traballanti della maggioranza non potessero essere stabilizzati. E per stabilizzare i tanti movimenti intestini (così intensi e insistenti da prognosticare una colite spastica al governo della città) non mancheranno gli strumenti: ci sono da assegnare diversi “posti” minori, come le presidenze e i consigli di amministrazione degli enti comunali quali la casa di riposo o la farmacia; ci sono le prossime elezioni, per le quali già si notano eccessi di zelo, tanto per farsi notare, da parte dei non eletti, ivi compresi quelli di Basso, per procurarsi un buon posto in lista. Insomma, nonostante i tanti traballamenti, beccheggi e rollii, la barca ancora non affonda e forse non affonderà almeno in tempo brevissimi. Questo, però, potrebbe essere pagato a caro prezzo in termini di credibilità e coerenza, dovendo accontentare così tanti appetiti.
L’opposizione, intanto, langue tra le polemiche sterili e stucchevoli dell’ex maggioranza e il sostanziale silenzio, piuttosto sorprendente in verità, del Movimento 5 Stelle. Finito l’entusiasmo elettorale il clima si distende e, con esso, nervi e volontà. Non è bene.
Intanto Montegranaro ancora è lì che sfriziona ma non riparte.

Luca Craia

La creatività è donna: il giardino delle Esperidi – di Anna Lisa Minutillo

Le Esperidi, figlie di Atlante e di Espero, la stella della sera, erano le ninfe del tramonto; queste bellissime fanciulle avevano il compito di custodire un rigoglioso giardino, in cui era sempre primavera; le aiuole erano piene di fiori di ogni colore, dagli alberi pendevano frutti enormi e dolcissimi. Forse perché c’è sempre meno luce e meno colore a circondarci, forse perché ogni tanto qualcuno sensibile che si interessa ancora di territorio, di ciò che ci circonda, di socializzare e di condividere esperienze e modo di sentire la vita e la natura sta di fatto che questa iniziativa di cui vado a parlarvi ha catturato la mia attenzione. La cura, la dedizione, l’ostinazione anche con cui Emanuela Torresini, organizzatrice dell’evento Il giardino delle Esperidi - anno 2014 1^ edizione vi si sta dedicando non mi hanno lasciata per nulla indifferente per questo ho pensato di condividerlo con voi ed anche di suggerire a chi ne è nelle vicinanze di raggiungere Pitigliano (GR) per vivere questa bella esperienza, ma andiamo con ordine partendo da ciò che ha spinto Emanuela a questa realizzazione. Il Racconto di come e di cosa ha portato Emanuela a tanto impegno è racchiuso in questo riassunto dove è possibile coglierne anche la sensibilità e l’amore per ciò che sta facendo .

A settembre dello scorso anno, dopo aver ricevuto due brutte notizie, per superare il momento di sconforto ho reagito pensando a qualcosa di bello e piacevole che mi rigenerasse, ho pensato a come realizzare il mio sogno segreto, creare un luogo magico, dove riunire piante e fiori e tanti amici, così è nata la mostra mercato di fiori e piante particolari, ne ho parlato con Roberto, mio marito e lui si è detto disposto ad aiutarmi Abbiamo iniziato a cercare chi ci potesse dare dei suggerimenti, quando si inizia per la prima volta un lavoro, credo sia importante essere umili e chiedere a chi ha esperienza, mai pensare di saper fare tutto e meglio degli altri Il primo è stato Mauro di Sorte, un noto vivaista di Bolsena, che ha una ragguardevole collezione di Hidrangee (comunemente Ortensie) e che è l'ispiratore della Festa delle Ortensie, che si svolge a Bolsena ogni terzo fine settimana di giugno, manifestazione giunta alla 13^ edizione. Lui in un primo momento ci ha sconsigliato, poi vedendo la nostra determinazione ci ha dato dei suggerimenti e noi abbiamo iniziato a capire come avremmo dovuto muoverci. C’è da dire che nella nostra precedente vita ci occupavamo tutt'altro, però se c'è un cosa che ho imparato è che tutto quello che si è appreso, prima o poi serve e tutto torna utile. Noi viviamo a Pitigliano da otto anni e, appena giunti abbiamo cercato di collaborare per far crescere la città e soprattutto per dare una possibilità ai giovani, ma il nostro entusiasmo non ha trovato il riscontro desiderato o per via di scelte errate o perché mal recepito, fatto sta che alla fine ci siamo ritirati nel nostro podere, dedicandoci all'uliveto, abbiamo creato un giardino, abbiamo comunque sempre cercato di integrarci, con degli amici, tutti produttori biologici o biodinamici, abbiamo fondato l'Associazione Bio Territorio – Città del Tufo e siamo sempre stati attivi nella città. Questo è servito ad integrarci nel territorio, a spronarci a fare del nostro meglio e a creare quei contatti che ora, ritornano utili dopo aver contattato Mauro di Sorte, siamo andati a parlare con Susanna e Jonny, due amici che gestiscono la Locanda Ilune, Susanna è un'amante del giardinaggio e il suo giardino è bello e magico, in ogni stagione, sapevo che lei poteva capire questa mia necessità, ed anche loro sono rimasti entusiasti di questo nostro progetto. Abbiamo coinvolto Bio Territorio, la cui Presidente è la biologa Anna Ghetti, spiegando anche a loro il progetto. In breve a fine novembre abbiamo presentato il progetto al Sindaco di Pitigliano, Pierluigi Camilli che è rimasto entusiasta soprattutto per il luogo che avevamo individuato e cioè il Museo archeologico all'aperto “Alberto Manzi”. Da questo momento in poi tutto ha preso il suo corso e procede tutto scorrevolmente anche se con qualche intoppo. Quello che mi ha aiutata è stata la mia passione per la Natura e il giardinaggio ed aver frequentato per anni dei forum di Giardinaggio, questa frequentazione mi ha legato a tante persone meravigliose, divenute con il tempo delle grandi amiche, mi ha fatto approfondire le mie conoscenze sulle piante e ovviamente ha creato quei legami di amicizia utili nei momento di sconforto, che sono sempre pronti ad arrivare . Un’amica in particolare che anche lei, ben prima di me ha organizzato una mostra mercato di fiori e piante a Calvi nell'Umbria, mi ha passato la sua lunga lista di contatti, un’altra grande amica, garden designer, anche lei mi ha fornito una lunga lista di vivaisti e la sua competenza. Il gruppo di Bio Territorio formato complessivamente da nove persone, tutte lavorano nelle loro aziende e sono presenti per aiutarci soprattutto nel periodo invernale, mentre nel periodo primaverile ed estivo sono disponibili solo su richiesta di aiuto, ovviamente ognuno di loro ha un'azienda da portare avanti. Come esterni al gruppo oltre Susanna e Jonny, c'è un’, insegnante nelle scuole medie inferiori, che ha contribuito al progetto creando il logo, un piccolo delizioso elleboro, ma cosa più importante ha utilizzato i mesi da gennaio a maggio per preparare gli scolari spiegando loro la storia della Via cava del Gradone e, con la collaborazione della dott.ssa Anna Ghetti che spiegava ed illustrava ai ragazzi la flora della via cava, tutto questo lavoro per creare delle mini-guide durante i due giorni dell'evento che avranno il compito di accompagnare i visitatori spiegando loro quello tutto quello che hanno appreso nei mesi precedenti e un amico che avendo esperienza di concorsi fotografici ci ha fornito il materiale per bandire un Concorso fotografico “Le Vie Cave tra territorio e cultura”. Ho avuto delle difficoltà nella ricerca dei vivaisti, cercavo persone che condividessero con me la stessa passione, non grandi vivai, non chi ha di tutto di più, ma ogni regione italiana è piena zeppa di mostre mercato, questi eventi si concentrano soprattutto nei mesi da marzo a giugno, per riprendere con la fine di agosto fino a tutto ottobre, difficile inserirsi e molto più difficile essendo la nostra una prima edizione.

Ora dopo tanto impegno si è quasi pronti a partire e questo racconto fatto a me con entusiasmo ,con trasporto e amore per la natura e per ciò che ci circonda mi lascia ben sperare circa il successo dell’iniziativa. Mi piace perché dietro a tanto lavoro vi è una donna ,mi piace perché profuma di buono ,mi piace perché racconta che dietro ad un dolore ,una delusione c’è ancora chi riesce a reinventarsi , a gettarsi in qualcosa di nuovo ed ammiro sempre e comunque chi non perde la speranza e se riesce a farlo regalandoci anche profumi, emozioni e colori questa iniziativa mi piace ancor di più. Un racconto che per chiunque avesse voglia di vivere in prima persona potrà trovare la fine nella visita di questa prima edizione del giardino delle Esperidi nei giorni 27-28 settembre 2014 – prima edizione Museo archeologico all’aperto Alberto Manzi e via cava delle Madonna del Gradone, Pitigliano (GR). Allego inoltre il link che vi permetterà di saperne qualcosa in più http://www.jackinthewind.com/esperidi/index.html ..Chissà se anche voi avete voglia di un po’ di natura ,colore e pace come ne ho voglia io. Ringrazio Emanuela Torresini per avermi coinvolta nel suo racconto e per aver con il suo entusiasmo trasportato anche me nel suo giardino di idee oltre che di fiori e piante.

Anna Lisa Minutillo

venerdì 12 settembre 2014

Chiuse tutte le fontane del centro storico



Qualcuno da piazza Mazzini ha fatto sapere che, un cittadino dotato di senso civico, anziché attendere che la strada la pulisca chi di dovere, nonostante si paghino tasse profumatissime, potrebbe iniziare da solo a scrostare le cacche dei piccioni davanti casa propria. Bene, posto che non sono per niente d’accordo, visto che il servizio dovrebbe essere fornito dall’organo preposto, posto che la cosa è piuttosto irrealizzabile, visto che ci sono miriadi di case disabitate davanti alle quali non pulirebbe nessuno, davanti casa mia ci pulisco da solo da sempre. Volevo provare a farlo un po’ più in giù, usando un tubo di plastica e (almeno quella) l’acqua pubblica. E cosa ho scoperto? Non c’è acqua, nel senso che le fontanelle pubbliche del centro storico sono state tute sigillate. Perché non si sa, fatto sta che, se proprio voglio armarmi di buona volontà e sostituirmi al Comune nel disincrostare la strada, devo usare l’acqua di casa mia. E non dico altro.

Luca Craia

La rotonda senza segnali diventa pericolosa.



In realtà è sempre stata pericolosa, la rotonda di viale Gramsci: le macchine provenienti dal viale, pur dovendo rispettare la precedenza a chi già occupava la rotatoria, raramente lo fanno e questo è causa spesso di spaventi e qualche volta di incidenti. Ora però, col tempo, la segnaletica orizzontale è pressoché scomparsa per cui il tutto diventa più difficile e più pericoloso. In particolar modo chi proviene da via Zoli ha la precedenza ma, non essendovi più la striscia di demarcazione dello stop in mezzo alla rotonda, nessuno glie la da. Ci vorrebbe poco a ridisegnare la segnaletica: possibile che, chi di dovere, non ne abbia ancora avuto l’esigenza? Eppure, per andare in piazza, deve per forza passare di lì.

Luca Craia

giovedì 11 settembre 2014

L’Università di Chieti studia Sant’Ugo



Abbiamo ricevuto oggi in Sant’Ugo una delegazione dell’Università di Chieti, Lettere Arti e Scienze Sociali, venuta ad effettuare uno studio sull’architettura e sugli affreschi contenuti nella chiesa, costituita dal dottor Marco D’Attanasio, ricercatore di Storia dell’Arte e di Storia dell’Arte Medievale, e dal professor Alessandro Tomei, ordinario di Storia dell’Arte Medievale, esimio studioso e autore di numerose pubblicazioni tra le quali ricordiamo “Materia e colore nella scultura lignea medievale” e “I pannelli dell’Apocalisse di Stoccarda e altre visioni angioine”.
I due studiosi stanno conducendo un lavoro sugli affreschi medievali nell’area marchigiana-abruzzese, incentrato, appunto, sul ciclo più antico di Sant’Ugo che porterà presto ad una specifica pubblicazione per mano di Marco D’Attanasio. Nel corso del sopralluogo hanno approfondito la conoscenza degli antichi dipinti, procurandosi ingente materiale fotografico che servirà anche per future consulenze anche da un punto di vista paleografico per via delle interessantissime iscrizioni presenti negli affreschi.
La collaborazione tra gli studiosi e l’Associazione Arkeo è partita da tempo, con scambio frequente e continuo di informazioni, ed è motivo di orgoglio aver intessuto legami culturali di questo livello che servono a conoscere e far conoscere Montegranaro da un punto di vista culturale, vista l’enorme importanza storica e artistica che la stessa Sant’Ugo ricopre, testimoniata anche oggi dai due studiosi che abbiamo accompagnato e coadiuvato.

Luca Craia

mercoledì 10 settembre 2014

Polemica strumentale dello Sportello Animali contro Arkeo



Contesto con forza la pubblicazione sulla pagina Facebook dello Sportello per i Diritti degli Animali del Comune di Montegranaro (e sulla mia personale), da parte della responsabile Francesca Testella, di un’accusa infamante verso l’associazione Arkeo che presiedo. La Testella accusa Arkeo e il sottoscritto di “ipocrisia”, perché avremmo raccolto le firme per la questione piccioni. Dice Francesca Testella: “le firme avrebbero portato all'abbattimento”. Evidentemente non ha letto il testo della petizione dove, da nessuna parte, è richiesta questa pratica alla quale siamo contrari e che è, oltretutto, illegale. Arkeo non si è nemmeno posto il problema dell’abbattimento in quanto questa pratica non è legale in Italia e, reputando l’ente pubblico Comune ligio alla legalità, abbiamo soltanto richiesto di attuare misure adatte al contenimento del numero dei piccioni. Ribadisco la nostra contrarietà a qualsiasi forma di violenza.
Resta il fatto che l’accusa della Testella è grave ed è strumentale. La nostra associazione, nei nostri spazi comunicativi, ha sempre dato risalto ad iniziative a difesa degli animali. Abbiamo anche ampliamente promosso la festa degli animali organizzata dalla stessa Francesca Testella e, se non siamo stati presenti, è perché la stessa festa è stata spostata dalla data programmata e quel giorno eravamo impegnati in altre cose. Al nostro interno ci sono persone attive nel campo della tutela degli animali e ciascuno di noi è assolutamente contrario ad ogni forma di violenza verso gli stessi. Affermare il contrario è falso.
Oltretutto è grave contestare l’uso della raccolta firme, metodo democratico e civilissimo. Evidentemente dalle parti di piazza Mazzini si ha un concetto di democrazia diverso dal nostro, ma questo è il nostro metodo di lavoro: partecipazione popolare e proposte. È un metodo valido come fare anticamera davanti all’ufficio dell’assessore preposto per chiedere per favore la soluzione di un problema, ma questo non è il nostro stile, si rassicuri la responsabile dello Sportello Animali.
La questione dei piccioni è gravissima, di lungo respiro, ed è stata fin qui sottovalutata dall’Amministrazione Comunale, lasciando il centro storico in mezzo ai miasmi del guano di piccione per tutta l’estate. Evidentemente Francesca Testella non ha un quadro preciso del problema né conosce il centro storico di Montegranaro. Arkeo si è fatta interprete dell’esigenza dei residenti e non che chiedono maggior decoro, rispetto e tutela della salute umana che, questo sì, nella nostra ottica è prioritaria su tutto. Auspichiamo che vengano prese tutte le misure necessarie per risolvere il problema e troviamo superfluo augurarci che non venga fatto alcun male alle bestiole, cosa che è assolutamente illegale oltre che riprovevole.

Luca Craia

martedì 9 settembre 2014

La casa natale del Santo Patrono. Devozione e abbandono.



Eppure solo pochi anni fa vi fu posta una lapide commemorativa, una lapide appiccicata ad uno dei simboli della memoria corta dei Montegranaresi. Le foto che vedete testimoniano lo stato di abbandono di quella che è la casa natale di San Serafino, il santo patrono di Montegranaro, a cui ogni ottobre tributiamo tutti gli onori e la nostra devozione ma che poi dimentichiamo per il resto dell’anno.

La casa, di proprietà privata ma che dovrebbe essere interesse di ogni cittadino montegranarese, versa in condizioni pietose anche se non è accomunabile agli stabili pericolanti che pure sono numerosi nel centro storico. Il fabbricato, sito in via Solferino, ha subito numerosi rimaneggiamenti tanto che oggi di quella che era la dimora della famiglia del Santo non è rimasto altro che il suolo su cui era eretta e l’edificio che lo occupa è tutt’altra cosa di quello che fu. Ciononostante, a giudicare da come festeggiamo e glorifichiamo il nostro patrono nella data della sua ricorrenza, la casa dovrebbe essere tenuta in grande considerazione dai concittadini di San Serafino. Invece eccola qua, abbandonata e dimenticata.
E quella lapide, posta nel 2004, è il simbolo assoluto di come sia corta la nostra memoria e strano il nostro attaccamento alla nostra storia, alle nostre radici e alla nostra cultura, sia essa rappresentata dal nostro amato Patrono sia essa il nostro martoriato centro storico.

Luca Craia

Va via la corrente e la torre ascensore si blocca con gente dentro.



Dei continui black out mattutini di Montegranaro ne abbiamo parlato poco fa. Ora apprendo che stamattina, verso le 10.00, proprio a causa dell’interruzione di corrente, si è bloccato l’ascensore della torre Zed con dentro almeno cinque persone. Per fortuna l’elevatore era fermo al piano terra, ma le porte sono rimaste chiuse bloccando le persone all’interno dell’angusta cabina. È stato suonato l’allarme ma le porte sono state aperte a forza dagli stessi occupanti l’ascensore e da altri cittadini che, nel frattempo, si erano accalcati per capire o solo per salire in viale Gramsci.
È incredibile che un sistema di trasporto persone come questo non abbia delle misure di sicurezza in caso di interruzione della corrente. Mi domando cosa sarebbe accaduto se l’ascensore fosse stato in corsa al momento del blocco, anziché fermo a terra. Chi li avrebbe tirati fuori? Dopo quanto tempo? E se ci fosse stato qualcuno che soffre di claustrofobia?

Luca Craia