martedì 11 novembre 2014

Sovrapposizione eventi patrocinati: assegnate la delega alla cultura



Ci sono sempre stati gli accavallamenti di eventi culturali a Montegranaro. A volte sono casuali, incidentali, a volte sono voluti per infastidire l’ “avversario”. È stupefacente, però, che essi si verifichino con un Sindaco che non perde occasione per annunciare la volontà di “coordinare” l’attività delle associazioni. Ora, che in realtà si voglia sovrintendere più che coordinare lo abbiamo già detto e sembra piuttosto certo visti i comportamenti, ma almeno si salvi la forma. Invece continuano ad organizzarsi manifestazioni concomitanti, nello stesso giorno e, addirittura, alla stessa ora.
Il caso di venerdì 14 novembre è spettacolare: nella stessa data e alla stessa ora si svolgono due eventi interessanti e di rilievo. La sovrapposizione danneggia gli organizzatori, i protagonisti e, soprattutto, gli utenti che sono costretti a scegliere anziché goderseli tutti e due. La cosa spettacolare, però, è che entrambi gli eventi godono del patrocinio del Comune. Com’è possibile? Nessuno si è accorto della contemporaneità dei due incontri?
Questo accade per due motivi. Uno: ci sono organizzatori e organizzatori, alcuni sono più importanti di altri. Due: non è mai stata assegnata la delega alla cultura. Manca quindi un referente per questo mondo sempre in fermento. L’incidente, se così lo vogliamo chiamare, dimostra che è indispensabile che questa venga assegnata. Va bene la volontà di accentrare il potere, ma almeno qualcuno che svolga semplici funzioni di segreteria al posto del Sindaco potrebbe essere da quest’ultima accettato.

Luca Craia

Il delirio di onnipotenza degli amministratori.



Torno a scrivere dopo alcuni giorni di silenzio, silenzio non dovuto a carenza di argomenti ma a una sorta di autocontrollo autoimposto. Di argomenti, infatti, ce n’erano fin troppi, e proprio a causa di alcuni di essi, sono stato oggetto di accuse e polemiche meschine e infamanti da parte non solo dei soliti detrattori frustrati ma anche di personaggi che, dato il ruolo, dovrebbero tenere quantomeno un comportamento più consono; accuse che, onestamente, hanno ferito me e la mia famiglia in maniera piuttosto profonda e per le quali qualcuno dovrebbe provare vergogna. Per questo ho cercato di minimizzare gli sfoghi conscio che un mio articolo sul blog dettato dalla rabbia che provavo avrebbe peggiorato le cose. Ho atteso il ritorno di una certa serenità e ora mi accingo ad analizzare quanto accaduto non per rinfocolare le polemiche ma perché da tutto ciò si traggono insegnamenti importanti.
La polemica immotivata, gratuita, sterile e, consentitemi, stupida sulla visita di Sgarbi è stata innescata non da qualche stupidello che usa Facebook come sputacchiera ma dal Sindaco e dal Vicesindaco, il primo con un articolo di giornale assurdo, farneticante, fuori da ogni logica politica e da ogni opportunità, il secondo, appunto, sul social network come se fosse un cittadino qualsiasi in vena di stupidaggini. Il giudizio che posso dare sulle due persone in questione non è scrivibile qui, ma sicuramente la mia stima nei loro confronti si è abbassata esponenzialmente, per quel che conta. Certo che la puerilità del comportamento delle prime due cariche cittadine è piuttosto preoccupante.
Anche la questione dell’abbattimento degli alberi delle scuole rosse è emblematica. Non entro nel merito della decisione di buttare giù i cipressi che, comunque, mi è parsa affrettata e contraddittoria. Mi limito ad analizzare come si sono svolte le cose. Non c’è stata informazione alcuna verso i cittadini circa la decisione di abbattere gli alberi, alla faccia della tanto sbandierata trasparenza. Non c’è stato alcun tentativo di valutare soluzioni alternative. Soprattutto non c’è stata chiarezza nelle spiegazioni: le piante erano pericolose perché potevano ledere la struttura della scuola, perché potevano cadere sulla strada, perché sporcavano, perché toglievano la luce alle aule? È un fatto estetico per riportare il panorama allo stato originario? Sono state fornite duecento versioni diverse per spiegare la decisione assunta, nessuna delle quali convincente. Resto convinto che le piante potessero essere salvate ma, comunque, contesto una totale mancanza di informazione e di coordinamento tra le tante bocche che parlano per conto dell’amministrazione comunale.
Quello che è evidente, in ogni caso, è il delirio di onnipotenza che affligge i nostri amministratori. Sono convinti di essere i detentori del bene, della salvezza, della ragione, e si reputano autorizzati a fare e disfare a loro piacimento, senza necessità di informare né tantomeno consultare la cittadinanza. E la cittadinanza stessa, qualora mancasse in qualche modo di rispetto, nell’ottica perversa dominante, verso questa classe politica padrona, diventerebbe oggetto di attacco indiscriminato e violento, persino sugli organi di stampa.
Sono preoccupato. Qui non si sfriziona più, si sta scavando sul posto.

Luca Craia

giovedì 6 novembre 2014

Politica e cultura. Ecco la strategia del Comune.



Negli ultimi anni il sito del Comune di Montegranaro dava l’opportunità di segnalare iniziative ed eventi che poi venivano pubblicati in un’apposita pagina sullo stesso sito. Purtroppo oggi questa opportunità, seppur non vitale ma comunque utile, non esiste più. È uno dei tanti cambiamenti a livello della gestione delle iniziative culturali che sono state inserite dalla nuova (ormai nemmeno tanto nuova) amministrazione comunale.
Il progetto che il Comune di Montegranaro sta seguendo è evidente anche se non dichiarato e prevede due fasi: l’accentramento di tutte le iniziative tramite il ventilato “coordinamento delle associazioni” e il successivo depotenziamento delle associazioni che non risulteranno allineate. Il processo è già iniziato, anche se pochi se ne sono accorti.
Il Sindaco ha dichiarato, con una certa ingenuità, la volontà di creare un organo di gestione delle associazioni, che sia addirittura superiore alla stessa Proloco. È un controsenso, perché basterebbe dare alla Proloco quelle prerogative di coordinamento che ha sempre chiesto e nessuno le ha mai voluto attribuire. La Proloco potrebbe e dovrebbe coordinare ma non sovrintendere le attività delle associazioni, mentre è evidente che il Sindaco cerca il modo per fare entrambe le cose, anzi: più sovrintendere che coordinare. Per questo la Proloco non è il mezzo adatto. Ne serve uno creato ad hoc.
Nel frattempo il depotenziamento delle associazioni che non si allineano è già iniziato. Le iniziative non patrocinate vengono sistematicamente ignorate quando non ostracizzate. Si creano sovrapposizioni di date e si fa campagna diffamatoria tramite personaggi usi a questo tipo di condotta. Nel contempo si da sempre più spazio a quelle associazioni che hanno deciso di allinearsi fin da subito in modo di non lasciarne per gli altri. Tali realtà associative sono ben identificate ed è stato addirittura creato un logo che ne raggruppa i singoli nelle iniziative comunali. Curioso, ma non troppo, che tutte le associazioni allineate siano riconducibili ad un unico personaggio che ricopre ruoli fondamentali nelle stesse, personaggio di area politica ben identificata.
Il no delle associazioni che aderiscono all’iniziativa del Presepe Vivente a farsi coordinare da soggetti suggeriti dal Sindaco stesso, preferendo la figura del coordinatore della vecchia edizione, ha generato una reazione sguaiata del primo cittadino che denuncia, appunto, l’intento scarsamente democratico di accentrare tutte le attività culturali. Il Sindaco definisce le persone che muovono l’associazionismo montegranarese come “personaggi in cerca d’autore” e minaccia con un “prenderemo delle decisioni” chi volesse alzare troppo la testa (leggi Lucentini, per dirne uno, senza citare il sottoscritto). Quali queste decisioni siano possiamo solo immaginarlo, senza neanche troppe difficoltà.
La cultura, quindi, fa gola alla politica. Potrebbe essere un fatto nuovo e positivo ma è preoccupante per le modalità in cui si sta evolvendo: dalla mancata assegnazione della delega, da cui consegue la carenza di un referente specifico, alle continue interferenze e ingerenze nel lavoro che le associazioni hanno sempre svolto liberamente, com’è giusto che sia. L’idea, poi, di creare un gruppo a supporto della parte artistica di Veregra Street suona come un tentativo di ridimensionamento della figura dello storico direttore Nuciari, figura che ci invidiano tutti e che noi cerchiamo di sminuire. Cose montegranaresi, puzza di frizione.

Luca Craia

mercoledì 5 novembre 2014

Anna Maria Cerquetti, poliedrica artista, a Montegranaro.



Ennesimo appuntamento del cartellone di eventi culturali di Arkeo, venerdì prossimo, all’Oratorio San Giovanni  Battista di Montegranaro si potrà assistere a un incontro con l’autore davvero sui generis, una prestazione artistica a largo spettro che partirà dalla poesia per toccare la grafica e la musica, il tutto in un’atmosfera unica. Chi conosce il personaggio che andremo a incontrare sa di cosa parlo.
Anna Maria Cerquetti è poetessa sublime, ma anche mattatrice da palcoscenico, affabulatrice, eclettica interprete di se stessa e della realtà. Una donna unica, imprevedibile, istrionica che saprà catturare l’attenzione di chi vorrà unirsi a noi. Anna Maria è un’insegnante, una poetessa, un’attrice, un’appassionata di musica, di teatro, di tecnologia, di comunicazione. Ha vinto numerosi premi fin dall’età di tredici anni, sia con i suoi componimenti che con le sue canzoni, testi teatrali, performance.
È anche un’amante del nostro territorio, per il quale si è molto spesa e ancora si spende in attività di promozione e recupero dei nostri tesori. Un personaggio da scoprire, per chi non lo conosce, e da godere per chi lo conosce già. L’appuntamento è per venerdì 7 novembre, alle 21,30, all’Oratorio San Giovanni Battista di Montegranaro. Anna Maria Cerquetti si esibirà con la collaborazione di Francesco Foresi  alla chitarra e Jenny Rosini che canterà per noi.

Luca Craia

martedì 4 novembre 2014

ANGELI E FOLLI: SCRIVERE PER RINASCERE – di Anna Lisa Minutillo



Le emozioni e l’incontro con giovani e promettenti ‘penne’,  mi stanno aiutando a fare il punto della mia di vita. Non bastano solo le parole per affrontare al meglio il ‘mestiere di vivere’. È necessario leggerle nel loro susseguirsi, a volte ricercato altre improvvisato, ma catturarle come se potessero dissolversi da un momento all’altro. Nasce in questo modo il confronto con Dario Villasanta.

Incantata dal suo modo particolare di infilare parole, una dietro l’altra, come fossero perline lungo il filo della vita. Nato a Monza 42 anni fa, Dario Villasanta è cresciuto sul lago Maggiore nella zona dell’alto ‘varesotto’, si diploma e inizia a frequentare l’Università a Milano, Facoltà di Filosofia. Lo fa per due anni, ma dopo aver ricevuto la cartolina del servizio militare, si sposta in Toscana dove conosce la donna che poi sposerà.

Questi trasferimenti gli consentono di crescere e di arricchirsi. A causa di un alterco con un vigile, commette un reato e viene condannato. Dario si scontra con uno spaccato di vita molto particolare che sicuramente ha lasciato tracce pesanti sulla sua anima. Al momento vive in Liguria presso una comunità terapeutica ed è in attesa di soluzioni.

Tutte queste parole Dario le racconta ed io non posso fare a meno che ascoltarlo. Oltre alla passione per la scrittura e la letteratura emerge quella per la musica. Dario ha un passato come cantante non professionista rock ed attualmente sta incidendo un cd pop-rock con una band, i cui brani, sono sempre scritti e cantati da lui.

Quello che mi colpisce di Dario sono le emozioni che riesce a trasmettermi quando parla di scrittura. Riporto qui le sue parole: “Scrivo perché ho dei limiti. Mi rimetto alla clemenza della penna sul foglio bianco (sì, scrivo ancora a mano) per dare a tutto quanto una piega diversa da quella che ha preso, in realtà, la mia vita disastrata, segnata da vicende giudiziarie che mi hanno fatto vedere l’inferno e tolto tutto: amore, famiglia, denaro. Scrivo perché ho delle emozioni forti. È una cosa che di me mi pare bella, perciò ho il desiderio di provare a dare a chi mi legge le stesse vibrazioni. Non scrivo perché mi riesce naturale,  per me è una sofferenza, un parto vero e proprio. Vivo con un compagno di stanza (in una comunità) che bestemmia perché di notte lavoro con l’abat-jour accesa. Scrivo di notte e all’alba, nei momenti in cui vengo in contatto con la mia anima, ma nelle orecchie sento la musica metal a palla, o ballate rock. E all’anima, chiedo per favore di darsi un pò a quello che creo. In una sorta di trance creativa mi metto sotto autoanalisi, mi scavo dentro, tiro fuori e ripercorro il mio io più profondo. Alla fine riesco a snebbiare la vista ed a vedere ciò che ho scritto. Scrivere, per me, è anche una rivalsa da ciò che ho passato, è dare voce a tutti coloro che ancora credono in me e con me hanno vissuto l’inferno del carcere e degli OPG. E’ tutto qui, non c’è altro da dire, nessun segreto, scrivo perché sono imperfetto. E spero che nelle mie storie vi sia qualcosa di migliore di me”.

Il libro di Dario Villasanta si intitola “Angeli e Folli”, come ciò che tutti siamo o potremmo diventare facilmente.
“Angeli e Folli” è un noir crudo e intenso, in cui i tre personaggi principali, Dax, Giulia e Domenico, si scambiano  ruoli e riflessioni.

I personaggi di questo romanzo sono facilmente ricollocabili nella realtà, poiché ne fanno parte, possiedono dure corazze accompagnate da cuori malleabili e duttili, ma soprattutto onesti.
Sicuramente una storia particolare che incuriosisce, accompagnata da dialoghi che racchiudono sensibilità ed umanità.

Questo libro, Dario lo vuole dedicare a tutti coloro che hanno passato o stanno passando l’inferno. “Angeli e Folli” è un libro che si snoda fra apparenze e disperazione ascoltando la voce del cuore forse sopita o forse solo dimenticata.

La nostra chiacchierata si avvia al termine, Dario rientra nella sua vita, fra i suoi fogli e le sue parole, io ritorno alla mia tastiera portando dentro me questo racconto, questo spaccato di vita arricchito di nuove sfumature e di nuovi angoli di osservazione.

Grazie a Dario Villasanta e a coloro che hanno letto questa bella testimonianza di vita e sentimenti.

domenica 2 novembre 2014

Il professor Vittorio Sgarbi a Sant’Ugo



Aveva già espresso la volontà di visitare il gioiello montegranarese, il professor Sgarbi, ma all’epoca non era stato possibile soddisfare la sua volontà. Stavolta, grazie all’interessamento di Mauro Lucentini che ricordava questo desiderio del professore e che, sapendolo a Fabriano, lo ha contattato, siamo riusciti ad accontentarlo e, anche se solo nel cuore della notte, Vittorio Sgarbi ha potuto visitare la Chiesa di Sant’Ugo.
Era l’una e trenta del mattino quando ho guidato il professore tra gli affreschi della “cripta”. Sgarbi ne ha decisamente confermato il valore assoluto, soffermandosi in particolare sulla Crocifissione e sull’Adorazione dei Magi. Ha confermato la datazione del ciclo trecentesco ma ha espresso qualche dubbio su quella del primo ciclo, forse troppo vicina alla seconda. Ha notato l’anomalia della palma e delle zampe dei cammelli e la particolarità della mandorla contenente la figura della Vergine. Infine ha confermato la possibilissima (anche se, forse, solo parziale) attribuzione al Barocci della Circoncisione di Gesù.
Una visita notturna di grande soddisfazione per Montegranaro, perché Sgarbi è senz’altro uno dei critici d’arte più rilevanti al mondo e il suo interessarsi alle nostre cose e confermarne il valore assoluto non può che gratificare chi si impegna quotidianamente per promuoverle, e riguardo a questo ho ricevuto i complimenti del professore al quale abbiamo donato una copia della monografia sulla Chiesa di Sant’Ugo. Ringrazio Mauro Lucentini per avere organizzato la cosa e Gastone Gismondi per essere stato dei nostri.

Luca Craia


sabato 1 novembre 2014

Impossibile scrivere una mail all’amministrazione comunale di Montegranaro



Volevo mandare un’e-mail al Sindaco di Montegranaro e all’Assessore all’urbanistica ma non ci sono riuscito. Ho dovuto optare per l’ufficio urbanistica ma non è la stessa cosa. Sul sito del Comune di Montegranaro non ci sono indirizzi e-mail diretti degli amministratori. Questo rende impossibile comunicare in via telematica con loro. Quindi si può soltanto scrivere in maniera cartacea o fare anticamera per farsi ricevere. Sarà una svista o una scelta precisa? Certo che, su un sito che mette nel menù “amministrazione trasparente” e “amministrazione aperta” ci si aspetterebbe un po’ più di accessibilità verso chi ci amministra.

Luca Craia

In fase di progettazione il Premio Letterario Città di Montegranaro



Arkeo, in collaborazione col nostro buon amico, il poeta Tullio Mariani, sta realizzando il regolamento del Concorso Letterario Città di Montegranaro, un progetto che cercherà di promuovere la cultura nel nostro paese coinvolgendo poeti e scrittori di tutta Italia. È un modo per tenere viva l’attività culturale di Montegranaro e fare conoscere la nostra città per altre eccellenze diverse da quelle già note. Il bando sarà pubblicato entro la prossima primavera e il concorso vedrà il suo apice con la premiazione finale che intendiamo organizzare per subito dopo la prossima estate. Presto daremo nuove informazioni.

Luca Craia

venerdì 31 ottobre 2014

Le Vergare - aggiornamento al 31/10/2014







Cambiare una lampadina è cosa difficile e servono almeno due persone.



Ho segnalato tramite il portale del Comune, il giorno 20 ottobre scorso, la situazione di piazzale Leopardi, dove si affaccia l’Ospedale Vecchio. Il luogo risulta estremamente scuro perché alcune lampadine sono bruciate e necessitano di essere sostituite e un paio di lampioni sono stati smontati quando era presente il cantiere per la ristrutturazione dello stabile e mai più rimessi a posto. A questo aggiungiamo la presenza degli alberi che, comunque, oscura la poca luce che c’è ed ecco che si crea un bellissimo spazio buio e, se vogliamo, anche pericoloso. Ricordiamo che nello stabile è ospitata (in affitto, come ricordiamo) la Banda Omero Ruggieri e che lo spazio insiste sull’arteria principale del centro storico.
Non dovrebbe essere difficile risolvere il problema. Basterebbe, intanto, cambiare le lampadine bruciate e poi aggiustare i lampioni rimossi. Un elettricista ci metterebbe un paio d’ore. Eppure sono passati ben undici giorni e non ho ricevuto risposta né, tantomeno, si è intervenuti. Non vorrei che in piazza Mazzini si siano persi la scala (sparita insieme a ruspa e idropulitrice) oppure stiano aspettando di avere due uomini a disposizione: uno che tiene la lampadina e l’altro che gira la scala.

Luca Craia

mercoledì 29 ottobre 2014

A Montegranaro anche sui ladri si fa politica (di bassa lega)



Sembra una cosa di poco conto ma, ragionandoci, la questione appare molto più grave di quello che sembra. Dopo il furto alla mensa comunale è partita la voce (forse più di una voce) che vorrebbe che, tra la refurtiva, non figuri la carne di maiale di cui, pure, la mensa era ben fornita tra insaccati e carne fresca. Da qui la deduzione: non rubano la carne di maiale, i musulmani non mangiano maiale, quindi i ladri sono musulmani.
Come direbbe qualche filosofo di antico retaggio, nego maiorem, nel senso che il non furto della carne suina non costituisce prova di alcunché. Ciò detto, anche assumendo che questo possa in qualche modo insospettire verso qualche etnia presente massicciamente sul territorio comunale, trovo non solo disdicevole ma anche pericoloso che, a fare certe affermazioni, siano personaggi pubblici che ricoprono ruoli istituzionali.
Lo trovo disdicevole perché l’istituzione non può lasciarsi andare ad illazioni ma tenersi ai fatti, guardandosi bene da lanciare accuse infamanti verso chiunque, sia esso un singolo soggetto che un’intera etnia. Lo trovo pericoloso perché, in un clima in cui lo straniero – e soprattutto certi stranieri – sono additati da certe parti politiche come il male assoluto e oggetto di un sempre più vistoso e montante odio razziale, l’istituzione dovrebbe accuratamente astenersi da certe dichiarazioni che producono il solo effetto di incrementare e fomentare la discriminazione. Quand’anche vi fossero indizi più certi e le indagini prendano quella direzione, ritengo sia doveroso per l’istituzione evitare di cavalcare il fatto per ragioni politiche o per pura superficialità.

Luca Craia

lunedì 27 ottobre 2014

Chiacchiera chiacchiera, per i piccioni ancora non si è fatto niente.



Si è fatto un gran parlare, nei mesi scorsi, del problema dei piccioni che hanno invaso, ormai da anni, il centro storico di Montegranaro. Certo, è normale che nei centri storici vivano i colombi, ma nel nostro, a causa dei numerosi edifici diroccati dove gli animali trovano comodo rifugio e prolificano, la colonia di volatili è estremamente numerosa e crea disagi e problemi anche seri, a causa del guano presente massicciamente non solo in strada ma anche e soprattutto negli edifici stessi, guano che, oltre al cattivo odore e all’estetica, rappresenta anche un rischio per la pubblica salute.
Arkeo ha promosso, un paio di mesi fa, una raccolta di firme per sollecitare interventi. Si badi bene: non si suggeriva come intervenire ma si chiedeva soltanto di intervenire con solerzia. L’amministrazione comunale rispose che stava predisponendo una campagna di sterilizzazione dei volatili. Contemporaneamente subimmo l’attacco, di una violenza verbale inaudita e inspiegabile, da parte della responsabile dello Sportello Diritti degli Animali di Montegranaro, politicamente molto vicina all’assessore al centro storico, la quale accusò la nostra associazione di “istigare” l’uccisione dei piccioni, cosa da noi mai pensata né detta. Io stesso fui “punito” con l’espulsione dal gruppo Facebook dello Sportello. La cosa non era affatto tranquillizzante circa la reale volontà dell’amministrazione comunale di risolvere celermente il problema.
E infatti, ad oggi, non si è mosso nulla. Non risultano interventi nel senso indicato all’epoca dall’assessore (sterilizzazione) e le strade continuano a essere lastricate di guano senza che nessuno venga a pulire adeguatamente attrezzato (la sola scopa non serve praticamente a nulla). Nel contempo circolano voci circa una nuova soluzione ventilata da piazza Mazzini, ossia non più la sterilizzazione ma l’installazione dei gabbioni per la cattura, quelli tanto osteggiati, ad esempio, dallo Sportello Animali e che lo stesso assessore aveva giudicato, in prima battuta, inadeguati forse perché adoperati dalla passata amministrazione.
Ora, il punto è questo: non credo che a nessuno interessi quale sia il metodo che il Comune voglia utilizzare, auspicando che esso sia comunque nei termini di legalità (uccidere i piccioni, come si sa, è illegale). Quello che, però, interessa ed è improcrastinabile è che si prenda finalmente una decisione e si intervenga immediatamente con un sistema, qualunque esso sia, ma che sia rapido, efficace e risolutivo. Non più tentennamenti, quindi, non più parole al vento ma fatti concreti. Il tempo passa ed è davvero ora di passare ai fatti.

domenica 26 ottobre 2014

Sorprendente, commovente, piacevolissimo Tullio Mariani. Magia e poesia all’Oratorio.



È stato proprio un pomeriggio piacevolissimo quello di ieri, passato in compagnia di una mente brillante e un animo nobile come quelli di Tullio Mariani che, appunto ieri, ha toccato Montegranaro per un breve viaggio di ritorno alle sue radici. Un evento organizzato da Arkeo per proporre cultura in maniera piacevole e leggera, tra sonetti e musica. Estremamente toccante, la poesia di Tullio Mariani, specialmente letta dallo stesso autore che sa darle quell’enfasi che merita e che soltanto chi l’ha concepita può attribuirle. Momenti commoventi concatenati al piacere dell’ironia, il tutto con quel velo dolcemente malinconico della “tarda stagione”.
Tullio Mariani è un uomo intelligente, colto ma, soprattutto, sensibile. Questa sua sensibilità è arrivata al pubblico presente numeroso all’Oratorio San Giovanni Battista che ha trascorso un paio d’ore godendo di questo gioco di ricordi, affetti, sensazioni che tornano, condivise e vissute insieme al poeta. Se immaginate una lettura di poesie noiosa siete lontanissimi da quello che è accaduto ieri con Mariani: quella è stata magia, il tempo è volato mentre ci siamo fatti cullare dalle parole dei sonetti e dalle note di Pietro Contarino.


Anche Pietro, infatti, ha contribuito in maniera sostanziale a creare un clima di momentaneo ovattato distacco dal mondo esterno, una bolla di poesia nella sala dell’oratorio. Bravissimo il giovane chitarrista, le sue mani che correvano sulla tastiera dello strumento e fraseggiavano con la sua bella voce hanno intramezzato i sonetti di Tullio creando un connubio magico che ci ha fatti volare.
Grazie a Tullio Mariani per essersi prestato, a Pietro Contarino per la buona e bella musica, e grazie alla nostra Graziella Marziali che ha pensato tutto questo.

Luca Craia