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giovedì 11 dicembre 2014

Epilogo tignoso per la questione Casa di Riposo. È davvero tutto qui?



Da quello che leggiamo sul Carlino di oggi si direbbe che l’annosa e tristissima faccenda del rinnovo forzato del CDA della Casa di Riposo di Montegranaro sia giunta ad un epilogo salomonico che pare accontentare tutte le parti. Dico pare perché il giornale riporta solo le considerazioni dell’Amministrazione Comunale per cui mi piacerebbe sentire anche la controparte prima di mettere la parola fine. Prendendo però per buone le dichiarazioni di Sindaco e Vicesindaco pare che l’accordo, raggiunto nel corso di un incontro tra Amministrazione e Presidenza del Residence, definito “cordiale” dagli stessi (ci mancherebbe altro, non mi risulta che Lucio Melchiorri abbia mai picchiato nessuno né mi pare uomo incline a intemperanze verbali), preveda che il CDA vada a dimettersi a marzo subito dopo l’approvazione del bilancio. Praticamente il Consiglio uscente guadagna quattro mesi rispetto alla volontà del Comune ma ne perde una dozzina almeno rispetto alla scadenza dallo stesso indicata. Se la soluzione accontenta tutti, per quanto penalizzante per il CDA, va bene così.
Rimane il fatto che questa storia ha dimostrato che alcuni detti definiti qualunquistici in realtà dicono il vero, in particolare quando al bar diciamo “sono tutti uguali” stiamo asserendo un assioma politico verificato. L’amministrazione Mancini in campagna elettorale ha ripetutamente specificato la volontà di avvalersi di uomini scelti con criteri meritocratici e non per calcoli politici. In questo caso è avvenuto il contrario, cioè il calcolo è stato politico al 100% e, in base a questo calcolo, si sono buttati nel cestino (per non dire di peggio) competenze, meriti, lavoro svolto, progetti futuri e, soprattutto, il rispetto per gli uomini possessori di quanto sopra. Il motivo, per quanto si voglia dire e dichiarare, è evidentissimamente politico: puntellare la traballante stabilità di questa maggioranza dando ad ogni parte la possibilità di inserire i propri uomini in un luogo che, volenti o nolenti, a prescindere dall’esistenza di remunerazione, è luogo di potere. La dimostrazione è il ricompattamento temporaneo e improvviso della stessa maggioranza e il sopimento di tutti i mal di pancia registrati fino a ieri. Mal di pancia che, probabilmente, riprenderanno a marzo. La decisione di procrastinare di qualche mese la decisione, quindi, pare quanto meno opportuna e fa respirare la maggioranza per qualche mese. Ma, signori miei, se non è lottizzazione questa…
Interessante la chiusura dell’articolo del Carlino, dove Sindaco e Vicesindaco (non sappiamo chi dei due perché sembrano parlare in coro) affermano che la data di scadenza del mandato del CDA a marzo sarà stata superata “ad abundantiam”. “Ma non ci interessa”, dicono le due più importanti cariche cittadine. Sembra la vecchia storia popolare, che molti conosceranno, della moglie “ciaccapedocchi” che voleva sempre avere l’ultima parola. La sapete?

Luca Craia