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giovedì 5 febbraio 2015

A proposito di acquisizioni e ristrutturazioni



Torno sull’argomento dello stabile donato al Comune e da questo accettato di buon grado perché non capisco. Lo stabile necessita di ristrutturazioni e questo rende l’operazione onerosa per il Comune. Ieri (leggi l’articolo) mi chiedevo se l’atto in sé non costituisca un pericoloso precedente in quanto, in assenza di un progetto preciso nel quale questa operazione vada a inserirsi, qualsiasi cittadino che voglia liberarsi di un bene non remunerativo ma gravoso economicamente potrebbe farne dono al Comune il quale, poi, almeno politicamente, dovrebbe trovare una valida motivazione per un eventuale diniego.
Oggi leggo sul Corriere Adriatico la questione del Mattatoio, del quale, francamente, mi ero dimenticato. L’edificio dell’ex mattatoio comunale giace in condizioni pietose ormai da anni. Lo stabile, di per sé, potrebbe essere di grande utilità se in buone condizioni: ha una cubatura notevole e è situato a due passi da viale Gramsci, il che ne fa un ottimo luogo dove destinare un centro sociale, molto più appetibile di un edificio in via Magenta, per capirsi. Ora mi domando: se il Comune di Montegranaro non è in grado di gestire in maniera decorosa e di mettere a frutto il proprio patrimonio immobiliare esistente, perché va ad incrementarlo con immobili anch’essi necessitanti di interevento? Perché non interviene prima sull’esistente garantendone l’integrità (anche economica) e servendosene al meglio?
Ricordiamo che il Comune possiede diversi edifici in città, molti dei quali in pessime condizioni. Ma, al di là di questo, vale la pena dedicare un pensiero al Municipio che è inagibile nell’intero piano primo.
Temo due cose: la prima è quella che già ho illustrato, ossia che pervengano una lunga serie di donazioni onerose. La seconda è che lo stabile di via Magenta, nel tempo, faccia la fine del mattatoio: un altro rudere e un altro problema da risolvere. A carico dei cittadini.

Luca Craia

lunedì 26 gennaio 2015

Il La Perla e le promesse disattese




Non è solo il palazzetto dello sport a essere fortemente in ritardo rispetto a quanto garantito dall’Amministrazione Comunale di Montegranaro. Non dimentichiamoci il nostro cine-teatro. Doveva essere pronto a inizio 2015 ma, alla fine di gennaio, ancora non si parla nemmeno di far partire i lavori. E i lavori non sono semplici da fare, richiedono tempo.
Il teatro fu chiuso dal Commissario Prefettizio perché non corrispondente alla normativa antincendio. Sembrava cosa banale e sistemabile in poco tempo ma, conducendo dei sopralluoghi più approfonditi, ci si è resi conto che, invece, il problema è ben più serio e comporta delle criticità strutturali notevoli, come per il bellissimo lampadario centrale, quello che simboleggia in qualche modo il teatro stesso, che sembra essere fissato in maniera non idonea e, quindi pericolosa. Quindi i lavori di messa a norma sono diventati più complicati e lunghi da eseguire e, anche partissero domani, richiederebbero qualche mese. Va comunque detto che la situazione era già nota prima delle elezioni.
Certamente non si farà in tempo per il concerto programmato dall’Associazione Amici della Musica per domenica 8 febbraio, data in cui doveva suonare l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta dall’ottimo Alessio Allegrini proprio nel nostro teatro, cornice perfetta per un evento di tale importanza. Invece il concerto sarà dirottato al solito Auditorium Officina delle Arti dove l’orchestra riuscirà a sistemarsi, magari un po’ stipata, e supplire all’indisponibilità del teatro principale.
E chissà se si farà in tempo per lo spettacolo di Ascanio Celestini, programmato per il 24 aprile. La vedo molto dura perchè i lavori dovrebbero durare appena tre mesi, compreso smontaggio e rimontaggio delle suppellettili e relative pulizie. Considerando la velocità con cui si procede di solito in questi casi ci vorrebbe un miracolo.
Direi, quindi, che siamo di fronte all’ennesima promessa non mantenuta, che si somma a quella del palazzetto (e a molte altre inserite nel programma elettorale). Di chi sarà la colpa ora? Dell’impresa? Del Commissario? Della passata amministrazione? O magari mia, che impegno troppo qualche amministratore sui social network e gli impedisco di concentrarsi nell’amministrare?

Luca Craia


giovedì 27 novembre 2014

Finalmente libera! Rimossa l’impalcatura da SS.Filippo e Giacomo

Gli abitanti della zona, i passanti e chiunque dal basso abbia alzato lo sguardo verso il centro velato di nebbia stamattina hanno avuto una piacevole sorpresa. Infatti ieri sera è stata rimossa l’impalcatura che circondava la chiesa della Prioria dopo due anni dall’inizio dei lavori di restauro. La rimozione era attesa da tempo perché i lavori sono sostanzialmente terminati fatta eccezione per alcune piccole rifiniture ma il ponteggio era ancora necessario per la sicurezza e per il trasporto del materiale da via Sant’Ugo all’interno della chiesa.
Ora finalmente possiamo rivedere SS.Filippo e Giacomo senza la cintura metallica che per due anni l’ha ricoperta per metterla in sicurezza, scongiurare il concreto rischio di crollo che si era manifestato recentemente e consentire di riportarla all’antico splendore e alla disponibilità dei Montegranaresi. A questo punto attendiamo la riapertura.
Il restauro era partito due anni fa per una decisione coraggiosa di don Umberto che si assunse, sostenuto dalla Curia di Fermo, l’onere di un grosso finanziamento che andasse ad aggiungersi a quello stanziato dalla CEI. Tutto ciò era indispensabile e improrogabile perché il tetto del tempio, a causa di un precedente restauro mal progettato e mal eseguito, rischiava di cadere e i segni dell’imminente pericolo erano ben manifesti (crepe, cadute di materiale).
Oggi i lavori sono pressoché finiti ma manca il restauro estetico della cinta bassa. Infatti si è provveduto a risanare tutte le tempere della volta e gli stucchi alti. Mancano però le tempere laterali, gli altari e, soprattutto, la magnifica pala dell’altare maggiore. Per questo servono altri soldi e don Sandro sta studiando le modalità tramite le quali reperirli. Speriamo che i Montegranaresi si dimostrino sensibili e sostengano il recupero totale di questa che può essere considerata la chiesa storicamente più importante del paese, dimora di Annibale Caro, luogo frequentatissimo da sempre che ha visto battesimi, matrimoni e funerali di miriadi di nostri concittadini.
Noi di Arkeo ci siamo già resi disponibili, già col concerto di domenica scorsa tramite il quale abbiamo raccolto delle offerte interamente destinate a questo scopo. Altre iniziative sono in cantiere, come un concerto in teatro di un famoso gruppo di musica pop-demenziale (non voglio anticipare altro), visite guidate studiate ad hoc e molte altre idee in corso di progettazione. Sosteneteci.

Luca Craia

mercoledì 14 maggio 2014

Arkeo in sopralluogo al Teatro Novelli



Stamattina, insieme all’ingegner Fabio Alessandrini, capo dell’Ufficio Tecnico comunale e alla dottoressa Letizia Vallesi, redattrice del nostro progetto di recupero del teatro Novelli, su incarico del commissario prefettizio dott. Ianieri abbiamo effettuato un sopralluogo al piano primo del Palazzo Comunale di Montegranaro per verificare lo stato del teatro Novelli e dell’intero piano al fine di studiare future soluzioni.
La situazione che abbiamo trovato è a dir poco allarmante. La volta in camorcanna del teatro, deliziosamente decorata a tempera, risulta fortemente danneggiata da infiltrazioni di acqua piovana dovute alla fatiscenza del tetto sovrastante. È preoccupante sia lo stato dei dipinti che quello della volta che potrebbe avere, in un tempo presumibilmente breve, danni strutturali irreparabili.
Altrettanto preoccupante la situazione igienica: all’interno dell’edificio dimorano numerosi piccioni, il suolo è lastricato di guano e numerose carcasse di animali morti giacciono a terra. L’odore è insopportabile.
È evidente la necessità di intervenire con la massima urgenza. Ovviamente il primo passo dovrà essere diretto verso l’igienizzazione dei locali, chiudendo l’accesso ai volatili e allontanando quelli presenti, per poi pulire e sanificare il tutto. Molto più complicato il recupero strutturale del tetto e del piano dell’edificio: sono numerose e copiose le infiltrazioni d’acqua, il tetto risulta imbarcato e questo solo per quanto riguarda la messa in sicurezza. Il recupero interno, poi, considerando impianti e suppellettili, sarà comunque pesantissimo. Occorre quindi muoversi con estrema sollecitudine per intercettare fondi utilizzabili per questo scopo, e la presenza del teatro può agevolare la ricerca di risorse, a patto che ci metta in azione immediatamente, sia per la ricerca dei fondi sia per scongiurare il verificarsi di nuovi ulteriori gravi danni.

Luca Craia

martedì 21 gennaio 2014

Lo stato dei lavori a SS.Filippo e Giacomo



A margine del concerto di Lorenzo Antinori di domenica pomeriggio, essendo la serata dedicata al restauro della Via Crucis di SS.Filippo e Giacomo, don Umberto ha voluto fare con i presenti il punto dello stato di avanzamento dei lavori di restauro della chiesa. Ci ha quindi rassicurati sulla celerità e precisione con cui la ditta incaricata sta procedendo tanto da far pensare ad un tempo ragionevolmente breve per la chiusura del cantiere. Per ora si sta ultimando la posa in opera delle capriate in acciaio che sosterranno le vecchie in legno danneggiate dal vecchio restauro. Una volta ultimata la sistemazione del tetto si passerà all’impiantistica e alle finiture interne.
Don Umberto ha tenuto a precisare che i lavori appaltati comprendono il consolidamento strutturale della chiesa, l’impiantistica e alcune finiture come la pavimentazione. Resteranno però esclusi lavori importanti di restauro soprattutto per quanto riguarda la parte pittorica, specie della volta, per la quale sarà necessario attingere ad altri fondi. Questi erano stati promessi più volte dallo Stato ma ancora non ve n’è traccia e quello che si sta facendo è finanziato dalla Cei e dalla Parrocchia stessa, con grandi sacrifici. La speranza è di poter riavere questo splendido tempio nel suo antico splendore.
Siamo anche stati informati che la cappellina dedicata alla Madonna di Lourdes è stata abbattuta. Questo dispiacerà certamente a molti Montegranaresi (non a me, la consideravo un obbrobrio, specie in quel contesto architettonico) ma è bene sapere che la sua demolizione ha consentito la scoperta e la riparazione di un gravissimo danno strutturale alla parete esterna che, altrimenti, sarebbe rimasto latente con conseguenze facilmente immaginabili. Al suo posto verrà ricavata una cappellina dedicata alla custodia delle reliquie del Beato Ugo.
Il fatto di avere scongiurato il potenziale crollo della preziosa chiesa e di poterla riavere presto aperta e funzionante va accolto come un grande passo avanti nel recupero del nostro patrimonio storico e artistico, e di questo dobbiamo ringraziare la sensibilità e il coraggio di don Umberto. Certo che un maggior coinvolgimento della città intesa come comunità e come politica potrebbe portare a risultati ancora più soddisfacenti.

Luca Craia