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mercoledì 5 febbraio 2014

Il giochetto infantile delle responsabilità di rimbalzo



Poca la qualità di questi primi abbozzi di campagna elettorale, probabilmente viziata dalle mattonate giudiziarie che arrivano come se piovesse. I toni sono di un livello tristissimo a leggere oggi le dichiarazioni di Gismondi che, anziché provare a dare nuove argomentazioni per difendere l’indifendibile, accusa la candidata della lista più accreditata a batterlo, quella lista “stranamore” che finalmente ha un nome, nientepopodimenochè…. di essere moglie di un ex assessore di Basso come, del resto, è stato anche lui stesso. Quindi, ricapitolando, a discolpare Gismondi sarebbe il fatto che Luigi Catini, marito di Ediana Mancini, ne sapesse quanto lui. E questo è quello che noi elettori dobbiamo (meritiamo di) sapere.
Ora il ragionamento è questo: se è possibile che un amministratore non conosca gli atti che la giunta di cui fa parte compie, questo vale sia per Gismondi che per Catini. Per cui se secondo Gismondi Catini doveva essere al corrente dei fatti, non si capisce perché egli stesso non lo fosse. Era distratto? Dormiva?
Altro ragionamento, forse più importante del precedente. Che c’entra ciò che eventualmente può aver saputo in merito alla vicenda Catini con la candidatura della moglie? Si insinua qualcosa o è solo infinitamente basso il livello dello scontro? Se è vera la seconda ipotesi, come credo, voglio proprio vedere dove si arriverà.

Luca Craia