lunedì 28 aprile 2014

Cattivissimi Stranamore!



Cattivi cattivi, quelli di Ediana Mancini. Non si fa così. Non si può mica presentare la lista proprio il giorno in cui la Sutor gioca al Palasavelli! Eccheccavolo! Parola di esperto. Il solito giornalista online che ad ogni occasione fa campagna elettorale per il suo amico ex sindaco non si fa sfuggire nemmeno questa e critica aspramente “chi ha preferito presentare la propria lista piuttosto che comprare, almeno, cento biglietti per vedere la partita e aumentare l’incasso destinato ai giocatori”. Certo, non è stato affatto carino da parte della lista Montegranaro Riparti presentare la lista proprio di domenica, proprio a ridosso dell’ufficializzazione dei candidati, proprio nel weekend lungo del 25 Aprile e, soprattutto, proprio la domenica in cui la Sutor gioca in casa e ha bisogno di incassi. Di gente, in verità, allo stadio di Montegranaro ce n’era parecchia. Difficile dire se tutti fossero tifosi di basket ma, anche la metà fosse stata appassionata di pallacanestro, il danno stimato dal nostro amico giornalista sarebbe ben superiore ai cento biglietti persi.
Si arrabbia molto, il giornalista, contro Stranamore, ma anche contro gli esponenti della provincia di Fermo che, invece di stare a preparare armi e bagagli in conseguenza del decreto Delrio, avrebbero dovuto andare alla partita a sostenere la Sutor. Così come è cattivissimo il Commissario Ianieri che avrebbe in mente di eliminare il contributo che il Comune, per mano della giunta Gismondi, in questi anni ha dato per sostenere la Sutor. Tutti cattivi, tutti contro la Sutor, tutti eccetto quel galantuomo del suo amico ex sindaco al quale, ancora una volta, il giornalista favorisce un pochettino la campagna elettorale. Come a dire: se non votate per lui siete contro la Sutor.

Luca Craia

domenica 27 aprile 2014

Non sparate sulla Proloco



La polemica sulla messa in sicurezza del laghetto mi manda in bestia. Non perché chi la muove non abbia, sostanzialmente, ragione. C’erano altri modi, senz’altro, per evitare che qualcuno si possa far male, modi esteticamente più accettabili. Quello che mi fa arrabbiare è che, a muovere la polemica, sia sempre la stessa gente che non perde mai una singola occasione per creare difficoltà alla Proloco.
Ci sarà la festa delle Associazioni, al laghetto del Torrione, il Primo Maggio, tra pochissimi giorni. Festa organizzata dalla Proloco. La messa in sicurezza serve a propiziare l’evento che, altrimenti, non avrebbe potuto avere luogo. Muovere un vespaio in questo senso è un ulteriore tassello di quello che sembra un disegno per screditare l’operato e l’esistenza della Proloco.
Ho sentito le stesse persone dichiarare pubblicamente di non riconoscere il Direttivo dell’Associazione principale della città perché eletto “in maniera non ortodossa”. La stessa gente si è più volte sostituita, complice un assessore alla cultura a dir poco compiacente, alla Proloco stessa per la gestione di eventi ai quali doveva giocoforza presiedere quest’ultima. Guarda caso assessore ed ex presidente della stessa associazione sono in lista insieme. E ancora si gioca a screditare l’associazione delle associazioni. Qual è il fine? Mi pare di capirlo.
Ora però basta. Se si vuole davvero il bene della città si taccia, si faccia un passo indietro. Un’associazione è un’associazione, tra le altre. Faccia il suo, al meglio che può, ma non ci si permetta di monopolizzare il panorama culturale e associativo cittadino, con l’aiuto di politici e dirigenti comunali. La Proloco è un bene di tutti, è indispensabile per la città, e desideri di egemonia sono dannosissimi per il futuro dell’associazionismo e della vita culturale di Montegranaro. Fatevela finita.

Luca Craia

Presentate le liste. Le proposte sembrano più chiare. Ma non tanto.



Che Basso non vinca le elezioni mi pare piuttosto chiaro, nonostante le dichiarazioni trionfalistiche dello stesso. Però va detto che è riuscito a mettere insieme una lista di tutto rispetto, con nomi importanti e stimati che sicuramente riusciranno a compensare i voti che si perderanno per la scarsa presentabilità di altri personaggi noti agli elettori per la loro azione politica a dir poco discutibile. È comunque stupefacente come il plurisindaco astrale riesca ancora a meritare tanta credibilità da riuscire a convincere persone più che rispettabili e spendere il proprio nome per lui.
Oggi credere a Basso equivale a credere a Gismondi. Non sono due facce della stessa medaglia, sono la stessa faccia, cangiante a seconda di come inclini la superficie, in una sorta di caleidoscopio politico che cambia colori e forme ma la sostanza rimane immutata da anni. Eppure entrambi gli schieramenti riescono a raccogliere candidature importanti e ad acquisire, in questo modo, quella credibilità persa nell’agire. È evidente che si punta tutto su questo (e sulla politica classica dell’interesse particolare, del voto di ringraziamento) e certamente non su una proposta politica attendibile, visti i risultati ottenuti negli ultimi quindici anni di governo del paese.
In fatto di proposta politica, invece, conosciamo abbastanza bene quelle del Movimento 5 Stelle e di Guardiamo Avanti. Sono proposte interessanti, in molto ricalcano suggerimenti venuti dalla società civile e, senza falsa modestia, anche da queste pagine. Il risultato elettorale è tutto da vedere, entrambi i rappresentanti delle liste si dicono fiduciosi ma appare piuttosto evidente come la partita sarà giocata su due fronti: Gastone contro Ediana.
Ed è proprio quest’ultima proposta, quella che a me (e ormai non solo a me) piace chiamare “Lista Stranamore”, che ancora lascia perplessi. Il programma è ambizioso ma cangiante, nel senso che dalle prime illustrazioni alle ultime l’interesse si è spostato da priorità a priorità. Sono state accolte proposte esterne, molte anche della mia associazione, ma le si è fatte proprie senza neanche un grazie tante. E soprattutto si è creata una squadra che da l’impressione di basarsi più su equilibri politici interni all’alleanza (equilibri che, fin da subito, sono parsi a forte rischio stabilità) piuttosto che su criteri oggettivi e su qualità umane da spendere, senza nulla togliere alla serietà dei candidati. E questo preoccupa, perché se già da ora si deve porre attenzione a non urtare questa o quella sensibilità, cinque anni di governo insieme sembrano davvero lunghi. Si tranquillizzi l’elettore, in qualche maniera.

Luca Craia

giovedì 24 aprile 2014

Ianieri ha sbagliato a chiudere la Montegranaro Servizi? Ad alcuni pare di sì.



In questa campagna elettorale stiamo vedendo cose che voi umani eccetera eccetera: colpi bassi, attacchi personali, insulti, velate minacce denotano, oltre che un clima teso e avvelenato, anche e soprattutto pochezza di idee e di progetti, una pochezza che porta lo scontro su un piano quasi fisico e che non promette nulla di buono per il futuro.
La stampa, in questa situazione, sta facendo un ottimo lavoro per cercare di rimanere neutrale e non favorire questo o quel candidato. Non tutta però: mi riferisco all’articolo apparso sul notiziario online “La Provincia di Fermo” riguardante un ricorso presentato dall’amministratore della Montegranaro Servizi contro la decisione del Commissario Ianieri di chiudere la società (di cui il Comune è proprietario al 100%) perche è la stessa risulta, oserei dire oggettivamente, antieconomica. Non scendo nel merito della decisione del dottor Ianieri anche se la stessa è stata bene accolta dalla maggioranza delle forze politiche cittadine mentre quelle che hanno governato fino a ieri si sono limitate a non commentare la disposizione del Vice Prefetto e Commissario per Montegranaro.
L’articolo in questione, invece, già dal titolo sembra godere del fatto che anche il Commissario subisca ricorsi (così come le amministrazioni Gismondi e Basso ne hanno subiti di innumerevoli, e così come sono innumerevoli ormai le sentenze contrarie in cui il Comune è stato costretto a soccombere). L’articolo, non firmato, sembra compiacersi del ricorso e, in qualche maniera, vuole sottolineare che anche il Commissario sbaglia e che forse aveva ragione l’ex sindaco a voler mantenere in piedi una società la cui utilità rimane, comunque, tutta da dimostrare mentre la cui onerosità pare evidente. La testata giornalistica online non è nuova a dimostrarsi molto amichevole con l’ex sindaco montegranarese, e in questa campagna elettorale sembra quasi diventare un organo di informazione ufficiale e di parte piuttosto che un notiziario imparziale. Sono scelte editoriali. E sono segni di come vanno le cose a Montegranaro.

Luca Craia

mercoledì 23 aprile 2014

La violenza nella rete e i poveri di spirito.



Sono anni che utilizzo il web e i social network per comunicare eppure ancora mi stupisco di come i comportamenti in questo contesto devino dalla normalità per virare verso una forma di violenza che è verbale solo per il fatto che non può diventare fisica. Mi capita spessissimo che le cose che io pubblico, che non sono altro che riflessioni personali, ragionamenti che condivido e che non hanno la minima pretesa di essere interpretate né sentite da parte mia come assiomi indiscutibili, vengano commentate con parole offensive e con attacchi personali. Molto spesso questi commenti avvengono in forma anonima ma, quand’anche non lo sono, evidenziano come chi li scrive si consideri autorizzato a qualsiasi eccesso in quanto in rete.
Ecco, il concetto di rete, se ci mette tutti sullo stesso piano, se equilibra i livelli sociali e abbatte le barriere di distanza e di censo, nello stesso tempo fornisce la possibilità di travalicare le norme del normale convivere civile e autorizza, o illude di essere autorizzati, al turpiloquio e all’offesa gratuita. Così leggiamo sproloqui di violenza inaudita nelle pagine di politici, giornalisti e personaggi pubblici e così anche il comune mortale che si diletta a scrivere le proprie riflessioni deve subire gli attacchi di chi, incapace di una normale discussione, si sente ben protetto dallo schermo del computer o del telefono per poter, in una sorta di immunità mediatica, dire cose che, nella vita quotidiana e nel rapporto normale, fisico, tra persone, mai si permetterebbe.
È il risvolto negativo della facilitazione nelle comunicazioni fornita dal web. Purtroppo il soggetto più debole, quello intellettualmente meno attrezzato, quello sfornito di bastevole carattere per calarsi in una discussione costruttiva, nella realtà virtuale fa quello che nella vita reale mai farebbe: offende, ferisce, minaccia. E spesso nemmeno si assume la responsabilità di quello che dice, calandosi nell’anonimato, o semplicemente convinto che, con un colpo di mouse, si possa rimediare, cancellare, resettare.

Luca Craia

sabato 19 aprile 2014

La Sutor verso il naufragio. Un patrimonio che si perde.



Quando parla d’altro no, ma quando si occupa di basket e, nella fattispecie, della Sutor a Raffaele Vitali do credito perché di Sutor ci capisce davvero. Così, leggendo il suo editoriale sull’argomento, capisco che forse siamo davvero alla frutta per la storica squadra di pallacanestro montegranarese. Finiti i soldi ma, soprattutto, finita la passione. I Montegranaresi, dopo anni di pressanti richieste di denaro, denaro finito in chissà quali rivoli e scorso via senza quasi lasciare traccia, si sono stancati, disinnamorati, si sono accorti che non è più cosa. E questo, forse, segnerà la fine di quello che è, comunque, un patrimonio cittadino.
Si è evidentemente voluto fare il passo più lungo della gamba. Si è sopravvalutata la potenzialità di un territorio che, seppur ricco, non può può permettersi una squadra di serie A. I nostri imprenditori, che pure hanno dato tanto negli anni, oggi sono alle prese con problemi più seri di un pallone arancione, e non possono più sostenere la gestione di una squadra che, comunque, accusa una certa allegrezza e leggerezza. Montegranaro ha dato tanto, anche quando era palese che la squadra stava andando via, che non era più nostra. La Sutor ha chiesto e ottenuto tanto, monopolizzando ogni tipo di impegno economico della cittadinanza.
Ci è costato molto in termini sociali ed economici, a cominciare dagli investimenti sbagliati della politica, testimoniati dal rudere di quello che avrebbe dovuto essere il nostro palasport, passando per il sostegno economico dato dal Comune annualmente sottraendolo ad altre e più urgenti necessità, per finire all’impegno di ogni singolo tifoso che ha tirato fuori di tasca per sostenere un progetto che oggi sembra destinato a naufragare salvo miracoli. Forse sarebbe stato meglio volare più bassi, accontentarsi di una militanza in categorie appena minori, piuttosto che dover rinunciare alla squadra storica della città. Ma si sa, l’ambizione non ha freni, e quando questa viene cavalcata per altri fini meno nobili, sia economici che politici, i risultati non possono che essere quelli che vediamo. Speriamo in buone notizie future da parte del buon Vitali. In fatto positivo, intanto, è che questa campagna elettorale non vedrà le solite promesse ridondanti sulla Sutor.

Luca Craia

Il quinto candidato ufficiale apre la quaresima elettorale di sangue



Sta per finire questo fine settimana di passione per la politica montegranarese. Finisce dopo una Via Crucis dove erano presenti tutti i rappresentanti delle liste in lizza per governare il paese a scarpinare affannosamente, divisi nei propri specifici capannelli, dietro agli altoparlanti oranti, tutti pii e devoti almeno una volta ogni cinque anni. Magari erano lì a pregare perché il plurisindaco siderale non si candidasse e invece, incredibile ma vero, oggi questi ci sconvolge ogni dogma di fede annunciando che sì, sarà lui a capitanare la compagine dei dissidenti e sarà lui, sbalordite gente, a vincere le elezioni.
Ora non ci resta che attendere. Attendere che vengano rese note le liste dei candidati, attendere che giunga quel fatidico giorno in cui i Montegranaresi sceglieranno il loro nuovo sindaco. Basso ha ragione: la sfiducia a Gismondi ha rivelato conti che, altrimenti, avremmo ignorato, più o meno. Ma forse li ignoravano anche i dissidenti, visto che, all’epoca, non ne parlarono e se ne dicono edotti, come se sempre l’avessero saputo, solo ora. E sono conti dei quali sono perfettamente e pienamente corresponsabili. Ma la memoria della gente è corta e, da qui a fine maggio, i Montegranaresi sapranno perdonare sia il padre putativo di Gismondi, quel Basso che non necessita di estetista, che il figliol prodigo mai pentito Gismondi, che invece l’estetista lo conosce bene.
Ultimi sprazzi di campagna elettorale che si preannunciano scoppiettanti, ora che il più esperto tra i politici nostrani rompe gli indugi. Sarà un periodo di passione, una nuova quaresima, quella che ci porterà ala voto. Vedremo scorrere il sangue? Sì, ne sono convinto, visti i colpi bassi, le bassezze, la bassa misura dei contenuti cui abbiamo già avuto modo di assistere. E il finale non deluderà: si passerà dalla farsa al grottesco finchè eleggeremo un sindaco che non rappresenterà nessuno.

Luca Craia

Le lengueloghe e la festa del 1 maggio



Nel paesello (questo siamo, nel senso dispregiativo del termine) dove domina la chiacchieretta da bar, dove si fa politica con le maldicenze e campagna elettorale con falsità e ipocrisie, si supera ogni giorno il limite della decenza. Questa volta lo si fa con la fandonia del laghetto inutilizzabile per una fantomatica decisione del Commissario Prefettizio che, per quanto si affanni oggi a smentire sulla stampa, rimarrà sempre con il capro espiatorio di tutte le dicerie strumentali alla politica cittadina.
Si vuole far credere che Montegranaro, senza sindaco, sia una città bloccata, dove non si può più nemmeno fare la festa del 1 maggio. Si vuole far credere che, ad esempio l’anno scorso, sia stato proprio il sindaco a far sì che la festa si facesse, mentre il suo ruolo è stato del tutto marginale se non nullo. Si vuole far credere, e da molto tempo, che senza chi si assuma la responsabilità a Montegranaro non si può organizzare niente e che il Commissario queste responsabilità non vuole prendersele. Giustamente.
Prendersi la responsabilità di mandare al cinema qualche centinaio di persone con la sala non a norma non è fare un atto di generosità ma di irresponsabilità, così come mandare dei tifosi alla partita al vecchio palazzetto che, pare, è privo dei certificati antincendio. Fa bene il commissario a limitare i posti, ha fatto sempre male quel sindaco che, sapendo delle inadempienze, invece di rimediare derogava.
Inventarsi queste storielle in campagna elettorale è meschino, è da menti povere irrispettose delle menti degli elettori, e scandaloso. Lo è anche perché si sa che non c’è smentita che tenga, che quando un concetto si radica nella gente non c’è articolo di giornale che lo possa cancellare. Alcuni montegranaresi lo sanno bene, siamo il paese delle lenguelonge. È vergognoso ma è così.

Luca Craia

venerdì 18 aprile 2014

La violenza nelle manifestazioni. A chi fa comondo?



A me pare strano. Pare davvero strano che, ad ogni manifestazione che si organizzi in Italia capitino disordini più o meno gravi. Pare strano che ci sia così tanta violenza nella gente che, seppure esasperata, diventa talmente stupida da passare sistematicamente dalla ragione al torto solo per il gusto di tirare un petardo addosso alla polizia. No, non riesco a crederci.
Allora mi pare più plausibile un’altra ipotesi, che pure sarebbe pazzesca se fossimo in un Paese normale. Ma il nostro è il Paese delle stragi di Stato impunite, dei servizi segreti deviati, della P2 che forse ancora ci governa. E quindi pensare che dietro ai disordini che puntualmente si verificano ad ogni manifestazione di cittadini ci sia una regia non è fantascienza ma, forse, solo senso della realtà. La violenza neutralizza gli effetti che una manifestazione legittima e pacifica potrebbe avere. Una manifestazione che termina con feriti e teste spaccate dall’una e dall’altra parte disintegra ogni ragione e vanifica ogni giusta pretesa o istanza. Per questo, prima di chiedermi se i manifestanti abbiano perso la ragione o se i poliziotti siano tutti dei pazzi violenti mi viene naturale chiedermi chi abbia davvero un tornaconto nel far spaccare vetrine ai manifestanti.

Luca Craia

Chi paga la campagna elettorale? Pubblicate un rendiconto.



Negli USA è cosa nota che le lobby finanzino partiti e candidati e, una volta concluse le elezioni, poi passino a “riscuotere”. In Italia, invece, assistiamo a campagne elettorali sempre più roboanti e costose e non si sa con esattezza da dove escano i soldi per finanziarle. A Montegranaro vediamo vele, manifesti giganti, merende, porchette e chissà cos’altro avranno ancora in serbo per noi i numerosi candidati sindaco da qui alla fine della campagna elettorale. Credo sia lecito domandarsi chi paga tutto questo, perché tutto questo ha un costo. È lecito perché, anche considerando legittimo, come lo è in America, che gruppi o persone provenienti dal mondo economico possano finanziare questo o quel candidato per poi trovarne vantaggio successivamente, è altrettanto legittimo, anzi, doveroso che il cittadino ne sia informato preventivamente. Per questo propongo a tutti i candidati montegranaresi di rendere pubblico un resoconto di come siano state finanziate le spese sostenute per la campagna elettorale, magari omettendo i nomi dei finanziatori per rispetto della privacy ma indicando la loro eventuale presenza come “donazione privata”. Credo sia una forma di rispetto per il cittadino elettore dovuta e apprezzabile.

Luca Craia

La sicurezza? Prima di tutto è compito del cittadino.



Sul giornale stamane due notizie che apparentemente non hanno nulla in comune ma che chi vive da anni a Montegranaro vede come parte dello stesso problema. Oggi si seppellisce uno dei protagonisti delle cronache criminali cittadine e, contemporaneamente, si apprende di un nuovo ennesimo tentativo di furto ai danni di un locale del centro. A Montegranaro abbiamo un problema di sicurezza, e lo abbiamo da tempo, non da ieri. Solo che ce ne rendiamo conto soltanto quando i giornali riportano fatti di cronaca nera. E giù a invocare sicurezza, controllo, vigilanza da parte degli organi preposti. Sacrosanto.
Ma i Carabinieri stanno già facendo il massimo, la Polizia Municipale anche di più, considerando lo scarso organico a disposizione. Ciononostante la città è sempre più in mano a bulli, lestofanti, criminali. Prima il Campo dei Tigli, zona quasi offlimit se non si vuole rischiare, specie nei giorni infrasettimanali o di notte. Ora sembra che anche il giardino di Piazza Mazzini stia diventando luogo di ritrovo per individui poco raccomandabili.
Eppure far tornare “pulita” Montegranaro è semplice. Ma non tocca ai Carabinieri o alla Polizia Municipale, almeno non solo a loro. Il primo ruolo, quello più importante, spetta ai cittadini di Montegranaro che debbono riprendersi la loro città. Debbono cercare di viverla, di occuparne gli spazi. Debbono smettere di passare il fine settimana nei centri commerciali. Debbono tornare in piazza, in viale Gramsci. Debbono invitare i propri figli ad andare a giocare al Campo dei Tigli, debbono andare a passeggio dietro le mura. Se i Montegranaresi torneranno a Montegranaro gran parte del problema sarebbe risolto. E la politica, in tutto questo, ha un ruolo fondamentale. Deve incentivare le attività al centro della città, deve promuovere iniziative, aiutare le associazioni, sostenere i commercianti. Poi anche le forze dell’ordine dovranno fare la loro parte. Ma la soluzione passa attraverso la società civile.

Luca Craia

giovedì 17 aprile 2014

Nuova petizione per l’impalcatura sempiterna



È stata protocollata stamattina presso il Comune di Montegranaro, e contemporaneamente è stata inviata per raccomandata al proprietario dell’immobile, una petizione popolare sottoscritta da una trentina di cittadini montegranaresi per sollecitare interventi urgenti sulla famosa casa con l’impalcatura di via Don Minzoni. Lo stabile, lo ricordo ancora una volta, è oggetto di numerose ordinanze di messa in sicurezza a partire dall’ormai lontano 2001, quando fu eretta un’impalcatura a protezione dei passanti. L’impalcatura è ancora lì e lo stabile continua a deperire in quanto, nel frattempo, nessun intervento è stato posto in essere. L’impalcatura, intanto, sta diventando più pericola dello stabile stesso.
I sottoscrittori della petizione richiedo che si intervenga con urgenza sia per scongiurare i pericoli derivanti dalla struttura e dai puntelli (immaginiamo cosa potrebbe accadere se una vettura in transito urtasse l’impalcatura rimanendoci sotto), sia perché la presenza di un rudere così degradato e pericoloso (uno dei tanti) crea un danno economico compromettendo il valore immobiliare delle case circostanti. È per questo che i cittadini che hanno firmato la petizione si dicono intenzionati, in mancanza di interventi, a muoversi anche per vie legali, magari promuovendo una class action nei confronti dei responsabili di questa situazione che ormai dura da troppo tempo.

Luca Craia

Basso c’è o non c’è?



Siamo tutti in trepidante attesa di conoscere l’esito finale di quella che sembra sempre più una telenovela piuttosto che una manovra politica. La discesa in campo di Gianni Basso, presunta o auspicata che sia, è comunque, per ora, deludente. Delude perché da un personaggio di tale peso politico e da un uomo con tanta esperienza ci si aspettava una tattica di avvicinamento alla candidatura più concreta ed efficace, anche in considerazione che, a livello di strategia politica, gli uomini e i consiglieri non gli mancano, a cominciare da quel Giancarlo Venanzi che lo affianca e lo consiglia da decenni e dal fedele amico Tappatà. Invece sembra che la linea sia più dettata dalla mentalità coreografica casapaundiana di alcuni membri del suo gruppo e tutto ciò sfiora, quando non lo tocca palesemente, il ridicolo.
Ciò non toglie che Basso possa essere accreditato di un buon successo elettorale, e non si può escludere nemmeno una, per quanto difficile, vittoria. Tutto dipende dalla squadra che presenterà e dalla sua proposta politica. Basso è un uomo che, in vita sua, ha fatto più il sindaco che qualsiasi altra cosa. Vanta un’esperienza amministrativa e politica senza pari dalle nostre parti. È anche l’uomo della Montegranaro da bere, quello della "città giardino", quello che ha sì riempito la città di inutili fontane, di piazze deserte e di scheletri in cemento armato, ma ha anche creato l’unico luogo di incontro del paese, che è viale Gramsci che, prima di lui, era una discarica. Molti ancora lo amano e molti credono il lui. E la sua politica vecchio stampo, ben radicata nella cultura del Partito Socialista craxiano, certamente a Montegranaro aiuta. Quindi stiamo a vedere. Credo possa ottenere risultati impensabili, se solo riuscisse a smettere con le pagliacciate di questi ultimi mesi.

Luca Craia