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venerdì 14 maggio 2021

Volti noti, nomi noti, programmi noti, già letti e mai realizzati. Ecco cosa ci attende per la campagna elettorale.

 

La vita politica di un paese come Montegranaro dovrebbe essere partecipata, condivisa con la cittadinanza in ogni sua parte, cercando di coinvolgerla, ascoltandola, pensando a progetti che possano rappresentare le reali esigenze della gente, e per far questo, con la gente, ci si deve parlare.

Le elezioni amministrative, quelle che eleggeranno il nuovo Consiglio Comunale e la nuova Amministrazione Comunale di Montegranaro, dovevano tenersi in questi giorni ma sono state rimandate in autunno a causa della pandemia. Presumibilmente si voterà domenica 10 e lunedì 11 ottobre, una data che sembra lontana ma, se contiamo i mesi, sono solo cinque. Cinque mesi sono pochi, se vuoi ascoltare la cittadinanza, se vuoi renderla partecipe, se vuoi pensare a un programma, anzi, a un progetto concreto, realizzabile e condiviso.

In cinque mesi non ce la fai a sentire il mondo associativo, quello produttivo, i quartieri e le varie realtà che compongono una comunità complessa come quella di Montegranaro. In cinque mesi, al massimo, puoi scrivere il solito programmino che serve solo a imbrattare le strade, a intasare le cassette della posta e a imbonire qualche cittadino un po’ più superficiale che si beve tutto tanto vota per ideologia. In cinque mesi fai soltanto una lista con i soliti noti, con le persone gradite alla politica, rispettando gli equilibri preesistenti. Ma così non si dà spazio al nuovo, non si innescano processi di rinnovamento ma, soprattutto, si rimane distanti dalla realtà quotidiana, dai cittadini.

Così avremo le solite liste di nomi più o meno noti, decisi a un tavolo in cui siedono i soliti volti più o meno noti, che scriveranno un programma più o meno noto, molto simile a quelli che abbiamo già letto e mai visto realizzare. Intanto la gente si allontana dalla politica. E ci mancherebbe pure che si avvicini.

 

Luca Craia

 

sabato 18 luglio 2020

Acquaroli querela Zingaretti. La campagna elettorale della sinistra, piena di fango e vuota di argomenti.


La cena di Acquasanta è stato un episodio di cui si poteva fare a meno, anche se credo che Francesco Acquaroli fosse realmente inconsapevole dei particolari incriminati quando vi ha fatto una breve apparizione. Ma utilizzarla come unico argomento per sminuire, anzi, infangare l’avversario politico, come sta facendo il PD anche grazie all’ausilio di giornalisti più o meno compiacenti, è davvero misero e ci dà l’esatta misura di quanto sia altrettanto misera la proposta politica della sinistra marchigiana.
Dovrebbe essere sufficiente stigmatizzare quanto sopra, ma evidentemente per Acquaroli la misura si è colmata ed ha deciso di passare al contrattacco, evitando, però, intelligentemente di farlo sullo stesso livello. “Ho dato mandato ai miei legali di querelare per diffamazione il presidente del PD, Nicola Zingaretti. Ogni giorno continua a raccontare menzogne sul mio conto, dichiarando che avrei "organizzato iniziative per ricordare la marcia su Roma", segno che non abbia alcuna idea di cosa stia parlando. Lo sfido a dimostrare quanto sostiene di fronte ai giudici in tribunale. Ora basta”, ha scritto in una nota che ha diffuso alla stampa. Chissà che questo sia utile a fermare il lancio di fango e a riportare la discussione sui temi.
Le Marche hanno tantissimi problemi irrisolti, e credo che sarebbe rispettoso per gli elettori parlare di questi, piuttosto che impegnare tutte le proprie energie per diffamare, oltretutto in maniera evidentemente infondata.

Luca Craia

martedì 26 maggio 2020

DL RILANCIO, ACQUAROLI (FDI): “IL GOVERNO NOMINA UN COMMISSARIO STRAORDINARIO PER LA ROMA – TERAMO MA DIMENTICA DI NUOVO IL SISMA DEL 2016. UMILIATE ANCORA LE MARCHE TERREMOTATE”


Comunicato integrale

Decreto rilancio: umiliate ancora le Marche terremotate. Il Governo dimentica ancora le zone terremotate del centro Italia del sisma del 2016, alle quali non dedica neanche un capitolo delle quasi 500 pagine del decreto rilancio. Dopo il decreto Genova, con cui erano stati conferiti poteri straordinari per la ricostruzione del Ponte Morandi e approvata una sanatoria per il terremoto di Ischia, arriva l’ennesima umiliazione per i terremotati del centro Italia. Con il decreto rilancio infatti il Governo nomina un commissario straordinario che potrà operare in deroga a tutte le leggi per il ripristino delle autostrade abruzzesi A24 e A25, la Roma – Teramo, che attraversa le zone colpite già dal sisma del 2009. Nulla invece compare per il terremoto del 2016. Avevamo presentato diversi emendamenti sia al Cura Italia che al DL Liquidità per accelerare l’avvio della ricostruzione fisica e socio-economica del centro Italia terremotato, ma tutti sono stati resi non ammissibili perché estranei alla materia del provvedimento. Ritengo che il rilancio a seguito della crisi legata al Covid-19 debba passare necessariamente attraverso la ricostruzione post-sisma di quello che sarà il più grande cantiere d’Europa. Questa era l’occasione sbloccare i cantieri pubblici e privati e tentare l’istituzione di una zona economica speciale. Ma il Governo, dopo l’inutile decreto 123 del novembre scorso, anche in questa occasione ha dato prova di considerare il sisma del 2016 come un’emergenza di serie B. Tutto questo è inaccettabile, l’ennesimo schiaffo alle nostre comunità colpite che scontano un’emergenza dentro un’altra emergenza. Ci faremo promotori delle istanze del centro Italia terremotato anche ora in sede di discussione del DL Rilancio ripresentando le nostre proposte in commissione e al Governo.

Francesco Acquaroli