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giovedì 24 novembre 2016

La mensa scolastica e la politica senza direttive

Dopo la pubblicazione della relazione della Commissione Consiliare Mensa, firmata da Endrio Pavoni, capogruppo Cinquestelle, circa lo stato in cui è stata trovata la mensa scolastica montegranarese nel sopralluogo effettuato dallo stesso Pavoni e dal Consigliere di Istituto Laura Petrini, relazione che, per quanto non faccia commenti ma illustri semplicemente la situazione, fornisce diversi spunti di riflessione e preoccupazione, sto ricevendo numerose segnalazioni da parte di genitori che lamentano la scarsa qualità del vitto, quasi che i fatti degli ultimi giorni abbiano dato la stura a una serie di recriminazioni fin qui represse.
Fermo restando che credo tocchi ai genitori stessi andare da chi di competenza e presentare le proprie lagnanze, cosa che avviene dappertutto meno che a Montegranaro, non posso esimermi, in quanto non l’ho mai fatto, dal dare spazio ai cittadini su questo blog. Lo faccio, però, auspicando che questo clima quasi omertoso passi perché non appartiene alla nostra cultura e un cittadino non deve avere nulla da temere nel rivolgersi a chi ha responsabilità e chiedere un servizio che gli spetta.
Le segnalazioni parlano di scarsa qualità ma anche di scarsa quantità del cibo. Non è la prima volta che si sentono queste lamentele, erano anche giunte in Consiglio Comunale con richieste specifiche del Movimento 5 Stelle circa il creare un’educazione all’alimentazione che parta, appunto dalla mensa. Del resto la stessa relazione di Pavoni avvalora le recriminazioni dei genitori, per cui mi pare evidente che esista un problema mensa, per quanto chi amministra tenda, come sempre, a minimizzare.
Di questo problema non possiamo imputare responsabilità agli operatori, che lavorano il materiale che viene fornito. E non possiamo nemmeno puntare il dito sul dirigente che, secondo me, rimane un ottimo amministratore. Solo che un amministratore, inteso come chi dirige un ufficio amministrativo, ha come compito primario amministrare, ossia far quadrare i conti fornendo il servizio richiesto. In mancanza di direttive politiche, il dirigente questo fa: tira le somme e le fa riportare.
Per quanto riguarda, invece, la qualità e gli scopi reconditi del servizio, questi appartengono alla sfera politica che deve dare la linea. Questa linea, evidentemente, manca. E manca colpevolmente, perché fornire cibo di qualità, a chilometri zero, nel rispetto delle stagioni, con la dovuta attenzione ai valori nutrizionali è parte stessa dell’educazione dei fanciulli e tocca alla politica fare le scelte per prendere questa direzione. Fino a oggi la politica non lo ha mai fatto. Speriamo che, ora che il problema si manifesta in maniera piuttosto evidente, si prendano finalmente decisioni che potevano essere prese già da tempo, evitando l’esasperazione del problema.

Luca Craia

sabato 19 novembre 2016

Caos Santa Maria: non facciamo del personale il capro espiatorio.



Il rischio, in tutto questo caos che sta capitando nel plesso scolastico di Santa Maria, a Montegranaro, è che, come capita troppo spesso, si trovi facilmente il colpevole nel personale. Certo, servire ai bambini del cibo maleodorante è stato un errore, ma l’errore è riconducibile a ben altre responsabilità, diverse da quelle del personale di cucina e di mensa. Quello che è evidente, infatti, è che non esiste una procedura da seguire in questi casi così come non esiste una formazione specifica del personale, e di questo la responsabilità è politica. Il personale di cucina che si trovi nella condizione di dover decidere cosa fare in casi limite come questo deve sapere esattamente come muoversi e per questo è necessaria una procedura da seguire che deve essere fornita dall’alto.
Nel contempo il personale deve avere una preparazione specifica sulla preparazione e sulla conservazione dei cibi che, da quanto si evince dalla relazione della Commissione Mensa che, nelle persone del Consigliere Comunale Endrio Pavoni e del Consigliere di Istituto Laura Petrini, ha effettuato un’accurata ispezione nella giornata di ieri.  Da questa ispezione sono risultate evidenti disfunzionalità a livello di conservazione del cibo e questo denota come il personale non sia adeguatamente preparato. È logico che non vi è responsabilità nei lavoratori bensì vi è una mancanza in chi non ne ha garantito la formazione con corsi e aggiornamenti adeguati. Il personale, se ben preparato, può evitare che queste cose accadano ma può anche fornire un servizio molto migliore anche a livello di qualità della nutrizione. Ma per farlo occorre fare formazione che, mi pare di capire, non c’è mai stata e questo è un problema di scelte politiche.
La responsabilità non può nemmeno ricadere sul dirigente che, nel caso specifico, è a capo dell’ufficio più operativo di tutto l’apparato comunale. Spezzo volentieri una lancia a favore del dirigente dell’Ufficio Cultura perché capisco che, con la mole di lavoro che pesa sul suo ufficio, è umanamente impossibile seguire tutto a dovere. Occorrerebbe eventualmente scorporare le mansioni, distinguendo la cultura dall’istruzione.
Le responsabilità, quindi, sono squisitamente politiche e derivano da scelte sbagliate, non fatte o da mancata conoscenza delle reali problematiche da risolvere. L’atteggiamento degli Amministratori in questo caso, ancora una volta, testimonia come l’approccio verso i problemi sia sbagliato. Si parte sempre dalla negazione del problema per poi passare alla sua minimizzazione mentre, per evitare polemiche e fornire un reale servizio alla cittadinanza, basterebbe prendere atto e attivarsi subito per trovare le soluzioni.

Luca Craia

martedì 18 ottobre 2016

A mensa mentre si imbianca



Si possono mandare dei bambini a mensa mentre il locale è sottoposto a tinteggiatura? Secondo me no. E nemmeno secondo alcuni genitori che mi hanno segnalato il fatto. È avvenuto stamattina, alla scuola materna centro. In mattinata sono arrivati gli operai del Comune a tinteggiare il locale adibito a mensa. Non si capisce perché sia nata ora, a ottobre, l’esigenza di fare questi lavori mentre poco più di un mese fa, quando la scuola non era ancora iniziata, l’esigenza non c’era. Fatto sta che gli operai hanno iniziato il lavoro ma, nel frattempo, è giunta l’ora di pranzo. Il lavoro è rimasto sospeso ma i bambini sono stati mandati a mangiare in quel locale certamente non igienico e, per di più, maleodorante di vernici e altre diavolerie. Fortunatamente le insegnanti si sono rese conto che la cosa non fosse ortodossa per niente e hanno portato via i bambini. Resta il fatto di pura cronaca, sul quale riflettere.

Luca Craia

giovedì 29 settembre 2016

Santa Maria, mensa chiusa. Come mangiano i bambini?



È sceso un silenzio politicamente opportuno, dopo una settimana dall’assemblea pubblica sulla sicurezza della scuola di Santa Maria a Montegranaro . È un silenzio che credo piaccia molto all’amministrazione comunale ma che stupisce dal lato dei genitori che, ancora una volta, accettano supinamente le decisioni prese dall’alto come se nell’edificio scolastico non ci siano i loro figli.
Nell’arco di una settimana è avvenuto il miracolo delle aule lesionate e guarite in un battibaleno: le pareti che rischiavano di cadere addosso ai bambini sono state sistemate in poche ore di lavoro da mastri muratori favolosi che usano la bacchetta magica anziché la cazzuola. Ma è rimasto il problema della mensa, per la quale non c’è magia che tenga: il locale è seriamente inagibile e la situazione non si risolve con una passata di stucco autolivellante.
E dove li fanno mangiare, allora, questi bambini? Sembra che la ASUR abbia dato parere favorevole a far mangiare i bambini in aula, anche se pare che ispettori dell’azienda sanitaria non si siano visti per rendersi conto di persona. Quindi i giovani alunni mangiano sul proprio banco, assistiti dalle insegnanti e da tre persone assunte con borse lavoro che provvedono alla pulizia. E mentre queste apparecchiano e sparecchiano, i bambini o stanno lì o in corridoio. Una sorta di allevamento in batteria, dove i bambini stanno fermi nello stesso posto, sia per studiare che per mangiare, per circa otto ore al giorno.
Si dice che il provvedimento è temporaneo ma non si dice quanto lo sia, non ci sono date certe e non è stato iniziato alcun lavoro. Ma sta bene a tutti e va bene così. In altri paesi i genitori avrebbero smontato la scuola. A Montegranaro no.

Luca Craia