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giovedì 8 maggio 2014

Lavarsi la coscienza con una scritta



Bring back our girls: un’enorme ipocrisia. Un’ipocrisia pericolosa. Ipocrisia perchè è così che il mondo occidentale si lava la coscienza, si mette tranquillo di fronte a fatti eccezionalmente cruenti ai quali non vogliamo mettere rimedio, ai quali non abbiamo intenzione di pensare più di tanto. Abbiamo fatto guerre sante in tutto il mondo giustificandole con motivazioni etiche e morali, guerre ufficialmente umanitarie per salvaguardare libertà e democrazia. Ma in Nigeria la democrazia non ci interessa, ci scuote un po’ il rapimento delle studentesse ma non abbastanza per pensare di intervenire.
Così, se noi umili pecore ci accodiamo a iniziative fatte passare per popolari ma sponsorizzate niente popò di meno che dalla first lady americana, se l’opinione pubblica, manipolabile e manipolata a piacimento da chi governa il mondo, si mostra costernata di fronte all’ennesima violenza mostrando il proprio biasimo con magliette, scritte, post sui social network, in questo stesso modo il pastore delle pecore si mette tranquillo: quello che si doveva fare si è fatto, ossia si è pacificata la coscienza collettiva e poi basta.
E tutto questo è pericoloso: diamo rilievo all’azione dei terroristi, gli facciamo vedere che hanno colto nel segno. Perché è questo che volevano: farsi notare dall’opinione pubblica mondiale. Scrivere in giro “bring back our girls” serve a dire ai terroristi: “bravi, il vostro gesto ha sortito l’effetto voluto. Continuate così.” E lo facciamo con la coscienza a posto.

Luca Craia