Visualizzazione post con etichetta elezioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta elezioni. Mostra tutti i post

venerdì 30 dicembre 2016

Segnali di fine anno. Liberi per Montegranaro e il bilancio di partito



Non mi metterò a sindacare sulle tante imprecisioni e dichiarazioni discutibili contenute nel “bilancio” di fine anno divulgato da Liberi per Montegranaro, il movimento politico, chiamiamolo così, che fa capo al vicesindaco Ubaldi. Ci sarebbe tanto da dire ma diventerebbe stucchevole dimostrare come ci si vanti, al solito, di cose non fatte o, nella migliore delle ipotesi, dell’ordinaria amministrazione. Quello che mi interessa, invece, è il fatto che si sia sentita la necessità di uscire con un comunicato di parte e non ci si sia accontentati di quello già pubblicato e più collegiale a firma dell’intera Giunta.
È un segnale che va interpretato, perché la politica è fatta anche di queste cose. Il PD, per esempio, non è uscito sulla stampa con dichiarazioni proprie, a parte il solito giornaletto di partito che, consentitemi, non è la stessa cosa. Ubaldi, invece, sente la necessità di ribadire la sua identità che, a quanto pare, non è di lista civica come si è sempre cercato di far passare Liberi per Montegranaro, ma di partito vero e proprio, con uomini propri e con una necessità di consenso che sono propri a un organismo politico a se stante.
Ubaldi vuole, con questo comunicato, riaffermare la propria identità politica e distinguerla nettamente da quella degli alleati. In questo, però, dimostra come la coesione della coalizione non sia poi così marcata, mentre è evidente la disomogeneità politica delle componenti la maggioranza. Le prossime elezioni sono lontane ma non tanto, e cominciare a riaffermare se stessi serve per stabilire con precisioni quali siano le forze in campo e gli equilibri di un’eventuale accordo elettorale di coalizione. Comunque il volemosebbene natalizio e della prima parte del mandato è finito.

Luca Craia

lunedì 19 dicembre 2016

Sorpresa! I Fermani eleggono Moira Canigola Presidente.



Sorpresa sorpresa! E chi se lo aspettava? Moira Canigola è il nuovo Presidente della Provincia di Fermo. Addirittura si parla di plebiscito! Milioni, ma che dico, miliardi di Fermani hanno votato il Sindaco di Monte Urano come successore di Aronne Perugini. Come dici? Tu non l’hai votata? E vabbè, nel plebiscito il tuo voto non c’è, è solo un voto. Ah, non l’ha votata nessun cittadino? Allora come sarebbe, plebiscito? 263 voti? E lo chiamiamo plebiscito? Ah… i cittadini non potevano votare. Quindi non è un plebiscito, è un politiciscito. Ma poi, scusate, ma la provincia non era stata abolita? Ah… solo il voto, non la provincia. Beh… festeggiamo!

Luca Craia

martedì 6 dicembre 2016

Il no è una decisione del Popolo, non dei partiti. Non strumentalizziamolo.



Ora viene la parte brutta. Dopo la soddisfazione, legittima e dovuta, del giorno dopo la vittoria referendaria, parte immancabile la querelle su colpe da una parte e meriti dall’altra. Nel Pd le responsabilità di questa enorme sconfitta politica sono facili da attribuire, partendo dalla riforma stessa che era sbagliata, truffaldina, antidemocratica, e arrivando a tutti i trucchetti ignobili utilizzati per prendere un voto in più, la personalizzazione del voto, la sua politicizzazione e la sua ideologizzazione, le informazioni volutamente falsate passate come verità, l’insulto costante e perpetuo all’intelligenza dei cittadini. Ora, da quella parte, il pathos aumenta e assistiamo a scene bruttissime in cui, anziché rivedere il percorso fatto e cercare di capire l’errore, si continua a insultare l’avversario e molto di più l’elettore, arrivando addirittura a parlare seriamente di suffragio universale.
Ma dalla parte del No il panorama non è bello lo stesso. Qui si cerca il vincitore, ci si vuole attaccare la medaglia, si vuole prendere un merito politico in una vittoria democratica pura. È il gioco della politica ma è stucchevole e rischia di riallontanare la gente di nuovo.
La vittoria è del Popolo e al Popolo spetta in toto. È Il Popolo Italiano che ha detto no a chi voleva usare questa insulsa riforma come un cavallo di troia per sgretolare la democrazia. È il Popolo che ha capito il trucco, ha visto il bluff e ha scoperto il buffone. È il Popolo che ha detto no all’arroganza, alla spocchia, al tentativo dell’oligarchia economica di prendere il potere sgretolando l’unico caposaldo rimasto, la Costituzione. I Partiti non hanno fatto nulla, anzi, forse hanno rischiato di amplificare ancora una volta la nausea del Popolo verso la politica, quella nausea dimostrata con la disaffezione al voto che abbiamo visto fino all’ultima consultazione.
Ma stavolta il Popolo ha deciso, ha preso in mano le sue sorti e ha detto no alla politica dei giochini, a quella politica così lontana dal Popolo stesso da non capire che stava andando in tutt’altra direzione. E ora la politica deve fare lo sforzo di rimettersi ad ascoltare il Popolo, di tornargli vicino per capire le esigenze reali, le priorità vere, ne necessità di una Nazione massacrata da oltre vent’anni di Berlusconi e i suoi figli e cloni.  Ora la politica torni a elevarsi, non faccia strategie per prendere un potere che appartiene solo al Popolo e che il Popolo ha appena rivendicato. Stia attenta, la politica, perché il Popolo ora vigilerà.

Luca Craia