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domenica 2 febbraio 2014

Scatta il coro dei “non è colpa mia”.



Come nella migliore tradizione, scoperta la marachella, i bambini si giustificano. Sembra quasi la scena del tunnel dei Blues Brothers, quanto il mai abbastanza compianto John Belushi accampa le più fantasiose scuse di fronte all’arrabbiatissima ex fidanzata armata di mitra. Uno non ne sapeva niente, l’altro s’era addormentato durante la riunione di giunta, un altro ancora c’aveva l’influenza.
Bella la giustificazione dell’ultimo ex sindaco, che prima sbandierava la continuità col suo predecessore e ora prende uno dei dischi volanti che svolazzano sulla città per distanziarsene il più possibile. Dice l’ultimo nostro primo cittadino che, all’epoca del fattaccio, era un semplice consigliere e quindi non era tenuto a informarsi su queste cose. Così apprendiamo che essere Consigliere Comunale è una leggera responsabilità per la quale si può anche votare senza informarsi.
Poi, quando nel 2011 arriva la proposta di accordo transattivo da parte del tribunale (mica di Pinco Pallino), il Sindaco non fu in grado di accoglierla perché esisteva una relazione degli uffici comunali che valutava l’area 46.000 € e non 300.000 come stimato dal CTU. Quindi a sbagliare sono tutti meno gli amministratori: il CTU eccede nella valutazione (anche se poi il Giudice, nella sentenza, fa di peggio) e gli Uffici Comunali che sottovalutano l’area. Ergo la colpa non è del Sindaco e della sua Giunta che sono stati vittime della scarsa professionalità di mezzo mondo. Solo che, quando ad esempio ci si vantava dei bilanci in ordine, anzi, virtuosi, il merito era tutt’altro che dei tecnici.
Infine è piuttosto spaventevole l’invito che l’ex Sindaco fa a ricorrere in appello così, come se fosse una gara di corsa campestre. Il merito della sentenza non meriterebbe alcun ricorso che potrebbe essere posto solo in funzione della congruità dell’importo da pagare. Anche fosse, però, si potrebbe abbassare la cifra che non arriverà mai, con ogni probabilità, ai 300.000 che si potevano pagare tre anni fa, con un notevole risparmio. L’appello, comunque, non è certamente gratuito e un’eventuale richiesta di sospensiva, ventilata sempre dall’ex primo cittadino, rimanderebbe soltanto il problema, anche questo come da tradizione: intanto sfanghiamo le elezioni.
Insomma: non è colpa mia ma di quel cattivo del giudice e di quell’incompetente dell’impiegato.

Luca Craia