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domenica 29 gennaio 2017

Il Comune di Macerata smantella il “Museo di Prato”. Abuso di potere.



Chi non ha notato, scendendo da Macerata verso Sforzacosta, subito dopo il passaggio a livello, sulla destra, quella curiosa installazione di oggetti disposti con una certa cura e una certa logica lungo un terreno al margine della strada? Sono frutto della creatività di un personaggio maceratese molto conosciuto e rispettato, Franco Prato, ex vigile del fuoco, Cavaliere della Repubblica e uomo di grande estro. È un suo modo di comunicare, se vogliamo bizzarro, ma comunque una forma di espressione.
A molti quella curiosa esposizione di oggetti di uso comune, posti a dar mostra di sé come una testimonianza del nostro tempo, sembra abbia dato fastidio, tanto da far giungere in Consiglio Comunale un punto all’ordine del giorno, firmato dai consiglieri Maurizio Mosca e Paolo Renna, punto che poi il Consiglio ha approvato e a cui la Giunta ha dato esecuzione, per ordinare la rimozione di questi oggetti, rimozione che è già iniziata.
L’ordinanza non parla di “rimozione” bensì di un più morbido “contenimento progressivo”, termine piuttosto ambiguo che, secondo me, nasconde una violenza inaudita contro un libero cittadino e la sua opera. Perché, vedete, che piaccia o non piaccia, l’installazione di Prato è arte, è la forma di espressione di un uomo, per di più realizzata su una proprietà privata.
Quello che il Comune di Macerata sta operando è un autentico abuso, per quanto la legge lo consenta. È un modo coercitivo di limitare la libertà di espressione e costituisce un pericoloso precedente. Perché l’arte, per di quello parliamo, non può essere soggetta al gusto del potere e il potere non può distruggerla per il proprio gusto estetico. A me questa cosa fa un po’ paura.
                                      
Luca Craia

venerdì 13 febbraio 2015

Lasciate in pace i muri del centro storico





In arrivo la prossima edizione del Veregra Street Festival. Mi auguro che quest’anno il centro storico non debba subire un altro affronto come quelli ritratti nelle foto. Non discuto le opere d’arte (che, tra l'altro, mi piacciono) e non le giudico criticamente. Dico soltanto che nel centro storico ciò non deve essere consentito: il contesto architettonico non può tollerare questo tipo di contaminazioni. Non è inserendo opere d’arte moderna che si recupera il paese antico. Il paese antico si recupera restaurando i muri, non coprendoli con dipinti che starebbero bene in un contesto ben più moderno e non all’interno del castello. Il centro storico esige rispetto, quel rispetto che non ha mai avuto.

Luca Craia

lunedì 12 gennaio 2015

Fedele Boffoli, una vita dedicata all’arte – di Anna Lisa Minutillo



Fedele Boffoli (nato a Bari il 3.1.64), vive a Trieste dal 1985, ha dedicato gran parte della propria vita all’Arte. Ha suonato come autodidatta (chitarra e tastiere) e composto brani musicali inediti, con suoi testi, ha frequentato corsi di Qi Gong e Tango argentino e messo in scena – quale ideatore – con il maestro Ubaldo Sincovich, lo spettacolo di teatro -poesia-ballo “Il Tango dell’Onda”. 

Ha collaborato con i mensili culturali Euroarte di Lecce e L’Attualità di Roma. Ha pubblicato: poesie (Webgalleria Anforah: Poièsi, Chrònos, Il Sole della Luna – 2003/2008; Le Storie dell’Onda – 2006 e 2010); Racconti brevi (inediti: I Racconti del Caffè Tommaseo); saggi come curatore, vari autori – 2007 e 2010: La Via, in Risposta alla Lettera di Giovanni Paolo II agli artisti); cataloghi e calendari d’arte.

Ha più volte presentato le proprie gigantografie fotografiche e fotopitture in fiere, gallerie d’arte e sul web; ha posato come modello per un corso fotografico sul chiaroscuro. Dal 2009 ha realizzato numerosi videoclip artistici, presenti sul proprio canale You Tube. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in importanti città italiane (Bari, Cesena, Milano, Padova, Parma, Pordenone, Roma, Torino, Trieste, Udine…); ha partecipato a concorsi ed entrato in giurie; è presente su annuari, cataloghi d’arte e riviste specializzate del settore; è recensito dalla critica.

Ha illustrato: il libro “Barriere” di E. Fidemi. E’ ideatore-autore di: “Fototeatro Didascalico” (performance – sintesi circolare di teatro, fotografia e didascalia – 1998); Alchemical Dress Painting (pittura alchemica su abito indossato – 1998). 

Ha creato lo stile per la linea dei gadgets del Movimento Arte Intuitiva (abiti, felpe, magliette, borse, tappetini per mouse, quaderni di poesia e immagine…). E’ fondatore di Cenacolo Arte Intuitiva, Gruppo “T” Tradizione Arti e studi dottrinali (1999 – 2002) e Webgalleria d’Arte e Poesia Anforah per la promozione dei nuovi talenti artistici (2003). Ha curato l’esecuzione di numerosi laboratori interdisciplinari e manifestazioni in un suo programma formativo dal titolo Culturspazio Spettacolo.

Ha realizzato: progetti interattivi di apprendimento multilivello attraverso le arti visive e letterarie, con più interventi in scuole di vario grado. Dal 2010, ha intrapreso, con l’avv. Ezio Bonanni del Foro Roma e l’Osservatorio Nazionale Amianto, una campagna di sensibilizzazione e informazione contro i pericoli dell’Amianto. Notizie su di lui e suoi articoli sono stati pubblicati da quotidiani, periodici di stampa, emittenti radiofoniche-televisive, locali e nazionali.

Fedele Boffoli abbraccia ampi spazi di interessi che spaziano dalla pittura e ai video di fotografia. Una persona ma anche una personalità molto ricca quella di Fedele Boffoli che affascina con il racconto della sua vita e che trasmette la voglia di andare oltre, di mettersi in discussione di arricchire e di arricchirsi con l’entusiasmo del suo racconto ma anche con il ritegno di chi a volte sceglie proprio l’arte per arrivare al cuore. 

Come nasce il tuo amore per l’essere poliedrico e cosa rappresenta il potersi esprimere per te?

«La necessità di esprimersi è insita nell’essere umano ed è strumento, indispensabile, di relazione tra noi e il mondo; l’Arte, in quanto particolare alchimia realizzativa, fornisce totale libertà sull’uso dei particolari linguaggi; fosse per me li praticherei tutti, ma, non essendo possibile, mi devo limitare a quelli che mi sono, per affinità e cultura personale, più consoni: pittura, poesia, fotografia, musica, ecc».

Cosa vuoi comunicare attraverso le tue varie forme di espressività a chi legge, ascolta, o indossa un capo dipinto da te?

«Tutto è Uno, nell’inevitabile ciclo trasformativo di vita-morte-rinascita, e l’Arte lo indica, di continuo, in ogni legame universale, nel rapporto, millenario, tra l’umanità e il mondo. Nella nostra avventura terrena siamo, pertanto, solamente partecipi del divenire complessivo, senza, paradossalmente, mai disporne; ciò aiuta a vivere nel “qui e ora” l’essenza delle cose, con semplicità, senza prevaricazioni e false aspettative».

Quali sono, se ve ne sono state, le difficoltà che hai incontrato per realizzarti?

«Sul piano personale non ambisco a nulla e sono contento di quello che faccio e di come sono, se poi qualcuno riesce a condividere le mie opere… sono ancora più felice. Relativamente all’attuale dimensione dell’Arte, osservo che, nel nostro Paese, è a dir poco un disastro, è una continua demolizione di valori e di senso; sembra, al momento, che l’attitudine preferita degli italiani sia quella di farsi del male ad ogni livello. Parlare di Arte oggi è come bestemmiare in piazza, eppure è l’unica pratica che consente di “tornare a fare le cose per bene”, di recuperare dignità e stimoli, di tornare consapevoli».

Una domanda che avresti voluto ti fosse stata rivolta e nessuno ti ha ancora fatto?

«E’ la domanda che ogni istituzione civile, nell’interesse collettivo, dovrebbe rivolgere ai propri artisti, cioè: “Di cosa hai bisogno per svolgere, dignitosamente, la tua attività? Ma, purtroppo, lascio a voi la risposta».

 


giovedì 18 dicembre 2014

GIUSEPPE CAPUANA, DALLA PITTURA ALLA MUSICA PER ARRIVARE DRITTO AL CUORE – di Anna Lisa Minutillo



Continua il mio viaggio alla ‘scoperta’ e proposta di creativi che cercano con la loro arte e con i loro doni di arricchire la nostra permanenza su questa terra rendendola sicuramente più colorata e ricca di sfumature differenti.

Forse non arriveranno a tutti ma ci proviamo a rendere questo nostro viaggio migliore e a dedicare un po’ del nostro tempo a chi rende migliore il nostro.

Giuseppe Capuana mi ha sorpresa per il suo essere una persona semplice ma eclettica,una persona che arriva dritta, oltre che all’orecchio che lo ascolta, al cuore e questa cosa mi è piaciuta molto.
Si racconta in queste battute Giuseppe, mi racconta della sua nascita, del suo percorso interiore, delle sue scelte di vita e dei suo incontri, delle persone che hanno in qualche modo influenzato il suo cammino, della sua pausa di riflessione durata due anni dove sicuramente è maturato e ha avuto modo di sensibilizzare maggiormente la sua anima e il suo sentire, dei suoi gusti musicali e lo ascolto appuntando e fermando questo racconto che ora condivido con voi.

Ecco a voi le sue parole:

«Sono nato a Milano il 16 gennaio 1976, ho origini interamente siciliane (penso di non aver nessun parente che non provenga dalla Sicilia) e vivo in Toscana da ormai sette anni. Dal 2000 al 2006 seguo i corsi di discipline pittoriche come allievo del maestro Alberto Venditti alla Scuola d’arte applicata del Castello Sforzesco di Milano, dove curo molto l’uso del segno e della figura, avvicinandomi così alla pittura espressionista dei grandi artisti austriaci dell’800. Nel 2007 vengo premiato come miglior allievo nell’ambito di una cerimonia patrocinata dal Comune di Milano. Intanto già dal 2005, parallelamente agli studi, apro il mio laboratorio di pittura: Lab23mq dove curo alcune mostre collettive e personali. Agli inizi del 2008 mi trasferisco in Toscana, dove mi sposo e divento papà di un bambino di nome Mattia. Continuo a dipingere ancora per un paio di anni, la mia ultima mostra risale al 2009 presso il museo BeGo di Castelfiorentino, dove le mie opere rivisitano in chiave moderna gli affreschi di Benozzo Gozzoli. Inizia nel 2010 un periodo di ‘silenzio artistico’ che dura due anni nei quali mi accorgo che esistono confini di comunicazione difficili da oltrepassare con il solo uso del segno. Adotto così altre forme di espressione, mi avvicino all’uso della penna, della voce e della melodia, e mi accorgo che la musica è la strada giusta per ritornare a comunicare. In quel periodo scrivo molto, trasformo pensieri e parole in melodia aiutandomi con la chitarra, uno strumento che non suono come un musicista, ma che ‘uso’ per costruire la linea melodica delle canzoni. Ho sempre ascoltato i grandi cantautori italiani, da De Andrè a Tricarico, a Giovanni Lindo Ferretti, Niccolò Fabi, Bersani, Fossati, De Gregori ecc… e quindi è molto probabile che i loro stili abbiano in qualche modo influenzato le mie sonorità. Alla fine nasco ora come cantautore e come i bambini emulano il comportamento dei genitori io forse lo sto facendo con la musica che sento più vicina a me. All’inizio di questo percorso non ho pensato di concepire nessun progetto, i brani che ho scritto sono nati più da un ‘bisogno’ di ritornare a comunicare. 

Ho usato la musica quasi come terapia per uscire da un periodo di ‘silenzio artistico’. È nato tutto un po’ alla volta, pezzo per pezzo, in tempi e luoghi molto diversi tra di loro… Poi un giorno ho deciso di registrare le tracce delle mie canzoni, con il solo fine di non perderle con il tempo, non godo di un’ottima memoria. Mi sono recato alla Music Tribe, un centro musicale polifunzionale a Poggibonsi (Siena) e ho incontrato Giulio Iozzi che ascoltando i pezzi ne è rimasto colpito e mi ha proposto di arrangiarne qualcuno. Io ho accettato volentieri e da lì è iniziato insieme un ‘viaggio’ che ci ha portato a produrre un album di 15 pezzi intitolato Sangue di Giuda uscito lo scorso 7 Novembre. I brani, a parte due, sono nati tutti dalla mia penna e vestono tutti sonorità ‘popolari’, ma comunque molto diversi tra di loro. I Temi che affronto sono tanti, personali e sociali, legati comunque tra di loro da sfumature di vita quotidiana che appartengono a tutti».

Ciò che mi piace di questo raccontarsi è la semplicità con cui Giuseppe Capuana fa giungere a me il suo vivere e percepire le sensazioni rendendo tutto semplice con il buongusto di un buon bicchiere di vino che scalda il cuore e insaporisce il palato di note e di emozioni.

Tengo per ultima solo una domanda relativa alle aspettative future e a ciò che vorrebbe realizzare Giuseppe e anche questa risposta semplice e di grande effetto mi colpisce molto soprattutto il fatto che con i suoi ricordi non giudicanti si evince la discrezione e il grande rispetto per le vite altrui e la considerazione delle persone come tali e non come adulatori qualunque.

«Mi piacerebbe che le mie canzoni venissero percepite con leggerezza anche quando affronto tematiche importanti come nel caso del brano 20-07-2001… che aiutino a ricordare e non a giudicare».

Questo è il video di Giuseppe Capuana relativo al brano che dà il titolo al suo album:

 

Un brano dalla sonorità particolare, dalle parole che si susseguono leggere quando leggere non lo sono affatto… per me una piacevole scoperta questa giovane promessa musicale che ringrazio per questa intervista che mi ha concesso e al quale auguro di continuare a far danzare le emozioni sempre così elegantemente come solo lui riesce a fare.

Grazie a chi ha dedicato la sua attenzione a Giuseppe e anche a me che ne ho scritto.


mercoledì 17 dicembre 2014

Fine settimana intenso per Arkeo: stelle e visite alle bellezze montegranaresi



Un fine settimana particolarmente impegnativo per i volontari di Arkeo che si vedono occupati su più fronti sempre con il massimo spirito di servizio.

Domenica mattina, invece, si torna ad impegnarsi per la promozione turistica dei nostri beni culturali. Rispondendo alla richiesta dell’Ufficio Cultura del Comune per creare un servizio di visite guidate in occasione del Natale in Strada, l’edizione invernale del Veregra Street Festival. Arkeo si mette a disposizione con la professionalità del nostro segretario Sabina Salusti, guida turistica abilitata, e di altri volontari per accompagnare i visitatori alla scoperta delle bellezze nascoste di Montegranaro. Potremo ammirare, naturalmente, Sant’Ugo ma anche la Cappellina di San Michele Arcangelo, i portali di San Francesco e di SS. Salvatore, San Serafino e San Pietro in un percorso all’interno del nostro centro storico. Sono due gli appuntamenti: alle 10.00 e alle 12.00 con partenza da Sant’Ugo. Le visite sono gratuite.

Domenica sera, alle ore 21.30, è fissata la terza passeggiata a caccia di stelle guidati dal Vicepresidente di Arkeo Dino Gazzani, geologo, guida naturalistica e appassionato di astronomia. A Salire a le Stelle si chiama l’iniziativa che giunge così al terzo appuntamento del 2014. È un’occasione per godere del cielo stellato invernale subito dopo il solstizio e ascoltare Dino che illustrerà il tutto da un punto di vista astronomico con numerose e piacevoli divagazioni nel mondo della mitologia greca che ha denominato gli astri. L’appuntamento è sotto la grande quercia di Villa Luciani. Naturalmente, essendo necessario avere un cielo limpido, in caso di maltempo l’evento sarà rimandato. La partecipazione è gratuita.

Luca Craia

martedì 2 dicembre 2014

Domenica 7 dicembre Sant’Ugo aperta.



Foto di Alberto Monti
L’ultima apertura mensile di Sant’Ugo per il 2014 è prevista, come sempre, per la prima domenica del mese e, quindi, per domenica 7 dicembre. La splendida chiesa romanica sarà visitabile a cura dei volontari di Arkeo dalle ore 16.00 alle 19.30, con visite guidate gratuite. È l’ultimo appuntamento con le aperture sistematiche ma stiamo già organizzandoci per aprire le porte di questo gioiello anche durante le festività natalizie.
La Chiesa di Sant’Ugo, comunemente chiamata cripta, è l’edificio più antico di Montegranaro e la sua datazione è incerta, ma possiamo collocarla a prima del nono secolo. Al suo interno sono conservati affreschi di periodi differenti e di grande rilievo storico e artistico. Il ciclo pittorico più antico è datato al 1299 ed è estremamente interessante per le anticipazioni giottesche che vi si possono leggere. Lo stesso edificio è molto particolare sia come struttura che come pianta.
Attendiamo gli appassionati a scoprirlo o riscoprirlo domenica prossima, ricordando che è sempre possibile prenotare una visita personale e gratuita fuori dalle aperture canoniche telefonando ad Arkeo al numero 342 532 4172.

Luca Craia

domenica 18 maggio 2014

La Notte dei Musei fa il pieno a Montegranaro



Flusso costante e cospicuo di visitatori per la Notte dei Musei alla “Cripta” di Sant’Ugo di Montegranaro aperta e custodita dai volontari di Arkeo. Oltre cento visitatori complessivamente fin dal primo minuto di apertura (c’era gente in attesa prima dell’apertura della porta) hanno testimoniato quanto importante e affascinante sia questo tesoro montegranarese unico al mondo. Appassionati da ogni luogo del territorio piceno, una visitatrice da Bogotà e una da Madrid, più, finalmente, molti montegranaresi. Il 2014 si sta rivelando un anno di grande importanza per la promozione del patrimonio culturale montegranarese: dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo già quasi raggiunto la quota di visitatori del 2013. Stanno venendo da ogni parte di Italia e dall’estero (ultima una comitiva di oltre trenta appassionati d’arte Austriaci), riceviamo continue prenotazioni e tutto questo ci soddisfa e gratifica perché significa che stiamo facendo un buon lavoro. Un ringraziamento particolare a tutti i volontari di Arkeo che sacrificano con passione e amore il loro tempo per far conoscere Montegranaro e i suoi tesori nascosti.

Luca Craia