giovedì 11 dicembre 2014

Epilogo tignoso per la questione Casa di Riposo. È davvero tutto qui?



Da quello che leggiamo sul Carlino di oggi si direbbe che l’annosa e tristissima faccenda del rinnovo forzato del CDA della Casa di Riposo di Montegranaro sia giunta ad un epilogo salomonico che pare accontentare tutte le parti. Dico pare perché il giornale riporta solo le considerazioni dell’Amministrazione Comunale per cui mi piacerebbe sentire anche la controparte prima di mettere la parola fine. Prendendo però per buone le dichiarazioni di Sindaco e Vicesindaco pare che l’accordo, raggiunto nel corso di un incontro tra Amministrazione e Presidenza del Residence, definito “cordiale” dagli stessi (ci mancherebbe altro, non mi risulta che Lucio Melchiorri abbia mai picchiato nessuno né mi pare uomo incline a intemperanze verbali), preveda che il CDA vada a dimettersi a marzo subito dopo l’approvazione del bilancio. Praticamente il Consiglio uscente guadagna quattro mesi rispetto alla volontà del Comune ma ne perde una dozzina almeno rispetto alla scadenza dallo stesso indicata. Se la soluzione accontenta tutti, per quanto penalizzante per il CDA, va bene così.
Rimane il fatto che questa storia ha dimostrato che alcuni detti definiti qualunquistici in realtà dicono il vero, in particolare quando al bar diciamo “sono tutti uguali” stiamo asserendo un assioma politico verificato. L’amministrazione Mancini in campagna elettorale ha ripetutamente specificato la volontà di avvalersi di uomini scelti con criteri meritocratici e non per calcoli politici. In questo caso è avvenuto il contrario, cioè il calcolo è stato politico al 100% e, in base a questo calcolo, si sono buttati nel cestino (per non dire di peggio) competenze, meriti, lavoro svolto, progetti futuri e, soprattutto, il rispetto per gli uomini possessori di quanto sopra. Il motivo, per quanto si voglia dire e dichiarare, è evidentissimamente politico: puntellare la traballante stabilità di questa maggioranza dando ad ogni parte la possibilità di inserire i propri uomini in un luogo che, volenti o nolenti, a prescindere dall’esistenza di remunerazione, è luogo di potere. La dimostrazione è il ricompattamento temporaneo e improvviso della stessa maggioranza e il sopimento di tutti i mal di pancia registrati fino a ieri. Mal di pancia che, probabilmente, riprenderanno a marzo. La decisione di procrastinare di qualche mese la decisione, quindi, pare quanto meno opportuna e fa respirare la maggioranza per qualche mese. Ma, signori miei, se non è lottizzazione questa…
Interessante la chiusura dell’articolo del Carlino, dove Sindaco e Vicesindaco (non sappiamo chi dei due perché sembrano parlare in coro) affermano che la data di scadenza del mandato del CDA a marzo sarà stata superata “ad abundantiam”. “Ma non ci interessa”, dicono le due più importanti cariche cittadine. Sembra la vecchia storia popolare, che molti conosceranno, della moglie “ciaccapedocchi” che voleva sempre avere l’ultima parola. La sapete?

Luca Craia

mercoledì 10 dicembre 2014

Le Vergare - aggiornamento al 10/12/2014








Domenica torna la bella musica per la Prioria



Si terrà domenica 14 dicembre, alle ore 16.00 presso la bellissima chiesa di San Serafino il secondo concerto voluto da Arkeo, intitolato “Hear my prayer, ascolta la mia preghiera o Dio”. Questa volta l’organizzazione è in sinergia con l’Accademia dei Dissennati, per valorizzare culturalmente il centro storico di Montegranaro dandogli vita con iniziative culturali di alto livello. Dopo il bellissimo “Per Corde e Voce”, nel quale abbiamo potuto ascoltare musica antica rara e bella, ora è la volta di un programma per voci, organo, viola e contrabbasso tutto incentrato sulla musica sacra. Sarà proprio l’Accademia dei dissennati, questo gruppo vocale di giovani talenti musicali, accompagnati da altrettanto valenti strumentisti, ad eseguire pezzi di Purcell, Simpson e Stanley nella magica atmosfera della nostra San Serafino.
Il concerto è dedicato agli ospiti del Residence per Anziani di Montegranaro, la casa di riposo la cui struttura confina proprio con la chiesa cappuccina teatro dell’evento. Inoltre sarà un’occasione per raccogliere offerte finalizzate a finanziare gli ultimi restauri della Priorale dei SS.Filippo e Giacomo, la magnifica chiesa barocca chiusa da anni i cui lavori di recupero e messa in sicurezza stanno volgendo al termine ma che, per essere ultimati necessitano di ulteriori fondi. Nella fattispecie Arkeo si propone di finanziare il restauro della pala dell’altare maggiore, raffigurante l’Immacolata Concezione. Il costo dell’intervento è cospicuo  per cui servirà un grande impegno da parte di tutti.
Sono invitati, quindi, tutti i Montegranaresi ma non solo, perché la musica sarà bellissima e godibile e perché Montegranaro si sta abituando ad accogliere numerosi ospiti provenienti da ogni dove, come è stato la scorsa domenica per l’apertura mensile di Sant’Ugo. Per cui rinnoviamo l’appuntamento a domenica 14 dicembre, ore 16.00, presso la chiesa di San Serafino. L’ingresso, naturalmente, è gratuito.

Luca Craia

martedì 9 dicembre 2014

Vuoi andare a casa? Chiedilo per piacere.



Questa la voglio raccontare perché è carina. Stamattina, giorno di mercato, passo in viale Gramsci e noto la vettura della Polizia Municipale ferma di fianco alla rotonda in fondo al viale, quella che regola il traffico in direzione “collina verde” e centro storico. Il vigile impedisce in questo modo che le vetture possano fare la rotatoria e, quindi, possano svoltare per la corsia opposta del viale o verso il centro storico. Mi domando perché e, spinto da troppa curiosità, lo vado a chiedere direttamente al vigile stesso. La risposta: ci sono posti liberi nel parcheggio Zed mentre in viale Gramsci è tutto pieno. Le macchine, con questo ingegnoso sistema, non possono più girare in tondo per viale Gramsci e sono costrette ad andare a parcheggiare allo Zed. Faccio gentilmente notare che, così facendo, però, si impedisce anche l’accesso al centro storico. Il vigile mi rassicura: chi vuole andare a casa nel centro storico, chiedendo per favore di passare, verrò fatto passare. Insomma, ci vuole educazione: se vuoi andare a casa nel centro storico devi chiederlo per piacere.

Luca Craia

sabato 6 dicembre 2014

Veloci alla meta. A qualunque costo.


Mi ha fatto riflettere la domanda fattami da un giovane qualche tempo fa, di ritorno da una gita a Siena in corriera che abbiamo organizzato come Arkeo. Il ragazzo mi chiedeva come mai avessimo percorso solo strade interne per arrivare a Siena, perché non avessimo preso l’autostrada. Ho spiegatwo che non c’è alternativa, che non ci sono strade più veloci per andare a Siena.

E poi in corriera pensavo a Colfiorito e a tutti i paesini che ora si attraversano per andare dalle Marche all’Umbria. Ripensavo a quella strada percorsa spesso da solo, prima dell’alba, per andare in Toscana per lavoro, al ghiaccio d’inverno, alle stelle lucenti d’estate, al gusto della guida impegnativa, dell’uso intenso del cambio e del volante.
Mi sono anche ricordato di quella volta in cui, in pieno inverno e con un freddo feroce, andando ad Assisi con la famiglia, ci siamo fermati per pur caso in uno strano negozio di Colfiorito a cercare qualcosa da mangiare al volo. C’era una stufa a legna che mandava un tepore godurioso e un profumo di cose buone che stuzzicava appetiti non solo gastrici. Era un negozio senza bancone, con un cucinino sul retro dal quale uscì un ragazzo che prese le nostre ordinazioni e ci fece accomodare su delle panche coperte da cuscini intorno alla stufa accesa, in attesa che ci preparasse i nostri panini. C’era anche uno scaffale con dei libri. Attendendo si poteva leggere. Un’atmosfera strana, bella, d’altri tempi e di cose particolari, intime, legata a profumi e a immagini del passato, immagini inconsuete, senso di pace, idea di tempo immobile.
Quando verrà ultimata la superstrada Civitanova-Foligno non attraverseremo più Colfiorito per andare alla versante tirrenica. Ci sarà un nastro di asfalto dritto, gallerie, corsie di sorpasso. Si guadagnerà almeno mezz’ora per valicare. E dimenticheremo Colfiorito e gli altri paesini. Forse quello strano negozio con la stufa chiuderà perché non ci si fermerà più nessuno per caso. Bisognerà andarci apposta. Bisognerà uscire dalla superstrada per andare di proposito a sedersi davanti a quella stufa accesa.
Io non lo farò, lo so già. Mi farò sedurre dalla possibilità di metterci mezz’ora in meno per andare alla meta. E anche se l’idea di un panino col prosciutto, col pane fresco e il prosciutto affettato a coltello, mangiato in silenzio al caldo del fuoco di legna potrà in qualche modo tentarmi, sono certo che tirerò dritto, perché si va veloci, sempre.
La nostra civiltà va sempre più veloce, non concepisce di dover fare delle curve, delle salite e delle discese, per arrivare alla meta. Non concepisce di imbattersi per caso in qualcosa di bello. Le cose belle le conosciamo, scegliamo di andarci e ci andiamo velocemente, il più velocemente possibile. Siamo abituati a correre, a prendere sempre la strada più dritta e veloce. Arriveremo a Siena risparmiando mezz’ora di tempo. E del negozietto con la stufa rimarrà forse soltanto il vago ricordo di un tepore che appartiene alla fantasia.

Luca Craia



Attacco dei vandali alla Biblioteca Comunale. Perché?



Perché un ladro dovrebbe commettere un’effrazione e un furto in biblioteca? Cosa pensa di rubare? Quali preziosi oggetti, secondo la logica del ladro, sarebbero custoditi in biblioteca? Libri? Uno che ruba non dovrebbe trovare preziose queste cose. E, infatti, i libri non li ha toccati, il ladro (o i ladri) che, la scorsa notte, sono entrati di nuovo nella Biblioteca Comunale. Forse perché non erano ladri. Forse si è trattato, come dice un caro amico col quale, a volte, mi trovo a concordare inaspettatamente, del  “solito sgarro, di qualche figlio di buona donna che in età infantile deve aver ricevuto pochi calci nel sedere, e che in età adolescenziale gioca a fare il gangster. E che, puntualmente, rimarrà impunito…”.
Hanno portato via un computer, sembra, e qualche spicciolo. Il computer è stato trovato poco distante, rotto. Un atto vandalico più che un furto. Ma perché? Perché contro la biblioteca? Perché rappresenta la cultura, l’unica cosa che ci può salvare, che può salvare anche questi imbecilli?
Ancora una volta dobbiamo testimoniare l’imbarbarimento della nostra società. Una società in cui la violenza diventa sempre più tollerata e applicata, anche nella quotidianità. Dove la gente viene tranquillamente insultata sui social network (io ne so qualcosa), dove un omicida riceve 300 “mi piace” su Facebook per aver ucciso la moglie, dove non si ha più timore di nulla, rispetto di nulla e nessuno. Dove viene rubata per ben tre volte la targhetta di Arkeo sulla porta di Sant’Ugo (e a farlo non sono certo stati dei ragazzini), e questo sembra una sciocchezza ma sciocchezza non è, piuttosto è un brutto segnale. Dove si assalgono le scuole elementari, le scuole medie, la biblioteca. Dove la gente non è più sicura, comincia ad avere paura, invoca ordine. Ma l’ordine parte dalle nostre case e da cosa inculchiamo ai nostri figli. Non c’è videosorveglianza che tenga per arginare la deriva sociale e culturale che abbiamo preso. Servono interventi sull’educazione e sulla repressione, serve attenzione, serve serietà ed esempio. Serve che il mondo degli adulti faccia vedere come ci si comporta partendo dalle piccole cose, come, ad esempio, parcheggiare rispettando gli altri, non urinare per strada, non sporcare. Quando, invece, vediamo le regole più elementari calpestate quotidianamente persino da chi è preposto a farle rispettare anche distruggere la Biblioteca Comunale sembra lecito.

Luca Craia

Questa strana voglia di dittatura



È paradossale quanto stupido ma, nel momento di massimo declino della nostra democrazia il popolo italiano senta così forte la voglia di un governo forte, la nostalgia di momenti storici vergognosi, la necessità di sovvertire definitivamente le regole democratiche guadagnando un presunto ordine. C’è voglia di dittatura in Italia e non si capisce perché. Forse, come dice qualcuno, il fascismo è nel dna dell’Italiano che, incapace sostanzialmente di autogovernarsi, preferisce delegare ogni funzione all’uomo forte, all’organizzazione politica unica che lo dispensi dal decidere, dallo scegliere, dal pensare. Che questo vada a discapito della propria libertà poco importa: ciò che conta è che vi sia finalmente ordine, tranquillità e qualcosa che somigli al benessere.
Eppure già siamo in una dittatura, seppur blanda, seppur non (troppo) violenta, seppur mascherata piuttosto bene da democrazia. Non decidiamo più i nostri rappresentanti già da un po’, le nostre decisioni, anche quelle prese con lo strumento principe della democrazia che è referendum, vengono tranquillamente stracciate, c’è un partito unico, anche se mascherato da tanti partiti e movimenti, che governa e che si oppone. È la dittatura della classe dirigente che ha sfasciato l’Italia e l’ha ridotta in questo stato. È la dittatura di quella classe dirigente che non ha alcun interesse nel lasciar vivere il popolo italiano. È la dittatura dei potenti, di quelli veri. E voi pensate che, andando verso un sistema di potere forte conclamato quale possa essere un qualcosa che ricordi il fascismo questa gente possa scomparire nel nulla? In Italia hanno sempre governato loro. Una dittatura li agevolerebbe soltanto.
Vogliamo farci togliere quel poco di libertà che abbiamo? Vogliamo farci togliere anche l’unico momento in cui diventiamo davvero temibili, cioè quando votiamo? Difendiamo la nostra libertà. Esigiamo maggiore democrazia, partecipazione maggiori diritti, maggiore libertà. Facciamo con forza, partecipando, lottando, non rassegnandoci al governo dei forti, dei potenti. Solo partecipando alla politica possiamo salvaguardare la nostra libertà. Mussolini, per fortuna, è morto da tempo e non resusciterà. I nuovi Mussolini sono molto peggiori di lui. Non sognate la dittatura. Sognate la democrazia vera.

Luca Craia

mercoledì 3 dicembre 2014

Aperta. Con Santa Croce il territorio guadagna un nuovo sito preziosissimo



Se volete proprio saperlo sono emozionato. Entrare tra quelle mura finalmente aperte al pubblico è stato qualcosa difficile da raccontare, che va provato. Santa Croce è bellissima, meravigliosa, trasuda storia, sarebbe da passarci giorni per guardarsela centimetro dopo centimetro. Ma intanto oggi l’abbiamo vista ed è fantastico. Volevo ringraziare l’associazione Santa Croce per l’impegno profuso, la sovrintendenza della regione Marche per il lavoro svolto e la proprietà per aver finalmente concesso l’accesso al pubblico. Stasera Manfredo Longi e Marisa Colibazzi erano commossi ed emozionati a ragione, questa apertura al pubblico è il risultato di anni di lavoro e di sacrificio. Un ottimo risultato.
Ora c’è da fare in modo che Santa Croce diventi quello che è giusto che sia: un volano per la cultura e l’economia turistica del territorio. È indispensabile unire le forze per creare una rete di beni culturali fruibili e un’offerta turistica di alto livello che faccia diventare la zona del Chienti uno dei siti più importanti del mondo in termini di romanico. Pensiamo ai tesori che abbiamo: Santa Maria a Piè di Chienti, San Claudio,  Rambona, Fiastra, la nostra Sant’Ugo e ora, finalmente, Santa Croce. Possiamo offrire al turista un pacchetto culturale unico al mondo. Lavoriamoci su.
Intanto un’errata corrige: Santa Croce sarà aperta al pubblico ogni primo e secondo mercoledì del mese con orario 14.30 – 17.00.

Luca Craia

martedì 2 dicembre 2014

Apre la Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti. Alla chetichella.



Mercoledì 3 dicembre sarà una data storica, quella in cui una battaglia per la cultura e per il recupero di uno dei beni più preziosi del nostro territorio vedrà una vittoria fondamentale. Infatti, apre i cancelli, dopo anni di oblio e abbandono, la magnifica Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti, bene di inestimabile valore da troppo tempo sottratto alla fruizione del pubblico. La chiesa romanica, dopo aver subito negli ultimi secoli ogni sorta di sfregio fino a divenire un magazzino agricolo, era stata restaurata con fondi della Soprintendenza ai Beni Culturali per poi rimanere chiusa al pubblico. Da lì è stata ingaggiata una lunga e complessa battaglia per indurre il proprietario ad aprire i cancelli rispettando le leggi e gli accordi, battaglia condotta con convinzione dall’Associazione Santa Croce che oggi ha ben ragione di gioire.
Gioiscono ma moderatamente gli amici dell’Associazione, perché, a quanto pare, l’apertura del sito non prevede alcun tipo di servizio: non ci saranno visite guidate né accompagnatori. Sembra, infatti, che si potrà ammirare lo splendore della basilica ma procurandosi le informazioni con i propri mezzi. Il proprietario non ha consultato nessuno, men che meno quelli dell’Associazione Santa Croce che, pure, avrebbero potuto garantire un servizio di guida gratuito e di ottimo livello. Magari ci si arriverà col tempo.
Intanto approfittiamo il 3 dicembre. L’apertura è prevista per le 15.30 e le porte resteranno aperte fino alle 18,30. Così sarà per ogni terzo mercoledì del mese, giorno e orari non proprio comodissimi ma, intanto, accontentiamoci in attesa e nella speranza che si migliori.

Luca Craia

Domenica 7 dicembre Sant’Ugo aperta.



Foto di Alberto Monti
L’ultima apertura mensile di Sant’Ugo per il 2014 è prevista, come sempre, per la prima domenica del mese e, quindi, per domenica 7 dicembre. La splendida chiesa romanica sarà visitabile a cura dei volontari di Arkeo dalle ore 16.00 alle 19.30, con visite guidate gratuite. È l’ultimo appuntamento con le aperture sistematiche ma stiamo già organizzandoci per aprire le porte di questo gioiello anche durante le festività natalizie.
La Chiesa di Sant’Ugo, comunemente chiamata cripta, è l’edificio più antico di Montegranaro e la sua datazione è incerta, ma possiamo collocarla a prima del nono secolo. Al suo interno sono conservati affreschi di periodi differenti e di grande rilievo storico e artistico. Il ciclo pittorico più antico è datato al 1299 ed è estremamente interessante per le anticipazioni giottesche che vi si possono leggere. Lo stesso edificio è molto particolare sia come struttura che come pianta.
Attendiamo gli appassionati a scoprirlo o riscoprirlo domenica prossima, ricordando che è sempre possibile prenotare una visita personale e gratuita fuori dalle aperture canoniche telefonando ad Arkeo al numero 342 532 4172.

Luca Craia

Una mala lingua





Pittrotelli - Più La Lingua DELLA Spada
Chi è falso e ha una lingua velenosa, sia maledetto perché ha già rovinato molti che andavan d'accordo.
Le chiacchiere hanno già sconvolto molte persone e le hanno costrette a scappare da una nazione all'altra; e hanno perfino distrutto città potenti e rovinato famiglie importanti.
Per simili chiacchiere, certi mariti hanno scacciato donne di valore, rifiutando loro quel che avevano meritato.
Chi dà retta alle chiacchiere non avrà più pace nemmeno in casa sua.
Se una frusta ti colpisce, ti lascia il segno  sulla pelle,  ma se ti colpisce la lingua, ti spezza le ossa.
La spada uccide tante persone, ma ne uccide più la lingua che la spada.
Fortunato chi è al riparo dei suoi colpi e chi non ha provato il suo furore, chi non ha dovuto portare il giogo della lingua e non è mai stato legato con le sue catene.
Il giogo della lingua cattiva è un giogo di ferro e le sue catene sono catene di bronzo.
Meglio la morte che ascoltare una lingua simile, perché la morte con cui ti colpisce è terribile.
Ma la lingua cattiva non ha presa sui credenti e la sua fiamma non riesce a raggiungerli.
Invece essa colpisce quelli che abbandonano il Signore.
In loro la lingua brucia senza spegnersi mai:li assale come un leone e li sbrana come una pantera.
Ecco: tu circondi il tuo podere con una siepe, ma devi mettere porta e serratura anche  alla tua bocca.
Tu metti al sicuro oro e argento, ma devi pensare a misurare anche le tue parole.
Stai attento: la lingua non ti faccia scivolare, potresti cadere dove qualcuno è in agguato e ti aspetta.

Antonelli difende la lottizzazione. Ma non eravate voi il nuovo?



Comprendo la posizione del Presidente del Consiglio Comunale di Montegranaro, Walter Antonelli. La comprendo ma non la condivido. Certo, dal punto di vista di chi fa politica da anni e la fa secondo i dettami di un modus operandi appartenente alla prima repubblica e alle sue logiche il ragionamento di Antonelli non fa una piega. È vero quanto egli afferma, ossia che tutte le amministrazioni che si sono succedute fino ad oggi hanno cambiato i membri dei consigli di amministrazione degli enti controllati dal Comune. Nulla di strano, quindi, secondo Antonelli, che anche l’amministrazione Mancini lo faccia.
Per me invece è strano. Perché è stata proprio Ediana Mancini ad affermare ripetutamente, in campagna elettorale e dopo, che la sua amministrazione sarebbe stata diversa, che avrebbe rivoluzionato il modo di gestire la cosa pubblica, che avrebbe utilizzato metodi trasparenti e meritocratici. Ora io mi domando dove sia la meritocrazia nel voler sostituire un CDA in carica, la cui scadenza, se non si vuole cavillare, avverrà solo tra qualche mese. Mi domando quale sia la rivoluzione politica, il nuovo modo di gestire la cosa pubblica. Non che questa amministrazione, in questo modo, si dimostri peggio delle altre che l’hanno preceduta. Ma non è nemmeno migliore come ci era stato promesso: è uguale.
Poi, se vogliamo dare retta alle illazioni, alle chiacchierette che, sorprendentemente, Walter Antonelli cita come fonti e alle quali sembra dar credito, il discorso cambia. La faccenda del contatore è davvero brutta, specie se non suffragata da fatti concreti. Non mi piace questo modo di fare politica che utilizza con estrema leggerezza il pettegolezzo, la diceria, la chiacchiera da comare. Un utilizzo che spesso diventa diffamatorio e che potrebbe e dovrebbe essere sanzionato. Ne uccide più la lingua che la spada (Siracide, 28:18). Chi usa certi metodi lo sa bene.

Luca Craia

lunedì 1 dicembre 2014

Diffusi i dati delle contravvenzioni. Curiosità e perplessità.



Sono stati diffusi nei giorni scorsi dal Comune di Montegranaro i dati raccolti dalla Polizia Municipale e relativi alle contravvenzioni del Codice della Strada rilevate sul territorio comunale nell’arco del 2014 (ovviamente escluso dicembre). I dati parlano del numero delle multe elevate, degli articoli contravvenuti ma anche di età dei multati, di fasce orarie e di zone maggiormente “indisciplinate”.
Intanto è interessante notare che la stragrande maggioranza delle sanzioni riguarda la violazione di articoli relativi a sosta e fermata. Tutti sappiamo come si parcheggi male, irrispettosamente, incivilmente nel nostro paese e i dati confermano questa convinzione. Del resto basta farsi un giro nelle ore di punta per rendersi conto di quanta maleducazione esista nel parcheggio delle vetture.
Altro dato che conferma quanto si sapeva è che la gran parte delle contravvenzioni sono cadute in viale Gramsci dove, si sa, il parcheggiatore incivile da il meglio di sé.
Interessante anche vedere le fasce orarie e l’età dei multati. Sono dati forse non così importanti ma che indicano una realtà su cui ragionare. E quindi ragioniamo.
Intanto è curioso che le multe per eccesso di velocità siano pochissime. Andiamo tutti piano (ma non mi pare) oppure non vengono effettuati controlli in questo senso?
L’età dei maggiormente multati va dai 30 ai 66 anni. I giovani sono così bravi o gli orari in cui questi si scatenano non sono frequentati dai chi deve controllare?
Le zone in cui si concentrano le multe sono centrali, in particolare in viale Gramsci. Ma tutti sappiamo che in tutte, ma proprio tutte, le vie montegranaresi si parcheggia male. Forse è il caso di controllare anche le strade secondarie.
Non si notano cifre rilevanti per infrazioni che pure vengono notoriamente commesse. Ad esempio l’articolo 155 non figura tra le contravvenzioni eppure di rumori stradali, specie d’estate e specie da giovani alla guida di ciclomotori ce ne sono eccome.
Insomma: bene la diffusione dei dati, segno di trasparenza; molto bene che si stia finalmente intensificando il controllo e la richiesta di disciplina. Ma bisognerebbe allargare l’intervento a tutto il codice della strada.

Luca Craia