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sabato 5 novembre 2016

Le condizioni del centro storico dopo il sisma



Preoccupa non poco i residenti lo stato delle case fatiscenti del centro storico di Montegranaro dopo il sisma. La situazione era tutt’altro che rosea già prima del 24 agosto ma col susseguirsi delle scosse non può essere certo migliorata. Il problema fondamentale è che, se per gli stabili abitati ci pensa il proprietario o, comunque, chi ci vive a monitorarne lo stato, per le case fatiscenti, ma anche per quelle semplicemente disabitate con proprietari che, magari, se ne disinteressano, non c’è nessuno che possa rilevare eventuali danni. Né si può far conto sui sopralluoghi dei tecnici della Protezione Civile Regionale in quanto, se nessuno fa domanda di sopraluogo, questo non può avvenire.
 È una situazione preoccupante che va gestita all’interno dell’emergenza globale dal Comune e non va trascurata perché potrebbe avere conseguenze serie. Occorre senz’altro che il Comune di faccia carico di verificare la staticità degli edifici disabitati, in particolar modo quelli già oggetto di ordinanza di messa in sicurezza ma anche quelli semplicemente chiusi e disabitati. La mancanza di un censimento dettagliato, più volte richiesto e mai ottenuto, degli stabili disabitati non aiuta di certo, ma un’azione volta a evitare problemi di sicurezza è necessaria e urgente.

Luca Craia

sabato 8 febbraio 2014

Non solo case cadenti.




Il problema della staticità degli edifici dl centro storico è certamente quello più evidente e, necessariamente, il più preoccupante. La soluzione è complessa ma già, come abbiamo detto, ci si sta muovendo, non senza difficoltà, attraverso l’emissione di apposite ordinanze. Le case cadenti sono individuate, censite e monitorate. Ciononostante rappresentano, come sappiamo, un pericolo per la pubblica sicurezza, sia dei passanti che delle costruzioni adiacenti.
Un problema, invece, finora poco considerato è quello dell’igiene e del rischio sanitario dovuto a sporcizia e presenza di animali all’interno di edifici disabitati. Sono diverse le costruzioni non abitate all’interno del centro storico, fatiscenti ma non necessariamente cadenti. Si tratta di edifici abbandonati all’interno dei quali, sia per cause naturali che per inciviltà, l’accumulo di sporcizia di varia natura attira animali di vario genere e ne favorisce la prolificazione: piccioni, gatti randagi, topi. L’incuria in cui versa il quartiere agevola l’acuirsi del problema che si manifesta con cattivi odori e avvistamenti di animali che, potenzialmente, possono essere veicolo di infezioni e malattie.
Nelle foto vedete ritratto un edificio che insiste tra via Palestro e vicolo del Ponte: la casa è puntellata ma non nell’immediato pericolo di cadere. I vicini, però, lamentano la presenza di cattivi odori e hanno più volte visto topi e ratti uscire da pertugi sui muri e sugli infissi della casa. Come queste ve ne sono innumerevoli altre. Io stesso ho potuto vedere, in via Garibaldi, strada  in cui, in realtà, i fabbricati sono per la maggior parte in buone condizioni, uscire da una piccola costruzione abbandonata un ratto di notevoli dimensioni. Può far sorridere il fatto che un gatto che era nella zona, vedendolo, ha pensato bene di darsela a gambe piuttosto che seguire la natura e attaccarlo. Ma il sorriso è amaro, considerando che, intorno alla costruzione di cui parlo, la zona è ampliamente popolata.
È quindi necessario, oltre che valutare, monitorare e intervenire sugli edifici pericolanti, anche effettuare un censimento delle case vuote e determinare la presenza o meno di rischi per la pubblica salute. Anche attraverso la soluzione di queste problematiche, che certamente non appartengono soltanto al centro storico ma a diverse aree della città (ad esempio potrei citare analoghe segnalazioni a San Liborio) passa il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e la rivalutazione generale della città, non solo del centro storico.

Luca Craia