giovedì 6 febbraio 2014

I cantanti di Sanremo a Montegranaro



Discorrevo con un amico carissimo, col quale spesso mi trovo a disquisire di faccende politiche nostrane e non e delle cui discussioni prendo spesso spunto per poi scrivere qui, e ci siamo accorti di una pittoresca metafora che accade al paesello: i cantanti di Sanremo.
I cantanti di Sanremo non li vedi mai durante l’anno, solo a Sanremo. Appaiono una settimana prima e scompaiono due settimane dopo. Non li vedi più. Non senti più la loro canzone. Arrivano, cantano, si prendono la loro dose di applausi o fischi, si fanno votare dalla giuria, ritirano il premio se c’è e poi ritornano nel bozzolo, a prepararsi per il prossimo Sanremo.
C’è anche il big, che dura di più, fa performance più spalmante nel tempo, lo vedi sui giornali ogni tanto, va in televisione. Il big non fa solo Sanremo, magari fa anche uscire un disco autonomo. Però a Sanremo ci va e fa la sua porca figura.
Poi ci sono ne nuove proposte, quelle mai viste né conosciute, che arrivano sul palco e vengono annunciati come se tutti dovessimo sapere chi siano. Arrivano, cantano, si prendono la loro dose di applausi o fischi, si fanno votare dalla giuria, ritirano il premio se c’è e poi ritornano nel bozzolo a mutarsi in cantanti di Sanremo professionisti.
Ecco, non so se è chiara la metafora, a Montegranaro non c’è Sanremo ma quest’anno ci sono le elezioni.

Luca Craia

mercoledì 5 febbraio 2014

E Veregra Street come se la cava?



Tutte queste batoste giudiziarie che cadono sul Comune di Montegranaro, che si chiamano tecnicamente “debiti fuori bilancio”, proprio sul bilancio vanno a influire e le conseguenze le andremo a pagare più o meno tutti. Preoccupante è quello che potrebbe riflettersi sul comparto culturale, che già non è che fosse stato potenziato più di tanto dalla passata amministrazione eccezion fatta per il Veregra Street Festiva, l’evento punta del nostro programma culturale annuale, diventato negli anni una kermesse di livello internazionale e punto di riferimento del settore.
In sostanza, se a Montegranaro c’è una sola cosa che funziona questa è proprio il Veregra Street, che può essere criticato quanto vogliamo ma la cui importanza è fuori discussione. Ed è proprio il Veregra Street festival a destare preoccupazioni in conseguenza degli enormi esborsi cui il Comune è chiamato a causa della pessima politica degli ultimi quindici anni. Come influirà tutto questo sulla disponibilità economica del comparto cultura? È molto probabile che qualche conseguenza ci sarà, ma si auspica che non si vada a ledere la qualità del festival. Dopo l’annullamento del carnevale causa soldi, ci mancherebbe far perdere di valore l’unica cosa buona rimasta. Speriamo si trovino soluzioni adeguate per salvaguardarlo, magari abbassandolo un po’ di tono, ma senza sminuire il fiore all’occhiello della città. Sia occasione per migliorarlo, semmai.


Luca Craia


Il giochetto infantile delle responsabilità di rimbalzo



Poca la qualità di questi primi abbozzi di campagna elettorale, probabilmente viziata dalle mattonate giudiziarie che arrivano come se piovesse. I toni sono di un livello tristissimo a leggere oggi le dichiarazioni di Gismondi che, anziché provare a dare nuove argomentazioni per difendere l’indifendibile, accusa la candidata della lista più accreditata a batterlo, quella lista “stranamore” che finalmente ha un nome, nientepopodimenochè…. di essere moglie di un ex assessore di Basso come, del resto, è stato anche lui stesso. Quindi, ricapitolando, a discolpare Gismondi sarebbe il fatto che Luigi Catini, marito di Ediana Mancini, ne sapesse quanto lui. E questo è quello che noi elettori dobbiamo (meritiamo di) sapere.
Ora il ragionamento è questo: se è possibile che un amministratore non conosca gli atti che la giunta di cui fa parte compie, questo vale sia per Gismondi che per Catini. Per cui se secondo Gismondi Catini doveva essere al corrente dei fatti, non si capisce perché egli stesso non lo fosse. Era distratto? Dormiva?
Altro ragionamento, forse più importante del precedente. Che c’entra ciò che eventualmente può aver saputo in merito alla vicenda Catini con la candidatura della moglie? Si insinua qualcosa o è solo infinitamente basso il livello dello scontro? Se è vera la seconda ipotesi, come credo, voglio proprio vedere dove si arriverà.

Luca Craia

domenica 2 febbraio 2014

Pomeriggio di musica e cultura in centro a Montegranaro




Un altro bel pomeriggio, nonostante il maltempo, al centro di Montegranaro. Nella disgrazia di avere l’Auditorium fuori uso c’è la fortuna di avere, una volta di più, un evento di altissimo livello culturale in pieno centro, cosa a cui potremmo anche abituarci. Certo, funzionasse il nostro teatro, sarebbe un’altra storia. Ma, essendo inutilizzabile pure quello dobbiamo “accontentarci” della chiesa di San Serafino. E per fortuna che ancora abbiamo le chiese.
Vanno ringraziati i soliti Amici della Musica per questo bell’appuntamento, ma soprattutto, ancora e ancora, Montegranaro deve essere grata al fato per avergli donato un figlio, Francesco Di Rosa, che, oltre alle immense soddisfazioni che ci dona solo per essere suoi concittadini, manda al nostro paesino i suoi amici e colleghi che sono musicisti tra i più importanti del mondo e che, non ci fosse Francesco, a Montegranaro ce li sogneremmo.
Splendido a dir poco il Trio Latitude 41, Livia Sohn, Luigi Piovano e Bernadene Blaha, gruppo di musicisti internazionali che lega il proprio nome a quel parallelo, il 41°, che unisce Roma a Newport, dove i tre, grazie al festival di musica da camera che vi si tiene,  si sono incontrati, conosciuti e “innamorati musicalmente”, come ama dire il nostro Luigi Piovano. Da tre musicisti di quel livello non puoi aspettarti altro che note celestiali, in questo caso composte oltre un secolo fa da Charles Camille Saint-Saëns, ma sentirle risuonare tra le pareti di una San Serafino piena di orecchi fini raddoppia il piacere di chi ama la nostra città e che la vede un po’ più viva del solito.
Non è mio compito, profano come sono, recensire e criticare l’esecuzione che a me è parsa sublime. Posso solo dire che sarebbe stato magnifico sentirli suonare al La Perla ma non si può. E la settimana prossima si recupera il concerto rimandato il 5 gennaio. All’Auditorium Officina delle Arti, molto lontano dal centro. Peccato.

Luca Craia

Scatta il coro dei “non è colpa mia”.



Come nella migliore tradizione, scoperta la marachella, i bambini si giustificano. Sembra quasi la scena del tunnel dei Blues Brothers, quanto il mai abbastanza compianto John Belushi accampa le più fantasiose scuse di fronte all’arrabbiatissima ex fidanzata armata di mitra. Uno non ne sapeva niente, l’altro s’era addormentato durante la riunione di giunta, un altro ancora c’aveva l’influenza.
Bella la giustificazione dell’ultimo ex sindaco, che prima sbandierava la continuità col suo predecessore e ora prende uno dei dischi volanti che svolazzano sulla città per distanziarsene il più possibile. Dice l’ultimo nostro primo cittadino che, all’epoca del fattaccio, era un semplice consigliere e quindi non era tenuto a informarsi su queste cose. Così apprendiamo che essere Consigliere Comunale è una leggera responsabilità per la quale si può anche votare senza informarsi.
Poi, quando nel 2011 arriva la proposta di accordo transattivo da parte del tribunale (mica di Pinco Pallino), il Sindaco non fu in grado di accoglierla perché esisteva una relazione degli uffici comunali che valutava l’area 46.000 € e non 300.000 come stimato dal CTU. Quindi a sbagliare sono tutti meno gli amministratori: il CTU eccede nella valutazione (anche se poi il Giudice, nella sentenza, fa di peggio) e gli Uffici Comunali che sottovalutano l’area. Ergo la colpa non è del Sindaco e della sua Giunta che sono stati vittime della scarsa professionalità di mezzo mondo. Solo che, quando ad esempio ci si vantava dei bilanci in ordine, anzi, virtuosi, il merito era tutt’altro che dei tecnici.
Infine è piuttosto spaventevole l’invito che l’ex Sindaco fa a ricorrere in appello così, come se fosse una gara di corsa campestre. Il merito della sentenza non meriterebbe alcun ricorso che potrebbe essere posto solo in funzione della congruità dell’importo da pagare. Anche fosse, però, si potrebbe abbassare la cifra che non arriverà mai, con ogni probabilità, ai 300.000 che si potevano pagare tre anni fa, con un notevole risparmio. L’appello, comunque, non è certamente gratuito e un’eventuale richiesta di sospensiva, ventilata sempre dall’ex primo cittadino, rimanderebbe soltanto il problema, anche questo come da tradizione: intanto sfanghiamo le elezioni.
Insomma: non è colpa mia ma di quel cattivo del giudice e di quell’incompetente dell’impiegato.

Luca Craia

sabato 1 febbraio 2014

Il Comune risponde alla Petizione (per la prima volta nella storia).





Non era mai successo prima, almeno che io mi ricordi nella mia ormai secolare carriere di rompiscatole, che una petizione al Comune di Montegranaro, trovasse riscontro scritto. Ieri, invece, quasi tutti i firmatari dell’ultima petizione in ordine cronologico, presentata in merito alla situazione degli stabili oggetto di ordinanza di messa in sicurezza, hanno ricevuto per posta una busta contenente il riscontro alla stessa firmato dal responsabile del settore urbanistica Luciana Sacripanti.
Nel riscontro si rassicurano i cittadini che avevano mostrato preoccupazione per la suddetta problematica che il Comune sta procedendo “con ordinanze e diffide nei confronti di proprietari di edifici degradati” e che sta anche segnalando il tutto a Prefettura e Procura della Repubblica. Si ammette, però, che fin qui i risultati non sono esattamente esaltanti in quanto solo alcuni proprietari hanno iniziato a provvedere al recupero delle loro proprietà mentre altri hanno solo preso provvedimenti atti a limitare la pericolosità. Infine altri ancora, nonostante tutti gli atti intrapresi, hanno ignorato il tutto.
Il punto nodale, però, è che l’Ufficio Urbanistica “intende procedere, compatibilmente con le risorse disponibili, alla messa in sicurezza di quelli (gli stabili, ndr) pericolanti effettuando rivalsa delle spese nei confronti dei rispettivi proprietari”. E questa, aggiungo io, è cosa buona e giusta. La missiva si chiude con l’invito “a voler segnalare (…) eventuali pericoli per la pubblica incolumità”.
È una presa di posizione importante quella che si evince dalle parole dell’architetto Sacripanti, che in qualche modo tranquillizza su una nuova presa di coscienza del problema e sulla volontà di porvi rimedio. Discorrendo personalmente, poi, con la stessa abbiamo avuto modo di confrontarci sulla questione e ho rimarcato come sia fondamentale passare dal concetto di recupero del centro storico come costo al concetto di investimento che deve diventare remunerativo in presenza di un progetto di recupero di ampio respiro di cui ho ampliamente già parlato e del quale parlerò ancora.
È inoltre apprezzabile, oltre alla manifestata volontà di risolvere l’annosa questione che finalmente, dopo anni di attività di sollecitazione e denuncia, sembra essere stata assimilata da quasi tutte le forze politiche e sociali cittadine come una priorità, il rispetto per il cittadino dimostrato dall’invio di questa missiva. Desidero quindi ringraziare pubblicamente per questo l’architetto Sacripanti e il Commissario Prefettizio dott. Ianieri.

Luca Craia

venerdì 31 gennaio 2014

Il nuovo debito del Comune. La situazione. Le responsabilità. Le conseguenze.

Ciò che lascia sconcertati di tutta questa brutta storia della sentenza contro il Comune di Montegranaro, che lo obbliga a pagare alla controparte la ragguardevole cifra di € 1.100.284, è la modalità con la quale si è arrivati a tutto questo. Infatti, partendo dall’inizio, il Comune ha iniziato una pratica di esproprio con procedura d’urgenza per realizzare sui terreni espropriati le vie di accesso alla nuova chiesa di Santa Maria. Tali procedure, però, non sono state mai portate a termine né, tantomeno, è stato corrisposto ai proprietari dei terreni l’importo dovuto per il controvalore in denaro degli spazi utilizzati coattivamente. Ciò ha innescato nei privati coinvolti la richiesta di pagamento che si è evoluta nella causa civile contro il Comune per ottenere il giusto compenso, causa che, come ben sappiamo, il Comune ha perso. Vediamo, quindi, già da qui un’enorme negligenza da parte della pubblica amministrazione che avrebbe dovuto pagare il dovuto ai cittadini ai quali era stata sottratta la proprietà per motivi pubblici e che, a quanto pare, avrebbe pagato pochissimo anziché l’enorme cifra di oggi.
È sconcertante, poi, che nel 2011 sia giunta in Comune una proposta di transazione amichevole che richiedeva, per chiudere la pendenza, la bella cifra di € 300.000, bella cifra sì, ma quasi ¼ dell’attuale. La richiesta, regolarmente giunta negli uffici di piazza Mazzini direttamente dal Tribunale, non ha meritato nemmeno una risposta negativa.
Ora cosa accadrà? In Comune si sta valutando se fare ricorso in appello. Certamente non si farà appello nel merito della condanna, che sembra inoppugnabile. Si sta infatti valutando, con l’ausilio di esperti, la congruità della cifra imputata. Nel caso tale cifra risultasse incongrua si procederà al ricorso al fine di ottenerne la riduzione o di poter giungere a una nuova proposta di transazione amichevole, altrimenti non è intenzione del Commissario Ianieri di spendere altri soldi pubblici.
Si sta anche ragionando sugli scenari che si aprono dopo questa sentenza, partendo dal più svantaggioso. Si pensa a dilazioni e a finanziamenti per coprire l’uscita senza penalizzare troppo il bilancio attuale e quelli a venire.
Tutto l’incartamento verrà comunque inviato alla Corte dei Conti per le valutazioni del caso. È quindi pensabile che i responsabili di questo bruttissimo episodio, in cui s’è vista la negligenza del cattivo padre di famiglia anziché il contrario richiesto al pubblico amministratore, saranno chiamati a partecipare se non a coprire la somma che il Comune dovrà versare.
Quali siano questi responsabili non è difficile capirlo: Montegranaro è amministrato dalle stesse persona da quindici anni, le stesse persone che già stanno chiedendoci di dare loro il nostro voto.

Luca Craia

giovedì 30 gennaio 2014

Il più brutto momento della storia di Montegranaro



Come dicono quelli che leggono questo blog sporadicamente e, probabilmente, ne leggono solo i titoli perché gli articoli, forse, richiedono troppa attenzione, ora faccio quello che vede le cose negative. Purtroppo se fossimo in molti a vederle, queste cose negative, probabilmente non ve ne sarebbero così tante perché chi è preposto a far sì che le cose siano migliori presterebbe maggiore cura affinché le proprie negligenze non vengano rilevate.
Così, se i cittadini di questo disgraziato paesello del Piceno, memore di un’ormai antica quanto forse irripetibile prosperità, avessero prestato maggiore attenzione ai fatti della politica, quella politica tanto vituperata ma che, nel bene o nel male, regola le nostre vite, forse oggi non ci troveremmo con un Comune guidato da un funzionario, per quanto ottimo, ma non eletto da noi cittadini, e non ci troveremmo condannati a un futuro senza investimenti per far crescere la città, senza la possibilità di una progettazione, un futuro senza futuro, almeno nel breve-medio periodo.
La notizia del nuovo debito del nostro Comune, un debito enorme che svuoterà le casse comunali e per evitare il quale pare vi sia poco da tentare, appare come una condanna senza appello, una condanna che colpisce prima di tutto una scellerata classe politica che ha guidato la città negli ultimi dieci-quindici anni, ma che ricade sulle teste dei cittadini che, a veder bene, non sono del tutto incolpevoli.
Indicare questi amministratori come una disgrazia, condannarli per la loro incompetenza, per la loro negligenza, per la loro superficialità (senza tirare in ballo onestà e rettitudine) è inutile. Perché nemmeno chi era all’opposizione, istituzionalmente preposto a controllare e denunciare situazioni come questa, ha voluto o potuto scongiurare questo disastro. E nemmeno noi cittadini ci possiamo chiamare innocenti, noi che per ben tre consiliature consecutive abbiamo dato mandato agli stessi che, nel tempo, ci hanno regalato palazzetti dello sport scheletrici, torri filosofali spaziali costosissime, tantissime fontane, centri commerciali inutili e ci hanno privato di verde, strade percorribili, servizi efficienti, teatri e strutture pubbliche, un centro storico vivibile, una città dove poter pensare al futuro.
Ora torneremo a votare e dovremo scegliere sempre tra gli stessi soggetti che, privi anche di umano senso di pudore, verranno a convincerci che il loro progetto è il migliore, un progetto che sarà, in virtù del nuovo debito e di molti potenziali altri che verranno, sostanzialmente irrealizzabile, qualunque esso sia. I nomi dei responsabili li sappiamo ma si ripresenteranno a chiederci di rappresentarci.
C’è un lato positivo in tutto ciò, tanto per smentire quelli che leggono solo i titoli e che fino a questo punto dell’articolo non ci arriveranno: non avremo, nei prossimi cinque anni, torri multicolore e nuove mirabolanti fontane. Ma non avremo nemmeno ciò di cui abbiamo bisogno: servizi, manutenzione, una città efficiente. E chiunque vinca le prossime elezioni in realtà avrebbe fatto meglio a perdere. Perché se è onesto dovrà amministrare debiti. E se non lo è ne contrarrà di nuovi. Che tutti noi, come sempre, pagheremo.

Luca Craia

domenica 26 gennaio 2014

Aperture mensili di Sant’Ugo: buona la prima



Ottima affluenza di pubblico alla Chiesa (Cripta) di Sant’Ugo quest’oggi per la prima domenica di apertura sistematica. Sono venute una trentina di persone, molti Montegranaresi che non l’avevano mai vista, sfidando un freddo davvero glaciale. Buona la prima, quindi, accogliendo anche qualche buon suggerimento da parte di visitatori da fuori che hanno trovato difficoltà a trovare la cripta, per il quale provvederemo a fornire migliori indicazioni sul nostro sito attendendo le indicazioni stradali che, si spera, il Comune vorrà approntare.
Prossima apertura domenica 23 febbraio.

Luca Craia

La campagna elettorale più anomala della storia.



Talvolta penso che a Montegranaro siamo strani, che abbiamo un dna particolare o forse che i fumi del mastice per scarpe che si propagano nell’aria ci facciano degli strani effetti. E la stranezza è evidentissima in questa campagna elettorale incipiente che promette davvero fuoco e fiamme. Già la presenza di cinque liste (fino ad ora, ma non poniamo limiti al frazionamento) simboleggia come funzionino le teste qui al paesello, ognuno a remare per la sua rotta, ognuna a zappare il suo orticello. E poco conta che, così facendo, chiunque vincerà sarà minoritario. Facciamo due conti: 9000 votanti circa, mettiamo un’astensione del 30%, così, per fare un’ipotesi, rimangono in ballo 6.300 voti da ripartire per 5. Significa che per vincere basterebbero 1300 voti, 1/8 circa dei votanti. Bel risultato!
Allora ecco i “Ribelli” (non quelli di “Pugni Chiusi”, tutt’altri ribelli) che rompono gli indugi e ci tranquillizzano sul fatto che ci sarà anche la loro lista. Ci sarà ma non per dividere ulteriormente, anzi. Stanno contattando altri, come Giovanni Mariani, che però preferisce fare la quinta lista nonostante, dice, abbia parlato con Gianni Basso che lo ha invitato a collaborare. Strano, perché Giacobbi, invece, afferma che Basso è irremovibile sul fatto di non partecipare. Ma una telefonata a Mariani deve averla sprecata per favorire la lista dei Ribelli. Mah…
Intanto Gismondi muove le sue pedine: dall’inarrestabile Lucentini che ha improvvisamente scoperto quanti voti possa portare l’associazionismo, a inviti dal pulpito a non “criticare l’ex sindaco”. Conta sull’effetto emotivo del tradimento che tarda a spegnersi, conta sulla propria simpatia e sulla benevolenza che si è guadagnato nei cittadini, conta anche su un certo numero di voti che potrebbero arrivare a sorpresa da aree politiche non allineate ma che sembrano decisamente in contrasto con i partiti di appartenenza, anche grazie, appunto, alle manovre del suddetto Lucentini.
Quelli che in partenza sembravano i più strani in questo momento sembrano i più concreti: la Lista Stranamore presenta un bel candidato e parla di programmi, cosa al momento piuttosto unica nel panorama cittadino. In attesa che scendano in campo i Pentastellati che, al momento, danno scarsi segnali.


Luca Craia

Quelli che… portano il nome di Montegranaro nel mondo. Il gospel in TV.



Abbiamo cose di cui vantarci a Montegranaro, cose che danno davvero lustro alla nostra città e lo fanno in un settore, quello della cultura, dove non è facile emergere e dove emergere significa avere davvero qualità notevoli. Questo fa il gruppo Quelli che… non solo Gospel, coro eccellentemente diretto da Valentina Botticelli e composto da voci totalmente montegranaresi che sta facendosi notare nel mondo della musica internazionale e non solo, partecipando a rassegne, vincendo premi, dando sempre uno splendido esempio di come la passione possa diventare qualcosa di veramente importante.
Saranno in televisione, su un canale nazionale, lunedì 27 gennaio alle ore 17.30 su Tele 2000, canale del digitale terrestre. È la Montegranaro che da soddisfazioni, che porta la nostra cultura nel mondo, che fa conoscere le nostre capacità a tutti. Oltre al campanilismo, che pure è legittimo e ci sta, va davvero un plauso convinto a questi coristi dei quali dovremmo essere tutti orgogliosi.

Luca Craia

martedì 21 gennaio 2014

Pattinaggio artistico per le vie del centro





È ovvio (e ci mancherebbe altro) che noi residenti del centro storico dobbiamo essere più che grati del fatto che si stiano finalmente aprendo tanti cantieri per ristrutturare altrettanti ruderi. Però ogni medaglia ha il suo rovescio e, in questo caso, il rovescio è piuttosto scivoloso. I mucchi di sabbia edile, la polvere delle demolizioni, cementi e malte, il vai e vieni di macchine operatrici depositano in strada un’importante quantità di materiale polveroso. Sporco sì, ma tollerabile finchè è asciutto. Il problema sorge con la pioggia o, peggio ancora, con la nebbia. L’acqua impasta la polvere formando a terra una patina viscidissima e scivolosissima che rende pericoloso il transito pedonale. In sostanza si pattina come e peggio che sul ghiaccio. Come ovviare al problema? Ovviamente pulendo sistematicamente la strada, cosa che andrebbe comunque fatta, a maggior ragione in questo caso per il quale si mette a rischio la sicurezza dei cittadini. Purtroppo nel centro storico non vediamo qualcuno a pulire dai tempi dei dinosauri, per cui forse è ora di provvedere.

Luca Craia



Lo stato dei lavori a SS.Filippo e Giacomo



A margine del concerto di Lorenzo Antinori di domenica pomeriggio, essendo la serata dedicata al restauro della Via Crucis di SS.Filippo e Giacomo, don Umberto ha voluto fare con i presenti il punto dello stato di avanzamento dei lavori di restauro della chiesa. Ci ha quindi rassicurati sulla celerità e precisione con cui la ditta incaricata sta procedendo tanto da far pensare ad un tempo ragionevolmente breve per la chiusura del cantiere. Per ora si sta ultimando la posa in opera delle capriate in acciaio che sosterranno le vecchie in legno danneggiate dal vecchio restauro. Una volta ultimata la sistemazione del tetto si passerà all’impiantistica e alle finiture interne.
Don Umberto ha tenuto a precisare che i lavori appaltati comprendono il consolidamento strutturale della chiesa, l’impiantistica e alcune finiture come la pavimentazione. Resteranno però esclusi lavori importanti di restauro soprattutto per quanto riguarda la parte pittorica, specie della volta, per la quale sarà necessario attingere ad altri fondi. Questi erano stati promessi più volte dallo Stato ma ancora non ve n’è traccia e quello che si sta facendo è finanziato dalla Cei e dalla Parrocchia stessa, con grandi sacrifici. La speranza è di poter riavere questo splendido tempio nel suo antico splendore.
Siamo anche stati informati che la cappellina dedicata alla Madonna di Lourdes è stata abbattuta. Questo dispiacerà certamente a molti Montegranaresi (non a me, la consideravo un obbrobrio, specie in quel contesto architettonico) ma è bene sapere che la sua demolizione ha consentito la scoperta e la riparazione di un gravissimo danno strutturale alla parete esterna che, altrimenti, sarebbe rimasto latente con conseguenze facilmente immaginabili. Al suo posto verrà ricavata una cappellina dedicata alla custodia delle reliquie del Beato Ugo.
Il fatto di avere scongiurato il potenziale crollo della preziosa chiesa e di poterla riavere presto aperta e funzionante va accolto come un grande passo avanti nel recupero del nostro patrimonio storico e artistico, e di questo dobbiamo ringraziare la sensibilità e il coraggio di don Umberto. Certo che un maggior coinvolgimento della città intesa come comunità e come politica potrebbe portare a risultati ancora più soddisfacenti.

Luca Craia