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giovedì 15 gennaio 2015

Arridatece Berlusconi!



Mi manca tanto Berlusconi. Ma davvero tanto. Ma voi ve lo ricordate come si stava bene con Berlusconi? Eravamo tutti amici, tutti affratellati dalla lotta contro questo nemico comune, questo lestofante fantastico, sfacciatamente brigante, questo impunito violatore di leggi e regole. L’uomo, si sa, ha bisogno di un nemico e quale nemico poteva essere migliore di questo magnifico furfante per poter unire persone di estrazione sociale diversa, diversa condizione economica, diversa cultura politica ma tutti accomunati dal senso di schifo per il laido comportamento di questo nanerottolo saltellante rialzato su tacchi nascosti.
Certo, oggi abbiamo Renzi da detestare, ma vuoi mettere? Berlusconi se ne inventava centinaia al giorno per farci imbufalire, Renzi a malapena riesce a combinarne due o tre. Non ha la capacità collante di essere nemico unico, di accomunarci tutti nella lotta contro di sé. Ed è per questo che oggi siamo tutti sbriciolati, sparsi in mille rivoli, disgregati. Il potere aggregante dell’odio verso Berlusconi non c’è più ma c’è ancora il bisogno di un nemico politico. Renzi non ce la fa a catalizzare questo bisogno ed ecco qua che ognuno si crea il nemico personalizzato: tutti contro tutti.
Intendiamoci: l’unione contro Berlusconi in assenza di qualsiasi progetto politico, col solo collante di essere, appunto, contro ha prodotto i vari Monti, Letta e Renzi e la situazione di estrema prostrazione in cui giace la Repubblica Italiana. Bisognerebbe unirsi intorno a un’idea, a un disegno, un programma comune. Ma gli Italiani non sono abituati a queste cose, sono sempre stati disuniti: prima in tanti staterelli, poi la parentesi dittatoriale che ci ha costretti al pensiero unico, poi il sistema multipartitico dove ognuno fondava il suo schieramento politico, infine questo pasticcio in cui siamo ora dove continuiamo a creare partiti ma in realtà il pensiero unico domina e divide romanamente. E allora ridatece Berlusconi, almeno smettiamo di tirarci le sedie tra noi e le tiriamo a lui.

Luca Craia