martedì 10 febbraio 2015
lunedì 9 febbraio 2015
E' stata tua la colpa
Una vecchia canzone di Bennato, tratta da quel capolavoro che è Burattino senza fili, ancora estremamente attuale.
Quanto costa essere onesti? La storia di Bennardo, vittima di usura – di Anna Lisa Minutillo
Non è semplice parlare di questa
situazione. Non è semplice per via della vergogna che provo come persona
principalmente, ma anche come cittadina di una nazione che si reputa “civile”.
Non è semplice perché non riesco a pensare a una società indifferente che
predica bene e razzola male, non è semplice perché so che molte persone sono
ancora oneste e legate alla vita ma, ci provo ugualmente sperando di dare voce
(come piace fare a me) a chi non ha voce, a chi spesso viene abbandonato oltre
che dalle istituzioni dalle persone che usano parole come lealtà, onestà ma
poco accompagnano le parole ai fatti.
Questa è la storia di un uomo che
non ha abbassato la testa e che avrebbe bisogno di credere ancora almeno in
qualcuno di noi e mi auguro di poter dare la conferma che non siamo tutti
uguali e che con un piccolo gesto che a noi costa poco, per lui e per la sua
famiglia si possa prospettare un futuro migliore di quello che sono costretti a
vivere al momento.
È con molta dignità e anche con
pudore che Bennardo Raimondi inizia il suo racconto. La voce è ferma, ma a
tratti incrinata dalla delusione che lo attanaglia dal senso di insoddisfazione
e precarietà che riempie i suoi giorni, dalla malinconia e dal rimpianto di
essersi comportato da persona onesta e ritrovarsi poi da solo a combattere
contro i mulini a vento, questo il suo racconto per tutti noi.
“Mi chiamo Bennardo Raimondi sono un artigiano ceramista presepista di Palermo da oltre 38 anni. Ho 53 anni sposato con 2 figli di cui uno con gravi problemi di malformazione all’intestino. Nel 2003 ho chiuso la mia attività con 8 dipendenti perche soffocato dai debiti, dagli usurai, dai debiti con le banche. Nel 2006 ho denunciato queste persone e lo scorso anno si è concluso il processo con la condanna di alcuni di loro. Io ho fatto il mio dovere e non mi pento, ma mai avrei pensato di perdere non solo tutto a livello materiale, ma anche tutto a livello umano: non ho più clienti, amici e neanche parenti. Mi sono ridotto a elemosinare davanti alle chiese e anche lì con enorme fatica dato che molti parroci hanno paura di ospitarmi oppure accampano scuse . Vivo nell’isolamento e nell’indifferenza di una società molto strana; per ben 4 volte ho inviato lettere al presidente della regione Sicilia on. Crocetta, ma non ho mai ricevuto nessuna risposta, ho scritto al M5s ed anche da loro non ho ricevuto nessuna risposta, al sindaco Orlando, alla commissione antimafia, a vari politici e assessori ma nulla il silenzio più totale. Solo Papa Francesco ecco, solo lui mi ha risposto e mi ha mandato un assegno di mille euro che con fatica non avendo un c/c ho potuto riscuotere. Attendo un risarcimento danni come parte civile, ma non si sa come mai nessuna delle 8 associazioni antiracket presenti a Palermo, pur essendosi costituite come parte civile, non siano state in grado di far chiarezza sulla mia vicenda anzi le associazioni pretendevano per poter partecipare a eventi anche soldi da me. Vivo in una città dove chi denuncia andando controcorrente viene visto peggio di un mafioso. Quasi un anno fa mi hanno sfrattato da dove abitavo perché davo fastidio ai boss della zona. Ho dovuto trasferire mia figlia da una scuola perchè la insultavano per colpa mia, le dicevano: “tuo padre è “spiuni” (uno spione), anche per questa operazione di trasferimento ho avuto difficoltà poiché molte scuole per paura non la volevano fra i loro alunni. Allora vi domando: questi cortei questi striscioni a favore di Falcone e Borsellino a cosa servono? Sono una farsa? Hanno solo scopi politici o altro? A cosa che serve tutto ciò se poi un artigiano che ha denunciato viene trattato come un sacco di immondizia? Non chiedo altro che ricominciare a lavorare con dignità come ho sempre fatto nella vita, producendo, vendendo come un semplice artigiano e non come se fossi un mafioso. In questo momento a casa mia mancano delle medicine, ho inviato decine e decine di messaggi ed email nessun aiuto. Il giorno 8 marzo del 2013 ho tentato il suicidio sono stato tratto in salvo dai carabinieri, ma oggi non intendo suicidarmi! Ho moglie e figli e delle responsabilità nei loro confronti, voglio battere il pugno per ciò che mi spetta di diritto perché io il mio dovere l’ho fatto nel 2006 con enormi sacrifici rimettendoci tutto. Chi volesse visitare il sito http://www.bennardomarioraimondi.weebly.com per visionare i miei lavori. Spero che qualcuno sappia cosa significa disperazione e soprattutto l’isolamento. Diceva padre Puglisi: “non ho paura del chiasso, ma del silenzio” mi sento come un naufrago in mezzo al mare solo che per gli immigrati fortunatamente vi sono degli interventi. Perché allora per RAIMONDI BENNARDO MARIO no? Solo perche ho denunciato i mafiosi? Ma io so essere onesto nella vita, mi hanno insegnato solo questo e non dovrei viverla come una colpa, ma come un dono questa cosa. Il miglior modo per ricevere aiuto sarebbe quello di darmi la possibilità di creare e vendere le mie opere per ridarmi anche una dignità.”
“Mi chiamo Bennardo Raimondi sono un artigiano ceramista presepista di Palermo da oltre 38 anni. Ho 53 anni sposato con 2 figli di cui uno con gravi problemi di malformazione all’intestino. Nel 2003 ho chiuso la mia attività con 8 dipendenti perche soffocato dai debiti, dagli usurai, dai debiti con le banche. Nel 2006 ho denunciato queste persone e lo scorso anno si è concluso il processo con la condanna di alcuni di loro. Io ho fatto il mio dovere e non mi pento, ma mai avrei pensato di perdere non solo tutto a livello materiale, ma anche tutto a livello umano: non ho più clienti, amici e neanche parenti. Mi sono ridotto a elemosinare davanti alle chiese e anche lì con enorme fatica dato che molti parroci hanno paura di ospitarmi oppure accampano scuse . Vivo nell’isolamento e nell’indifferenza di una società molto strana; per ben 4 volte ho inviato lettere al presidente della regione Sicilia on. Crocetta, ma non ho mai ricevuto nessuna risposta, ho scritto al M5s ed anche da loro non ho ricevuto nessuna risposta, al sindaco Orlando, alla commissione antimafia, a vari politici e assessori ma nulla il silenzio più totale. Solo Papa Francesco ecco, solo lui mi ha risposto e mi ha mandato un assegno di mille euro che con fatica non avendo un c/c ho potuto riscuotere. Attendo un risarcimento danni come parte civile, ma non si sa come mai nessuna delle 8 associazioni antiracket presenti a Palermo, pur essendosi costituite come parte civile, non siano state in grado di far chiarezza sulla mia vicenda anzi le associazioni pretendevano per poter partecipare a eventi anche soldi da me. Vivo in una città dove chi denuncia andando controcorrente viene visto peggio di un mafioso. Quasi un anno fa mi hanno sfrattato da dove abitavo perché davo fastidio ai boss della zona. Ho dovuto trasferire mia figlia da una scuola perchè la insultavano per colpa mia, le dicevano: “tuo padre è “spiuni” (uno spione), anche per questa operazione di trasferimento ho avuto difficoltà poiché molte scuole per paura non la volevano fra i loro alunni. Allora vi domando: questi cortei questi striscioni a favore di Falcone e Borsellino a cosa servono? Sono una farsa? Hanno solo scopi politici o altro? A cosa che serve tutto ciò se poi un artigiano che ha denunciato viene trattato come un sacco di immondizia? Non chiedo altro che ricominciare a lavorare con dignità come ho sempre fatto nella vita, producendo, vendendo come un semplice artigiano e non come se fossi un mafioso. In questo momento a casa mia mancano delle medicine, ho inviato decine e decine di messaggi ed email nessun aiuto. Il giorno 8 marzo del 2013 ho tentato il suicidio sono stato tratto in salvo dai carabinieri, ma oggi non intendo suicidarmi! Ho moglie e figli e delle responsabilità nei loro confronti, voglio battere il pugno per ciò che mi spetta di diritto perché io il mio dovere l’ho fatto nel 2006 con enormi sacrifici rimettendoci tutto. Chi volesse visitare il sito http://www.bennardomarioraimondi.weebly.com per visionare i miei lavori. Spero che qualcuno sappia cosa significa disperazione e soprattutto l’isolamento. Diceva padre Puglisi: “non ho paura del chiasso, ma del silenzio” mi sento come un naufrago in mezzo al mare solo che per gli immigrati fortunatamente vi sono degli interventi. Perché allora per RAIMONDI BENNARDO MARIO no? Solo perche ho denunciato i mafiosi? Ma io so essere onesto nella vita, mi hanno insegnato solo questo e non dovrei viverla come una colpa, ma come un dono questa cosa. Il miglior modo per ricevere aiuto sarebbe quello di darmi la possibilità di creare e vendere le mie opere per ridarmi anche una dignità.”
La chiacchierata si è conclusa e
io sono stata ad ascoltare senza interrompere, come faccio sempre quando mi
capita di raccogliere storie di dolore e disperazione come questa. Bennardo per
rispetto e dignità non dice che a Giugno suo figlio dovrà recarsi a Roma
all’ospedale Sandro Pertini dove ha una visita prenotata e non sa davvero come
fare data la situazione di ristrettezza economica in cui versa. Questa cosa ve
la confido io poiché so che chi mi segue ha un’anima grande che riesce ad
andare oltre, oltre all’apparenza di un mondo che sta ancora in piedi grazie
alla condivisione e al rispetto per la vita e per alcuni valori che poi sono
gli stessi che la rendono così bella questa vita!
Anna Lisa Minutillo
Ovviamente tutte le cose dette sono verificabili in qualunque momento poiché Bennardo Raimondi può fornire tutta la documentazione riferita sia al suo trascorso che alla salute di suo figlio.
Fare turismo coi cartelli sbagliati
Un piccolo sforzo che l’amministrazione comunale di Montegranaro dovrebbe compiere, con costi bassi e facilità di esecuzione, è il rifacimento della segnaletica turistica stradale. I cartelli sono tutti sbagliati, non ce n’è uno esatto. Ci sono cartelli che indicano la chiesa del SS.Salvatore evidentemente intendendo la chiesa di San Francesco (sede della parrocchia del SS. Salvatore) visto che la suddetta chiesa non esiste più (in realtà ne esiste una porzione - scoperta da Arkeo - ma inaccessibile). Ci sono cartelli che indicano la chiesa di San Liborio come se questa fosse attrattiva turistica. La datazione di Sant’Ugo è sbagliata. Non vengono mai indicate le chiese di San Pietro e dei SS. Filippo e Giacomo, tantomeno palazzo Luciani-Ranier, palazzo Conventati, palazzo Cruciani. Rifare i cartelli costerebbe poco e darebbe un’idea meno raffazzonata del concetto di turismo che abbiamo dalle nostre parti.
Luca Craia
sabato 7 febbraio 2015
Forza Italia a Montegranaro per tornare a vincere
“Centro destra per tornare a
vincere” è il titolo del convegno che si terrà oggi pomeriggio alle ore 18.00
nell’oratorio San Giovanni Battista di Montegranaro. Un incontro voluto dal
Presidente del club locale, Giorgia Torresi e dal responsabile Forza Italia per
Montegranaro Gianluca Franceschetti, nonché dall’ex sindaco e consigliere
comunale Gastone Gismondi per rilanciare il centro destra nella provincia con
un occhio puntato alla regione. I forzisti nostrani sentono il bisogno di
rinnovarsi e vogliono dibattere sulle modalità di rinascita di un movimento
che, a ben vedere, sta trovando serie difficoltà sia a livello nazionale che
locale.
Ospiti d’onore saranno due
esponenti di spicco del movimento che fa capo a Berlusconi: il senatore Remigio
Ceroni e il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli. In particolare si pone l’accento
sulla presenza di Castelli, personaggio che sta diventando davvero rilevante a
livello politico nazionale e che sembra accreditato di buone probabilità di
correre per la leadership del movimento quando e se il Cavaliere deciderà di
dare spazio.
Per Giorgia Torresi e Gastone
Gismondi è un’occasione di dibattito importante che sperano possa lanciare una
discussione su larga scala circa le modalità di rinnovamento per, appunto,
tornare a vincere. Intanto si guarda alle prossime elezioni regionali per le
quali si vocifera da tempo a proposito di una candidatura dello stesso Gismondi
che, però, non conferma né smentisce: ci sta ancora pensando.
E Viviamo Montegranaro che ruolo
ha in tutto questo? È completamente estraneo ad ogni rapporto col movimento
berlusconiano, assicurano Gismondi e Torresi. Viviamo Montegranaro è un
movimento civico cittadino dove confluiscono persone con storie e culture
politiche diverse. L’unico legame, sempre secondo Gismondi, è dato dalla sua
personale militanza in Forza Italia. Pare però evidente che, in caso di sua
candidatura alle regionali del 2015, il movimento civico montegranarese sarà
pronto a dare manforte ai forzisti per farlo eleggere.
E i personaggi di destra che
compongono l’attuale maggioranza cittadina, in contrapposizione con lo stesso
Gismondi, come si comporteranno? Parteciperanno al convegno o se ne terranno
fuori? Lo scopriremo solo vivendo.
Luca Craia
venerdì 6 febbraio 2015
Arkeo per la scuola: scopriamo il territorio da fuori, da dentro e da sotto.
Il laboratorio svolto per conto
dell’IC Montegranaro lo scorso mese di gennaio, durante il quale abbiamo
lavorato insieme ai ragazzi di prima media e ai loro insegnanti di lettere
sulle leggende locali e la loro perpetuazione nella tradizione orale popolare,
è stato il preludio per una collaborazione molto più intensa che si è
concretizzata nel corso di questa settimana in cui Arkeo è stato impegnato, con
l’ausilio di molti dei suoi volontari, nel portare i ragazzi di prima media
alla scoperta del territorio montegranarese.
Un laboratorio nato per la
settimana alternativa che si è sviluppato nel corso di tutta la settimana
tramite cinque appuntamenti quotidiani che hanno fatto conoscere ai ragazzi
Montegranaro sotto tutti i suoi aspetti: lunedì abbiamo mostrato il paese da fuori, portando gli studenti alla
scoperta delle campagne e dei loro tesori, dal torrione alle case di terra,
dalle fonti alle caratteristiche naturalistiche del paesaggio. Martedì è stata
la volta del gioiello più prezioso di Montegranaro: Sant’Ugo, dove i ragazzi
hanno lavorato per capire al meglio gli affreschi, l’architettura e la storia
di questo luogo magico.
Mercoledì hanno, invece, conosciuto Montegranaro da dentro, camminando lungo i vicoli
del centro storico alla scoperta di preziosità ma anche di scorci e angoli
nascosti. Giovedì si è lavorato in aula, con l’ausilio del Professor Verducci,
insegnante d’arte, col quale abbiamo elaborato quanto visto in forma grafica.
Infine il venerdì, ultimo giorno, i ragazzi hanno visto Montegranaro da sotto, tramite la proiezione di
immagini relative alla mappatura degli ipogei condotta da Arkeo e dal Gruppo
Speleo del CAI e la spiegazione di cosa abbiamo trovato.
Gli studenti si sono dimostrati
molto attenti, partecipi, e sono stati decisamente parte integrante del
progetto proponendo, chiedendo, interpretando. Si è trattato di un esperimento
molto positivo per la nostra associazione, al quale abbiamo partecipato con slancio
ed entusiasmo perché riteniamo da sempre i giovani il veicolo principale per
far arrivare in tutte le famiglie la consapevolezza dell’importanza di
salvaguardare e promuovere i nostri beni culturali.
Il ringraziamento doveroso va
alla Dirigente Scolastica Annalena
Matricardi che ha creduto nel nostro progetto e ci ha dato l’opportunità di
praticarlo, alle professoresse Michela
Paoletti e Letizia Calamante per
averlo sponsorizzato e Anna Biondi e Claudio Verducci coi quali abbiamo
collaborato in modo estremamente positivo e proficuo.
Luca Craia
giovedì 5 febbraio 2015
A proposito di acquisizioni e ristrutturazioni
Torno sull’argomento dello
stabile donato al Comune e da questo accettato di buon grado perché non
capisco. Lo stabile necessita di ristrutturazioni e questo rende l’operazione
onerosa per il Comune. Ieri (leggi l’articolo)
mi chiedevo se l’atto in sé non costituisca un pericoloso precedente in quanto,
in assenza di un progetto preciso nel quale questa operazione vada a inserirsi,
qualsiasi cittadino che voglia liberarsi di un bene non remunerativo ma gravoso
economicamente potrebbe farne dono al Comune il quale, poi, almeno
politicamente, dovrebbe trovare una valida motivazione per un eventuale
diniego.
Oggi leggo sul Corriere Adriatico
la questione del Mattatoio, del quale, francamente, mi ero dimenticato. L’edificio
dell’ex mattatoio comunale giace in condizioni pietose ormai da anni. Lo stabile,
di per sé, potrebbe essere di grande utilità se in buone condizioni: ha una
cubatura notevole e è situato a due passi da viale Gramsci, il che ne fa un
ottimo luogo dove destinare un centro sociale, molto più appetibile di un
edificio in via Magenta, per capirsi. Ora mi domando: se il Comune di
Montegranaro non è in grado di gestire in maniera decorosa e di mettere a
frutto il proprio patrimonio immobiliare esistente, perché va ad incrementarlo
con immobili anch’essi necessitanti di interevento? Perché non interviene prima
sull’esistente garantendone l’integrità (anche economica) e servendosene al
meglio?
Ricordiamo che il Comune possiede
diversi edifici in città, molti dei quali in pessime condizioni. Ma, al di là
di questo, vale la pena dedicare un pensiero al Municipio che è inagibile nell’intero
piano primo.
Temo due cose: la prima è quella
che già ho illustrato, ossia che pervengano una lunga serie di donazioni
onerose. La seconda è che lo stabile di via Magenta, nel tempo, faccia la fine
del mattatoio: un altro rudere e un altro problema da risolvere. A carico dei
cittadini.
Luca Craia
mercoledì 4 febbraio 2015
Immobili regalati al Comune: un precedente pericoloso votato all’unanimità.
L’ultimo Consiglio Comunale di
Montegranaro ha sancito l’acquisizione, da parte del Comune stesso, di un
vecchio opificio dismesso da anni che è stato donato dai proprietari. Il
Consiglio Comunale ha ravvisato in questa acquisizione un qualcosa di positivo
per la cittadinanza che a me, francamente sfugge e ne ho già parlato in
precedenza (vedi l’articolo).
Pensare di realizzare un centro sociale o qualcosa di simile in un contesto
urbanistico di degrado sociale per il quale ci si sta sostanzialmente
arrendendo in funzione di una dichiarata incapacità di investire sul problema
mi pare assolutamente contraddittorio, inutile e segno evidente dell’ormai
conclamata assenza di una visione d’insieme del problema.
Ma l’acquisizione rappresenta
anche un pericoloso precedente. Analizziamo: quanti vecchi laboratori dismessi
esistono nel centro del paese? Tantissimi. Che rimuneratività hanno? Meno di
zero. Quanto costano tra tasse e manutenzione? Troppo. Conviene al proprietario
liberarsene donandoli al Comune? Assolutamente sì. Conviene al Comune
acquisirli e spenderci soldi quando non ci sono soldi nemmeno per intervenire
sulle case pericolanti del centro storico? Ditemelo voi.
Secondo il Consiglio Comunale,
che ha votato favorevolmente all’unanimità per l’acquisizione pare di sì (dimostrando che neanche l'opposizione ha un progetto concreto per il centro storico e che, sostanzialmente, non conosce il problema), che
il Comune ne abbia convenienza. Io dico che, da oggi, chiunque possiede un
rudere se ne può liberare donandolo al Comune, evitando problemi e il pagamento
delle tasse su immobili che rendono meno di zero. E voglio vedere come possa il
Comune rifiutare visto il precedente.
Luca Craia
martedì 3 febbraio 2015
Con “Sarà un Paese” un messaggio positivo dalle associazioni.
Parte da un’idea di Milko Cotica,
il presidente dell’associazione Extravillage, la proiezione gratuita del film “Sarà un Paese” di Nicola Campiotti, il lungometraggio
sostenuto dall’Unicef e dal Mibac che, al confine tra documentario e finzione,
cerca di portare un messaggio di speranza per un Paese in difficoltà come il
nostro. Ed è proprio per amplificare il messaggio positivo che le associazioni Arkeo, GO Genitori Oggi, L’Altritalia, GTM,
Oltre, Archeoclub, Il Labirinto, Granarium e, naturalmente Extravillage, insieme alla Pro
Loco hanno aderito all’invito di Cotica. L’intento è di dare il via a una
rassegna che, come dice Milko Cotica, vada a “proporre alla cittadinanza una
rassegna che guardi al futuro con ottimismo e con quella mentalità propositiva
che, giorno dopo giorno, sta venendo meno”. Sarà, quindi, solo il primo di una
serie di film proposti per dare un messaggio di speranza. La proiezione avverrà
presso l’Auditorium Officina delle Arti venerdì 6 febbraio alle ore 21,00. L’ingresso
è gratuito. L’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Montegranaro.
Luca Craia
Forse ritrovata la cripta dell’antica Prioria di SS.Filippo e Giacomo
L’antica chiesa dei SS.Filippo e
Giacomo fu edificata presumibilmente nel
XIV secolo lungo le mura orientali a poca distanza dall’attuale Chiesa di Sant’Ugo
ma, contrariamente a quest’ultima, all’interno del castello. Come si sa l’intitolazione
fu trasferita dalla stessa Sant’Ugo (che era, appunto, intitolata ai SS.Filippo
e Giacomo) quando questa venne dedicata al beato silvestrino.
La finestra gotica murata |
L’esatta ubicazione della prima
priorale è incerta ma si è sempre supposto che insistesse sulla stessa area
dove, nella seconda metà del ‘700, venne eretta l’attuale. Osservando, però, la
presenza di una grande finestra gotica murata sulla parete sinistra del sagrato
dell’attuale prioria, e alcune finestre poste in alto sulla parete che corre
lungo via Volontari partendo dalla porta della canonica a scendere, si può
supporre che l’antica SS.Filippo e Giacomo insistesse, contrariamente a quanto
si pensa, sul terreno dove ora è eretta la canonica.
Finestra alta |
A suffragio di questa tesi va il recente
ritrovamento casuale da parte mia di un locale seminterrato posto al di sotto
di via Volontari e accessibile da via Sant’Ugo, che presenta caratteristiche
che potrebbero far pensare a una cripta. In effetti, il locale è di forma quasi
perfettamente quadrata, con una colonna centrale in laterizi che raccorda
quattro piccole volte a crociera. Il locale è aperto su un solo lato e, al suo
interno, si nota un’apertura murata con arco a sesto acuto posta a un livello più basso rispetto al
pavimento che potrebbe portare a locali sotterranei posti a un livello
ulteriormente più basso.
Ovviamente ora è necessario
effettuare rilievi più precisi, ma l’ipotesi che quel locale possa essere la
cripta della seconda edificazione di SS.Filippo e Giacomo, quella retta, per
intendersi, da Annibale Caro, è piuttosto affascinante.
Luca Craia
Le telecamere non sono la soluzione.
Non valuto negativamente la
volontà di dotare Montegranaro di un sistema di videosorveglianza. Certamente
le telecamere possono essere un valido deterrente per atti vandalici e piccola
criminalità. Installate in punti strategici possono diventare uno strumento
valido per rendere alcune zone del paese più sicure, ad esempio il Campo dei
Tigli. Pensare, però, che questa sia la soluzione del problema è sbagliato e
può rivelarsi pericoloso.
Il susseguirsi di atti vandali ed
episodi di microcriminalità hanno una radice profonda che va ricercata all’interno
della società ed estirpata. In questo la videosorveglianza può essere solo uno
degli strumenti da utilizzare e non l’unico. Certamente non è risolutiva. La
questione risiede, prima di tutto, nella progressiva degradazione della qualità
della vita nel centro del paese. Montegranaro è una città fantasma o quasi.
Esistono aree urbane che sono in mano a teppisti e delinquentelli. I giovani
non hanno spazi vivibili e rinunciano a frequentare il loro paese. Tutto questo
non si può combattere con una telecamera.
La società sta imbarbarendo, e
questo avviene in tutta Italia. Analizzando la situazione montegranarese
vediamo evidenti segni di alienazione da parte di ceti sociali più deboli e di
giovani italiani e di origine straniera che faticano a trovare un’integrazione
equilibrata. Da un punto di vista strettamente sociale ad oggi non si sono
registrate iniziative valide per correggere l’anomalia.
Urbanisticamente Montegranaro è
una città abbandonata, non esistono aree adatte alla socializzazione e allo
scambio umano. Non esistono strutture capaci di attrarre i giovani e farli
incontrare. Non esistono spazi permanenti di aggregazione. Questo porta al pressoché
totale spopolamento del paese durante il tempo libero. La domenica Montegranaro
è deserta, i giovani vanno altrove, gli adulti non frequentano il paese. Gli
spazi così lasciati liberi vengono occupati da disadattati, alienati, teppisti
e vandali. Le conseguenze sono evidenti.
È ovvio che serva un maggior
controllo e in questo la videosorveglianza è sicuramente uno strumento idoneo. Ma
serve una politica sociale, serve rivitalizzare il paese, serve dare ai
Montegranaresi le giuste motivazioni per riappropriarsi degli spazi pubblici,
serve incentivare gli operatori a organizzare strutture per l’aggregazione,
serve stimolare l’economia perché si investa in luoghi di incontro. Un paese
vivo e pieno di gente che lo rende vivo avrebbe molti meno problemi di ordine
sociale. Se non si ragiona con un progetto complessivo e interconnesso tra le
varie sfaccettature del problema, la telecamera rimane uno strumento la cui
utilità sarà estremamente relativa.
Luca Craia
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Antonelli: la mozione esiste. Ecco la copia protocollata.
Ricevo dal Presidente del Consiglio Comunale Walter Antonelli la copia della mozione di cui si sta dibattendo in questi giorni. (leggi gli articoli precedenti: articolo 1 - articolo 2)
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