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giovedì 2 febbraio 2017

Manifestazione terremoto: delegazione ricevuta dal sottosegretario De Micheli



Mentre altri incontravano i Presidenti delle due Camere, una delegazione dei manifestanti che stamattina hanno espresso davanti a Montecitorio il malessere delle popolazioni colpite dal terremoto è stata ricevuta, in tarda mattinata, dal sottosegretario all’economia e finanze, Paola De Micheli, che ha illustrato ai rappresentanti dei manifestanti le novità contenute nel nuovo decreto, il terzo da agosto, emesso dal Governo per cercare di risolvere i problemi legati al sisma. Nel nuovo decreto ci sono misure molto interessanti, dicono i delegati, specie per quanto riguarda lo snellimento delle procedure per l’installazione della tanto sospirate casette.
Una manifestazione fondamentalmente proficua, anche perché ha suscitato grande interesse nei media: erano presenti giornalisti delle maggiori testate, il sito di Repubblica ha mandato in diretta una parte della manifestazione che è stata citata anche dai maggiori telegiornali nazionali e dai notiziari radiofonici. Ricordiamo che essere presenti negli organi di informazione è fondamentale per sostenere la causa delle vittime del terremoto.
Ora non resta che sperare che le nuove norme, che saranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale la prossima settimana, trovino immediata attuazione e che la solita burocrazia regionale, unita all’ormai appurata scarsa efficienza della politica, non intralcino ulteriormente un sistema di sostegno che fino a qui non ha funzionato.
                                      
Luca Craia

La manifestazione dei terremotati a Roma - le foto

Partecipatissima la manifestazione dei terremotati a Roma di stamattina. Queste sono le prime foto in presa diretta. Forza!















giovedì 26 gennaio 2017

Manifestazione per i terremotati: il Sindaco di Visso non ci sarà. E fa bene.



Il Sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, ha deciso di non partecipare alla manifestazione del 2 febbraio a Roma. È una manifestazione popolare per rivendicare quanto finora negato o, quantomeno, non fornito in termini di aiuti e sostegno alle città colpite dal terremoto ed è legittima e legittimata dallo stato reale di abbandono in cui vaste aree e tanti cittadini ancora versano dopo gli ultimi eventi sismici. Ci sono ritardi notevolissimi, inceppamenti della macchina burocratica, e a farne le spese, come sempre, sono i cittadini e le attività economiche.
Pazzaglini, nel suo ruolo istituzionale, fa un ragionamento ineccepibile: “chi ha un ruolo istituzionale deve scendere in piazza solo quando non ha altra possibilità, quando ha esaurito le "vie formali" e non gli rimane altra possibilità. Fino ad allora ha il dovere, anche morale, di impegnarsi per le sue persone ma deve farlo seguendo la strada istituzionale”. E bisogna riconoscergli che l’impegno istituzionale lo sta davvero mettendo, per cui credo sia lodevole questo suo distacco istituzionale da quella che è la rivendicazione popolare pur condividendone gli intenti. In questo modo si potrà avere una doppia azione: quella dell’istanza che viene dalla gente e quella dell’azione dell’ente Comune che, in quanto istituzione, dovrebbe avere un canale di dialogo privilegiato con lo Stato e chi lo rappresenta in questa emergenza.
La decisione di Pazzaglini, comunque, nulla toglie in termini di forza ed efficacia alla manifestazione del 2 febbraio. È però importante che questa sia partecipata e propositiva. La situazione della zona montana è un problema per tutto il Paese, non solo per chi ci vive e opera, e sarebbe auspicabile una partecipazione massiccia non solo di terremotati. Occorre tenere accesi i riflettori e viva l’attenzione sul problema.
                                      
Luca Craia

mercoledì 25 gennaio 2017

Terremoto. La manifestazione del 2 febbraio sia dell’Italia, non solo dei terremotati



Il terremoto, anzi, i terremoti, ma anche l’emergenza neve, l’emergenza corrente, l’emergenza idrogeologica, tutta questa sfilza infinita di emergenze che, alla fine genera più PIL che l’industria, incurante della vita delle persone, ci ha indicato senza dubbio alcuno quanto sia incapace la nostra classe dirigente. Francamente non posso affermare con certezza che ci sia in progetto preciso per lo spopolamento delle zone terremotate, ma certo che i fatti parlano in maniera chiara di un’evidente incapacità gestionale e organizzativa unita alla totale assenza di coraggio politico. 
Il risultato sta sotto gli occhi di tutti: interventi fermi e intere aree del Paese indirizzate verso una desertificazione economica e umana inconcepibile per questa parte geografica. Se poi dietro ci sia un disegno o se sia solo frutto dell’inadeguatezza di chi governa, non sono attrezzato per stabilirlo.
Il 2 febbraio ci sarà, a Roma, una manifestazione che si sta ancora organizzando a livello di persone colpite direttamente dal sisma. È un passaggio necessario per mantenere accesi i riflettori sul problema e sottolineare quanto le soluzioni siano tutt’altro che messe in campo. Credo, però, che questa non possa e non debba essere una manifestazione “dei terremotati”. Qui è l’intero Paese che deve ribellarsi a quanto sta accadendo, perché quello che stanno vivendo le popolazioni montane del Centro Italia lo potrebbe vivere chiunque, domani o dopodomani. 
L’Italia, come dicevo all’inizio, è un Paese che vive un’emergenza dietro l’altra, per la sua stessa conformazione ma soprattutto per l’incapacità di chi governa e ha governato. Situazioni come quelle che stanno vivendo le persone colpite dagli ultimi eventi possono toccare a ognuno di noi. Non è solo questione di solidarietà: è una fatto generale, dobbiamo tutelarci. Ecco che questa diventa occasione per il Popolo Italiano di dare un segnale forte, un segnale che dica chiaro alla classe dirigente che non lasceremo che ci si tratti così, mai più. Il 2 febbraio occorre essere in tanti a Roma, per l’Italia, per noi stessi, per i nostri figli.
                                      
Luca Craia