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venerdì 27 gennaio 2017

Gli Italiani si adeguano e non mangiano maiale



Trovo gravissimo, non tanto per l’episodio in sé quanto per quello che rappresenta, quello che è accaduto “Villaggio Container” di Tolentino, la mensa allestita per gli sfollati a causa del terremoto. La notizia, apparsa ieri su diversi notiziari online e oggi è su carta sul Corriere Adriatico è stupefacente: è apparso su un bancone un cartello con una scritta che recita “le pietanze preparate per la mensa del villaggio container non contengono maiale”. Ora, tutti sappiamo che la carne di maiale non è così salutare nel caso se ne faccia abuso, ma un consumo medio non dovrebbe comportare eccessivi rischi. Allora perché questa premura di eliminare dalla dieta degli sfollati la carne suina?
Pare si tratti di una forma di riguardo verso ospiti di religioni che non mangiano maiale. Quanti sono? Non si sa esattamente, ma certamente una percentuale esigua, tanto da non giustificare tanta premura. E qui scatta il ragionamento: se l’italiano, che ha il maiale nella sua dieta quotidiana da sempre, non è più libero di mangiarne quando si trovi nell’impossibilità di procurarsene da solo, e questo avviene perché, anziché eventualmente preparare delle pietanze apposite per i pochi che non si nutrono di maiale per precetto, lo si toglie direttamente dal menu.
È un segno. Certo, probabilmente lo si è fatto per semplificare, per far scorrere il lavoro, ma rimane un segno. È il segno che la nostra cultura, i nostri usi, le nostre stesse esigenze, per quanto noi possiamo essere (ancora) maggioritari nel nostro Paese, passano in secondo piano di fronte a una politica che si atrofizza su posizioni morali e ideologiche non condivise. E la mia preoccupazione è per il futuro, perché temo che si cominci col maiale e si finisca con la letteratura.
                                      
Luca Craia

lunedì 5 dicembre 2016

Si riunisce la commissione mensa. Ci volevano i topi.



La commissione consiliare per la mensa scolastica è stata nominata fin dalle prime battute dell’attuale consiliatura. Vi fanno parte, oltre al Sindaco che la presiede e il funzionario competente per materia, un rappresentante di maggioranza, uno di opposizione e uno dei genitori. La commissione così costituita dovrebbe quindi rappresentare tutte le parti in atto nel processo di alimentazione dei bambini anche se manca la rappresentanza del personale, come dice il membro di minoranza, Endrio Pavoni del Movimento 5 Stelle. Resta però il fatto che la commissione, il quasi due anni e mezzo dalla nomina, non si è mai riunita.
La storia, per quanto ne registri la stasi, appare piuttosto travagliata, con il succedersi dei tre rappresentanti dei 5 stelle che si sono avvicendati in Consiglio Comunale ma, soprattutto, per le dimissioni del membro di maggioranza, quella Sara De Luca che si dimise in maniera piuttosto misteriosa da Consigliere Comunale dopo essersi data molto da fare per migliorare la qualità del cibo in mensa e aver trovato muri di gomma in ogni dove. La motivazione ufficiale delle dimissioni della De Luca è un blando “motivi personali” ma qualcuno vede delle relazioni tra le stesse e la sua presunta delusione per lo sforzo compiuto a favore della mensa. Attualmente il posto della De Luca è occupato da Laura Latini che, però, non ha profuso finora lo stesso impegno.
Domani, dopo due anni e passa, dicevamo, si riunisce finalmente la Commissione. Lo fa a seguito della tempesta che si è abbattuta sulla mensa negli ultimi tempi, tra topi, cibo cattivo (se non avariato), genitori inferociti per la qualità del cibo e un sopralluogo compiuto dallo stesso Pavoni che ha causato molti mal di pancia, compreso quello del Sindaco chiaramente espresso nell'ultima seduta del COnsiglio Comunale, e sicuramente non dovuti a cibo avariato, almeno in questo caso. Viene convocata a un orario insolito, le 17,00, che causerà senz’altro qualche difficoltà a dei consiglieri che a quell’ora lavorano.
Sul tavolo ci sono le problematiche che dicevamo sopra, e c’è una situazione poco chiara circa la diminuzione del numero degli utenti a cui non consegue una diminuzione della spesa né, tantomeno, un miglioramento della qualità di cibo e servizio. Una cosa che non quadra un granchè e che dovrà essere chiarita. C’è anche la relazione di Pavoni sul sopralluogo compiuto insieme alla rappresentante dei genitori, Laura Petrini e che ha rilevato elementi poco limpidi, come la presenza di alcolici. E anche su questo, c’è da scommetterci, ci sarà da discutere.

Luca Craia

lunedì 28 novembre 2016

Lunedì nero alla scuola di Santa Maria. Genitori arrabbiati e trasferimenti tardivi.



Verificato che i topi, a scuola, c’erano eccome, visto che le esche piazzate la scorsa settimana sono state letteralmente divorate e, quindi, si può pensare a una presenza massiccia di roditori, al contrario di quanto voleva far credere il Sindaco che negava la presenza dei ratti perché nessuno li aveva visti, come se gli escrementi e le tracce non fossero prova sufficiente, stamattina si è pensato di trasferire le classi interessate al piano superiore, generando un prevedibile caos e una conseguente quanto anch’essa prevedibile ira dei genitori che vedono i propri figli sballottati di qua e di là in un ambiente malsano. Fare questo trasferimento approfittando della scuola chiusa durante il fine settimana, evidentemente, era cosa troppo complicata.
Ci sono state vivaci rimostranze da parte dei genitori e si sono viste le insegnanti piombare nello sconforto, vista la situazione inverosimile in cui debbono svolgere il loro lavoro. La scuola di Santa Maria sta vivendo un momento incredibile, tra problemi di staticità della struttura, la presenza dei topi e le ripetute e forti lamentele circa la qualità della mensa. In tutto questo stride il solito atteggiamento minimizzante dell’Amministrazione Comunale che, invece di farsi interprete delle preoccupazioni dei cittadini, si mette in contrapposizione con gli stessi e nasconde la testa nella sabbia facendo come se i problemi, in questo modo, sparissero da soli.
È facile, in questo clima, caricare le responsabilità sulle spalle del personale, a partire dal dirigente per finire con gli addetti alla mensa ma, come ho scritto qualche giorno fa, se mancano le direttive politiche il personale non fa altro che il suo lavoro. “Quando il Sindaco ero io” dice Gastone Gismondi che ho sentito poco fa al telefono “la qualità del cibo era superiore perché le direttive le dava il Sindaco”. Io non ricordo, francamente, lamentele sulla qualità della mensa nel periodo gastoniano, eppure lo marcavo stretto, in quel periodo, e ne coglievo quasi ogni fallo. Ma ribadisco che, mancando una guida politica, il dipendente fa quello per cui è pagato: cucinare il materiale che ha a disposizione e far quadrare i conti.
Intanto il caos a Santa Maria si aggrava, con un Sindaco-insegnante che, invece di risolvere i problemi del suo mondo lavorativo, che dovrebbe conoscere perfettamente, fa finta che questi non esistano, e un assessore all’ambiente che eccelle in ogni campo eccetto in quello per il quale ha la competenza politica. A farne le spese, come sempre, sono i bambini.

Luca Craia