giovedì 18 dicembre 2014

RACCONTI. C’ERA UN A VOLTA: FAVOLA A O REALTÀ - DI ANNA LISA MINUTILLO



C’era una volta lo splendore e l’incanto dello sguardo che vagava per il mondo sapendo che avrebbe incrociato prima o poi quello di altre persone che navigavano alla ricerca dei sogni da realizzare.

C’era una volta l’armonia dei giochi semplici, dei profumi e dei cortili che si abbellivano sempre quando vi era un avvenimento da festeggiare, un istante da fermare, un’emozione da catturare .

C’era una volta il calore degli abbracci che si dispensavano come doni caduti dal cielo, che contenevano tutte le parole non dette, tutte le promesse che si volevano realizzare, tutte le speranze da rincorrere nei sorrisi e nei cuori di chi senza bisogno di sentirci parlare, solo guardandoci si rendeva conto di come stavamo.

C’era una volta l’attesa di una telefonata a casa da fare o da ricevere di nascosto per timore dei sentimenti, perché non si voleva far capire cosa stesse accadendo alle nostre giovani vite tutte ancora da vivere, non si volevano palesare i nostri primi batticuori per lo studentello dinoccolato ed anche un po’ imbranato che dopo mesi e impegnandosi molto era riuscito a conquistarsi il nostro numero di telefono.

C’era una volta l’odore del Natale, il profumo degli agrumi e della cannella, il calore della casa, le fiabe da leggere e condividere, i regali sotto l’albero da scartare rigorosamente dopo la mezzanotte, i momenti da immortalare, i bigliettini da leggere ad alta voce dove trovavamo il coraggio di scriverci ciò che non riuscivamo a dirci durante l’anno e l’importante non era tanto il regalo ma lo stare tutti insieme.

C’era una volta l’amicizia quella vera quella disinteressata, quella che ti faceva diventare complice e custode di segreti e di bugie, di marachelle da non raccontare a nessuno, di esperienze da provare, delle prime sigarette fumate di nascosto, delle prime “bigiate” a scuola ,dei primi appuntamenti quelli che ti sconvolgevano il cuore e ti facevano pensare che quello fosse realmente l’amore.

C’era una volta la solidarietà, il possedere molto poco ma quel poco essere in grado di suddividerlo in tanti piccoli spicchi che potessero illuminare anche se per pochi istanti le vite altrui.

C’era una volta la comprensione per chi stava peggio di noi, per chi non riusciva a comprare tutti i mesi vestiti ai propri bambini ed allora li si aiutava, gli si passava gli indumenti smessi ma sempre lindi di cui si aveva molta cura poiché vi erano solo quelli.

C’era una volta il cielo che ci soffermavamo spesso a guardare sia durante il giorno che la sera quando si trapuntava di stelle ed illuminava le nostre notti, quelle che dopo aver spento la lampada sul comodino sembravano diventare nere e scure ma era solo questione di attimi e poi si illuminavano di sogni e stelle eh si perché allora riuscivamo ancora a vederle le stellate.

C’era una volta il mare, il suono della chitarra in spiaggia, i falò pieni di fiammelle rosse e scoppiettanti che ti facevano diventare romantica, che ti facevano fermare il tempo negli occhi di chi non sapeva quanto avevi iniziato ad amare silenziosamente.

C’era una volta la musica, i cantautori, i testi che riempivano di suggestione le giornate, le parole che non riuscivi a dire mai ma che urlavi a squarciagola quando le cantavi, c’era il ritmo, i primi balli, le prime uscite in discoteca, l’entusiasmo per i primi passi verso l’indipendenza.

C’era una volta la libreria che iniziava a riempirsi, questi testi che acquistavi rinunciando magari ad un’uscita in più, quei libri che ancora ti accompagnano oggi in cui ti rifugi chiudendo il mondo fuori, quelle poesie che ti accompagnano da sempre, quel rumore di pagine che si girano di notte quando tutti riposano e tu non vuoi smettere di leggere per riuscire a capire come andrà a finire ciò che stai leggendo, l’odore della carta.

C’era una volta il mare quel mare con le onde che facevano fragore, quel mare che aveva fondali belli da togliere il fiato, quel mare in cui ti abbandonavi e su cui a bordo di una piccola barchetta a remi ti allontanavi perché non ne avevi mai abbastanza di guardarlo, di restare in sua compagnia e in cui ti tuffavi per riemergere solo quando il fiato non ti bastava più, quel mare che oggi è stato sporcato, che trasporta speranze e sogni ma spesso diventa la tomba dei sogni di queste anime naviganti.

C’era una volta la voglia di sognare senza il rischio di sentirsi ridicoli, la cura per le nostre ambizioni, la voglia di fare, la voglia di reagire, il desiderio di realizzare i propri obbiettivi senza arrendersi prima di averci provato realmente.

C’era una volta il silenzio quello vero che parlava al cuore e non ti tartassava la testa con tutte queste futili voci che non danno valore aggiunto a ciò che in anni hanno creato per poi distruggere.

C’era una volta l’onestà, la trasparenza il rispetto per le vite altrui, l’integrità morale, la cura per chi restava indietro.

C’era una volta la semplicità, la libertà di poter esprimere un gesto senza il timore di essere equivocati o di apparire falsi .

C’era una volta l’amore quello puro, quello che non dava ansia, quello che ti innalzava sopra il cielo perché non ti rendeva vittima di così tante uccisioni come accade ora in nome del progresso e dell’apertura mentale.

C’era una volta l’educazione, il rispetto per modi differenti di pensare, la pazienza, il senso del sacrificio che non ti dava la competizione per l’accettazione perché tu eri tu indipendentemente da ciò che possedevi o meno.

C’era una volta il lavoro, quello che ti dava una dimensione nel mondo, quello che ti permetteva di metterti alla prova, quello che ti dava un reddito e ti permetteva di toglierti qualche soddisfazione una volta ogni tanto, ora ci sono solo fabbriche vuote, piene solo dei ricordi che restano dentro quando tutto cessa e smetti di vivere sereno anche tu.

C’era una volta la scuola che ti formava, che ti aiutava a crescere a migliorare a convivere con realtà differenti ma che soprattutto funzionava, le insegnanti erano contente e diventavano quasi delle seconde mamme, ora quando va bene vengono sfruttate e sostituite molto spesso senza permettere loro di dimostrare il loro valore.

C’era una volta ed ora non c’è più (o c’è molto poco) la politica che funzionava, gli ideali che smuovevano generazioni, la voglia di essere giusti e di occuparsi realmente e fattivamente del popolo, ora c’è la voglia di essere egoisti e superficiali, di riempirsi le tasche a costo dei sacrifici altrui e quando si viene scoperti si viene anche premiati .

C’era una volta la pace, i colori ,le feste di paese, le danze popolari, i mercatini con pochi prodotti ma buonissimi, i casolari di campagna che ora per vedere dobbiamo sostituirli con gli agriturismi ma spesso non gli si avvicinano nemmeno un po’.

C’era una volta il camino che raccoglieva tutta la famiglia, i vicini di casa, i parenti donando il gusto della convivialità, ora si rientra, ci si barrica in casa e si ha il timore nel fare tardi la sera perché dobbiamo attraversare angoli della città che temiamo.

C’era una volta il coraggio di parlare, la voglia di reagire, il senso della giustizia e della verità e ci siamo noi qui e ora, piccoli pezzetti di vita in giro per il mondo, noi che non ci arrendiamo e che non vogliamo arrenderci, noi che abbiamo ancora bisogno di vederla possibile questa favola, noi che spesso temiamo che non cambierà mai ma che poi riusciamo ancora a stupirci per un sorriso, un abbraccio inaspettato, una parola di conforto pronunciata in un epoca dove le parole non si usano più.

C’era una volta una bambina che si chiedeva come sarebbe diventata da grande ed ora c’è una donna che non sa smettere di essere bambina. C’era una volta ed è ancora qua e sempre resterà in chi non avrà il timore di restare uguale a se stesso anche se gli scenari intorno continuano a mutare, anche se il mondo in cui viviamo non è ciò che desideravamo, anche se l’alba non ha più gli stessi colori di una volta ma continua ad esserci ed a preannunciare il nuovo giorno.

Questo è il mio modo per augurare un periodo sereno a tutti voi, per ringraziare chi legge ciò che scrivo e continuo a scrivere, di esserci anche quando non ci sono io, di volare alto perché sa che io credo nei sogni e nelle aspirazioni personali.

Questo è il modo che ho ritrovato fra le dita di farvi capire che esistiamo nonostante tutto e tutti, questo è il modo che ho trovato l’unico che conosco per parlare ai vostri cuori che non hanno dimenticato le cose semplici, che ancora credono possibile un tuffo nel blu che anche se non è blu come anni fa ha ancora il potere di incantarci, di catturaci e di elevarci perché il mare della vita deve essere attraversato, nutrito, navigato, compreso, cullato ma soprattutto amato.

COMUNICATO STAMPA - I 5 Stelle blindano il Consiglio Comunale



Riceviamo e pubblichiamo integralmente il seguente comunicato stampa del Movimento 5 Stelle di Montegranaro.

Questa sera, il consiglio comunale di Montegranaro che si riunirà partire dalle ore 17.30 presso la sala consiliare di Palazzo Francescani, dibatterà` sui dodici punti all`odg che la riunione capi gruppo ha determinato per questa seduta. E` però un’adunanza caratterizzata soprattutto dalle sette mozioni presentate dal gruppo del movimento cinque stelle che sono incentrate su varie tematiche che toccano il contesto cittadino e per le quali si sono concentrati in questi mesi gli sforzi del gruppo locale che, proprio all`interno del consiglio comunale, ha come suo portavoce il consigliere Giovanni Marilungo.
“Sarà una seduta ampia”, afferma il portavoce a nome di tutto il gruppo, “ma il nostro intento non è quello di perderci in chiacchiere bensì quello di mostrare e dimostrare ai cittadini che la politica non deve necessariamente rincorrere i problemi, ma anzitutto anticiparli e prevenirli.”.
“Questo”, aggiunge Giovanni Marilungo, “e` quello che da sempre anima i nostri sforzi, solo ed esclusivamente dare a tutti i cittadini la possibilità di creare una città che non si limiti a guardare al futuro, ma lo costruisca a partire da oggi”.
Infatti, sottolinea il portavoce del m5s, sono molteplici le nostre richieste ma tutto mirate ad un’idea di paese che vogliamo realizzare. La nostra idea di città parte dall’aumentare la qualità degli alimenti che i nostri figli mangiano nelle mense scolastiche, dalla possibilità` di poter utilizzare acqua potabile con distributori pubblici su tutto il territorio comunale; costruire il futuro significa intervenire sull`annoso e angoscioso problema dell`amianto soprattutto in una cittadina come la nostra che ha tanto utilizzato negli anni passati questo cancerogeno materiale per le numerose abitazioni-laboratorio che hanno caratterizzato l’edilizia urbana privata e purtroppo anche quella pubblica del paese. La città che vogliamo costruire, deve investire nelle infrastrutture utilizzando, tra l’altro risorse che arrivino dai ricavi delle infrazioni del codice della strada. Oltre alle sopracitate mozioni, continua Marilungo, vi sono poi questioni che i politicanti, non “politici” come avrebbero il piacere di essere chiamati, si esimono da troppo tempo ad affrontare. Proponiamo, infatti, una mozione che verte su quello che e` stato il nostro cavallo di battaglia alle scorse elezioni amministrative, e cioè che venga istituita una commissione d’inchiesta in grado di valutare i responsabili degli enormi debiti fuori bilancio che hanno dissestato e continuano a dissestare le casse comunali. Siamo stanchi di far pesare le scelte scellerate di qualche amministratore con manie di onnipotenza sulle spalle di tutti i cittadini. Chi ha sbagliato, paghi.
Tra le sette mozioni a firma del movimento, trovano spazio anche una proposta di istituzione di un elenco di ditte locali a cui affidare lavori attraverso il metodo rotativo e un’altra sul decreto legge sblocca-Italia. Non è da dimenticare che proprio al secondo punto dell’odg è prevista la discussione della mozione presentata congiuntamente al gruppo Viviamo Montegranaro che proporrà riduzione e taglio indennità di carica e gettone di presenza, sulla via di una riduzione dei costi della politica locale a partire dalla riduzione degli stipendi degli assessori e l’eliminazione del compenso spettante al presidente del consiglio comunale, non obbligatorio per comuni al di sotto 15.000 abitanti. Attacca il consigliere 5 stelle: Prevarrà la dietrologia (perché non l’avete fatto voi quando eravate amministratori?) o il coraggio di cambiare per il bene del paese?
Conclude Giovanni Marilungo: la sensazione che percepiamo è che i nostri amministratori stiano temporeggiando sulle nostre mozioni, anche perché nel frattempo abbiamo presentato altri due atti d’indirizzo sulla questione rifiuti proponendo la tariffazione puntuale e sull’inquinamento elettromagnetico proponendo un piano locazione antenne e relativo regolamento. Alcune di loro erano già state inserite nei precedenti odg delle passate sedute, ma li abbiamo visti velocemente slittare. La sensazione è che ci sia una certe resistenza per certe tematiche magari poco remunerative in senso elettorale. La nostra speranza è che chi guida la nostra città abbia il coraggio non solo di ascoltare la nostra voce, ma di vagliare le nostre proposte con spirito amministrativo che guardi al dovere pubblico e non a quello partitico.

mercoledì 17 dicembre 2014

Fine settimana intenso per Arkeo: stelle e visite alle bellezze montegranaresi



Un fine settimana particolarmente impegnativo per i volontari di Arkeo che si vedono occupati su più fronti sempre con il massimo spirito di servizio.

Domenica mattina, invece, si torna ad impegnarsi per la promozione turistica dei nostri beni culturali. Rispondendo alla richiesta dell’Ufficio Cultura del Comune per creare un servizio di visite guidate in occasione del Natale in Strada, l’edizione invernale del Veregra Street Festival. Arkeo si mette a disposizione con la professionalità del nostro segretario Sabina Salusti, guida turistica abilitata, e di altri volontari per accompagnare i visitatori alla scoperta delle bellezze nascoste di Montegranaro. Potremo ammirare, naturalmente, Sant’Ugo ma anche la Cappellina di San Michele Arcangelo, i portali di San Francesco e di SS. Salvatore, San Serafino e San Pietro in un percorso all’interno del nostro centro storico. Sono due gli appuntamenti: alle 10.00 e alle 12.00 con partenza da Sant’Ugo. Le visite sono gratuite.

Domenica sera, alle ore 21.30, è fissata la terza passeggiata a caccia di stelle guidati dal Vicepresidente di Arkeo Dino Gazzani, geologo, guida naturalistica e appassionato di astronomia. A Salire a le Stelle si chiama l’iniziativa che giunge così al terzo appuntamento del 2014. È un’occasione per godere del cielo stellato invernale subito dopo il solstizio e ascoltare Dino che illustrerà il tutto da un punto di vista astronomico con numerose e piacevoli divagazioni nel mondo della mitologia greca che ha denominato gli astri. L’appuntamento è sotto la grande quercia di Villa Luciani. Naturalmente, essendo necessario avere un cielo limpido, in caso di maltempo l’evento sarà rimandato. La partecipazione è gratuita.

Luca Craia

Cittadini spalatori a servizio del Comune. Ubaldi precetta i Montegranaresi in caso di neve?




Questa poi è bellissima: sembra che, nel Consiglio Comunale previsto per domani, nel quale si discuterà, tra l’altro, anche la modifica al regolamento di polizia urbana, è prevista l’introduzione di una sorta di obbligo per il cittadino di pulire la strada davanti la propria abitazione in caso di neve. Questo afferma il vicesindaco Endrio Ubaldi quest’oggi sul Carlino, annunciando la cosa come una rivoluzionaria trovata per agevolare “l’opera di sgombro messa in atto dal Comune”.
A parte l’evidente incostituzionalità di una simile norma, mi vado a chiedere cosa accadrebbe quando l’abitazione sia di proprietà di un anziano, magari non autosufficiente, o di una persona malata. Cosa farebbe il Comune di questo caso? E se il proprietario fosse assente? E se si rifiutasse? E sì, perché uno potrebbe anche rifiutarsi. Va bene il senso civico, ma con le tasse che paghiamo dobbiamo anche essere precettati come spalatori?

Luca Craia

Nonni vigile o Assistenti civici: cambia il nome ma rimane la paga indegna.




Dunque fatemi capire: a Montegranaro un “nonno vigile” o “assistente civico” che dir si voglia può lavorare al massimo 4 ore al giorno percependo uno stipendio mensile massimo di € 250? Cioè, se lavora cinque giorni a settimana per quattro ore al giorno, lavorando venti giorni al mese, ossia 80 ore mensili avrebbe una paga oraria di 3,125 €? Ma siamo matti? “Occasione di inclusione sociale”? A me pare un’altra cosa.

Luca Craia

Canzone d'amore

War is over? No, è solo un altro tipo di guerra.




Oggi, 16 dicembre 2014) sono 45 anni da quando John Lennon e Yoko Ono fecero uscire il singolo Happy Xmas (War is over), canzone che negli anni è stata inflazionata da pubblicità e cover inappropriate ma che, leggendo bene il testo, rimane uno degli inni alla vita e all’amore più potenti mai scritti da un uomo. Il testo è ancora, purtroppo attualissimo, perché la guerra non ha mai lasciato il pianeta e, come ben sappiamo, con la caduta della cortina di ferro e la fine della cosiddetta guerra fredda in realtà anziché assistere a un processo globale di pacificazione ci siamo trovati in un mondo sempre più belligerante, con conflitti disseminati in ogni angolo della terra.
C’è un nuovo modo di fare la guerra, oggi. È un modo che non sostituisce quello tradizionale condotto con bombardamenti e pallottole perché questo è necessario per mantenere in vita un’economia basata sulla proliferazione delle armi, economia che non ha mai cessato di prosperare. Questo nuovo modo non spara ma uccide ugualmente. Non sparge sangue e non abbatte case con le armi ma lo fa con la povertà indotta. Oggi la guerra si fa con l’economia.
La politica espansionistica degli Stati Uniti non ha mai smesso di cercare di conquistare nuove posizioni geopoliticamente strategiche. Solo che una volta la strategia prevedeva l’installazione di armamenti e il controllo politico dei governi. Oggi non basta più, oggi serve il possesso materiale dei Paesi. Per farlo l’unica strada è farli morire di povertà. È quello che sta accadendo in Grecia, è quello che sta accadendo nel sud del Mediterraneo, è quello che sta piano piano accadendo in Europa.
Non è, quindi, come si paventa da tempo, una sorta di complotto globale economico a portare a questa nuova impostazione del globo ma una strategia geopolitica di conquista condotta dagli USA e contrastata con armi impari dalla Russia. Tutto per fronteggiare lo strapotere orientale della Cina che già da anni sta conquistando parte del mondo con l’arma economica. L’unione dei Paese europei poteva essere lo strumento di difesa per questo attacco alla nostra libertà ma è miseramente fallito perché, evidentemente, si è riusciti a pilotare la stessa costituzione di un fronte unito dei Paese europei facendo naufragare miseramente il progetto di unione iniziale. Politici corrotti e incapaci hanno fatto il resto.
La guerra, quindi, anche per questo Natale non è affatto finita, anzi, forse è appena cominciata. Francamente non vedo grandi speranze di salvezza tranne la rassegnata speranza che tutto duri poco e che, una volta sacrificata la nostra libertà, si possa almeno tornare a condurre un’esistenza dignitosa se non per la mia generazione ma almeno per quella dei miei figli. Ciò non vuole comunque dire che io mi arrenda, tutt’altro.

Luca Craia

Irish

martedì 16 dicembre 2014

Un europeista che firma contro l’Euro



Ho firmato per il referendum proposto dal Movimento 5 Stelle per uscire dall’Euro pur essendo un convinto europeista. Non sto qui a disquisire dilungandomi su temi economici che, onestamente, non sono nemmeno in grado di trattare. Ho firmato perché non è questa l’Europa che vorrei, non è questa la moneta unica che vorrei. Ho firmato perché voglio dare un segnale. Ho firmato perché credo nell’Europa unita ma unita politicamente, forte, giusta, concorde e democratica. Non è questa l’Europa che abbiamo. Per questo ho firmato: perché si possa ripartire.

Luca Craia

Strani personaggi


A ognuno il suo mestiere nel rispetto della legalità (e delle giuste finalità)



Nel volantino di Natale in Strada, il “Veregra Street invernale” studiato e voluto dal direttore artistico nonché deus ex machina Giuseppe Nuciari per sperimentare il già riuscitissimo evento estivo in climi non proprio abituali, leggo una frase che mi auguravo di leggere da tempo: “menù convenzionati con ristoranti”. Me lo auguravo perché ritengo che questa sia la giusta via da seguire.
È logico che occasioni come questa siano opportunità importanti per l’autofinanziamento del mondo associativo e del volontariato al quale, fino ad oggi, è stata data pressoché carta bianca in fatto di gastronomia nella festa, ma credo sia giusto fare alcune considerazioni sganciandosi da qualsiasi pregiudiziale. È giusto che la mole economica (che è notevole) mossa dal cibo non venga incamerata dagli operatori professionisti del settore? Io credo di no e per due motivi.
Il primo motivo è morale ed economica: ci sono operatori che svolgono un’attività imprenditoriale che va rispettata. Costoro pagano affitti, investono sulle attrezzature, fanno ricerca di materiali di qualità e, soprattutto, pagano le tasse. Credo che questo impegno che gli imprenditori del settore profondono per tutto un anno non debba subire sospensioni nei periodi in cui il paese festeggia subendo la concorrenza di altri soggetti che non sono economici. Anzi, ne dovrebbero avere giovamento. E qui arriviamo al secondo motivo.
Se vogliamo davvero ridare vitalità e forza al centro della città, così come si dichiara da tutte le parti, lo dobbiamo fare incentivando l’investimento. Mi pare contradditorio che, in un momento in cui chi questo investimento lo ha fatto ha l’opportunità di raccoglierne maggiormente i frutti grazie al flusso notevole di persone che eventi come questo generano, debba subire la concorrenza di operatori che non hanno investito, non creano economia e non pagano tasse che, di riflesso, ricadono beneficamente sul territorio stesso.
Credo che sia giusto e opportuno, anche politicamente parlando, che i ristoratori e gli operatori della gastronomia in genere vengano tutelati, incentivati e portati a investire maggiormente sfruttando proprio occasioni come questa. Le associazioni hanno certamente un ritorno e questo ritorno altrettanto certamente è a beneficio del paese ma ritengo sia estremamente più importante fare in modo che le attività commerciali godano dell’economia derivante da queste iniziative. In sostanza le associazioni siano libere di organizzare cene sociali e simili ma non si sostituiscano in alcun modo agli operatori che legalmente si occupano dello stesso ramo perché, altrimenti si creerebbe una concorrenza sleale e disincentivante che sarebbe estremamente dannosa e andrebbe in direzione totalmente opposta a quella dichiarata di rivitalizzare il centro.
Mi pare buona, quindi, l’intenzione che leggo dal volantino di lasciare la ristorazione propriamente intesa ai professionisti mentre le associazioni vadano ad occuparsi di promozione enogastronomica, degustazioni e affini anche e soprattutto creando la giusta sinergia con gli operatori stessi. In questo modo entrambi potranno avere un ritorno economico da queste iniziative e si lavorerebbe insieme per favorire la rinascita del centro.

Luca Craia

lunedì 15 dicembre 2014

La coerenza di dire sempre quello che si pensa.



È cosa nota che io e Gastone Gismondi, il nostro ex sindaco, siamo vecchi amici: ci conosciamo fin da ragazzini e, pur non essendo mai stati “compagni di merende”, nel senso che ognuno ha avuto la sua storia personale, ci siamo sempre rispettati. Questo rispetto è rimasto anche nella fase in cui Gastone è stato Sindaco di Montegranaro, un rispetto che non mi ha mai impedito di dire quello che pensavo e di criticare il suo operato anche in maniera molto aspra. Chi frequenta il blog in cui sto scrivendo sa cosa intendo, chi non lo frequenta può scorrere all’indietro gli articoli per trovare i miei attacchi a volte anche feroci verso l’amministrazione Gismondi. Le mie critiche, però, sono sempre andate in direzione delle azioni e non delle persone: la persona per me merita sempre e comunque rispetto finchè è onesta. Così i rapporti con l’amministrazione Gismondi, con gli uomini che la componevano e con Gastone stesso sono stati sempre cordiali e amichevoli nonostante io potessi essere considerato (ed ero considerato) un oppositore.
Il mio comportamento non è mutato con il cambio di amministrazione: sono un cittadino libero, non appartengo a nessuno schieramento, non ho tessere di partito ed esprimo liberamente e con la massima onestà intellettuale il mio pensiero. Per questo ora mi trovo a criticare quella parte politica che cinque anni fa era all’opposizione e oggi è al governo. Lo faccio con lo stesso spirito con cui criticavo allora Gismondi: critico l’operato e non la persona alla quale riservo il dovuto rispetto. Non sono, quindi, diventato improvvisamente amico di Gismondi: lo sono sempre stato. E non sono affatto nemico della Mancini: sono solo un cittadino che osserva e manifesta il suo pensiero senza pregiudizi. Chi dice e afferma il contrario o non mi conosce e non mi segue o lo dice in malafede (o entrambe le cose insieme).
L’Ape Ronza è un luogo dove scrivo ciò che penso, da libero cittadino. Non è un giornale online, non è un organo di informazione. È uno spazio personale. Il fatto che sia frequentato e letto da qualche migliaio di persone non ne fa qualcosa di diverso. Né obbliga me a scrivere e pubblicare qualcosa di diverso da quello che penso, in assoluta libertà e onestà intellettuale. Così come chiunque possa essere infastidito da quello che legge ha la massima libertà, mi pare evidente, di non leggerlo più.

Luca Craia

domenica 14 dicembre 2014

La maggioranza menzognera



Mi domando a cosa serva, al di là delle opportunità politiche, degli appetiti da accontentare, dell’esigenza di poltrone, dell’improcrastinabile necessità di ristabilire equilibri interni. Mi domando perché si debba scendere alla menzogna, all’inventarsi le cose nel vero senso della parola, sapendo che non è possibile non essere smentiti. Va bene il delirio di onnipotenza che sembra affliggere gli amministratori ma era davvero impensabile che Melchiorri non rispondesse alla grande fandonia fatta pubblicare sul giornale da Sindaco e Vicesindaco. E la risposta non poteva che essere una smentita. E allora perché ridursi a questo? Perché cadere così in basso? Perché mentire alla cittadinanza?
La menzogna di un amministratore pubblico è gravissima. Tradisce la fiducia del cittadino e dell’elettore. Intacca l’integrità della figura di chi amministra che deve essere di specchiata onestà. Mentire è tradire. Politici che mentono cadono ovunque. Clinton subì un impeachment per aver mentito sul caso Lewinsky. La gente si dimette per aver detto bugie ai cittadini. Da noi si fa con estrema tranquillità e si pubblicano le menzogne sui giornali così, come nulla fosse.
Il caso della Casa di Riposo sta scendendo davvero troppo in basso. Dopo l’evidente tentativo di lottizzazione politica tipicamente da prima repubblica alla faccia del nuovo che avanza ora arriviamo alla menzogna che è forse la cosa più grave che un politico possa fare contro il proprio elettorato. Ora attendiamo le giustificazioni ma credo ci sia poco da giustificare.

Luca Craia