sabato 17 maggio 2014

Il centro storico sta dentro le mura!



Capiamoci bene, perché mi pare che buona parte di chi vuole amministrare Montegranaro per i prossimi cinque anni non abbia ben chiaro il concetto. Per centro storico si intende tutta la parte della città inscritta all’interno delle mura castellane. Quello che sta fuori, tecnicamente e strategicamente, non è centro storico. Per cui il mio amico ex Sindaco, Gastone Gismondi, non può rispondere ad una domanda di Marisa Colibazzi su cosa intende fare per valorizzare il centro storico di Montegranaro con un progetto di consolidamento della scarpata di viale Gramsci e con interventi atti a migliorare i parcheggi, sempre in viale Gramsci. Così come la mia amica Ediana Mancini non può rispondere alla stessa domanda con un intervento rivoluzionario sempre in viale Gramsci. Signori miei, viale Gramsci non è centro storico! Il centro storico sta da un’altra parte e duole constatare che si abbia un’idea così vaga di cosa sia, tanto che sono vivamente preoccupato. Servono interventi seri e serve una visione di insieme concreta. E servono i soldi per recuperare la parte vecchia della città. Per ora ci sono solo tanti bei progetti, la gran parte focalizzati altrove. Sono pessimista? Si, per forza, quando si scambia il centro storico con i giardini di viale Gramsci  o con la scarpata c’è poco da essere ottimisti.

Luca Craia

giovedì 15 maggio 2014

Ecco come funziona la collaborazione tra le associazioni



Sono stato sempre un convinto sostenitore della necessità per le tante associazioni di Montegranaro di collaborare tra loro per una serie di motivi, tra i quali la consequenziale migliore offerta culturale e il sincronismo tra eventi che non si vadano più ad accavallare. Oggi, alla luce di anni di brutte esperienze, ho cambiato idea e dico che la collaborazione, per quanto auspicabile, allo stato attuale e con certi personaggi che si occupano di associazionismo, non è possibile.
Ultimi accadimenti a suffragio di quanto sto affermando: la Banda Omero Ruggieri, della quale mi onoro di essere uno dei fondatori ma, sottolineo, non più in carica nel direttivo avendone date le dimissioni lo scorso novembre, ha organizzato per il giorno 7 giugno prossimo presso il Campo dei Tigli la seconda Festa della Banda (la prima s’era svolta l’anno scorso nello stesso periodo). Lo scopo della festa è di far conoscere e promuovere l’attività dei nostri volenterosi ragazzi che stanno lavorando per dare una banda musicale consona alla città di Montegranaro e, nello stesso tempo, siccome l’attività dell’Associazione richiede un notevolissimo impegno economico che grava quasi totalmente sulle tasche degli iscritti e dei genitori dei ragazzi, visto che il Comune non ha tirato fuori un centesimo per sostenerla, la festa serve per autofinanziarsi. Ci saranno esibizioni di cantanti come la nostra Matilde Nicoziani e Monica Giorio di X-Factor nonché dei nostri giovani musicisti facenti parte della Banda, e ci saranno stand gastronomici per restare fino a tarda sera.
È un momento fondamentale, quindi, per la vita e l’attività della Banda Omero Ruggieri che va considerata un patrimonio di tutta la città e quindi sostenuta. E invece a Montegranaro che succede? Succede che Città Vecchia organizza per la stessa sera una cena in piazza. La Banda ha comunicato l’evento alla Pro Loco e all’ufficio cultura del Comune già da qualche mese, verificando e sincerandosi che non vi fossero altri eventi in quella data. Invece ecco che ne spunta un altro, in concorrenza e a poca distanza (in piazza Mazzini). Possibile che l’ufficio cultura non sia riuscito a coordinare le due cose? Possibile che la Pro Loco non sia riuscita ad evitare l’accavallamento? Cosa non ha funzionato? Pare che Città Vecchia abbia organizzato tutto senza sentire nessuno, ma occupa il suolo pubblico. Il permesso deve essere venuto dall’Ufficio Cultura. Come mai si è permessa questa sovrapposizione? Non era possibile spostare l’evento di Città Vecchia? Magari alla settimana successiva? Perché è evidente che l’informazione, se non l’organizzazione, di questa manifestazione è arrivata dopo di quella della Banda.
Non basta. La festa della scuola organizzata da G.O Genitori Oggi per sabato 17 maggio, forse per le tante polemiche o forse per reali problemi logistici, viene rimandata. Indovinate a quando? A venerdì 6 giugno, il giorno prima della festa della Banda. Ora immaginiamo che genitori e parenti di ragazzi che partecipano alla Banda ma vanno anche a scuola debbano scegliere o l’una o l’altra cena, difficilmente le faranno entrambe. Quindi sono tre gli eventi uguali e con lo stesso target accavallati in poco più di ventiquattro ore.
Questa è la collaborazione tra associazioni. Questo è il rispetto tra associazioni. Questa è l’organizzazione degli eventi a Montegranaro: una Pro Loco che cerca di coordinare ma che non ci riesce per diversi motivi e un ufficio cultura che sembra distratto. In questo caso a rimetterci sarà probabilmente la Banda. Ma di questo passo non si va da nessuna parte. E in realtà, a rimetterci, è Montegranaro.

Luca Craia

mercoledì 14 maggio 2014

Arkeo in sopralluogo al Teatro Novelli



Stamattina, insieme all’ingegner Fabio Alessandrini, capo dell’Ufficio Tecnico comunale e alla dottoressa Letizia Vallesi, redattrice del nostro progetto di recupero del teatro Novelli, su incarico del commissario prefettizio dott. Ianieri abbiamo effettuato un sopralluogo al piano primo del Palazzo Comunale di Montegranaro per verificare lo stato del teatro Novelli e dell’intero piano al fine di studiare future soluzioni.
La situazione che abbiamo trovato è a dir poco allarmante. La volta in camorcanna del teatro, deliziosamente decorata a tempera, risulta fortemente danneggiata da infiltrazioni di acqua piovana dovute alla fatiscenza del tetto sovrastante. È preoccupante sia lo stato dei dipinti che quello della volta che potrebbe avere, in un tempo presumibilmente breve, danni strutturali irreparabili.
Altrettanto preoccupante la situazione igienica: all’interno dell’edificio dimorano numerosi piccioni, il suolo è lastricato di guano e numerose carcasse di animali morti giacciono a terra. L’odore è insopportabile.
È evidente la necessità di intervenire con la massima urgenza. Ovviamente il primo passo dovrà essere diretto verso l’igienizzazione dei locali, chiudendo l’accesso ai volatili e allontanando quelli presenti, per poi pulire e sanificare il tutto. Molto più complicato il recupero strutturale del tetto e del piano dell’edificio: sono numerose e copiose le infiltrazioni d’acqua, il tetto risulta imbarcato e questo solo per quanto riguarda la messa in sicurezza. Il recupero interno, poi, considerando impianti e suppellettili, sarà comunque pesantissimo. Occorre quindi muoversi con estrema sollecitudine per intercettare fondi utilizzabili per questo scopo, e la presenza del teatro può agevolare la ricerca di risorse, a patto che ci metta in azione immediatamente, sia per la ricerca dei fondi sia per scongiurare il verificarsi di nuovi ulteriori gravi danni.

Luca Craia

Che brutto futuro, Montegranaro.



Ha perso di tono la campagna elettorale montegranarese. Dopo una partenza scoppiettante, dopo un periodo di violenze verbali mai udite, dopo i manifesti strappati, le denuncie di presunte “vessazioni”, dopo i duelli tra fratelli-coltelli e gli attacchi personali a candidati e parenti degli stessi, ora sembra dormano tutti. Una campagna elettorale che diventa scialba, con argomenti poveri, con un confronto pressoché nullo.
I programmi sono quasi tutti sul tavolo. Lasciano il tempo che trovano, come sempre. Si promette, una montagna di blablablà, progetti faraonici e rivoluzionari, soluzioni per tutto e tutti e, in realtà, leggendo bene, fuffa. Tanta fuffa. Certo, qualche spunto positivo c’è, e facendo una bella cernita tra le tante stupidaggini, facendo una summa tra quel che resta di buono tra tutti e cinque i progetti e facendone uno solo forse, e dico forse, potrebbe venir fuori qualcosa di credibile e realizzabile. In medio stat virtus, dicevano gli antichi. Certo che fare la media tra cinque proposte non è facile. Povero elettore.
Non si parla di come si vuole sviluppare economicamente la città, come la si vuole aiutare ad uscire dalla crisi, come si intende sostenere l’imprenditoria, il lavoro, l’occupazione, l’integrazione sociale. Se ne parla, intendiamoci, ma è un blablablà. Si parla di centro storico, ne parlano tutti, sembrava dovesse essere il campo su cui giocare la partita. Poi si scopre che Stranamore intende per centro storico viale Gramsci, che sta fuori le mura, e che Gastone, che sembra averne un’idea un po’ più precisa almeno puntando sul potenziamento di piazza Mazzini, che sta dentro le mura, vuole però vendersi palazzo Francescani. Per il resto, le case che crollano, la carrabilità, l’incentivazione all’investimento, nulla. Non si parla del progetto Horizon 2020, che potrebbe essere la soluzione di tanti mali, e che scade a breve.
Al di là delle promesse luccicanti, insomma, non c’è nulla di rivoluzionario. E visto che le promesse luccicanti saranno dure da realizzare data la situazione debitoria, quel che resta è una vaga idea di ordinaria amministrazione. Si, sono pessimista, lo ammetto. E fortemente tentato di andare al mare, il 25 maggio, dando retta, per una volta in vita mia, a quel criminale di Craxi. Solo che devo tenere la cripta aperta quel giorno. E chissà che non continui a piovere.

Luca Craia

venerdì 9 maggio 2014

Arkèo abbandona la propria creatura, la Settimana della Cultura, cacciata dai soliti noti.



Capita talvolta di dover rinunciare ai propri progetti per salvaguardare la propria dignità. Così è capitato che Arkeo ha dovuto rinunciare al suo progetto della Settimana della Cultura, un progetto ideato, portato avanti, proposto in provincia, un progetto che ha richiesto impegno, lavoro, incontri, viaggi, telefonate, lettere, un progetto che poi Arkeo ha messo a disposizione della collettività affidandone il coordinamento alla Proloco. Affidare il coordinamento, però, non equivale a togliersene la paternità: il progetto è nostro, è stato da noi ideato e ne andiamo, credo giustamente, fieri. Ciononostante abbiamo dovuto uscirne, nostro malgrado.
Lavorare nell’associazionismo è complicato, a Montegranaro lo è davvero tanto. A Montegranaro esiste prima di tutto il tornaconto personale, la ricerca spasmodica di visibilità, l’invidia, la cattiveria. Poi, se dopo tutto questo ci avanza un po’ di spazio, ci mettiamo il bene comune. Non sto parlando, ben inteso, di tutto l’associazionismo cittadino, che è fondamentalmente sano e forte. Sto parlando di alcune realtà ben precise ed individuabili che cercano (e spesso riescono) ad egemonizzare il panorama culturale con intrecci politici, alleanze trasversali e tanta, tanta cattiveria.
Ieri sera c’è stata una seconda riunione per organizzare la Settimana della Cultura, una riunione indetta dalla Proloco che già nei giorni scorsi dava evidenti avvisaglie di burrasca. Le avvisaglie annunciavano il giusto. Nei giorni scorsi, dicevo, avevo già registrato malumori da associazioni che si lagnavano del bibliotecario non interpellato (che invece lo era stato, eccome). E di altre che premevano sulla Proloco perché non gradivano il ruolo svolto da Arkeo. Alla riunione, senza tanti giri di parole, Città Vecchia e Archeoclub hanno subordinato la loro partecipazione all’iniziativa al fatto che Arkeo non dovesse avere alcun ruolo organizzativo, dimenticando che tutto è partito proprio da noi, dimenticando che già avevamo lasciato la leadership del progetto alla Proloco. Ma toglierci anche l’orgoglio di dire che l’idea è nostra no, questo non possiamo tollerarlo.
Arkeo lascia la Settimana della Cultura. Lo fa con una decisione sofferta ma unanime del Direttivo che preferisce non ingaggiare battaglia su questo punto e lasciare che la manifestazione abbia il suo corso, perché siamo convinti che la nostra fosse davvero una buona idea. Ci facciamo da parte, visto che siamo così antipatici, scomodi, puzzolenti. Faremo le nostre cose, apriremo la Cripta, faremo la passeggiata sotto le stelle, ma lo faremo con le nostre sole forze, ce la possiamo fare. Abbiamo capito che la collaborazione tra associazioni, a Montegranaro, finchè ci saranno realtà che puntano solo al proprio tornaconto, non è possibile. Faremo la nostra parte, come abbiamo sempre fatto. Ma non chiedeteci di collaborare. Abbiamo sempre collaborato con tutti quelli che ce l’hanno chiesto. Ma se collaborare significa calpestare la propria dignità preferiamo lavorare da soli. In attesa di un auspicabile rinsavimento.

Luca Craia

giovedì 8 maggio 2014

Lavarsi la coscienza con una scritta



Bring back our girls: un’enorme ipocrisia. Un’ipocrisia pericolosa. Ipocrisia perchè è così che il mondo occidentale si lava la coscienza, si mette tranquillo di fronte a fatti eccezionalmente cruenti ai quali non vogliamo mettere rimedio, ai quali non abbiamo intenzione di pensare più di tanto. Abbiamo fatto guerre sante in tutto il mondo giustificandole con motivazioni etiche e morali, guerre ufficialmente umanitarie per salvaguardare libertà e democrazia. Ma in Nigeria la democrazia non ci interessa, ci scuote un po’ il rapimento delle studentesse ma non abbastanza per pensare di intervenire.
Così, se noi umili pecore ci accodiamo a iniziative fatte passare per popolari ma sponsorizzate niente popò di meno che dalla first lady americana, se l’opinione pubblica, manipolabile e manipolata a piacimento da chi governa il mondo, si mostra costernata di fronte all’ennesima violenza mostrando il proprio biasimo con magliette, scritte, post sui social network, in questo stesso modo il pastore delle pecore si mette tranquillo: quello che si doveva fare si è fatto, ossia si è pacificata la coscienza collettiva e poi basta.
E tutto questo è pericoloso: diamo rilievo all’azione dei terroristi, gli facciamo vedere che hanno colto nel segno. Perché è questo che volevano: farsi notare dall’opinione pubblica mondiale. Scrivere in giro “bring back our girls” serve a dire ai terroristi: “bravi, il vostro gesto ha sortito l’effetto voluto. Continuate così.” E lo facciamo con la coscienza a posto.

Luca Craia

mercoledì 7 maggio 2014

Ma il Palabotanico di Montegranaro di chi è?



Potrebbe togliermi il sonno questo interrogativo, e potrebbe, anzi, dovrebbe toglierlo ad ogni montegranarese attento e interessato alle sorti della propria città. Il Palazzetto dello sport o, meglio, i ruderi di cemento armato che avrebbero dovuto diventare il nostro palazzetto dello sport e che, invece, grazie al fallimento della Calepio Scavi, sono rimasti il monumento alle incompiute e, se vogliamo, alla cattiva amministrazione, di chi sono?
A quanto mi è stato detto non sono del Comune. In effetti, essendo la Calepio Scavi fallita e non essendo stato perfezionato l’accordo secondo il quale il “palazzetto” sarebbe stato ceduto al Comune come pagamento per le opere del “Villaggio del Lavoro” (altra megaincompiuta), le colonne abbandonate in località La Croce sarebbero ancora della Calepio stessa e, quindi, in mano alla Curatela fallimentare.
Se così fosse, quindi, come farebbero coloro che ci stanno infarcendo la campagna elettorale con progetti faraonici di palestre, piscine e velodromi a realizzarli, questi progetti? C’è da acquisirlo, prima. Quindi, oltre a spendere soldi che non si sa come procurarseli per crearci l’impensabile, toccherebbe comprarsi o, meglio, ricomprarsi il rudere. Che, tra l’altro, non sembra affatto in buono stato. Magari pensare ad altre priorità?

Luca Craia

Arkeo, chi appoggia alle elezioni?



Visto che più di uno mi ha fatto notare che, come Arkeo, abbiamo incontrato solo le liste presenti alle prossime elezioni amministrative non ricollegabili all’ultima amministrazione, vorrei chiarire il punto. Arkeo non ha convocato nessuno ma è stata consultata da alcuni rappresentanti delle liste, nella fattispecie dal Movimento 5 Stelle, Guardiamo Avanti e Montegranaro Riparti, per capire quelle che per noi sono le priorità di Montegranaro. Non siamo mai stati contattati, almeno ufficialmente, da esponenti delle liste che appoggiano Basso e Gismondi. Ma, ripeto, noi non abbiamo cercato nessuno, semmai il contrario. Evidentemente né a Basso né a Gismondi interessa sapere cosa pensiamo di certi argomenti, almeno fino ad oggi.
Abbiamo, invece, chiesto un incontro alle liste Guardiamo Avanti, Montegranaro Riparti e Movimento 5 Stelle per presentare il progetto di restauro del Teatro Novelli redatto dalla dottoressa Vallesi, incontro avvenuto alla presenza della stessa e di rappresentanti ufficiali delle suddette liste. A tale incontro non abbiamo invitato Gismondi e Basso non per volontà di escluderli ma perché lo stesso progetto era stato loro presentato quando erano al governo di Montegranaro ed era stato in qualche modo scartato. Era quindi inutile riproporlo. Quindi ribadisco che Arkeo è a disposizione di tutte le forze politiche che vogliano consultare la nostra associazione, che Arkeo non appoggia nessun candidato, che Arkeo non “convoca” nessuno. Abbiamo le nostre idee e i nostri progetti che sono a disposizione della città e, per città, intendiamo tutta la città. Chi li vuole conoscere deve solo chiedercelo, oppure leggersi quello che abbiamo già a suo tempo pubblicato.

Luca Craia

domenica 4 maggio 2014

La polizia italiana e le mele marce



Lo so che la Polizia è sotto pressione. Lo so benissimo che, persone sottopagate, rischiano la vita per proteggere i cittadini. Lo so perfettamente che, per quattro imbecilli che portano la divisa, non si possono giudicare migliaia di poliziotti che svolgono onorevolmente il loro lavoro. Però la Polizia si deve auto tutelare di fronte alla denigrazione. La Polizia deve proteggere la propria credibilità e il proprio onore. La Polizia deve dare la sensazione al cittadino di potersi fidare ciecamente. Il Cittadino non può temere la polizia quando è onesto e rispetta le leggi. Il cittadino non deve aver paura della divisa. Se la polizia applaude a degli assassini, anche se quelli stessi assassini portano la stessa divisa, solo per rimarcare lo spirito di corpo ed evidenziare le grandi difficoltà il cui le forze dell’ordine devono operare in questo disgraziato Paese, è la Polizia stessa che si danneggia, che si denigra, che si toglie credibilità. I primi a non fare di tutte le erbe un fascio e di tutte le mele un cesto di mele marce devono essere i poliziotti stessi. È un loro diritto, è un dovere nei confronti del cittadino che chiede sicurezza. Anche da poliziotti pericolosi, pochi, ma che esistono.

Luca Craia

sabato 3 maggio 2014

CANOSA. PUGLIA. L’OSPEDALE CHE NON VUOLE MORIRE – di Anna Lisa Minutillo



Non ci si preoccupa mai e mai troppo della nostra salute oppure di quella di chi ci circonda ,ci vediamo e ci sentiamo invincibili,pieni di vita ,non pensiamo mai al fatto che un giorno potremmo avere bisogno di cure e poi quel giorno arriva,avremmo anche le strutture preposte a prendersi cura di noi ma di punto in bianco le cose che prima apparivano semplici e lineari finiscono con il non essere così.

Mi sono occupata di malasanità  cercando di rendere noto e di far soffermare la vostra attenzione su una situazione personale delicata un po’ di mesi fa,ora sono raggiunta da un moto di agitazione perché come sempre si assiste quasi paralizzati a situazioni pesanti che uccidono le speranze ,che tormentano l’animo ,che mi fanno comunque vergognare di continuare a vivere in questo paese (volutamente scritto con la lettera minuscola),un paese che può essere solo fiero di annoverare fra le sue fila delle persone volenterose,attente,che ci stanno provando e ci provano da un po’ a restare umane anche in un clima non semplice come quello in cui si ritrovano a vivere,ma procediamo con ordine e leggiamo quest’altra “bella”novità  .

Parliamo dell’Ospedale di Canosa di Puglia una struttura per cui si è investito una bella fetta di patrimonio fornendola di reparti altamente attrezzati e specializzati che sono stati inaugurati da rappresentanti politici di tutto rispetto ,che lo hanno preso a cuore e che si sono impegnati affinchè potessero essere considerati un fiore all’occhiello della Regione Puglia sia per specializzazione che per efficienza.

Sembra essere diventato uno dei migliori sport del momento quello di costruire e distruggere ciò che con tanti sacrifici chi dal basso ma in modo onesto e non subdolo opera nella quotidianità cercando di dare sempre il meglio impegnandosi a svolgere il suo lavoro con dedizione e cura per l’ammalato,ci si interroga e non si capisce bene a favore di chi,anche se diventa inevitabile pensare a scelte lobbistiche,speculative e di elettorato.

A raccontare la storia di un bene che non si vuole assolutamente voler veder morire è Primo De Mattei ,un nome di una persona comune,di una persona che non può restare insensibile  di fronte a tanta superficialità,il nome di una persona che sa ancora cosa vuol dire tenere su la  testa ,il nome che potrebbe essere benissimo il mio non cambierebbe nulla quando la vita non la si subisce ma la si vuole vivere e la si vuole continuare a regalare anche alle altre persone.

Un racconto lucido,diretto a tratti accorato ma mai disperato anzi fiero come la fierezza che spesso ritroviamo negli occhi di tanti lavoratori che si vedono strappare la stabilità che fino a pochi instanti prima si possedeva e in un battito di ciglia sembra quasi rivoltarsi contro, così come sembra fare la stessa vita.

Non posso fare altro che descrivere la situazione di questo ospedale partendo dalla fierezza di questo sguardo per ciò che esso era riuscito a diventare grazie al lavoro di tante persone ed all’attenzione che personalità come Vendola e l’assessore alla sanità Elena Gentile facente parte della giunta di quest’ultimo nella Regione Puglia hanno fieramente rappresentato per poi abbandonare questa struttura e questo personale  alle dimenticanze ed alle superficialità di cui ammalati e personale  non hanno di certo  bisogno in questo momento.

HA partecipato all’inagurazione del punto nascita Nicky Vendola  e forse ora proprio per come si è posto nei riguardi di questo evento e della sua terra sarebbe il caso di vederlo e di trovarlo affianco alle persone e non sopra le parti .

Il personale e i cittadini si aspetterebbero da lui una maggiore presa di coscienza che non si può di certo racchiudere in due scarne battute  così come fanno  con loro Ernesto La Salvia chirurgo presso la struttura  oltre che sindaco di Canosa di Puglia che ha cercato e cerca di appoggiare le lotte del personale attivamente ricoprendo un ruolo oltre che professionale ,umano ed anche Francesco Ventola  il presidente della provincia BAT il quale ha cercato di portare il suo appoggio  oltre che morale anche fattivo presenziando alla manifestazione.

Ricordiamolo questo momento :

https://www.youtube.com/feature=player_embedded

Racconta Primo:si è partiti parlando di una situazione di riordino ospedaliero per arrivare ad una situazione catastrofica che giorno dopo giorno peggiora sempre più.

Si è deciso di lasciare aperte le strutture di Barletta e Bisceglie e la sede di Andria che rimane nell’entroterra penalizzando in questo modo tutte le persone che vivono in altri paesi tipo Minervino e Spinazzola che avrebbero difficoltà anche solo a raggiungere l’ospedale di Canosa figuriamoci quello di Andria collocato in pieno centro ,con un passaggio a livello da superare e con le vie che lo circondano che sono occupate settimanalmente dal mercato.

Cosa si nasconde dietro a queste scelte?

Come si fa a giocare sempre sulla pelle delle persone credendo di riuscire a giostrale e sentendosi dare dei buffoni o dei pagliacci quando si cerca solo di far conoscere la verità?

Perché vengono toccate solo le strutture che meno sono protette dall’appoggio di senatori e di europarlamentari e di consiglieri regionali? Non dovrebbero essere loro a mettere tutti i cittadini sullo stesso piano ed a prendersene cura,non fosse altro che per il fatto che se si viene eletti è proprio grazie al voto che regalano loro i cittadini?

La salute è una questione di serie A e di serie B oppure dovrebbe essere un bene che abbiamo tutti e che nessuno ha il diritto di toglierci e di  privarci?

Queste sono le domande di Primo e queste sono le risposte che in questo piano di riordino si sono visti recapitare gli ammalati,il personale,i cittadini all’ospedale Civile di Canosa di Puglia la situazione è questa:

Un’intera città è stata illusa della salvezza del suo ospedale. In più riprese, da oltre un anno.

Il  nuovo piano di riordino che prevede la soppressione di molti posti letto.L’ospedale di Canosa passerebbe da 102 posti letto a 52.

La situazione attuale è;

medicina

geriatria

cardiologia ( ancora per poco)

servizio di ginecologia

servizio di pediatria

4 posti di ortogeriatria(interventi sull’anziano fratture e protesi)

e day surgery (interventi in giornata senza degenza).

E questo è quanto si vorrebbe fare con il piano di riordino attuato

CHIRURGIA SOPPRESSA

ORTOPEDIA SOPPRESSA

GERIATRIA E MEDICINA PERDEREBBERO IL PRIMARIATO PER CUI DIVENTEREBBERO UNITà SEMPLICI E NON PIU COMPLESSE.

OSTETRICIA E GINECOLOGIA SOPPRESSE(NONOSTANTE ABBIANO I NUMERI PER RIMANERE APERTI, IL PIU BASSO NUMERO DI CESARI IN PUGLIA E OLTRE I 500 PARTI ANNUI)

PEDIATRIA SOPPRESSA

NEONATOLOGIA SOPPRESSA

CARDIOLOGIA SOPPRESSA

REPARTO DI RADIOLOGIA STESSO DISCORSO FATTO PER GERIATRIA E MEDICINA

LABORATORIO ANALISI STESSO DISCORSO FATTO PER GERIATRIA E MEDICINA.

tutto questo per rafforzare ospedali come Bisceglie, Barletta e Andria  che distano tra loro pochi km.

cosa che invece non può dire il territorio che comprende  Canosa Minervino Spinazzola, con la chiusura di quei reparti da me elencati pocanzi andrebbero a

penalizzare fortemente queste popolazioni mettendo a rischio I FAMOSI L.E.A ( livelli esistenziali di assistenza).

Come sempre quando si chiudono attività non ci si può dimenticare dell’indotto ,del personale che opera all’interno dell’Ospedale,mi dice Primo:in questo momento intanto che io sto parlando con te e ti sto narrando la nostra situazione mi dicono che all’interno dell’Ospedale è stato vietato al personale che fa parte della manutenzione,delle pulizie,dei tecnici,degli elettricisti di intervenire in caso di bisogno di questi servizi.Il loro compito gestito e svolto da anni viene affidato a personale esterno che ne riceverà l’appalto quindi si terranno delle persone in loco che si vedranno strappare il lavoro dalle mani,che rappresenteranno un costo e che non potranno svolgere il loro lavoro ma solo limitarsi a scaldare una sedia per tutto il giorno a discapito di chi  potrebbe ricevere la soluzione ai loro problemi in tempi brevissimi,oltre il danno la beffa tanto per restare in tema di scelte coerenti ed operate per il bene dei cittadini e dei lavoratori.

Nascono i disguidi,le persone si lamentano e sono insoddisfatte fino a quando non si decide di abbandonare il posto di lavoro per liberare dell’ ingombro della presenza in questo modo si creeranno altre persone disperate che se non hanno un carattere forte potrebbero commettere l’ennesimo omicidio di stato che ormai è all’ordine del giorno e non scompone sicuramente le coscienze di chi una coscienza non ha.

Primo è un cittadino onesto che non ci sta a vedere la sua terra senza aiuto,non ci sta a portare il peso delle persone anziane  lasciate in mano a soli quattro specialisti perché è questo Il numero degli specialisti prevesti per questa zona gli interventi non saranno più possibili .Ora bisogna percorrere almeno 25 km in auto per giungere in ospedale in caso di gravi ferite da operare, quando ormai si è rimasti dissanguati dopo rotture di acque di gestanti o profonde ferite di contadini.

Si legge e si pensa che non vi sia nulla di nuovo che a  chiudere ed a perdere eccellenze e collaborazioni ,posti di lavoro e vite che si appiattiscono e soffrono non  vi si possa porre rimedio,ma le cose non stanno propriamente così.

Le persone comunque stanno prendendo  coscienza e stanno sollevando la testa e lo stanno facendo in vista delle prossime elezioni.

Le persone si stanno organizzando non fanno più finta di non vedere cosa gli ruota accanto,le persone stanno formando comitati si stanno riunendo,stanno parlando fra loro si stanno confrontando per cercare delle soluzioni,per riprendersi ciò che dovrebbe essere difeso per non lasciare sempre tutto nel silenzio che troppo spesso viene scambiato per tacito assenso ma non sempre è così.

Primo ha sfilato nella manifestazione che ha visto i suoi concittadini agire,ha trovato il conforto delle amministrazioni locali ,regionali e comunali.

Primo non ha smesso di credere in ciò che basterebbe poco per realizzare ,ha appoggiato il personale che ha occupato la struttura per un mese e lo segue non lo lascia solo,comprende quanto c’è in gioco,comprende quanto si debba non smettere di credere nei sogni e non si limita a parlare cerca di essere laddove c’è bisogno di conforto e di  aiuto ,di appoggio,Primo nel suo silenzio ha deciso di raggiungere anche me ,ha deciso di affidarsi a qualcuno che potesse dare voce alla sua voce e che non può smettere di schierarsi al fianco delle persone che non si lasciano irretire da quattro belle parole e mai manifestate con le azioni e questa cosa mi spaventa,l’indifferenza con cui i nostri rappresentanti politici ci abbandonano al nostro destino dimenticando che neanche quello è più nostro da che ci sono loro…si decidono loro cosa devono toglierci,decidono quanto e come dobbiamo soffrire,decidono per cosa e per mano di chi dobbiamo morire e decidono anche che non possiamo avere la possibilità di curarci come vogliamo .

Sono sempre stata contro l’arroganza soprattutto contro l’arroganza degli ignoranti e di persone che ignorano quanto sia difficile vivere e riuscire a costruirsi una vita nonostante ciò che ne hanno fatto delle nostre vite.

Sono sempre stata contro le ingiustizie ed i soprusi,non ho mai avuto paura di dire come la penso,non ho mai avuto paura di invitare le persone a leggere ed a documentarsi perché leggere consente alla coscienza di formarsi e di elevarsi,di conoscere come è il giro del fumo e di spazzarlo via questo fumo che vorrebbe impedire di vedere a chi invece ne ha tutto il diritto.

Dovrebbe essere umano abbandonare nei corridoi persone contagiose ? Dovrebbe essere umano avere un punto nascita per cui si sono investiti oltre un milione di euro provvista di vasca per parto in acqua li ferma a fare la muffa ? Dovrebbe essere umano abbassare la testa di fronte a tutte queste lobby che ormai sono note ai più e che portano ricchezza sempre e solo ai soliti noti?

Dovrebbe essere umano dimenticare quanto sia difficile riuscire ad avere qualcosa che funzioni oggi in Italia ? Concludo salutando Primo ed invitandolo a non perdere mai la speranza e la voglia di lottare così come invito tutti coloro che hanno avuto la bontà di leggere fino a qui a non abbassare la mia testa  di fronte ai soprusi.

venerdì 2 maggio 2014

Cosa vuol dire avere qualche milione di euro da pagare



Cosa vuole dire avere un debito fuori bilancio di proporzioni bibliche, destinato a crescere e in crescita costante a seguito di sentenze che giungono giorno dopo giorno? Vuol dire, ad esempio, che il Commissario Ianieri non può approvare il bilancio preventivo. Non approvare il bilancio vuol dire non poter razionalizzare e ottimizzare la spesa. Non razionalizzare la spesa vuol dire che non si possono fare interventi migliorativi. Ad esempio era intenzione del Commissario di creare una zona franca, per quanto riguarda l’addizionale Irpef comunale, per i redditi inferiori ai 25.000 € annui. Avere un debito fuori bilancio di queste proporzioni vuol dire che, invece di invertire la tendenza, che ha sempre visto Montegranaro primeggiare sulle aliquote, nulla si potrà fare per aiutare le fasce di reddito più deboli. Ora, continuiamo pure a rimpallarci le responsabilità, continuiamo pure a raccontare favole agli elettori circa progetti faraonici (e costosissimi). Ma la realtà è che i Montegranaresi non avranno nemmeno questo piccolo ma significativo aiuto economico. Altro che velodromi.

Luca Craia

giovedì 1 maggio 2014

Spazio candidati - Considerazioni di Letizia Bellesi


Ospitiamo un commento della candidata Letizia Bellesi ricordando che il blog è a disposizione di tutti i candidati alle comunali di Montegranaro per comunicazioni ai cittadini. (L.C.)

Caro Luca,
vorrei fare un commento ad una delle tante frasi che affidi a Facebook, perché mi ha particolarmente colpito. Ti definisci: “Libero pensatore, del web e non. Orgoglioso di esserlo, sia libero che pensatore.”
Se posso, preferisco commentare questa frase direttamente sul tuo blog personale e di questa ospitalità ti ringrazio; a Facebook, preferisco il tuo blog, perchè so essere seguito da “tutti” i nostri concittadini, di qualsiasi schieramento, anche se poi non tutti lasciano commenti ...
Anch’io voglio fare una riflessione, in particolare sul nostro “microcosmo” in questa delicata fase della sua storia. Della tua frase mi colpisce la parola “orgoglioso”, ma soprattutto la parola “libero”.
Anch’io mi sento orgogliosa di essere una libera pensatrice; quando leggo la classifica a fine corsa, sono orgogliosa di vedere riportato un tempo accanto al mio nome, anche se in fondo, ma non la scritta “ritirata”: c’è la mia età e l’indicazione “Atleta libero”.
E io di questo mi sento orgogliosa, di essere libera di correre, di correre insieme, anche se quasi tutti corrono più veloci di me, anche se molti sono più magri e più giovani di me. Sono allo stesso tempo orgogliosa di far parte di una squadra, pur da atleta libero, che rappresenta Montegranaro.
Corro, perché so che è una questione di allenamento, corro, perché so che dopo quella salita che sembra interminabile c’è sempre una discesa che ci fa sentire liberi, corro perché c’è sempre qualcuno vicino a me che mi incoraggia. E il traguardo, anche se tagliato dopo di tutti, ogni volta mi ricorda che ce l’ho fatta. Ecco allora che mi sento forte e so che posso affrontare qualsiasi cosa.
Io sono tante cose: sono madre, sono figlia, ma anzitutto sono una persona libera, con la mia dignità, una persona a cui da fastidio l’arroganza, che non sopporta di vedere persone umiliate, costrette a mettersi in ginocchio per compiacere, che non sopporta la strumentalizzazione di bambini a scopi personali.
Ecco allora che ho risposto, non tanto all’invito della mia cara amica Edy che tanto apprezzo, quanto all’urlo di questo paese che implora di essere ben governato; e al grido dei nostri figli che hanno il diritto di vivere in un paese degno di questo nome; mi sono sentita in dovere, come generazione, di reagire a quest’inerzia.
Credo nelle tante risorse e nelle energie positive che questo paese ha e non mi capacito come in tutti questi anni non abbia avuto lo sviluppo che meritava, anzi ancora viene deriso per la sua arretratezza.
Chi dichiara di avere così tante buone idee, ovviamente perde la sua credibilità se non è riuscito a realizzarle quando ne aveva la possibilità; quali sono stati gli ostacoli? Mancanza di capacità? Poca competenza? O forse anche poca libertà? In effetti il coraggio gli viene riconosciuto; anche qui, il coraggio di ripresentarsi con la stessa faccia di qualche mese fa.
E’ vero, la politica non è il mio mestiere, ma proprio per questo mi sento più libera di poter dare il mio contributo, mi metto al servizio della nostra comunità, con le mie esperienze, le mie conoscenze e le mie capacità. Il motivo? Voglio essere un esempio per il mio e per i nostri figli, a non arrendersi, a non mollare, a non subire, a non barare, a partecipare con dignità e spirito di servizio.
Attenzione all’anziano sì, ma attenzione ancora maggiore ai nostri giovani, ai nostri figli. Nella nostra lista ci sono tanti giovani che hanno voglia di impegnarsi e sono da apprezzare, ma la colpa è nostra, della nostra generazione, se gli stiamo consegnando il paese in questo stato, se gli abbiamo lasciato questo sfacelo; non è quindi giusto lasciare solo a loro l’onere di ricostruire questo paese, non lo trovo corretto.
Di buone idee ce ne abbiamo tante; è vero, dichiaratamente non sono tutta farina del nostro sacco, ma il nostro programma è fatto anche di spunti presi dalla gente e di questo ringraziamo tutti quanti hanno contribuito.
E’ vero, nella nostra lista non troverai nomi altisonanti, ma semplici e comuni; noi ci chiamiamo Paola, Chiara, Laura, Sara, …. e ce la metteremo tutta per far ritornare Montegranaro come ce lo hanno consegnato i nostri padri.
Un’ultima cosa: se possibile, evita di chiamarci lista “Stranamore”, se puoi chiamaci con il nome che ci siamo dati “Montegranaro Riparti”, convinti che sarà una squadra, che pure ha il suo buon capitano, a rimettere in moto questo paese; ma se proprio preferisci gli epiteti, allora suggerisco lista "Stima&Amore": stima reciproca e amore per il nostro paese.
Cordialmente, 

Letizia Bellesi, candidata della lista Montegranaro Riparti con Ediana Mancini Sindaco.

Il pasticciaccio brutto della statua del Papa Santo e le stupidaggini degli ex sindaci.



Non ne volevo parlare ma alla fine cedo anche io perché questa storia della statua di Papa Giovanni Paolo II potrebbe averla scritta Pirandello. Voglio, però, fare una premessa: per me quella scultura è talmente brutta che può restarsene tranquillamente dov’è, anzi, la rimanderei direttamente all’autore e mi farei ridare i soldi, tanti, che sono stati pagati per quell’obbrobrio, con tutto il rispetto per il Papa Santo al quale, comunque, somiglia come io somiglio a Richard Gere.
Ciò posto andiamo a vedere le enormi baggianate che sia Basso che Gismondi stanno gareggiando a dire. Dunque: Basso fa scarica barile, convinto che la statua possa stare all’esterno. Ma non ce l’ha messa perché era in scadenza di mandato (quanta roba non ha fatto Basso perché in scadenza di mandato. Ma s’era lasciato davvero tutto per gli ultimi giorni, eh?) e quindi si aspettava che a provvedere fosse l’amministrazione che gli ha succeduto, quella stessa in cui lui era Presidente del Consiglio Comunale (come giustamente dice Gismondi). Ma evidentemente, una volta che la scultura è finita sotto la chiesa di San Serafino se l’è scordata pure lui.
Gismondi, invece, dice che l’opera d’arte è fatta di un materiale fragile e che, quindi, non può essere collocata all’aperto se non con una struttura protettiva. Quindi la sua collocazione nello sgabuzzino era provvisoria, in attesa di trovare fondi per realizzare tale struttura. Fondi che, però, in quattro anni e mezzo non sono mai arrivati. In questi quattro anni e mezzo, in realtà, qualsiasi cosa si andasse a chiedere in comune (pulizia strade, interventi di manutenzione, messe in sicurezza, ecc…) la risposta era sempre la stessa: ora non ci sono fondi, provvederemo quando avremo i soldi. Quattro anni e mezzo senza un centesimo da spendere, neanche per comprare un paio di tubi di metallo e un po’ di plexiglass e far realizzare un telaio a un dipendente comunale, in economia, così da togliere la statua dallo sgabuzzino.
Ultimamente, invece, pare che di soldi ne stiano per arrivare parecchi in Comune, viste le promesse elettorali. Chissà se, dopo aver realizzato velodromi, piscine e altri mirabolanti progetti avanzerà qualche centesimo per l’alloggiamento della statua del Papa Santo?

Luca Craia