domenica 27 aprile 2014

Presentate le liste. Le proposte sembrano più chiare. Ma non tanto.



Che Basso non vinca le elezioni mi pare piuttosto chiaro, nonostante le dichiarazioni trionfalistiche dello stesso. Però va detto che è riuscito a mettere insieme una lista di tutto rispetto, con nomi importanti e stimati che sicuramente riusciranno a compensare i voti che si perderanno per la scarsa presentabilità di altri personaggi noti agli elettori per la loro azione politica a dir poco discutibile. È comunque stupefacente come il plurisindaco astrale riesca ancora a meritare tanta credibilità da riuscire a convincere persone più che rispettabili e spendere il proprio nome per lui.
Oggi credere a Basso equivale a credere a Gismondi. Non sono due facce della stessa medaglia, sono la stessa faccia, cangiante a seconda di come inclini la superficie, in una sorta di caleidoscopio politico che cambia colori e forme ma la sostanza rimane immutata da anni. Eppure entrambi gli schieramenti riescono a raccogliere candidature importanti e ad acquisire, in questo modo, quella credibilità persa nell’agire. È evidente che si punta tutto su questo (e sulla politica classica dell’interesse particolare, del voto di ringraziamento) e certamente non su una proposta politica attendibile, visti i risultati ottenuti negli ultimi quindici anni di governo del paese.
In fatto di proposta politica, invece, conosciamo abbastanza bene quelle del Movimento 5 Stelle e di Guardiamo Avanti. Sono proposte interessanti, in molto ricalcano suggerimenti venuti dalla società civile e, senza falsa modestia, anche da queste pagine. Il risultato elettorale è tutto da vedere, entrambi i rappresentanti delle liste si dicono fiduciosi ma appare piuttosto evidente come la partita sarà giocata su due fronti: Gastone contro Ediana.
Ed è proprio quest’ultima proposta, quella che a me (e ormai non solo a me) piace chiamare “Lista Stranamore”, che ancora lascia perplessi. Il programma è ambizioso ma cangiante, nel senso che dalle prime illustrazioni alle ultime l’interesse si è spostato da priorità a priorità. Sono state accolte proposte esterne, molte anche della mia associazione, ma le si è fatte proprie senza neanche un grazie tante. E soprattutto si è creata una squadra che da l’impressione di basarsi più su equilibri politici interni all’alleanza (equilibri che, fin da subito, sono parsi a forte rischio stabilità) piuttosto che su criteri oggettivi e su qualità umane da spendere, senza nulla togliere alla serietà dei candidati. E questo preoccupa, perché se già da ora si deve porre attenzione a non urtare questa o quella sensibilità, cinque anni di governo insieme sembrano davvero lunghi. Si tranquillizzi l’elettore, in qualche maniera.

Luca Craia

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