venerdì 31 ottobre 2014

Le Vergare - aggiornamento al 31/10/2014







Cambiare una lampadina è cosa difficile e servono almeno due persone.



Ho segnalato tramite il portale del Comune, il giorno 20 ottobre scorso, la situazione di piazzale Leopardi, dove si affaccia l’Ospedale Vecchio. Il luogo risulta estremamente scuro perché alcune lampadine sono bruciate e necessitano di essere sostituite e un paio di lampioni sono stati smontati quando era presente il cantiere per la ristrutturazione dello stabile e mai più rimessi a posto. A questo aggiungiamo la presenza degli alberi che, comunque, oscura la poca luce che c’è ed ecco che si crea un bellissimo spazio buio e, se vogliamo, anche pericoloso. Ricordiamo che nello stabile è ospitata (in affitto, come ricordiamo) la Banda Omero Ruggieri e che lo spazio insiste sull’arteria principale del centro storico.
Non dovrebbe essere difficile risolvere il problema. Basterebbe, intanto, cambiare le lampadine bruciate e poi aggiustare i lampioni rimossi. Un elettricista ci metterebbe un paio d’ore. Eppure sono passati ben undici giorni e non ho ricevuto risposta né, tantomeno, si è intervenuti. Non vorrei che in piazza Mazzini si siano persi la scala (sparita insieme a ruspa e idropulitrice) oppure stiano aspettando di avere due uomini a disposizione: uno che tiene la lampadina e l’altro che gira la scala.

Luca Craia

mercoledì 29 ottobre 2014

A Montegranaro anche sui ladri si fa politica (di bassa lega)



Sembra una cosa di poco conto ma, ragionandoci, la questione appare molto più grave di quello che sembra. Dopo il furto alla mensa comunale è partita la voce (forse più di una voce) che vorrebbe che, tra la refurtiva, non figuri la carne di maiale di cui, pure, la mensa era ben fornita tra insaccati e carne fresca. Da qui la deduzione: non rubano la carne di maiale, i musulmani non mangiano maiale, quindi i ladri sono musulmani.
Come direbbe qualche filosofo di antico retaggio, nego maiorem, nel senso che il non furto della carne suina non costituisce prova di alcunché. Ciò detto, anche assumendo che questo possa in qualche modo insospettire verso qualche etnia presente massicciamente sul territorio comunale, trovo non solo disdicevole ma anche pericoloso che, a fare certe affermazioni, siano personaggi pubblici che ricoprono ruoli istituzionali.
Lo trovo disdicevole perché l’istituzione non può lasciarsi andare ad illazioni ma tenersi ai fatti, guardandosi bene da lanciare accuse infamanti verso chiunque, sia esso un singolo soggetto che un’intera etnia. Lo trovo pericoloso perché, in un clima in cui lo straniero – e soprattutto certi stranieri – sono additati da certe parti politiche come il male assoluto e oggetto di un sempre più vistoso e montante odio razziale, l’istituzione dovrebbe accuratamente astenersi da certe dichiarazioni che producono il solo effetto di incrementare e fomentare la discriminazione. Quand’anche vi fossero indizi più certi e le indagini prendano quella direzione, ritengo sia doveroso per l’istituzione evitare di cavalcare il fatto per ragioni politiche o per pura superficialità.

Luca Craia

lunedì 27 ottobre 2014

Chiacchiera chiacchiera, per i piccioni ancora non si è fatto niente.



Si è fatto un gran parlare, nei mesi scorsi, del problema dei piccioni che hanno invaso, ormai da anni, il centro storico di Montegranaro. Certo, è normale che nei centri storici vivano i colombi, ma nel nostro, a causa dei numerosi edifici diroccati dove gli animali trovano comodo rifugio e prolificano, la colonia di volatili è estremamente numerosa e crea disagi e problemi anche seri, a causa del guano presente massicciamente non solo in strada ma anche e soprattutto negli edifici stessi, guano che, oltre al cattivo odore e all’estetica, rappresenta anche un rischio per la pubblica salute.
Arkeo ha promosso, un paio di mesi fa, una raccolta di firme per sollecitare interventi. Si badi bene: non si suggeriva come intervenire ma si chiedeva soltanto di intervenire con solerzia. L’amministrazione comunale rispose che stava predisponendo una campagna di sterilizzazione dei volatili. Contemporaneamente subimmo l’attacco, di una violenza verbale inaudita e inspiegabile, da parte della responsabile dello Sportello Diritti degli Animali di Montegranaro, politicamente molto vicina all’assessore al centro storico, la quale accusò la nostra associazione di “istigare” l’uccisione dei piccioni, cosa da noi mai pensata né detta. Io stesso fui “punito” con l’espulsione dal gruppo Facebook dello Sportello. La cosa non era affatto tranquillizzante circa la reale volontà dell’amministrazione comunale di risolvere celermente il problema.
E infatti, ad oggi, non si è mosso nulla. Non risultano interventi nel senso indicato all’epoca dall’assessore (sterilizzazione) e le strade continuano a essere lastricate di guano senza che nessuno venga a pulire adeguatamente attrezzato (la sola scopa non serve praticamente a nulla). Nel contempo circolano voci circa una nuova soluzione ventilata da piazza Mazzini, ossia non più la sterilizzazione ma l’installazione dei gabbioni per la cattura, quelli tanto osteggiati, ad esempio, dallo Sportello Animali e che lo stesso assessore aveva giudicato, in prima battuta, inadeguati forse perché adoperati dalla passata amministrazione.
Ora, il punto è questo: non credo che a nessuno interessi quale sia il metodo che il Comune voglia utilizzare, auspicando che esso sia comunque nei termini di legalità (uccidere i piccioni, come si sa, è illegale). Quello che, però, interessa ed è improcrastinabile è che si prenda finalmente una decisione e si intervenga immediatamente con un sistema, qualunque esso sia, ma che sia rapido, efficace e risolutivo. Non più tentennamenti, quindi, non più parole al vento ma fatti concreti. Il tempo passa ed è davvero ora di passare ai fatti.

domenica 26 ottobre 2014

Sorprendente, commovente, piacevolissimo Tullio Mariani. Magia e poesia all’Oratorio.



È stato proprio un pomeriggio piacevolissimo quello di ieri, passato in compagnia di una mente brillante e un animo nobile come quelli di Tullio Mariani che, appunto ieri, ha toccato Montegranaro per un breve viaggio di ritorno alle sue radici. Un evento organizzato da Arkeo per proporre cultura in maniera piacevole e leggera, tra sonetti e musica. Estremamente toccante, la poesia di Tullio Mariani, specialmente letta dallo stesso autore che sa darle quell’enfasi che merita e che soltanto chi l’ha concepita può attribuirle. Momenti commoventi concatenati al piacere dell’ironia, il tutto con quel velo dolcemente malinconico della “tarda stagione”.
Tullio Mariani è un uomo intelligente, colto ma, soprattutto, sensibile. Questa sua sensibilità è arrivata al pubblico presente numeroso all’Oratorio San Giovanni Battista che ha trascorso un paio d’ore godendo di questo gioco di ricordi, affetti, sensazioni che tornano, condivise e vissute insieme al poeta. Se immaginate una lettura di poesie noiosa siete lontanissimi da quello che è accaduto ieri con Mariani: quella è stata magia, il tempo è volato mentre ci siamo fatti cullare dalle parole dei sonetti e dalle note di Pietro Contarino.


Anche Pietro, infatti, ha contribuito in maniera sostanziale a creare un clima di momentaneo ovattato distacco dal mondo esterno, una bolla di poesia nella sala dell’oratorio. Bravissimo il giovane chitarrista, le sue mani che correvano sulla tastiera dello strumento e fraseggiavano con la sua bella voce hanno intramezzato i sonetti di Tullio creando un connubio magico che ci ha fatti volare.
Grazie a Tullio Mariani per essersi prestato, a Pietro Contarino per la buona e bella musica, e grazie alla nostra Graziella Marziali che ha pensato tutto questo.

Luca Craia

martedì 21 ottobre 2014

Le Vergare: aggiornamento al 21/10/2014







Incrocio pericoloso in via Elpidiense Sud




Giunge questa interessante segnalazione da un'amica dell'Ape. Siamo all'intersezione tra via Elpidiense Sud e via Buonarroti (?), strada estremamente trafficata specie quando escono i ragazzi delle medie da scuola, perchè i genitori che li vanno a prendere la devono per forza percorrere per tornare sulla viabilità principale. Come si vede chiaramente dalle foto, auto in sosta in quel punto (in questo caso un camper), pur essendo autorizzate a parcheggiare, ostruiscono pesantemente la visuale creando una situazione di serio pericolo perchè l'automezzo che si immette sulla via principale deve per forza sporgersi per vedere se sopraggiunge qualcuno. Basterebbe vietare la sosta in quel punto specifico. Una cosa da poco per evitare conseguenze che possono essere anche gravi.

Luca Craia

lunedì 20 ottobre 2014

Babbonatale (de noandri)



Quest'omino con la barba
parla sol con chi gli garba
e li incontra nella piazza
sol se son della sua razza.
Non avendo da far niente
sì titilla con la mente
imbastendo intrighi e trame,
soddisfando le sue brame.
È convinto, quell'ometto,
di esser lui, solo soletto,
chi progetta, disfa e fa
le questioni di città.
E così, di trama in trama,
forse in cerca della fama,
ha creato gran livori
liti,  botte e dissapori
delle quali lui, gran volpe,
mai si assume le sue colpe
e continua senza sosta
a tramar di posta in posta.

ALESSANDRO DE SOLLER: NON SMETTO DI CREDERE NEI SOGNI – di Anna Lisa Minutillo



E se ti dicono che oramai “sei grande” ,che adesso è troppo tardi per realizzare i tuoi sogni, che è meglio se ti accontenti di ciò che hai; tu pensa al fatto che Giorgio Armani ha aspettato i 41 anni per realizzare la sua prima linea di successo, e da quel momento la sua vita è completamente cambiata. Ora che sono arrivato al mio punto di svolta l’emozione è tanta ma sono felice di aver portato a termine Il Segreto del Torrione: è un grande sogno che si realizza! Spero vi piacerà e vi appassionerà ma intanto sono fiero di aver avuto il coraggio di provare, E voi? Non pensate sia il momento di riaprire il cassetto dei sogni?
Inizia da qui il mio incontro con Alessandro De Soller autore di questo romanzo giallo fantapolitico, una persona che non smette di sognare e non si da per vinta mi affascina sempre, forse perché anch’io sono così e forse solo perché la creatività, la voglia di mettersi in discussione, il coraggio di osare rendono liberi e questo non va mai dimenticato.
Questa intrigante penna brevemente mi racconta la sua storia personale e lo fa non tessendo lodi, ma a tratti ed anche con un certo ritegno. Alessandro De Soller lavora come commerciale in una multinazionale nel settore elettromeccanico ed ha trascorso molti anni a leggere, mentre in gioventù era più attratto dai divertimenti. Ha studiato ragioneria, ottica, geografia e scienze politiche. E’un appassionato e cultore di musica. Ha seguito il corso del biennio del conservatorio e studia uno strumento musicale da quasi 25 anni. E’un appassionato di sport. Ama correre, andare in palestra e praticare arti marziali.
La disciplina è parte integrante della sua vita. Senza di lei nessuno riesce ad avere i risultati sperati. Il lavoro senza sudore non è soddisfacente. Emerge la sua natura semplice e concreta, l’amore per la lettura e la disciplina ma anche per le cose semplici che arricchiscono la vita; e mi piace come si racconta poiché non lo fa con banale voglia di esporsi ma con un passo quasi impacciato intanto che cerca di far cogliere l’essenza del suo vivere.
Gli domando come e quando è nata la sua voglia di scrivere e questa è la sua risposta.
Ho iniziato a scrivere sin da giovanissimo. Pensieri, frasi che raccoglievano gli stati d’animo di un momento, appunti su qualcosa di particolare che mi era capitato. Ho pensato di fare le cose sul serio, quattro anni fa, quando ho deciso di lanciarmi in questo progetto, scrivere un libro è un’esperienza affascinante. Per prima cosa conta l’idea, poi dopo è importante anche saper coniugare un gerundio, mettere una virgola al posto giusto e rendere i pensieri scorrevoli, adatti ad una lettura eterogenea.
Prosegue Alessando: Scrivo perché è più facile di suonare e le idee, i voli pindarici, mi sommergono quotidianamente. Inizialmente la scrittura è venuta molto facile, tanto da farmi credere di esserne capace. Il dramma invece, si è presentato quando il correttore di bozze ha visto in me uno stile personale che ha preteso cavalcassi con una maestria che non avevo. E’ stato lì il vero nodo del bambù di cui tanto parla Gandhi. Riuscire ad esprimersi con uno stile personale che non copia nessun altro, ma che fuoriesce spontaneo. Le onomatopeiche, l’info dumping in alcuni casi selvaggio, le digressioni e gli stop dell’azione a creare un ritmo sinusoidale, fanno parte proprio della mia persona. Basta saperli dosare con la giusta attenzione.
“Il segreto del Torrione”, questo il titolo del suo libro, narra una vicenda che potrebbe benissimo verificarsi anche nella realtà, forse per questo riesce ad avvolgere ed ad interessare il lettore tenendolo con il fiato sospeso per arrivare a dipanare la situazione.
Protagonista del libro è Massimo Pocuzzi, capo della Procura di Roma, che si tuffa in un’indagine imprevedibile. Il capitano dei carabinieri Fulvia Nello e l’ex Col Moschin Marco Denni trovano uno scheletro umano in una chiesa mitraica sotto la basilica di Santa Maria in Trastevere. In un crescendo di retroscena e passaggi al fulmicotone, CIA, KGB, Servizi segreti e Vaticano ci trasportano in un giallo fantapolitico che svela segreti inconfessabili sullo sfondo della millenaria capitale.
Racconta ancora Alessandro De Soller: Per scrivere Il Segreto del Torrione ho dovuto compiere studi soprattutto sulla città eterna. Ho scoperto molte particolarità e curiosità che ignoravo completamente.
Quindi deduco io che abbia dovuto svolgere davvero un lavoro certosino ed una ricerca con amore nella sua città: Roma. Il risultato ci avvolge e ci da la misura di quante cose non si conoscano ancora della storia che è ferma nelle pietre delle nostre città, che spesso calpestiamo ma non ci fermiamo mai ad approfondire realmente, sempre presi nelle nostre vite che spesso senza passato hanno un incerto futuro.
Domando ad Alessandro quale fosse il messaggio che voleva far giungere ai lettori con questo suo lavoro e mi risponde: Spesso mi si chiede che messaggio volevo dare ai lettori. Ogni volta rispondo allo stesso modo. Cercare la verità e non fermarsi alle apparenze, lavorando sodo per crescere.
Mi piace questa risposta così come mi piace questa persona che con un buon libro ci terrà incollati, ci permetterà di guardarci dentro ma anche di cogliere qualcosa di noi che forse avevamo lasciato lì sopita fra le pieghe della vita: la voglia di non smettere di credere nei nostri sogni.
Sempre arricchente per me confrontarmi con belle penne, con belle persone, con chi va avanti a vivere e non ne ha mai abbastanza della vita ma anche dello sperimentare e nel cercare di usare al meglio il tempo che abbiamo da vivere in questo meraviglioso mondo. C’è bisogno di sperare e di dare speranza, c’è bisogno di non uccidere i sogni e questo incontro per cui ringrazio Alessandro De Soller, sicuramente lascerà delle belle tracce nella mia persona e spero anche in voi che magari scoprirete in lui una valida fonte di idee e positività. Lo saluto e lo lascio al suo lavoro, ringraziandolo per aver donato ad Alganews questo suo spaccato di vita e per avermi concesso un po’ del suo tempo per questa breve intervista.

Anna Lisa Minutillo

Riflessioni sul suicidio di Gianluca Ciferri.



Provo una gran pena per i figli di Ciferri, per la moglie, la sua famiglia. Così come provo una gran pena per le famiglie delle sue vittime. I bambini sono coloro che pagano a maggior prezzo tutta questa bruttissima storia. Una storia che vale solo ventimila euro, una storia di sangue che fa riflettere.
C’è molto da riflettere: sul grado di violenza che nostra civiltà ha raggiunto, sulla leggerezza con cui si minaccia, anche a ragione, un’altra persona, sulla facilità con cui si preme il grilletto ripetutamente e si uccide. C’è da riflettere sui fattori economici che hanno portato a questa tragedia, sulla miseria dei due operai costretti quasi a mendicare quello che spettava loro di diritto, sulla miseria stessa di un imprenditore che non riesce a mantenere i suoi impegni.
C’è da riflettere sulle reazioni della gente, di tutti noi, che ci siamo divisi tra sostenitori dell’omicida e tifosi delle vittime, sulla strumentalizzazione vomitevole che si è fatta della storia, su chi ha gridato l’ormai trita, ritrita, stucchevole litania del “dagli allo straniero” che ha sempre torto anche solo per il fatto di essere straniero e chi ha addirittura organizzato fiaccolate per condannare, prima dei giudici, lo sparatore.
Siamo una società partigiana, che deve sempre schierarsi da una parte o dall’altra. Una società di tifosi, sempre pronti con i nostri striscioni pro o contro, pronti a sventolare la bandiera che ci siamo scelti per ideologia, cultura, comodo o semplice superficialità. E lo facciamo con violenza, molto spesso soltanto verbale, ma che non è così diversa da quella di chi spara o brandisce un piccone.
Ora, di fronte al terzo morto di questa bruttissima storia, spero che si ripongano i vessilli e ci si fermi un po’ a riflettere, magari pensando a quelle famiglie distrutte, a quei bambini che non hanno più un padre, a quelle mogli rimaste sole. E si pensi a quanta violenza abbiamo in corpo, che manifestiamo in tante piccole situazioni, pronti a condannare l’altro, a fargli male solo perché, magari, sventola una bandiera diversa dalla nostra.

Luca Craia

Dopo Arduino ecco Tullio Mariani. Il calendario culturale di Arkeo prosegue.



Dopo l’ottima serata passata con Medardo Arduino a parlare di Franchi, Carlo Magno e del medioevo marchigiano, con un buon successo di pubblico e grande partecipazione al dibattito che ne è seguito e che ha proseguito anche una volta chiuse le porte dell’Oratorio di San Giovanni Battista, Arkeo prosegue il proprio calendario culturale con l’appuntamento di sabato prossimo, sempre all’oratorio, questa volta con la poesia e la musica.
Incontreremo, infatti, Tullio Mariani, poeta toscano d’adozione e marchigiano di nascita ed educazione, che ritorna nella sua terra, a pochi chilometri dalla sua Casette d’Ete, per regalarci i suoi funambolismi poetici contenuti nell’opera “In tarda stagione”. Tullio Mariani si sta distinguendo come fine verseggiatore, ironico e dolce allo stesso tempo, divertente, profondo, ironico, leggero, e la sua poesia è lieve e sottile.
Il tutto sarà accompagnato e intervallato dalla chitarra e dalla voce di Pietro Contarino, giovane chitarrista virtuoso che seguirà i giochi della memoria di Mariani sostenendoli con le musiche della sua generazione, dal blues al rock dei Beatles.
È un incontro con l’autore per certi versi sperimentale, che vuole avvicinare il pubblico allo stesso creando un’atmosfera distesa, piacevole e divertente. Fossi in voi non me lo farei scappare. Sabato, ore 16.00, all’oratorio di San Giovanni Battista, in via Conventati a Montegranaro.

Luca Craia

Piazza Leopardi buia. Segnalazione al Comune.



Lo spazio antistante all’edificio dell’ospedale vecchio, piazzale Giacomo Leopardi, è quasi completamente al buio. Lo è da molto tempo, da quando, durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio che una volta era ospedale e prima ancora convento, alcuni dei lampioni sono stati rimossi per le esigenze del cantiere. Successivamente anche un paio di lampadine sono bruciate per cui l’area risulta estremamente scura, tanto che non sono riuscito nemmeno a produrre una foto decente che testimoni la situazione. Un’area del genere, in pieno centro storico, dove vengono parcheggiate diverse vetture e dove, in passato, alcune di queste sono anche state date alle fiamme per motivi tutt’ora ignoti, non dovrebbe essere lasciata al buio. Ora, poi, che l’edificio viene, anche se solo parzialmente, utilizzato a scopi pubblici, ad esempio vi si svolgono le prove della Banda Omero Ruggieri, diventa indispensabile fornirlo di un’illuminazione adeguata.
Ho appena segnalato la cosa al Comune tramite l’apposito spazio web sul sito istituzionale. La mia segnalazione è la numero 11. Speriamo in una sollecita soluzione del problema che non appare difficile.

Luca Craia

sabato 18 ottobre 2014

Montegranaro cerca di vincere la fobia dei sensi unici. Il piano di Arkeo è pronto da anni.



Lo predisponemmo anni fa e lo proponemmo all’allora Amministrazione Gismondi che, di primo impatto, si disse interessata per poi lasciare il tutto nel cassetto delle cose dimenticate. Lo abbiamo proposto all’attuale amministrazione appena insediata ma, a tutt’oggi, non abbiamo ricevuto risposte. È un piano particolareggiato del traffico redatto dai tecnici di Arkeo, praticamente pronto, e a costo zero per la collettività. Certo, va rivisto, discusso con gli operatori del settore come le autolinee cittadine o le associazioni dei trasportatori, ma il piano di Arkeo può essere un ottimo punto di partenza per snellire il traffico montegranarese e creare nuovi posti auto.
Oggi che vediamo il Comune che sperimenta il senso unico in via Vecchia Fermana e via del Cimitero mi sembra giusto ricordare l’esistenza di questo lavoro effettuato gratuitamente dai nostri tecnici che abbiamo già messo a totale disposizione della collettività. Noi siamo certissimi che rivoluzionare il traffico con una circolazione a senso unico ponderata porterà immensi benefici alla collettività. Se anche in piazza Mazzini la pensano così qualcuno si faccia vivo, senza timori. Non chiederemo un centesimo, così come mai abbiamo chiesto soldi alla collettività per le nostre iniziative.

Luca Craia