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martedì 16 dicembre 2014

A ognuno il suo mestiere nel rispetto della legalità (e delle giuste finalità)



Nel volantino di Natale in Strada, il “Veregra Street invernale” studiato e voluto dal direttore artistico nonché deus ex machina Giuseppe Nuciari per sperimentare il già riuscitissimo evento estivo in climi non proprio abituali, leggo una frase che mi auguravo di leggere da tempo: “menù convenzionati con ristoranti”. Me lo auguravo perché ritengo che questa sia la giusta via da seguire.
È logico che occasioni come questa siano opportunità importanti per l’autofinanziamento del mondo associativo e del volontariato al quale, fino ad oggi, è stata data pressoché carta bianca in fatto di gastronomia nella festa, ma credo sia giusto fare alcune considerazioni sganciandosi da qualsiasi pregiudiziale. È giusto che la mole economica (che è notevole) mossa dal cibo non venga incamerata dagli operatori professionisti del settore? Io credo di no e per due motivi.
Il primo motivo è morale ed economica: ci sono operatori che svolgono un’attività imprenditoriale che va rispettata. Costoro pagano affitti, investono sulle attrezzature, fanno ricerca di materiali di qualità e, soprattutto, pagano le tasse. Credo che questo impegno che gli imprenditori del settore profondono per tutto un anno non debba subire sospensioni nei periodi in cui il paese festeggia subendo la concorrenza di altri soggetti che non sono economici. Anzi, ne dovrebbero avere giovamento. E qui arriviamo al secondo motivo.
Se vogliamo davvero ridare vitalità e forza al centro della città, così come si dichiara da tutte le parti, lo dobbiamo fare incentivando l’investimento. Mi pare contradditorio che, in un momento in cui chi questo investimento lo ha fatto ha l’opportunità di raccoglierne maggiormente i frutti grazie al flusso notevole di persone che eventi come questo generano, debba subire la concorrenza di operatori che non hanno investito, non creano economia e non pagano tasse che, di riflesso, ricadono beneficamente sul territorio stesso.
Credo che sia giusto e opportuno, anche politicamente parlando, che i ristoratori e gli operatori della gastronomia in genere vengano tutelati, incentivati e portati a investire maggiormente sfruttando proprio occasioni come questa. Le associazioni hanno certamente un ritorno e questo ritorno altrettanto certamente è a beneficio del paese ma ritengo sia estremamente più importante fare in modo che le attività commerciali godano dell’economia derivante da queste iniziative. In sostanza le associazioni siano libere di organizzare cene sociali e simili ma non si sostituiscano in alcun modo agli operatori che legalmente si occupano dello stesso ramo perché, altrimenti si creerebbe una concorrenza sleale e disincentivante che sarebbe estremamente dannosa e andrebbe in direzione totalmente opposta a quella dichiarata di rivitalizzare il centro.
Mi pare buona, quindi, l’intenzione che leggo dal volantino di lasciare la ristorazione propriamente intesa ai professionisti mentre le associazioni vadano ad occuparsi di promozione enogastronomica, degustazioni e affini anche e soprattutto creando la giusta sinergia con gli operatori stessi. In questo modo entrambi potranno avere un ritorno economico da queste iniziative e si lavorerebbe insieme per favorire la rinascita del centro.

Luca Craia