giovedì 13 febbraio 2014

La fine del mondo



Erano le 7 e 35 di sera quando la musica del Tg1 interruppe la trasmissione di Carlo Conti e la faccia di Giorgino fece capolino dal televisore, più pallida e smunta del solito, per annunciare che da lì a tre giorni ci sarebbe stata la fine del mondo. Si aprirono così i tre giorni più strambi della storia, anche perché dopo quelli non ce ne sarebbero stati altri.
I prudenti in auto toccarono i 200 all’ora.
Quelli che andavano sempre veloce si schiantarono.
I sinceri cominciarono a mentire, ma non se ne accorse nessuno.
I mentitori cominciarono a dire la verità e presero un sacco di botte.
Gli sfaticati si misero a lavorare e fecero un sacco di danni.
I mariti fedifraghi tornarono dalle mogli con la coda tra le gambe.
Le mogli tradite andarono finalmente a letto col postino e i mariti le trovarono nel mezzo dell’amplesso.
Le vergini persero la verginità in massa, e parecchie volte.
Quelli a dieta svaligiarono i supermercati.
I ladri restituirono la refurtiva.
I  derubati regalarono la refurtiva ai poveri.
I poveri la rivendettero ai ladri.
I pescatori andarono a sciare, gli alpinisti a nuotare ma annegarono.
I peccatori andarono a confessarsi e non trovarono il prete.
I politici corrotti si pentirono e confessarono tutto.
I politici corrotti confessarono tutto e furono perdonati.
I politici corrotti furono perdonati e poi lapidati sulla pubblica piazza.
Gli sfaticati vennero a pulire quello che restava dei politici corrotti.
I soldati disertarono in massa e finalmente ci fu la pace nel mondo.
I dittatori diedero la libertà ai loro popoli.
I popoli liberati impalarono i dittatori.
Gli ex fumatori ripresero in massa a fumare.
E il mondo finì così, in un’immensa nube di fumo di sigaretta.

Luca Craia

martedì 11 febbraio 2014

Trappola perfetta: Renzi ci casca con tutte e due le scarpe



È sbagliato dare per morto Berlusconi, è impossibile sottovalutarne la scaltrezza politica e la tattica contro l’avversario. Renzi l’ha fatto e ora ne paga le conseguenze. Berlusconi ha tessuto una trama finissima da ragno cannibale della democrazia quale è sempre stato e Renzi, falenone svolazzante, ci è finito dentro, caduto nella trappola con tutte le scarpe.
Il progetto di riforma della legge elettorale partorito dall’accordo tra i due leader era con ogni evidenza invotabile per gran parte dei Piddini. Renzi, però, l’evidenza non l’ha notata o, peggio ancora, ha peccato di supponenza ritenendosi in grado di far confluire le mille derive correntiste che caratterizzando il Pd nella sua proposta. Ma, al momento, pare che abbia avuto torto.
E probabilmente è quello che Berlusconi auspicava e sperava: il nuovo leader della “sinistra” italiana, tanto simile a lui quanto poco alla sinistra stessa, così pericoloso perché, appunto per questo, in grado di attingere voti nell’elettorato moderato e ancora irrazionalmente spaventato dai comunisti mangiabambini, rischia di essere neutralizzato.
L’accordo tra Renzi e Berlusconi, a detta di entrambi, non può essere modificato unilateralmente. Berlusconi fa anche sapere che, in buona sostanza, o lo si approva così com’è o non se ne fa niente. Ergo: fallisse la riforma della legge elettorale Renzi se ne addosserebbe la piena responsabilità con tre conseguenze: perdita di credibilità come leader, perdita di consensi per il partito, guadagno politico sotto ogni profilo per Berlusconi. La stessa trappola, riveduta e corretta, in cui era caduto una ventina d’anni fa il volpone D’Alema. Per la serie, un po’ d’umiltà e intelligenza messe insieme a volte aiuterebbero.

Luca Craia

domenica 9 febbraio 2014

La sesta lista: scende in campo anche la Scimmia?



A giudicare da quanto impegno la scimmia nostrana sta profondendo nel farsi notare e per sfasciare un altro po’ della nostra città il sospetto diventa legittimo: che si stia preparando per la prossima campagna elettorale? Perché tanto impegno, altrimenti, non si spiegherebbe. Nel giro di una settimana scarsa abbiamo assistito a nuovi raid al lavatoio e a un nuovo abbattimento della porticella della casetta di Porta Romana. Perché poi la scimmia si accanisca tanto con questa porticella non è spiegabile razionalmente. Ma si sa, bestia è e, in quanto tale, razionale non può essere.
Certo che abbattere la porticella è un gioco da ragazzi (o da scimmiotte): basta una spinta. Non ci sono cardini, non c’è nulla che la tenga su se non la giusta inclinazione per farla appoggiare agli stipiti.  Non conto più quante volte sia stata buttata giù. Prima almeno ci pensava Franco a rimetterla a posto. Adesso……
La scimmia, qualora si presentasse alle elezioni, potrebbe anche vincerle. Si, perché visto quanto ci importa poco della nostra città, possiamo affermare che già comanda lei. La scimmia è libera di scorazzare come vuole, di rompere, spaccare, imbrattare. Non ci sono controlli, non ci sono azioni di repressione e soprattutto non ci sono cittadini indignati. E chi si indigna viene accusato di “vedere solo le cose negative”. La scimmia, in fondo, non ha nemmeno bisogno di candidarsi alle elezioni: stando così le cose ha già vinto.

Luca Craia

FOTO - Scimmia in grande spolvero: di nuovo abbattuta la porticella della casetta di Porta Romana.






sabato 8 febbraio 2014

Non solo case cadenti.




Il problema della staticità degli edifici dl centro storico è certamente quello più evidente e, necessariamente, il più preoccupante. La soluzione è complessa ma già, come abbiamo detto, ci si sta muovendo, non senza difficoltà, attraverso l’emissione di apposite ordinanze. Le case cadenti sono individuate, censite e monitorate. Ciononostante rappresentano, come sappiamo, un pericolo per la pubblica sicurezza, sia dei passanti che delle costruzioni adiacenti.
Un problema, invece, finora poco considerato è quello dell’igiene e del rischio sanitario dovuto a sporcizia e presenza di animali all’interno di edifici disabitati. Sono diverse le costruzioni non abitate all’interno del centro storico, fatiscenti ma non necessariamente cadenti. Si tratta di edifici abbandonati all’interno dei quali, sia per cause naturali che per inciviltà, l’accumulo di sporcizia di varia natura attira animali di vario genere e ne favorisce la prolificazione: piccioni, gatti randagi, topi. L’incuria in cui versa il quartiere agevola l’acuirsi del problema che si manifesta con cattivi odori e avvistamenti di animali che, potenzialmente, possono essere veicolo di infezioni e malattie.
Nelle foto vedete ritratto un edificio che insiste tra via Palestro e vicolo del Ponte: la casa è puntellata ma non nell’immediato pericolo di cadere. I vicini, però, lamentano la presenza di cattivi odori e hanno più volte visto topi e ratti uscire da pertugi sui muri e sugli infissi della casa. Come queste ve ne sono innumerevoli altre. Io stesso ho potuto vedere, in via Garibaldi, strada  in cui, in realtà, i fabbricati sono per la maggior parte in buone condizioni, uscire da una piccola costruzione abbandonata un ratto di notevoli dimensioni. Può far sorridere il fatto che un gatto che era nella zona, vedendolo, ha pensato bene di darsela a gambe piuttosto che seguire la natura e attaccarlo. Ma il sorriso è amaro, considerando che, intorno alla costruzione di cui parlo, la zona è ampliamente popolata.
È quindi necessario, oltre che valutare, monitorare e intervenire sugli edifici pericolanti, anche effettuare un censimento delle case vuote e determinare la presenza o meno di rischi per la pubblica salute. Anche attraverso la soluzione di queste problematiche, che certamente non appartengono soltanto al centro storico ma a diverse aree della città (ad esempio potrei citare analoghe segnalazioni a San Liborio) passa il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e la rivalutazione generale della città, non solo del centro storico.

Luca Craia

Rubano i canali di rame del lavatoio



Sono brutti momenti, c’è crisi, e quello che prima era un problema di vandalismo di bulletti da quattro soldi ora diventa una questione di criminalità. Il lavatoio di via Martiri d’Ungheria, riportato a nuovo splendore appena una decina di anni fa, essendo ubicato in una zona poco visibile, è sempre stato oggetto di attenzione da parte di delinquentelli minorenni che magari a casa fanno i bravi ragazzi e poi vanno a fare le scimmie altrove. Sovente abbiamo dato testimonianza dei danni che questi scimmioni hanno cagionato a un angolo così bello della nostra città, solo per il gusto di rompere qualcosa. E altrettanto sovente abbiamo richiesto maggiore vigilanza, anche con l’installazione di telecamere a circuito chiuso. La risposta è sempre stata picche.
Ora la situazione si è evoluta. Naturalmente in peggio. In questa settimana sono stati smontati e portati via i canali si scolo che, essendo in rame, diventano merce appetitosa per delinquenti professionali. Insomma, alle scimmie consuete si aggiungono i gorilla. Forse il vantaggio è che i gorilla cacceranno le scimmie? O si troveranno caratterialmente? Chissà. Per intanto assistiamo alla distruzione più o meno sistematica di un altro angolo di città senza provare nemmeno a difenderlo.

Luca Craia

venerdì 7 febbraio 2014

Le elezioni e la puzza di piedi




Sempre in tema di basse argomentazioni per attaccare gli avversari politici, dopo aver attaccato il marito della candidata avversaria, preferendo la via dello scontro personale a quella della dialettica politica, pensavo che più in basso non si potesse andare. Invece oggi vediamo l’attacco a Perugini che non si impernia, come ci si aspetterebbe, nel controbattere quanto lo stesso Perugini afferma nei confronti di chi ci ha amministrati ma scende a livelli di una puerilità disarmante. Perugini sarebbe frustrato dal fatto che i suoi non l’hanno candidato sindaco. E così si sfogherebbe denunciando la squallida situazione delle pendenze legali del Comune. A questo punto mi verrebbe da dire: meno male che non mi sono candidato come tante malelingue volevano insinuare. L’avessi fatto che avrebbero detto di me per attaccarmi? Che mi puzzano i piedi?

Luca Craia