lunedì 19 gennaio 2015

A proposito della macchina nera




Oltre ventiquattrore fa ho chiesto pubblicamente sulla pagina di Gioventù Libera di confrontare il numero di targa della mia vettura con quello della famosa Ford nera da loro pubblicata. L’ho fatto perché molta gente ha interpretato, chissà come mai, la pubblicazione della suddetta foto come un’accusa nei miei confronti e alcuni pare siano convinti che la Ford nera pubblicata dai giovani vicini al Vicesindaco sia proprio la mia. Evidentemente i ragazzi di Gioventù Libera sono molto impegnati e ancora nessuno ha verificato la corrispondenza della targa riferendo a me e a chi ha visto quella foto se la macchina ritratta risulta essere la mia o no. Dato che, però, non ho piacere che mi si accusi di cose non fatte e dato che la macchina non è certamente la mia (perché so dove parcheggio, perché so riconoscere la mia macchina, perché so di non violare i divieti di sosta) vorrei intanto chiarire. Per questo pubblico la foto della mia macchina con la targa bene in evidenza. In evidenza ci sono anche i cerchioni che sono decisamente diversi e la modanatura cromata sopra la targa che in quella della foto incriminata non c'è. A questo punto se i ragazzi di Gioventù Libera vorranno essere così gentili da chiarire la questione pubblicamente ne sarò loro grato. Altrimenti prenderò atto del fatto che a pubblicare una foto che mette in difficoltà (e crea anche qualche piccolo danno di immagine) una persona che non c’entra nulla ci vuole poco ma a rimediare ci vuole evidentemente di più.

Luca Craia

Stelutis Alpinis - Canzone contro la guerra

Le storie di Monte Franoso – La guerra dei divieti di sosta



A Monte Franoso da diverso tempo c’era un blogger che si divertiva (si fa per dire) a segnalare sul suo spazio virtuale le varie magagne che affliggevano il paesino pubblicando articoli, vignette satiriche e foto di situazioni, come dire, imbarazzanti. Il blog, che si chiamava La Vespa Punge, era molto seguito dai Montefranosini, e molti di loro partecipavano inviando materiale, foto e segnalazioni. Tutto questo non era visto di buon occhio dalla politica locale che mal digeriva la massiccia dose di critiche che arrivava dal blog e la passione per le vignette satiriche che stava contagiando molti cittadini di Monte Franoso.
Uno dei politici più importanti del paese, l’avvocato Andreoni, se la prese molto a male per alcune vignette, foto e articoli critici nei suoi confronti e decise di vendicarsi. Diede istruzioni a un gruppo di fedelissimi che aveva una pagina su Handbook, il popolare social network, di pubblicare una foto che ritraeva una macchina in tutto e per tutto identica a quella del blogger in palese divieto di sosta. Ovviamente la targa era oscurata, come si fa normalmente in questi casi per il rispetto della privacy, ma questo aiutava a generare l’equivoco. Era infatti impossibile verificare dalla targa la proprietà della macchina.
Una volta pubblicata, la foto fece il giro del paese e la gente cominciò a chiacchierare. Dicevano: “visto? Fa tanto il moralista ma anche lui non rispetta le regole”. Oppure: “stavolta c’hanno preso lui in castagna”. L’avvocato e suoi fedeli alimentavano a di persona e sul web la convinzione che la macchina ritratta fosse del blogger stando però molto attenti a non nominarlo mai né ad affermare esplicitamente che quella vettura fosse sua.
La vergogna fu talmente tanta che il blogger decise di smettere di pubblicare sul web e di chiudere ogni attività di questo genere. Il blog fu quindi chiuso e l’avvocato Andreoni andò a festeggiare coi suoi fedelissimi in pizzeria. Pagarono alla romana.
Questo accadeva a Monte Franoso. Chissà se la stessa cosa sarà mai accaduta da altre parti? Chissà se il prepotente di turno l’avrà avuta vinta anche lì?
(ogni riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale)

Luca Craia

Cofferati e l’esigenza di sinistra



C’è un vuoto a sinistra in Italia. Anche prendendo per assunto il fatto che ormai parlare di destra e sinistra possa essere obsoleto (e forse lo è) in Italia manca una forza politica che si faccia davvero interprete delle reali esigenze delle classi sociali più deboli. Il Pd, anche se derivazione diretta di quel PCI ormai lontano, oggi non è definibile forza di sinistra, se vogliamo nemmeno come forza progressista. Nel tempo si è spostato sempre più verso destra diventando, di fatto, una nuova Democrazia Cristiana senza averne, però, le qualità positive. È un partito di moderati, talvolta tendente a destra (tanto che governa con la destra di Alfano) che ospita per quegli strani meccanismi della politica italiana, gente di sinistra.
A sinistra, invece, c’è il vuoto. Sel è troppo debole, sganciata dalla realtà, poco credibile e, soprattutto, fortemente handicappata dalle sue irrinunciabili radici marxiste, oggi davvero superate. Il Movimento 5 Stelle tutto è meno che di sinistra, semmai è trasversale, ha una forte componente sociale che, a volte, somiglia più alla destra sociale storica che alla sinistra. Manca, quindi, un elemento essenziale che un Paese democratico deve avere: manca la rappresentanza delle classi deboli.
Sono in molti a saperlo: lo ha sempre saputo Civati che spinge verso sinistra da lungo tempo all’interno del Pd ma che non ha la forza necessaria per sganciarsi dal suo partito e avventurarsi in qualcosa di nuovo. Lo sa Cofferati, che forse oggi può davvero prendere le redini di questi vettori e convogliarli verso una nuova formazione. Lo sa Berlusconi, che continua a paventare il pericolo comunista nella certezza che i comunisti non ci sono più ma che un pericolo (per lui) a sinistra potrebbe nascere da un momento all’altro. Lo sa Renzi, la cui reazione alle dichiarazioni di Cofferati denunciano nervosismo e paura.
Perché un nuovo soggetto a sinistra fa paura a molti. Intendiamoci: difficilmente potrà rivedere i fasti del vecchio PCI, difficilmente potrà diventare una delle forze maggiori, ma certamente potrà farsi interprete di tante esigenze finora disattese, dialogare con i nuovi soggetti della nuova politica e soffiare sul collo a quella vecchia, dando voce a quella fetta di cittadinanza (e di uomini politici) che fino a oggi è stata inascoltata.
Forse i fatti liguri si risolveranno con il solito topolino partorito dalla montagna, forse no. Quello che forse sta accadendo è che Cofferati ha probabilmente tolto il tappo a una miscela esplosiva che si è innescata dentro al Pd e prima o poi quella parte di sinistra che ancora sembra essere viva all’interno di questa nuova balena bianca uscirà e andrà a riempire quello spazio vuoto che aspetta da troppo tempo. Poi vedremo se ancora si parlerà di compagni, Marx e proletariato o se si avrà una visione più moderna e agganciata alla realtà dei tempi.

Luca Craia

Passeggiando per Montegranaro

Un nostro lettore (vero, non fittizio, con tanto di messaggio da mettere agli atti) che lasceremo anonimo ci manda queste foto scattate facendo un giro per le vie secondarie (ma non troppo) di Montegranaro.














domenica 18 gennaio 2015

La maggioranza minoritaria



A volte sembra che l’amministrazione comunale sia molto lontana dalla cittadinanza, che viva in una bolla di sapone, una torre di cristallo che le impedisce di vedere la reale condizione della gente e del paese e di proporre soluzioni adeguate. In parte ciò è dovuto a retaggi culturali del maggiore partito che compone lo schieramento, storicamente arroccato all’interno della propria sezione per niente propenso al confronto con i cittadini. A nulla è servito il cambio della guardia al vertice, anzi: ha acuito questo modo di agire dando maggiore potere a chi controlla e tira le fila senza esporsi troppo. A ciò aggiungiamo l’altra componente importante della maggioranza, quella destra collocabile molto a destra e sostanzialmente non riferibile al quadro nazionale che ha una visione della democrazia molto particolare.
Ma c’è un altro fattore da non trascurare e forse è quello più importante: questa maggioranza sta governando Montegranaro ma è stata eletta da una minoranza dei Montegranaresi. Alle ultime elezioni amministrative, infatti, si presentarono ben cinque liste che frazionarono il voto come mai era accaduto prima. Infatti, la lista Montegranaro Riparti, detta Stranamore, ha battuto sì tutti e quattro gli avversari ma è stata votata dal 39.51% degli elettori. Il che significa che oltre il 60% dei Montegranaresi non l’ha votata. Posto che, passate le elezioni, la maggior parte dei votanti non si occupi più di politica, rimane una cospicua fetta di cittadinanza che, invece, la segue e vorrebbe partecipare attivamente. Con una tale percentuale di voti è evidente che:
a)      non si ha la reale percezione delle problematiche cittadine;
b)      non si ha alcuna convenienza a confrontarsi direttamente con la popolazione.

Ecco perché il nervosismo crescente, il pessimo rapporto con chi non è d’accordo, la scollata gestione delle iniziative non patrocinate. Insomma: la nuova politica che, sulla carta, prometteva partecipazione popolare e grande sensibilità verso la cittadinanza, si sta comportando, per scelta e per conseguenza naturale dello stato delle cose, in maniera opposta alle aspettative. E Montegranro sfrizziona.

Luca Craia

venerdì 16 gennaio 2015

Un conto è la satira, un conto l’insulto.



Premetto che ripudio ogni forma di violenza e che nulla giustifica quanto accaduto in Francia alla redazione di Charlie Hebdo, nessuno è autorizzato a fare del male, men che meno a uccidere un altro essere umano per nessun motivo al mondo. Premetto anche che la libertà di opinione e di espressione è sacra come ogni libertà, tenendo conto però che la libertà di ognuno finisce dove comincia quella degli altri. Premetto anche, e in conseguenza a quanto ho appena detto, che condanno fermamente l’attacco al giornale parigino.
Fatte queste premesse, però, vorrei illustrare il mio modesto punto di vista sulla stessa pubblicazione che, a mio parere, tutto è tranne che un giornale satirico. La satira può e, consentitemi, deve essere tagliente, cattiva, altrimenti non è satira. Ma deve avere un fine nobile, deve perseguire un ideale, deve essere uno strumento per far passare un messaggio positivo, sia esso politico o morale. E, comunque, deve avere un rispetto di fondo verso le persone. Nel caso di Charlie Hebdo non mi pare che questo fine esista o, almeno, io non lo vedo. Prendere in giro miriadi di persone per la loro religione è stupido, cattivo, irrispettoso e, soprattutto, gratuito. Qual è lo scopo di mortificare chi crede in qualcosa? Qual è lo scopo di offendere tutti i musulmani del mondo? Tutti i cattolici del mondo?
Credo, quindi, che a Parigi si sia commesso un crimine disumano. Ma che questo crimine abbia poco o niente a che vedere con la libertà di stampa, con il diritto di opinione e con la satira. Charlie Hebdo è sempre stato un giornale moralmente discutibile che utilizza l’insulto gratuito per vendere qualche copia in più. Ciò, ovviamente, è inutile dirlo, non deve essere una giustificazione per quanto accaduto. Serve solo a chiarire il punto.

Luca Craia

giovedì 15 gennaio 2015

Le vergare - aggiornamento al 15/01/2015








A proposito del Regolamento di Polizia Municipale




Leggiamo:


ART. 9 – SICUREZZA DEGLI EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI – EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

1.    Ferme restando le disposizioni del Regolamento edilizio comunale, è fatto obbligo di mantenere ogni edificio, pubblico o privato, e le sue pertinenze, in buono stato di manutenzione e pulizia in ogni sua parte, in modo da prevenire pericoli, cadute, allagamenti.
2.    Gli edifici privati devono essere mantenuti in sicurezza dal punto di vista igienico, della prevenzione incendi e della stabilità degli immobili, per quanto riguarda il peso degli arredi e dei depositi e la tipologia degli oggetti detenuti.

Zona circostante l'edificio che ospita le Scuole Medie

Zona circostante il Municipio
Pezzo di ferro che pende da un balcone del Municipio
 
 

Arridatece Berlusconi!



Mi manca tanto Berlusconi. Ma davvero tanto. Ma voi ve lo ricordate come si stava bene con Berlusconi? Eravamo tutti amici, tutti affratellati dalla lotta contro questo nemico comune, questo lestofante fantastico, sfacciatamente brigante, questo impunito violatore di leggi e regole. L’uomo, si sa, ha bisogno di un nemico e quale nemico poteva essere migliore di questo magnifico furfante per poter unire persone di estrazione sociale diversa, diversa condizione economica, diversa cultura politica ma tutti accomunati dal senso di schifo per il laido comportamento di questo nanerottolo saltellante rialzato su tacchi nascosti.
Certo, oggi abbiamo Renzi da detestare, ma vuoi mettere? Berlusconi se ne inventava centinaia al giorno per farci imbufalire, Renzi a malapena riesce a combinarne due o tre. Non ha la capacità collante di essere nemico unico, di accomunarci tutti nella lotta contro di sé. Ed è per questo che oggi siamo tutti sbriciolati, sparsi in mille rivoli, disgregati. Il potere aggregante dell’odio verso Berlusconi non c’è più ma c’è ancora il bisogno di un nemico politico. Renzi non ce la fa a catalizzare questo bisogno ed ecco qua che ognuno si crea il nemico personalizzato: tutti contro tutti.
Intendiamoci: l’unione contro Berlusconi in assenza di qualsiasi progetto politico, col solo collante di essere, appunto, contro ha prodotto i vari Monti, Letta e Renzi e la situazione di estrema prostrazione in cui giace la Repubblica Italiana. Bisognerebbe unirsi intorno a un’idea, a un disegno, un programma comune. Ma gli Italiani non sono abituati a queste cose, sono sempre stati disuniti: prima in tanti staterelli, poi la parentesi dittatoriale che ci ha costretti al pensiero unico, poi il sistema multipartitico dove ognuno fondava il suo schieramento politico, infine questo pasticcio in cui siamo ora dove continuiamo a creare partiti ma in realtà il pensiero unico domina e divide romanamente. E allora ridatece Berlusconi, almeno smettiamo di tirarci le sedie tra noi e le tiriamo a lui.

Luca Craia

mercoledì 14 gennaio 2015

A proposito di parcheggi




Ricordate la lunga (e giusta) diatriba portata avanti dall’allora opposizione, ora diventata maggioranza, sul pasticcio dei colori della segnaletica orizzontale in discordanza con quella verticale dei parcheggi di viale Gramsci di qualche tempo fa? Liberi per Montegranaro e il Pd, che allora sedevano sui banchi della minoranza in Consiglio Comunale, ingaggiarono una sacrosanta battaglia contro l’allora governo della città, capitanato da Gastone Gismondi, perché, per regolamentare il parcheggio dietro le mura furono prese due o tre decisioni contrastanti, con relative delibere, che crearono un pasticcio inestricabile: le strisce a terra erano di due diversi colori che indicavano parcheggi riservati e non, i segnali dicevano, invece, che c’era disco orario. Insomma: uno che avesse voluto parcheggiare poteva solo fare affidamento sul fatto che, a Montegranaro, la probabilità di ricevere una multa per divieto di sosta è piuttosto bassa.
Ora l’allora minoranza è diventata maggioranza e governa il paese. La segnaletica verticale è stata tolta ma…. sapete di che colore sono parte delle strisce dei parcheggi di viale Gramsci? Gialle, un po’ sbiadite ma gialle. Quindi non si può o. meglio, potrebbe parcheggiare. Ora, non che la cosa sia prioritaria, per carità, ma come faceva confusione allora la fa tutt’ora. Che ci vuole a rifare le strisce? Ci vuole solo un po’ di coerenza.

Luca Craia

Polemiche pretestuose o eccessiva fiducia nella scarsa memoria?




Non vorrei ora innescare uno di quei botta e risposta infiniti che alla fine inficiano quello che di buono una sana polemica può portare con sé, ma una risposta alle dichiarazioni dei due vice, Ubaldi e Perugini, credo vada data. E la risposta non può essere che positiva.
Infatti, sono molto lieto di leggere quello che leggo per molti motivi, primo dei quali il fatto che, se veramente si procederà con tanta solerzia al recupero del Municipio e, quindi, del Teatro Novelli, non posso che essere il primo a complimentarmi con l’Amministrazione Comunale. Ma di solerzia ne serve davvero tanta perché lo stato di deterioramento del teatro è estremamente grave e ogni giorno che passa non fa che peggiorare la situazione per cui, sono sì passati solo sei mesi, ma si sono anche persi sei mesi preziosi. Il fatto, poi, che la spesa, per quanto dichiaratamente programmata, a bilancio non figura, lascia legittimamente pensare che di mesi ne passeranno ancora molti.
Sono lieto anche di apprendere che il nostro Comune ha finalmente trovato un sistema per fare celermente le cose. Infatti, a me sembra piuttosto fantascientifico pensare di iniziare e finire la ristrutturazione del municipio nel primo biennio quando il primo anno se ne è già andato e, torno a ribadire, nel bilancio la spesa non c’è. Ammesso che la si inserisca nel prossimo bilancio di tempo per intervenire ne rimane ben poco per cui, altro motivo di giubilo, direi che, più che amministratori, abbiamo dei supereroi superveloci. Ma questa velocità, ahimè, finora non è stata dimostrata, come nel caso del Palazzetto dello Sport i cui lavori sono in netto ritardo rispetto a quanto dichiarato da Ubaldi, o in quello del Cine-Teatro La Perla, che dovrebbe essere pronto a brevissimo ma i cui lavori, mi pare, ancora non sono partiti.
Non voglio porre limiti alle capacità dell’Amministrazione Mancini, né alla Divina Provvidenza, ma qualche dubbio sulla reale possibilità di vedere il Teatro Novelli rimesso a nuovo entro la primavera del 2016 io continuo a nutrirlo.
In quanto alla pretestuosità della polemica hanno ragione i due vice: la polemica è assolutamente pretestuosa e mi da, appunto, il pretesto per far sapere a chi ci amministra che non può far leva sulla storica e proverbiale scarsa memoria degli elettori, perché almeno uno che si ricorda le promesse fatte c’è. Buon lavoro, quindi, e speriamo che le tali promesse, fatte e ribadite, vengano mantenute.

Luca Craia

martedì 13 gennaio 2015

Arrivano i troll!!!



Creatura ruvida, irsuta e rozza, dotata di un grosso naso e di una coda dal folto pelo e con solo quattro dita per ogni mano o piede”. Così Wikipedia definisce il troll. Ma c’è anche un’altra definizione: “soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi”. Mentre non ho mai avuto il piacere di incontrare un troll del primo tipo, quelli del secondo li conosco piuttosto bene e, a ondate, assalgono questo blog e la relativa pagina Facebook. A ondate, poi, non è corretto perché qualche troll solitario ogni tanto si affaccia, ma ci sono momenti precisi in cui arrivano a branchi e sono quei momenti in cui l’Ape va a toccare qualche nervo scoperto di una parte politica ben precisa e riconducibile a personaggi ben precisi.
Il troll ha gioco facile: non usa la sua identità ma se ne crea una fittizia. Sul profilo Facebook non ha foto, non ha informazioni, non ha amici. Il profilo è uno strumento di guerra, come fosse un coltellaccio arrugginito usato dal troll del primo tipo. E con lo stesso intento: fare male. Il troll non fa sconti: attacca diretto, offende la persona, sputa veleno e acido. Non lo fa casualmente: lo fa perché deve ottenere uno scopo che è quello di fare innervosire, di fare scendere la sua vittima al suo livello.
Sapevo che ci sarebbe stata una nuova ondata di attacchi troll nel momento stesso in cui ho visto la reazione del Vicesindaco alla foto ormai famosa della macchina di via Risorgimento. E non sbagliavo. Del resto già qualche anno fa ebbi uno scontro (civile, ben inteso) piuttosto duro con lui e alcuni suoi sostenitori proprio su queste pagine e ne seguirono mesi di attacchi troll. Con ciò non voglio dire che ci sia un mandante per queste incursioni mediatiche trogloditiche, lungi da me l’idea. Dico soltanto che certi schieramenti politici annoverano tra i propri sostenitori elementi abituati a usare questi metodi, metodi che, sicuramente, non giovano alle suddette parti politiche. Certamente non danneggiano me per due motivi: il primo è che ci sono abituato, il secondo è che, non dovendo per forza fare calcoli politici perché non mi interessano, certe bassezze possono solo farmi sorridere.

Luca Craia