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mercoledì 27 luglio 2016

Franceschetti ha ragione, l’appalto spetta al Comune. Ma…



Ci mancherebbe pure che, dopo che le associazioni montegranaresi si sostituiscono al Pubblico in quasi ogni settore, sopperendo ad ataviche e gravissime mancanze, adesso debbano pure assumersi la responsabilità di gestire appalti. Andrea Franceschetti, Presidente di Città Vecchia, ha ragione al mille per cento quando afferma che la gestione della ristrutturazione della torre civica spetta solo e soltanto al Comune di Montegranaro. La sua associazione ha raccolto i fondi e quanto basta, ora il cantiere deve andare in mano alla proprietà del bene e pare davvero assurdo il contrario. Anzi, è sorprendente che, ad oggi e coi soldi in mano, ancora il Comune non abbia mosso una paglia e, se è vero quello che afferma Franceschetti, ossia che non riesce nemmeno a dialogare con l’Ufficio Tecnico, siamo alle comiche. L’assessore al centro storico dov’è? Quello ai lavori pubblici? L’onnipresente assessore al quasi tutto? Troppo occupato a organizzare balli di gruppo?
Rimane, però, il dubbio su quanto ho scritto ieri, cioè sulla progettazione. Franceschetti afferma di aver “suggerito” il progettista che, guarda caso, è l’ex presidente di Città Vecchia Simone Pirro. Ora, se Città Vecchia avesse fornito il progetto “chiavi in mano” al Comune, compreso di costi di progettazione, e il Comune dovesse solo occuparsi della fase burocratica, compreso l’appalto e la messa in opera, Franceschetti avrebbe ragione fuori da ogni ragionevole dubbio. Ma, dato che il progetto, a quanto pare, lo dovrebbe pagare al Comune, il “suggerimento” mi pare un tantino una forzatura. Per un criterio di trasparenza politica, ferma retando la totale legalità della cosa, il progettista lo avrebbe dovuto scegliere il Comune, visto che lo paga con soldi pubblici. Solo che, inizialmente, si era capita un’altra cosa.

Luca Craia

martedì 1 marzo 2016

Mercoledì 2 marzo si ripara l’orologio di piazza. Non era meglio attendere?



La notizia è, di per sé, buona anche se lascia un po’ perplessi. Domani verrà a Montegranaro una ditta specializzata, piazzerà un camion col cestello davanti al Municipio e riparerà per l’ennesima volta l’orologio di piazza. La cosa è positiva perché ogni Montegranarese che si rispetti è particolarmente affezionato al suono di quell’orologio. Io, personalmente, essendo sempre vissuto nel centro storico, l’ho sempre sentito rintoccare le ore e i quarti d’ora e il suo suono, in questi ultimi anni, mi è mancato.
C’è, però, una perplessità: riparare l’orologio il cui meccanismo è inserito in un vano del primo piano del palazzo comunale, dove esiste il degrado più assoluto tra guano di piccione, umidità, infiltrazioni dal tetto e chi più ne ha più ne metta, potrebbe rivelarsi l’ennesimo spreco di soldi. Allora mi chiedo: se è vero quello che l’assessore Perugini dichiara da tempo, ossia che presto si metterà mano alla ristrutturazione del Municipio, non era più logico e sensato attendere la fine dei lavori per riparare anche l’orologio? O forse la fine di tali lavori non è prevista in tempi sufficientemente brevi per fare l’ennesima inaugurazione su un’opera di manutenzione ordinaria?

Luca Craia

martedì 5 maggio 2015

La Mancini aggiusta il Comune. Fosse vero!



Arkeo è sempre stata in prima linea per sollecitare interventi sul palazzo municipale, con sopralluoghi, pareri di esperti, proposte e progetti, sia nell’epoca Gismondi, sia durante il periodo commissariale, sia oggi. Quindi apprendere dal giornale che il Comune sembra finalmente intenzionato a mettervi mano non può che farci piacere. In effetti eravamo rimasti perplessi dal fatto che l’amministrazione Mancini non avesse inserito tra le opere prioritarie questo intervento, visto che la situazione si evolve al peggio velocemente e perdere mesi se non anni potrebbe portare a trasformarla in irreversibile. Un anno lo si è già perso e ora speriamo di non buttare via altro tempo prezioso.
Quanto annunciato, però, non è poi così tranquillizzante. Nell’articolo non ci sono scritte date per cui possiamo interpretare la dichiarazione riportata dal giornalista come un intento o poco più. Inoltre la cifra indicata non sembra congrua col tipo di intervento: bisogna rifare completamente il tetto, le opere murarie, gli impianti, il restauro totale del teatro (per il quale avevamo presentato un progetto a suo tempo molto vantaggioso perché coperto da sponsorizzazioni private ma nessuno, caduto Gismondi, si è fatto vivo con noi), pavimentazioni, finiture, mobilia e accessori. Con 500.000 Euro non pare si possa andare tanto lontano. Non viene neanche indicato come verranno reperite queste somme, se verranno inserite nel bilancio.
In base a tutto questo, quindi, mi pare legittimo nutrire qualche dubbio. Del resto di dichiarazioni roboanti e proclami ne sono stati fatti in quantità, così come di bugie, questa amministrazione, ne ha raccontate tante. Non sorprenderebbe se si trattasse dell’ennesimo pretesto per uscire sul giornale, così, tanto per esserci, cosa che sembra esercizio prediletto di Mancini, Ubaldi & Co. Spero davvero tanto di essere smentito dai fatti perché il primo piano del Municipio e, soprattutto, il Teatro Novelli non possono certo aspettare né essere adoperati per campagne mediatiche prive di fondamento.

Luca Craia