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martedì 11 novembre 2014

Il delirio di onnipotenza degli amministratori.



Torno a scrivere dopo alcuni giorni di silenzio, silenzio non dovuto a carenza di argomenti ma a una sorta di autocontrollo autoimposto. Di argomenti, infatti, ce n’erano fin troppi, e proprio a causa di alcuni di essi, sono stato oggetto di accuse e polemiche meschine e infamanti da parte non solo dei soliti detrattori frustrati ma anche di personaggi che, dato il ruolo, dovrebbero tenere quantomeno un comportamento più consono; accuse che, onestamente, hanno ferito me e la mia famiglia in maniera piuttosto profonda e per le quali qualcuno dovrebbe provare vergogna. Per questo ho cercato di minimizzare gli sfoghi conscio che un mio articolo sul blog dettato dalla rabbia che provavo avrebbe peggiorato le cose. Ho atteso il ritorno di una certa serenità e ora mi accingo ad analizzare quanto accaduto non per rinfocolare le polemiche ma perché da tutto ciò si traggono insegnamenti importanti.
La polemica immotivata, gratuita, sterile e, consentitemi, stupida sulla visita di Sgarbi è stata innescata non da qualche stupidello che usa Facebook come sputacchiera ma dal Sindaco e dal Vicesindaco, il primo con un articolo di giornale assurdo, farneticante, fuori da ogni logica politica e da ogni opportunità, il secondo, appunto, sul social network come se fosse un cittadino qualsiasi in vena di stupidaggini. Il giudizio che posso dare sulle due persone in questione non è scrivibile qui, ma sicuramente la mia stima nei loro confronti si è abbassata esponenzialmente, per quel che conta. Certo che la puerilità del comportamento delle prime due cariche cittadine è piuttosto preoccupante.
Anche la questione dell’abbattimento degli alberi delle scuole rosse è emblematica. Non entro nel merito della decisione di buttare giù i cipressi che, comunque, mi è parsa affrettata e contraddittoria. Mi limito ad analizzare come si sono svolte le cose. Non c’è stata informazione alcuna verso i cittadini circa la decisione di abbattere gli alberi, alla faccia della tanto sbandierata trasparenza. Non c’è stato alcun tentativo di valutare soluzioni alternative. Soprattutto non c’è stata chiarezza nelle spiegazioni: le piante erano pericolose perché potevano ledere la struttura della scuola, perché potevano cadere sulla strada, perché sporcavano, perché toglievano la luce alle aule? È un fatto estetico per riportare il panorama allo stato originario? Sono state fornite duecento versioni diverse per spiegare la decisione assunta, nessuna delle quali convincente. Resto convinto che le piante potessero essere salvate ma, comunque, contesto una totale mancanza di informazione e di coordinamento tra le tante bocche che parlano per conto dell’amministrazione comunale.
Quello che è evidente, in ogni caso, è il delirio di onnipotenza che affligge i nostri amministratori. Sono convinti di essere i detentori del bene, della salvezza, della ragione, e si reputano autorizzati a fare e disfare a loro piacimento, senza necessità di informare né tantomeno consultare la cittadinanza. E la cittadinanza stessa, qualora mancasse in qualche modo di rispetto, nell’ottica perversa dominante, verso questa classe politica padrona, diventerebbe oggetto di attacco indiscriminato e violento, persino sugli organi di stampa.
Sono preoccupato. Qui non si sfriziona più, si sta scavando sul posto.

Luca Craia