sabato 19 aprile 2014

La Sutor verso il naufragio. Un patrimonio che si perde.



Quando parla d’altro no, ma quando si occupa di basket e, nella fattispecie, della Sutor a Raffaele Vitali do credito perché di Sutor ci capisce davvero. Così, leggendo il suo editoriale sull’argomento, capisco che forse siamo davvero alla frutta per la storica squadra di pallacanestro montegranarese. Finiti i soldi ma, soprattutto, finita la passione. I Montegranaresi, dopo anni di pressanti richieste di denaro, denaro finito in chissà quali rivoli e scorso via senza quasi lasciare traccia, si sono stancati, disinnamorati, si sono accorti che non è più cosa. E questo, forse, segnerà la fine di quello che è, comunque, un patrimonio cittadino.
Si è evidentemente voluto fare il passo più lungo della gamba. Si è sopravvalutata la potenzialità di un territorio che, seppur ricco, non può può permettersi una squadra di serie A. I nostri imprenditori, che pure hanno dato tanto negli anni, oggi sono alle prese con problemi più seri di un pallone arancione, e non possono più sostenere la gestione di una squadra che, comunque, accusa una certa allegrezza e leggerezza. Montegranaro ha dato tanto, anche quando era palese che la squadra stava andando via, che non era più nostra. La Sutor ha chiesto e ottenuto tanto, monopolizzando ogni tipo di impegno economico della cittadinanza.
Ci è costato molto in termini sociali ed economici, a cominciare dagli investimenti sbagliati della politica, testimoniati dal rudere di quello che avrebbe dovuto essere il nostro palasport, passando per il sostegno economico dato dal Comune annualmente sottraendolo ad altre e più urgenti necessità, per finire all’impegno di ogni singolo tifoso che ha tirato fuori di tasca per sostenere un progetto che oggi sembra destinato a naufragare salvo miracoli. Forse sarebbe stato meglio volare più bassi, accontentarsi di una militanza in categorie appena minori, piuttosto che dover rinunciare alla squadra storica della città. Ma si sa, l’ambizione non ha freni, e quando questa viene cavalcata per altri fini meno nobili, sia economici che politici, i risultati non possono che essere quelli che vediamo. Speriamo in buone notizie future da parte del buon Vitali. In fatto positivo, intanto, è che questa campagna elettorale non vedrà le solite promesse ridondanti sulla Sutor.

Luca Craia

Il quinto candidato ufficiale apre la quaresima elettorale di sangue



Sta per finire questo fine settimana di passione per la politica montegranarese. Finisce dopo una Via Crucis dove erano presenti tutti i rappresentanti delle liste in lizza per governare il paese a scarpinare affannosamente, divisi nei propri specifici capannelli, dietro agli altoparlanti oranti, tutti pii e devoti almeno una volta ogni cinque anni. Magari erano lì a pregare perché il plurisindaco siderale non si candidasse e invece, incredibile ma vero, oggi questi ci sconvolge ogni dogma di fede annunciando che sì, sarà lui a capitanare la compagine dei dissidenti e sarà lui, sbalordite gente, a vincere le elezioni.
Ora non ci resta che attendere. Attendere che vengano rese note le liste dei candidati, attendere che giunga quel fatidico giorno in cui i Montegranaresi sceglieranno il loro nuovo sindaco. Basso ha ragione: la sfiducia a Gismondi ha rivelato conti che, altrimenti, avremmo ignorato, più o meno. Ma forse li ignoravano anche i dissidenti, visto che, all’epoca, non ne parlarono e se ne dicono edotti, come se sempre l’avessero saputo, solo ora. E sono conti dei quali sono perfettamente e pienamente corresponsabili. Ma la memoria della gente è corta e, da qui a fine maggio, i Montegranaresi sapranno perdonare sia il padre putativo di Gismondi, quel Basso che non necessita di estetista, che il figliol prodigo mai pentito Gismondi, che invece l’estetista lo conosce bene.
Ultimi sprazzi di campagna elettorale che si preannunciano scoppiettanti, ora che il più esperto tra i politici nostrani rompe gli indugi. Sarà un periodo di passione, una nuova quaresima, quella che ci porterà ala voto. Vedremo scorrere il sangue? Sì, ne sono convinto, visti i colpi bassi, le bassezze, la bassa misura dei contenuti cui abbiamo già avuto modo di assistere. E il finale non deluderà: si passerà dalla farsa al grottesco finchè eleggeremo un sindaco che non rappresenterà nessuno.

Luca Craia

Le lengueloghe e la festa del 1 maggio



Nel paesello (questo siamo, nel senso dispregiativo del termine) dove domina la chiacchieretta da bar, dove si fa politica con le maldicenze e campagna elettorale con falsità e ipocrisie, si supera ogni giorno il limite della decenza. Questa volta lo si fa con la fandonia del laghetto inutilizzabile per una fantomatica decisione del Commissario Prefettizio che, per quanto si affanni oggi a smentire sulla stampa, rimarrà sempre con il capro espiatorio di tutte le dicerie strumentali alla politica cittadina.
Si vuole far credere che Montegranaro, senza sindaco, sia una città bloccata, dove non si può più nemmeno fare la festa del 1 maggio. Si vuole far credere che, ad esempio l’anno scorso, sia stato proprio il sindaco a far sì che la festa si facesse, mentre il suo ruolo è stato del tutto marginale se non nullo. Si vuole far credere, e da molto tempo, che senza chi si assuma la responsabilità a Montegranaro non si può organizzare niente e che il Commissario queste responsabilità non vuole prendersele. Giustamente.
Prendersi la responsabilità di mandare al cinema qualche centinaio di persone con la sala non a norma non è fare un atto di generosità ma di irresponsabilità, così come mandare dei tifosi alla partita al vecchio palazzetto che, pare, è privo dei certificati antincendio. Fa bene il commissario a limitare i posti, ha fatto sempre male quel sindaco che, sapendo delle inadempienze, invece di rimediare derogava.
Inventarsi queste storielle in campagna elettorale è meschino, è da menti povere irrispettose delle menti degli elettori, e scandaloso. Lo è anche perché si sa che non c’è smentita che tenga, che quando un concetto si radica nella gente non c’è articolo di giornale che lo possa cancellare. Alcuni montegranaresi lo sanno bene, siamo il paese delle lenguelonge. È vergognoso ma è così.

Luca Craia

venerdì 18 aprile 2014

La violenza nelle manifestazioni. A chi fa comondo?



A me pare strano. Pare davvero strano che, ad ogni manifestazione che si organizzi in Italia capitino disordini più o meno gravi. Pare strano che ci sia così tanta violenza nella gente che, seppure esasperata, diventa talmente stupida da passare sistematicamente dalla ragione al torto solo per il gusto di tirare un petardo addosso alla polizia. No, non riesco a crederci.
Allora mi pare più plausibile un’altra ipotesi, che pure sarebbe pazzesca se fossimo in un Paese normale. Ma il nostro è il Paese delle stragi di Stato impunite, dei servizi segreti deviati, della P2 che forse ancora ci governa. E quindi pensare che dietro ai disordini che puntualmente si verificano ad ogni manifestazione di cittadini ci sia una regia non è fantascienza ma, forse, solo senso della realtà. La violenza neutralizza gli effetti che una manifestazione legittima e pacifica potrebbe avere. Una manifestazione che termina con feriti e teste spaccate dall’una e dall’altra parte disintegra ogni ragione e vanifica ogni giusta pretesa o istanza. Per questo, prima di chiedermi se i manifestanti abbiano perso la ragione o se i poliziotti siano tutti dei pazzi violenti mi viene naturale chiedermi chi abbia davvero un tornaconto nel far spaccare vetrine ai manifestanti.

Luca Craia

Chi paga la campagna elettorale? Pubblicate un rendiconto.



Negli USA è cosa nota che le lobby finanzino partiti e candidati e, una volta concluse le elezioni, poi passino a “riscuotere”. In Italia, invece, assistiamo a campagne elettorali sempre più roboanti e costose e non si sa con esattezza da dove escano i soldi per finanziarle. A Montegranaro vediamo vele, manifesti giganti, merende, porchette e chissà cos’altro avranno ancora in serbo per noi i numerosi candidati sindaco da qui alla fine della campagna elettorale. Credo sia lecito domandarsi chi paga tutto questo, perché tutto questo ha un costo. È lecito perché, anche considerando legittimo, come lo è in America, che gruppi o persone provenienti dal mondo economico possano finanziare questo o quel candidato per poi trovarne vantaggio successivamente, è altrettanto legittimo, anzi, doveroso che il cittadino ne sia informato preventivamente. Per questo propongo a tutti i candidati montegranaresi di rendere pubblico un resoconto di come siano state finanziate le spese sostenute per la campagna elettorale, magari omettendo i nomi dei finanziatori per rispetto della privacy ma indicando la loro eventuale presenza come “donazione privata”. Credo sia una forma di rispetto per il cittadino elettore dovuta e apprezzabile.

Luca Craia

La sicurezza? Prima di tutto è compito del cittadino.



Sul giornale stamane due notizie che apparentemente non hanno nulla in comune ma che chi vive da anni a Montegranaro vede come parte dello stesso problema. Oggi si seppellisce uno dei protagonisti delle cronache criminali cittadine e, contemporaneamente, si apprende di un nuovo ennesimo tentativo di furto ai danni di un locale del centro. A Montegranaro abbiamo un problema di sicurezza, e lo abbiamo da tempo, non da ieri. Solo che ce ne rendiamo conto soltanto quando i giornali riportano fatti di cronaca nera. E giù a invocare sicurezza, controllo, vigilanza da parte degli organi preposti. Sacrosanto.
Ma i Carabinieri stanno già facendo il massimo, la Polizia Municipale anche di più, considerando lo scarso organico a disposizione. Ciononostante la città è sempre più in mano a bulli, lestofanti, criminali. Prima il Campo dei Tigli, zona quasi offlimit se non si vuole rischiare, specie nei giorni infrasettimanali o di notte. Ora sembra che anche il giardino di Piazza Mazzini stia diventando luogo di ritrovo per individui poco raccomandabili.
Eppure far tornare “pulita” Montegranaro è semplice. Ma non tocca ai Carabinieri o alla Polizia Municipale, almeno non solo a loro. Il primo ruolo, quello più importante, spetta ai cittadini di Montegranaro che debbono riprendersi la loro città. Debbono cercare di viverla, di occuparne gli spazi. Debbono smettere di passare il fine settimana nei centri commerciali. Debbono tornare in piazza, in viale Gramsci. Debbono invitare i propri figli ad andare a giocare al Campo dei Tigli, debbono andare a passeggio dietro le mura. Se i Montegranaresi torneranno a Montegranaro gran parte del problema sarebbe risolto. E la politica, in tutto questo, ha un ruolo fondamentale. Deve incentivare le attività al centro della città, deve promuovere iniziative, aiutare le associazioni, sostenere i commercianti. Poi anche le forze dell’ordine dovranno fare la loro parte. Ma la soluzione passa attraverso la società civile.

Luca Craia

giovedì 17 aprile 2014

Nuova petizione per l’impalcatura sempiterna



È stata protocollata stamattina presso il Comune di Montegranaro, e contemporaneamente è stata inviata per raccomandata al proprietario dell’immobile, una petizione popolare sottoscritta da una trentina di cittadini montegranaresi per sollecitare interventi urgenti sulla famosa casa con l’impalcatura di via Don Minzoni. Lo stabile, lo ricordo ancora una volta, è oggetto di numerose ordinanze di messa in sicurezza a partire dall’ormai lontano 2001, quando fu eretta un’impalcatura a protezione dei passanti. L’impalcatura è ancora lì e lo stabile continua a deperire in quanto, nel frattempo, nessun intervento è stato posto in essere. L’impalcatura, intanto, sta diventando più pericola dello stabile stesso.
I sottoscrittori della petizione richiedo che si intervenga con urgenza sia per scongiurare i pericoli derivanti dalla struttura e dai puntelli (immaginiamo cosa potrebbe accadere se una vettura in transito urtasse l’impalcatura rimanendoci sotto), sia perché la presenza di un rudere così degradato e pericoloso (uno dei tanti) crea un danno economico compromettendo il valore immobiliare delle case circostanti. È per questo che i cittadini che hanno firmato la petizione si dicono intenzionati, in mancanza di interventi, a muoversi anche per vie legali, magari promuovendo una class action nei confronti dei responsabili di questa situazione che ormai dura da troppo tempo.

Luca Craia

Basso c’è o non c’è?



Siamo tutti in trepidante attesa di conoscere l’esito finale di quella che sembra sempre più una telenovela piuttosto che una manovra politica. La discesa in campo di Gianni Basso, presunta o auspicata che sia, è comunque, per ora, deludente. Delude perché da un personaggio di tale peso politico e da un uomo con tanta esperienza ci si aspettava una tattica di avvicinamento alla candidatura più concreta ed efficace, anche in considerazione che, a livello di strategia politica, gli uomini e i consiglieri non gli mancano, a cominciare da quel Giancarlo Venanzi che lo affianca e lo consiglia da decenni e dal fedele amico Tappatà. Invece sembra che la linea sia più dettata dalla mentalità coreografica casapaundiana di alcuni membri del suo gruppo e tutto ciò sfiora, quando non lo tocca palesemente, il ridicolo.
Ciò non toglie che Basso possa essere accreditato di un buon successo elettorale, e non si può escludere nemmeno una, per quanto difficile, vittoria. Tutto dipende dalla squadra che presenterà e dalla sua proposta politica. Basso è un uomo che, in vita sua, ha fatto più il sindaco che qualsiasi altra cosa. Vanta un’esperienza amministrativa e politica senza pari dalle nostre parti. È anche l’uomo della Montegranaro da bere, quello della "città giardino", quello che ha sì riempito la città di inutili fontane, di piazze deserte e di scheletri in cemento armato, ma ha anche creato l’unico luogo di incontro del paese, che è viale Gramsci che, prima di lui, era una discarica. Molti ancora lo amano e molti credono il lui. E la sua politica vecchio stampo, ben radicata nella cultura del Partito Socialista craxiano, certamente a Montegranaro aiuta. Quindi stiamo a vedere. Credo possa ottenere risultati impensabili, se solo riuscisse a smettere con le pagliacciate di questi ultimi mesi.

Luca Craia

lunedì 14 aprile 2014

FALLIMENTI E SOGNI - di Annalisa Minutillo



Trascorrono giorni a volte lenti e pigri,altre volte veloci e rapidi come sogni ad occhi aperti.
Mi porto a spasso per il mondo sempre lieta di esserci e di assistere allo spettacolo della vita,sempre sentendomi in armonia con ciò che mi ruota intorno che poi non è niente altro che la vita stessa.
Mi sento fortunata nonostante tutto di essere riuscita a conservare le mie idee,il mio stile di vita,i sorrisi delle persone a cui voglio bene ,gli abbracci silenziosi che riempiono spazi vuoti ma ricchi di parole,gli sguardi intensi e le belle parole che gli amici spendono per me,la gioia di assistere  al risveglio della natura,l’attesa dei  giorni caldi ,il rumore del mare che mi porto dentro e che non abbandonerò mai così come non abbandonerò mai le mie onde che si fondono con quelle emozionali e che arricchiscono il mio sentire,il mio vivere.
Mi porto a spasso in questo mondo mantenendo un incedere sicuro e tranquillo così come fanno le barche quando sanno dopo tanto navigare di avere un porto sicuro su cui attraccare,in cui andare a riposare,lasciando cadere  le paure,le fragilità,facendone  ricchezza,sentendomi finalmente a casa.
Non posso non vedere la piega indegna che qualcuno vorrebbe dare alle nostre vita,così..come un regalo non richiesto che dopo aver scartato non è di tuo gradimento e non sai come fare per farlo capire senza ferire chi ci crede ancora in questo circo,in questa grande scacchiera su cui si muovono e vogliono muoverci come pedine che si lasciano strumentalizzare.
Non posso fare a meno di dirlo che trovo questo “regalo” poco in linea con le mie corde con ciò che sono io e con ciò che mi piacerebbe questo mondo fosse davvero.
Non comprendo come mai questo sia diventato il parco giochi dove si divertono sempre gli stessi loschi figuri a combinare marachelle che il più delle volte restano impunite.
Non posso fare a meno di continuare ad assistere a queste compra /vendite di anime che senza riflettere si accompagnano a chi la combina più grossa ,fieri del loro operato perché si impara che chi commette qualcosa di dannoso di grandi proporzioni trova sempre il modo per farla franca.
Mi piacerebbe poter vedere le persone che hanno strumentalizzato menti deboli e ben disposte a credere in una falsa speranza ritrovarsi a vivere con ciò che viene passato da questo fantomatico stato a chi non ha più lavoro,a chi ha problemi di salute,a chi è diversamente abile,a chi è un pensionato o un esodato,a chi ha fatto di tutto per continuare a tenere aperta una attività che non rende più e  il più delle volte se l’è vista portare via.
Si regalano messaggi agli adolescenti che li fanno sentire inferiori a tutti gli amici se non riescono a possedere le stesse cose che possiedono i loro amici,si fanno passare le persone “tranquille”per “sfigate”e si continua ad esaltare chi alla fine si vede costretto/a a vendersi a persone che potrebbero avere l’età dei loro stessi genitori nella migliore delle ipotesi.
Mi fa realmente schifo pensare a mani rugose,a pance grandi come salvagenti che si appropriano di corpi giovani  solo perché non riescono a permettersi relazioni sane con persone della loro età.
Non sopporto questa squallida mercificazione di sentimenti,non mi piace la perdita dell’ingenuità a scapito della libertà individuale,non mi piace l’arroganza e la tracotanza di persone che vanno in giro mascherate  da personaggi di grande moralità e prestigio e vederli scappare come fanno i topi nelle fogne quando vi sono delle responsabilità da onorare.
Non capisco come possa accadere che vi siano ancora tante persone senza casa,costrette ad occupare  spazi per trasformarli in dimore  che di casa non hanno neanche l’idea ma perlomeno assicurano delle mura che danno un minimo di riparo.
Non comprendo come si faccia a scegliere una professione come l’insegnante,l’infermiere,mestieri nobili dove c’è per prima cosa da tenere presente l’educazione,la formazione  dello studente e la cura,il rispetto per la vita ,il conforto nel momento del bisogno dell’ammalato e poi ridursi a carnefici di pensieri e di corpi ed anime ,picchiando,riempiendo di parole e di offese i deboli e queste persone che fanno le forti con le persone deboli e poi sono deboli con le persone forti mi fanno realmente pena.
Molte ,troppe le persone in attesa di un sorriso,di un abbraccio,ma anche di un reddito,di un lavoro,di potersi sentire ancora degne della loro vita ,molte troppe persone che non hanno scelto di ritrovarsi in una situazione così ma il più delle volte vengono solo ignorate a scapito del gossip del momento,del ribaltone politico che quotidianamente ci assilla e nessuno muove un dito,nessuno..
Persone caricate e picchiate ancora una volta sempre per le stesse motivazioni assurde:si pretende di far tacere chi non riesce più a viverci in modo in un mondo così quindi si sollevano manganelli,si picchia,non si guarda chi si ha di fronte ,non importa che si tratti di Roma,Torino,Milano si picchia e si mette a tacere ,si dimostra che non si può dimostrare i fallimenti di una generazione che ha davvero stancato e deluso fortemente.
Tutti in fila per benino senza fare confusione,tutti a farsi svuotare le teste,a rimbambirsi davanti alla scatola magica che propone ciò che vuole,tutti a leggere quotidiani di parte e  poco obiettivi,tutti a fare i bravi altrimenti si viene giudicati male da chi non dovrebbe neanche parlare..
Ci muoviamo in uno scenario dove il più pulito ha la rogna!
Inquisiti,fuggiaschi,condannati,latitanti,tutti concentrati a scambiarsi donne,favori,soldi,divertimenti e le nostre barche continuano a sfidare le onde sollevate da tanto cattivo vivere,sicure che non si daranno per vinte perché una cosa è certa :l’amore lo cambierà questo mondo!
L’esercito dei sognatori lo salverà questo mondo ed abbiamo tutto il modo per poterlo mettere in pratica il nostro dissenso,possiamo cercare di portare disponibilità e aiuto la dove chi dovrebbe farlo non lo fa,possiamo ignorare questi personaggi di dubbia moralità e riprenderci in mano le nostre vite,possiamo tornare a credere in ciò che siamo e non in quello che vorrebbero farci diventare e non lo capisco perché quest’onda di amore si stia dando per vinta quando avrebbe tutta la forza per sollevarsi possente ed azzerare con questo sistema che non ci sta portando a nulla di buono.
Impariamo dalla natura e dalla sua forza,impariamo dai fiori che riescono a crescere anche in piccole fessure dimenticate.
Non dimentichiamo la volontà,non dimentichiamo quanto siano forti le donne,non dimentichiamo quanto possiamo fare se solo ci crediamo,non dimentichiamo che troppo spesso si sorvola sulle ragioni ma si è abili a mostrare le armi di chi protesta a discapito di quelle che vengono usate  molto fortemente e senza ritegno.
Riuscire a ribellarsi ad alcune cose rende le persone vive e insegna a combattere per difendere se stessi,gli altri e le proprie idee,insegna a non perdersi i d’animo e da mantenere sempre viva la speranza di poterlo realmente abitare un mondo migliore facendo qualcosa per non vederlo distruggere e restare inermi anche se il disorientamento è molto .
Dovremmo smettere di essere preoccupati solo di fare bella figura e dovremmo iniziare ad essere preoccupati di essere persone migliori,belle persone perché è questo che può fare la differenza.
Dovremmo non smettere di credere in un mondo a colori ,di dare speranze e di darci una possibilità perché non ci sto e non ci voglio stare a lasciarmi radere al suolo da chi non mi rappresenta e mai mi rappresenterà!
Quando stiamo per dare delle risposte la vita ci cambia le domande ma alcune cose resteranno sempre presenti in chi  continua a guardare la vita ed alla vita con la stessa voglia di dare una direzione  ai sogni.
Cosa costa tentare? Per anni ci hanno ingannato le persone……se per una volta ci dovessero tradire i sogni  non sarebbe così grave ci renderebbe solo un pochino più fieri di noi e di come siamo e ne varrebbe la pena forse.


La squadra di Gismondi



Squadra notevole quella di Gismondi: bei nomi nuovi, tutti rispettabili, molte novità interessanti. È una squadra che può vincere, anche perché la strategia appare molto chiara: non si fa leva sulla proposta (che, da quel che è trapelato, sembra molto debole) ma sul peso sociale. Infatti molti nomi sono rampolli di personaggi noti, altri provengono dal mondo dell’associazionismo e possono giovarsi della notorietà ottenuta in questo campo. Sulla qualità umana non posso parlare perché ne conosco solo alcuni; la vedremo, se vinceranno.
Sui nomi degli ex amministratori riproposti, nei quali figura riconfermata tutta la vecchia squadra di governo, qualche perplessità mi viene da esprimerla. Anche qui non sulla qualità umana (ad esempio stimo tantissimo La Porta, con il quale ho avuto modo di collaborare proficuamente), ma sull’idea di continuità di un’azione che non ha prodotto risultati apprezzabili.
Un’ultima considerazione: Gastone è per me un amico e una persona che apprezzo molto, non l’ho mai nascosto e non ho cambiato idea nei suoi confronti. Ha un grande difetto, che gli ho sempre rimproverato: non è accorto nella scelta di chi gli sta vicino. Alcuni personaggi, elettoralmente parlando, possono portare apparentemente vantaggi che vengono annullati dal loro modo di agire e di rapportarsi con gli altri, in particolare con chi manifesta idee diverse.

Luca Craia

domenica 13 aprile 2014

Le buone idee di Gas


Caspita! Ne hanno davvero tante di idee gli uomini del Gas: riqualificazioni, risistemazioni, completamenti di incompiute. Bello! Ci mancavano delle buone idee. Mi piace molto, ad esempio, il progetto di far diventare l’ortobotanico della Croce una piscina (un po’ lo è già, per via delle enormi pozzanghere), una palestra e, sul tetto, attività commerciali (ovviamente da portare via dal centro città, si capisce). Mi piace l’idea del velodromo, che ci toglierà dalle strade quegli importuni ciclisti. Mi piace quella della pista da skateboard, viste le migliaia di appassionati montegranaresi di questo particolare mezzo di locomozione. Fantastica la proposta di venderci Palazzo Francescani, magari per farlo abbattere e costruire un centro commerciale o, chissà, un hangar per l’astronave di Basso. Poi coi soldi ci aggiustiamo il Comune. Meno male. Tante, tante buone idee. La domanda, però, per quanto sciocca, viene da sé: come mai non vi sono venute prima? C’eravate voi a governare fino a sei mesi fa….

Luca Craia

venerdì 11 aprile 2014

Chi pulisce il Campo dei Tigli per Gismondi?








Che il Campo dei Tigli avesse bisogno di una bella ripulita pare evidente, ma che tale ripulita venga data proprio a ridosso della grande festa elettorale voluta dal Comitato che sostiene l’ex Sindaco Gismondi è, diciamo, curioso. Lo hanno notato quelli di Guardiamo Avanti, il movimento che sostiene la candidatura di Giovanni Mariani, e lo hanno sottolineato, con tanto di foto, sulla loro pagina Facebook. Onestamente non so dar loro torto.
 
Certamente gli uomini di Gismondi avranno chiesto di ripulire il campetto da basket che ospita la tensostruttura che sarà teatro della festa di domani e, visto che di sporco ce n’era davvero, almeno a giudicare dall’Ape Piaggio carica di sozzume e dalle palettate di sporcizia a terra fotografate dagli uomini di Mariani, la richiesta è stata accolta. Solo che lo sporco non manca in nessuna zona del paese, per cui mi pare quantomeno lecito domandarsi perché ci si sia concentrati proprio lì.
 
Non voglio parlare di uso personale di personale pubblico, ma ricordo alcuni episodi del passato che fanno pensare, come ad esempio quando Lucentini, ormai non più assessore alla cultura, continuava a gestire la pagina Facebook dell’assessorato come se ancora lo fosse, o come, sempre ad esempio, una fontanella restaurata da una nota associazione (che appare molto vicina alla lista Gismondi) sia stata realizzata anche grazie all’ausilio di un muratore stipendiato dal Comune. Questo per dire che, da noi, il confine tra il pubblico e il privato è molto sottile. È anche noto che, se vuoi parlare con l’ex Sindaco o qualche ex assessore, li trovi con molta facilità in giro per piazza Mazzini se non dentro qualche ufficio comunale. Liberi di starci, per carità. Ma se a pulire il Campo dei Tigli avessero provveduto da soli avrebbero certamente fatto più bella figura. Questione di opportunità e sensibilità.

Luca Craia

mercoledì 9 aprile 2014

La cultura montegranarese merita di essere prioritaria.



L’assessorato alla cultura di un comune come il nostro dovrebbe avere un ruolo chiave nella politica cittadina. La cultura, infatti, può e deve diventare non solo motivo di accrescimento e arricchimento dell’individuo ma anche volano di nuove e alternative forme di economia. Purtroppo, nell’ultimo quinquennio, l’assessorato non ha svolto affatto il suo ruolo relegando l’universo della cultura in un angolo dove le tante, forse troppe, associazioni culturali sgomitano per riuscire a fare qualcosa di buono e, talvolta, per ricavarsi un po’ di visibilità individuale. Il motivo è stato, nella prima parte della consiliatura, la presenza di un assessore in tutt’altre faccende affaccendato, il quale, ricoprendo cariche istituzionali prestigiose a livello territoriale, mai si è occupato delle vicende legate alla sua delega. Una volta sostituito l’assessore in questione per inconferibilità della carica si sperava di avere maggiore dinamicità ma le speranze sono state deluse non perché il nuovo assessore non si occupasse delle questioni legate al suo ufficio quanto perché lo stesso aveva un concetto di cultura piuttosto sui generis, in cui, ad esempio, si è reputato momento culturalmente fondamentale una cena in piazza che è stata addirittura parzialmente finanziata dal Comune (con soldi pubblici) nonostante la stessa fosse a pagamento.
Ieri sera si è svolto un incontro tra i candidati della coalizione ormai nota come Lista Stranamore e le associazioni culturali cittadine. Almeno questo è quello che ci si aspettava. Invece all’incontro erano presenti non solo i sodalizi che si occupano di cultura ma anche associazioni cattoliche e sociali. Credo che questo tipo di incontro così allargato sia stato un errore, in quanto le tematiche da approfondire non sono per niente attigue e tutte meritano il rispetto di un trattamento particolare. Mi sarei, quindi, aspettato un incontro separato per ogni tipologia di associazione piuttosto che un calderone nel quale, alla fine, si è assistito al solito esercizio di ipocrisia di chi predica collaborazione ma non ne da, di chi ricama con le parole per dire che non accetta alcun tipo di coordinamento, per finire, piuttosto che parlare di pianificazione della politica sulla cultura, di lampadine fulminate in questa o quell’altra via. Auspico che, qualora la coalizione ospite vinca le elezioni, la cultura subisca un trattamento più rispettoso nella consiliatura a venire.

Luca Craia