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lunedì 16 maggio 2016

C’erano una volta le fontane



Non so a voi ma a me fa una certa tristezza passare per la rotatoria della circonvallazione e vedere quella fontana spenta, rotta, coi pezzi in mezzo alla strada che nessuno raccoglie. Fa tristezza perché rappresenta il simbolo della fine di un’era, il tramonto di quella Montegranaro opulenta e un po’ gradassa, paese ricco e invidiato, luogo dove vivere bene, lavorare, spendere. Rappresenta, secondo me, il triste declino di un paese che poteva, un paese che faceva, un paese che, nel bene o nel male, rappresentava qualcosa da indicare, da guardare.
Ricordo che non mi piacque, quella fontana, quando fu realizzata. Non perché fosse brutta ma perché era, secondo me, un inutile spreco di soldi, un esercizio di sfarzo anche un po’ snob. Costò anche cara, se ben ricordo. Però fu costruita e pagata, e nel tempo divenne uno dei simboli di Montegranaro. Per dare indicazioni si utilizzava dire “la rotonda della fontana”. Era il primo impatto con il centro del paese per chi veniva da fuori e, accesa, coi suoi spruzzi e i colori delle luci, era anche un bel vedere.
Oggi è lì, una vasca vuota, scrostata. La scatola elettrica spaccata e buttata per terra. Le luci spente, così come quella scritta con il nome del nostro paese, scura come questo momento. Ha ragione Gianni Basso ad arrabbiarsi per questo. Ha ragione perché non si può buttare via una cosa realizzata da altri con soldi pubblici solo perché non ci piace, solo perché l’ha fatta un avversario. Non si può mandare in malora un pezzo di paese per ripicca, per sfregio.
Suona come una rappresaglia, una vendetta. Ma è una vendetta costosa, perché quella fontana, così come le altre opere del passato che si stanno lasciando marcire, prima o poi ci chiederà il conto. Ci sarà da metterci le mani quando sarà troppo degradata tanto da rappresentare non più soltanto un qualcosa di esteticamente negativo ma anche un pericolo, un intralcio. Allora toccherà intervenire e la situazione sarà talmente degradata che costerà caro. Tutto questo per fare dispetto a Basso. Ma il dispetto sarà per i cittadini di Montegranaro.

Luca Craia

sabato 30 aprile 2016

E Sel saluta e se ne va



Una seduta del Consiglio Comunale piuttosto noiosa, quella di ieri sera, come del resto era lecito aspettarsi trattandosi prevalentemente di una discussione sui numeri. Però poteva andare peggio e qualche elemento di interesse c’è stato, a cominciare da Gianni Basso che ha giustamente avuto da recriminare sulla sorte delle sue amate fontane. 
Lo abbiamo anche detto ripetutamente da queste pagine: le fontane sono state tutte abbandonate e, consentitemi, è una cosa davvero squallida quanto frequente. È il guai ai vinti moderno: quando cambia l’amministrazione comunale tutto quello che ha fatto la precedente va buttato via, anche se è costato caro, anche se lasciarlo marcire rende un pessimo servizio alla città.
E a proposito di fontane è stata molto interessante l’uscita del Sindaco che ha dichiarato al microfono che il motivo per il quale è stato rimosso il famoso “monumento alle palle che girano”, ossia la fontana che era al centro dei vecchi giardini di viale Gramsci e misteriosamente scomparsa, è che pesava troppo e causava la frana. Quindi, considerando che la palla avrà pesato cinque o sei quintali (vado a occhio), se in quel punto fanno capannello setto o otto persone di media corporatura si rischia di far crollare tutti i giardini nuovi, per cui occhio.E comunque, visto quanto era costata, la si poteva mettere da un'altra parte.
Il dato politico più rilevante, però, è l’ufficializzazione dell’uscita dalla maggioranza da parte del gruppo di Sel. Si sapeva, nei fatti era già accaduto, ma mancava che fosse dichiarato. La dichiarazione c’è stata e, quindi, la maggioranza di governo perde un pezzo importante. La motivazione la sappiamo ma è grave: Sel accusa l’Amministrazione Mancini di aver instaurato un governo oligarchico, dove le decisioni vengono prese a porte chiuse da poche persone. Non è un’accusa da poco nei confronti di uno schieramento che, in campagna elettorale, aveva sbandierato collegialità, partecipazione e trasparenza. Su questo fronte registriamo l’intervento, politicamente non richiesto e non dovuto, di Roberto Basso che ha sentenziato quanto sia liberatorio per la maggioranza il fatto che Sel la lasci. Contento lui…

Luca Craia

mercoledì 6 aprile 2016

Il Consiglio sull’antenna limita i danni dalla giunta Mancini. Ma non aspettatevi troppo.



È stato un Consiglio Comunale piuttosto pacato e costruttivo quello sull’antennona, nonostante il tema fosse scottante, nonostante una sala gremita di pubblico, nonostante l’incipit velenoso e avvelenato da parte del Sindaco, che ha egregiamente sostituito, in quanto a inopportunità e scarsa lucidità politica, il suo vice per una volta stranamente quanto opportunamente silente. Il Sindaco ha fatto tutto un excursus su quante autorizzazioni siano state date in passato per altre antenne di telefonia cercando di spalmare la responsabilità di questo ultimo caso su tutti i suoi predecessori, dimenticando, per esempio, che lo stesso principe consorte è stato assessore con Basso e che il suo vicesindaco ne era, anche in quel caso, vice. Mi diceva un amico in sala che sembra sia afflitta da una sorta di sindrome professionale da maestra, solo che giustifica l’alunno indisciplinato perché tanto sono indisciplinati tutti.
Ci pensa Perugini a smorzare i toni. Un Perugini vagamente bipolare, che su Facebook digrigna i denti e mostra i muscoli minacciando chiunque soltanto osi criticare, davanti a un pubblico così attento e anche piuttosto nervoso, invece, fa la pecorella, è accondiscendente, possibilista è molto buonista come l’ha stigmatizzato con la sua usuale finezza Gianni Basso. Anche l’opposizione tiene i toni bassi, cerca di evitare lo scontro, c’è in tutti, eccetto il Sindaco, la volontà di giungere a qualche tipo di conclusione, per quanto, dopo che è stato eretto il palo, esista la consapevolezza di quanto la questione si sia fatta complicata.
Così si approva la mozione preparata dalla minoranza. Lo si fa con qualche emendamento che serve più a salvare la faccia dell’amministrazione comunale che a cambiare la sostanza. È una mozione che impegna la maggioranza a muoversi per trovare ogni soluzione possibile, alla luce di ricerche fatte dai tecnici dell’opposizione che hanno riscontrato diverse anomalie sul piano urbanistico. Certo che, con l’antenna già installata, sarà davvero dura.
La maggioranza salva il salvabile per quanto riguarda la propria immagine che, comunque, ne esce piuttosto spezzettata, per dirla in dialetto, sframicata. Hanno pesanti responsabilità i nostri amministratori, prima fra tutte quella di non aver tentato in alcun modo l’approccio privatistico che, forse, sarebbe stato la soluzione più facile, economica, percorribile. Mettere intorno a un tavolo quel Venanzi che è proprietario dell’appezzamento dove insiste la vecchia antenna e la Vodafone non era così difficile. Bastava provarci. E si era ancora in tempo nei giorni scorsi, quando il palo stava ancora lontano da Montegranaro. Invece ora questa strada pare forse la più difficile da percorrere. Ma mai dire mai.
È andata bene quindi alla maggioranza. Potevano uscirne a pezzi se avessero sposato la linea dura del Sindaco. La gente presente era piuttosto agitata. Ed era tanta: il tam tam mediatico ha funzionato nonostante un comitato cittadino piuttosto evanescente, del resto privo di una investitura popolare e quindi poco forte. Giustamente l’opposizione, rafforzata da un SEL che si siede all’estrema sinistra del Sindaco, non ha calcato la mano. Per stabilire le responsabilità e tirare le somme ci sarà tempo più in là. E a quel punto i conti li faremo.

Luca Craia