giovedì 24 luglio 2014

LO STRANO AMORE TRA I TRE GALLI E LA FARAONA



In un pollaio regnava indisturbato da anni un gallo dalle penne gialle. C'erano, però, tre galletti, uno nero, uno rosso e uno di un colore indefinito perché lo cambiava ad ogni muta di piumaggio. I tre galletti volevano prendersi il potere ma fra di loro non andavano d'accordo. Cosi pensarono a una soluzione: facciamo regina la gallina faraona e noi governiamo da dietro. Raggiunto l'accordo si presentarono alle elezioni e la simpatia e il fascino della faraona vinsero sull'antico regnante. Così i tre galletti si trovarono a governare. Il nero e il rosso si misero d'accordo per limitare il potere di quello senza colore e ci riuscirono estromettendolo da ogni decisione. Questi però era contento lo stesso perché comunque aveva l'illusione di comandare anche se non contava nulla. La faraona, però, voleva governare sul serio cosi il gallo rosso e il gallo nero cominciarono a influenzarla ognuno a danno dell'altro. Ma il gallo nero era più bravo in questo e, in sostanza, comandava più lui del rosso. Come finì la storia? Non lo sappiamo ancora. Certo che ne venne fuori una grande confusione nel pollaio. Probabilmente il fattore prese in mano la situazione e tirò il collo a tutti.

mercoledì 23 luglio 2014

Acqua salata nei polmoni



Com’è salata quest’acqua che sto respirando, mi fa bruciare i polmoni più dell’aria calda del Sahara, più della sabbia che ho mangiato per arrivare fino al mare. Mia madre non ci voleva salire sul barcone, diceva che eravamo troppi, che era pericoloso, che non poteva rischiare di fare annegare me e i miei fratelli. Ma mio padre ha detto che aveva speso tutti i nostri soldi per quel viaggio, che non potevamo più tornare indietro, che non avevamo più niente e che il nostro futuro era in quel bel Paese di là del mare.
Eravamo pigiati come sardine, come le noci di cocco in una cassetta del mercato. Neanche lo spazio per pisciare, la puzza toglieva il respiro. Sudore, grida, lamenti. Gente che piangeva, bambini più piccoli di me che piangevano, madri che piangevano. Mio padre piangeva, forse aveva cambiato idea, forse voleva tornare indietro. Ma ormai intorno c’era solo il blu del mare.
I signori che hanno preso i nostri soldi per farci fare il viaggio ci trattavano male. Il pilota della barca fumava il sigaro e bestemmiava in francese, almeno credo che fosse francese. Poi la barca si è inclinata e sono caduto. Qualcosa mi ha colpito alla testa mentre cadevo e non ho visto più niente. Ora ho riaperto gli occhi e intorno è tutto blu scuro. Ora i miei polmoni bruciano, non ho la forza per nuotare, i miei occhi si chiudono, mi sa che aveva ragione mia madre a non voler salire sulla barca, mi sa che non ci arriverò mai in quel bel Paese di là del mare.

martedì 22 luglio 2014

Il Comune usa impropriamente il nome di Arkeo



Arkeo - È con vivo stupore e grande amarezza che leggiamo il pieghevole realizzato e messo in circolazione dal Comune di Montegranaro – Assessorati alla Cultura e al Turismo, riportante il cartellone estivo degli eventi organizzati dallo stesso da qui a settembre. In tale volantino si legge diverse volte il nome della nostra associazione nonostante che la stessa non abbia dato adesione alla programmazione estiva del Comune mantenendo la propria autonomia nell’organizzazione di eventi.
Così la Riposizione del Crocifisso di Sant’Ugo è stata organizzata in totale autonomia da Arkeo, finanziata da Arkeo e promossa da Arkeo. Eppure la stessa figura nell’elenco degli eventi del Comune. Ci chiediamo come mai, visto che, all’invito dell’Ufficio Cultura a “fornire con cortese urgenza il testo  relativo alla manifestazione da inserire sul materiale promozionale” , inviato in data 2 luglio 2014, rispondemmo, in pari data, “Ringraziamo per l'opportunità ma riteniamo che le nostre iniziative in programma per il mese di luglio siano da promuovere in autonomia”.
Per quanto riguarda, invece, il nostro coinvolgimento nei servizi turistici comunali, ci è stata richiesta collaborazione in quanto unica e sola associazione che abbia operato in questo campo da sempre a Montegranaro, ma poiché il Comune ha pensato bene, anziché affidarsi alla nostra esperienza, di metterci in competizione con altre realtà associative che di turismo non si sono mai occupate e che avrebbero basato la loro azione sul lavoro da noi svolto fin’ora, e poichè tali associazioni hanno un comportamento nei nostri riguardi tutt’altro che amichevole (vedi la nostra estromissione dalla Settimana della Cultura, per fare un solo esempio) abbiamo ritenuto di non prestare la nostra opera continuando a lavorare in autonomia come sempre fatto e lo abbiamo comunicato sia verbalmente che per iscritto al Sindaco e all’Assessore competente. Eppure il nostro nome figura nel volantino.
Evito ogni ulteriore considerazione su questi fatti che, comunque, reputo incresciosi. Non è nemmeno mia intenzione generare ulteriori polemiche. Dico soltanto che, se questa è l’impostazione che la nuova amministrazione intende dare a cultura e turismo, stiamo partendo davvero molto male.

Luca Craia

lunedì 21 luglio 2014

Gismondi assolto: sono contento.



La notizia dell’assoluzione dell’ex sindaco di Montegranaro mi ha fatto piacere. Prima di tutto perché a darmela è stato Gismondi stesso, secondo perché non ho mai creduto nella sua colpevolezza, terzo perché ritengo che fare politica a colpi di esposti alla magistratura sia meschino, soprattutto quando questi esposti sono fatti nell'ombra, senza “metterci la faccia” come piace tanto dire in questo periodo.
Gismondi non è perfetto, tutt’altro. Ho sempre criticato anche aspramente la sua amministrazione sulle pagine di questo blog, qualche volta l’ho anche elogiata quando lo meritava, e con lui ho sempre avuto un rapporto franco, sincero, di reciproca stima e rispetto anche nello scontro più feroce, scontro che è sempre rimasto (come è mio costume) sul piano degli argomenti e mai su quello personale.
Fare opposizione si deve. E si deve fare in maniera forte e decisa. Ma non con denunce su fatti che, oltretutto, sono inesistenti come questa sentenza sancisce. L’opposizione va fatta col controllo, con l’attenzione, con la vigilanza assidua e con la denuncia, quella sì, della cattiva amministrazione o dell’azione disonesta. Non era questo il caso e la magistratura lo ha stabilito.
Sono contento per Gismondi: si goda questa vittoria, si prenda un po’ di serenità e torni a fare opposizione. E lo faccia come si deve, senza sconti, con la massima attenzione e vigilanza perché, mi pare, ce n’è davvero bisogno.

Luca Craia


Falso ideologico: Gastone Gismondi assolto. Il comunicato stampa dell’ex sindaco.



Ho appreso dal mio legale avv. Igor Giostra che il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Fermo, dott. Marcello Cozzolino, ha ritenuto di accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal p.m. dott. Alessandro Piscitelli in ordine al procedimento penale che vedeva indagato il sottoscritto per i reati di cui all'art. 479 c.p. e 353 c.p. ( falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e turbativa d'asta).
L'indagine, partita nel 2009, ha interessato i lavori di rifacimento del manto realizzato in erba sintetica nel campo sportivo Buonarroti ed era stata originata da un esposto. Nel corso delle indagini è emerso che nessuna firma falsa è stata apposta dal sottoscritto su alcun atto. Ho sempre avuto fiducia nella magistratura e in chi ha condotto le indagini perché sapevo che sarebbe stata fatta piena chiarezza circa il mio operato.
Peraltro, mi preme ricordare, quando i lavori di rifacimento del manto furono deliberati, fermo che non è stata rilevata alcuna condotta penalmente significativa, io ero solo l'assessore all'urbanistica e, quando l'indagine poi partì, ero insediato da pochissimo tempo.
Ho accolto quindi la notizia dell’archiviazione con grande soddisfazione e anche con sollievo. Pure chi sa di aver operato nel giusto, infatti, non è sereno quando purtroppo si imbatte in un'accusa, anche solo ipotizzata, specie considerato che all'epoca dei fatti la notizia ebbe grande rilievo e travolse, come un fulmine a ciel sereno, la mia amministrazione e, purtroppo, anche la mia famiglia.
Ovvio che chi mi conosceva e chi mi conosce non ha mai dubitato di me e altrettanto ovvio che, il mandato che ho espletato, è stato sempre improntato a chiarezza e a onestà. In ogni caso, oggi, quell'ombra è stata allontana e io non posso che esserne estremamente felice.

Gastone Gismondi

domenica 20 luglio 2014

La festa per la riposizione del Crocifisso di Sant’Ugo



È soddisfazione vera e autentica quella che voglio esprimere oggi, il giorno dopo la bella festa svoltasi a Sant’Ugo per la Riposizione del Crocifisso che Arkeo ha fatto restaurare con i fondi raccolti tramite le libere offerte dei turisti che abitualmente accompagniamo alla scoperta di Montegranaro. Soddisfazione che viene dopo il lavoro duro per preparare tutto, dopo una giornata campale come quella di ieri in cui tutta l’Associazioni ha lavorato all’unisono perché tutto fosse pronto e perfetto. E così e stato.
Una bella festa, niente di pomposo, solo un popolo che si raccoglie in un luogo sacro e prezioso per ammirare un’opera splendida restituita alla sua originale bellezza. Una cerimonia semplice, con una mia breve introduzione, l’intervento interessantissimo del restauratore che ha eseguito magistralmente il lavoro di recupero, Marco Salusti, e la benedizione data alla statua sacra da Don Umberto, con una sorpresa nel mezzo: la visita di un Sant’Ugo, impersonato dal bravissimo attore di strada bergamasco Enrico Viscardi, che ci ha raccontato i suoi ultimi momenti a Montegranaro.
È d’obbligo ringraziare tutta la bella gente che, numerosissima, è intervenuta alla cerimonia, il Sindaco Ediana Mancini, il vicesindaco Endrio Ubaldi, l'assessore ai servizi sociali Cristiana Strappa e l’assessore ai lavori pubblici Aronne Perugini che si sono uniti a noi. Un grazie, ancora una volta e di cuore, a don Umberto che ci ha sempre sostenuti nel nostro lavoro e che ci ha sempre dato fiducia. Soprattutto grazie a tutti i soci attivi di Arkeo che ieri, nella giornata forse più calda dell’anno fino ad oggi, hanno sacrificato un ennesimo fine settimana per questa passione che ci coinvolge tutti e che fa si che diventiamo ogni giorno di più un gruppo omogeneo, coeso, che lavora all’unisono per il nostro territorio e per riportare alla luce il nostro patrimonio, al fine di creare un sistema culturale e turistico che sia ricchezza per la città.
Ora stiamo decidendo su cosa intervenire con i prossimi fondi raccolti. Intanto aderiremo all’iniziativa del Mibac tenendo aperta la cripta tutte le prime domeniche del mese a partire da settembre. In cantiere molte altre idee e progetti che vi sveleremo cammin facendo. Stateci vicino.

Luca Craia

Firmate i commenti, per favore.

A volte arrivano, sul blog, commenti anche molto interessanti ma non firmati. Purtroppo non posso pubblicare testi di autori non identificati. Io mi assumo la responsabilità di quello che scrivo ma non posso assumermi anche quella degli altri. Per questo invito i lettori dell'Ape a firmarsi, altrimenti i loro commenti non verranno pubblicati. Ed è un peccato.

sabato 19 luglio 2014

La politica montegranarese incomunicante



Sono spariti tutti. Dopo il baccano elettorale, dopo urla mediatiche, botte mediatiche, lanci di accuse e suppellettili mediatiche ora, a due mesi dalle elezioni, il silenzio regna sovrano su Montegranaro, almeno su quella politica. Una sorta di riposo del guerriero, forse, dopo la battaglia elettorale, e ci potrebbe stare. Ma sta durando un po’ da troppo tempo e questo è preoccupante.
In verità la maggioranza ogni tanto parla, sui giornali e su internet, e forse farebbe meglio a tacere o, quantomeno, a studiare strategie di comunicazione un tantino più oculate. L’idea che da, infatti, è quella di un gruppo di persone nervose, timorose, poco inclini ad accettare serenamente una critica. Le risposte che si danno ai cittadini sono quasi sempre piccate, infastidite, come a voler dire “lasciateci lavorare”, e questo è giusto, ma ci sono modi e modi per dirlo e quello che viene utilizzato, sia da portavoce senza volto e senza firma della rete che dagli stessi amministratori (almeno quelli presenti sui social) è usualmente indispettito.
Del resto la comunicazione non è mai stata il cavallo di battaglia di questa coalizione, si era già visto in campagna elettorale. Hanno persino rischiato di perdere le elezioni per le lacune in questo campo, per la poca capacità di utilizzare al meglio la rete e i social. Credo che abbiano perso un bel po’ di voti proprio per questo motivo e, ciononostante, ancora non sembra vogliano porre rimedio, quasi in un atteggiamento che snobba le nuove forme di comunicazione.
Chi, invece, in campagna elettorale ha utilizzato molto bene (salvo qualche brutta caduta di stile) le risorse della rete è stata la compagine di Gastone Gismondi. Molto presente sui social, molto comunicativa a livello mediatico in ogni senso, molto inserita nel mondo dei giornali, la lista dell’ex sindaco ha lavorato benissimo fino al voto e poi… puff… è sparita. Non da segno di sé o quasi, il Sindaco alto, nè lo danno i suoi sodali che, pure, in passato imperversavano in rete con temibili scorribande, pronti a commentare ogni post, immortalati in ogni dove, sempre presenti e sempre attivi. Ora, se spagini le pagine Facebook di quelli che due mesi fa erano vulcani in eruzione, trovi post vecchi di settimane. L’idea è che non siano abituati a fare opposizione, che il ruolo gli sia nuovo e anche un po’ stretto.
Il sindaco Basso, invece, coi nuovi media non ha mai avuto grande dimestichezza, non li ha usati quasi per niente in campagna elettorale ed è naturale non trovarne più traccia ora che siede tristemente tra i banchi dell’opposizione. E sta facendo un’opposizione strana, sballata, disorientata, promettendo aiuti non richiesti, lanciando accuse, ancora e senza sosta, al suo ex pupillo Gismondi quasi come se non ci fosse una nuova maggioranza a governare. Fuori dal Consiglio Comunale, però, Basso non esiste.
Discorso a parte per il Movimento 5 Stelle, che sulla rete è nato e dalla rete trae linfa vitale. Anche qui, però, la comunicazione appare piuttosto languida, poco incisiva. I grillini nostrani sembrano più preoccupati, leggendo la loro pagina Facebook e il loro blog, delle vicende legate alla politica nazionale che a quelle locali. Eppure di cosine interessanti di cui occuparsi a Montegranaro ce ne sono, e il loro atteggiamento attendista, quasi a sostenere la giustificazione che la maggioranza sta utilizzando ormai da tempo, ossia quella del “dateci tempo che ci siamo appena insediati”, non è consono al movimento che siamo abituati a vedere ferocemente combattivo.
Fare opposizione è fondamentale per la vita della città. Fare un’opposizione attenta è imprescindibile ed è una grande responsabilità, importante quanto il governo stesso. In passato abbiamo visto fare opposizione solo sui banchi del Consiglio, esautorando la cittadinanza di ogni forma di controllo e partecipazione. Spero che il futuro veda una forte inversione di tendenza e che l’opposizione sia ruolo partecipato e attivo di tutti, anche in considerazione del fatto che chi ci governa, in realtà, è minoritario, non rappresentando nemmeno la metà dei cittadini. E la maggioranza degli elettori ha il diritto a essere rappresentata, chiamata in causa e, soprattutto, informata.

Luca Craia

giovedì 17 luglio 2014

Don Umberto lascia Montegranaro. Auguri e grazie.



E così Don Umberto se ne va. Dopo undici anni di gestione, prima della Parrocchia di Santa Maria e poi anche di quella del SS.Salvatore, Umbertì, come molti ancora lo chiamano dai tempi del suo diaconato col compianto Don Carlo a San Liborio, lascia la canonica di corso Matteotti per assumere l’incarico di Parroco di Petritoli. Lo fa con spirito di obbedienza, lo stesso spirito col quale accettò l’incarico a Montegranaro undici anni fa, lo stesso spirito con cui ha retto le due Parrocchie navigando in grandi e piccoli problemi e gestendo due realtà all’interno di una città complessa come Montegranaro.
Don Umberto in questi undici anni ha fatto molto, sia da un punto di vista spirituale che materiale. Ha finito di pagare tutti i conti della chiesa di Santa Maria, ha mantenuta aperta e viva la parrocchia del centro, cosa non facilissima visto il calo demografico e la logistica non proprio favorevole, ha dato forza e vita ai gruppi parrocchiali, ha gestito il tutto con oculatezza e con la diligenza del buon padre di famiglia o, forse, in questo caso, del buon pastore. Don Umberto passerà alla storia, almeno lo meriterebbe, per avere riaperto la chiesa dei SS.Filippo e Giacomo con un’iniziativa coraggiosa, assumendosi un carico economico notevolissimo visto che, nonostante tante promesse, nessuno lo ha realmente aiutato.
Riuscirà a tagliare il nastro di quest’opera prima della sua partenza per Petritoli? Speriamo. Questa è prevista per ottobre, dopo la festa di San Serafino. Se tutto va bene si riuscirà a riaprire la chiesa “del Priore” prima di quella data. Lo meriterebbe, don Umberto, per quanto ci ha creduto e per quanto ha lottato per riuscire a ridare a Montegranaro la sua chiesa più bella.
Faccio gli auguri al nostro parroco di un buon lavoro per il suo nuovo incarico e lo ringrazio per quanto ha fatto per Montegranaro, per il suo coraggio e la sua sensibilità,  per la pazienza e l’intelligenza con cui si è sempre reso disponibile. E faccio altrettanti auguri al nuovo parroco che verrà, don Sandro Salvucci, persona nota per intelligenza e cultura che sicuramente saprà raccogliere il testimone e continuare l’opera di don Umberto.

Luca Craia

Questione chiusura anticipata del nido. Il Comune precisa stizzito.



L’articolo di oggi de Il Resto del Carlino, firmato da Marisa Colibazzi, ha innervosito il Comune di Montegranaro o, quantomeno, colui che scrive per suo conto sulla pagina Facebook di “Montegranaro Riparti”, pagina nata per sostenere la campagna elettorale della lista dell’attuale sindaco e rimasta aperta come una sorta di notiziario della maggioranza di governo.
L’articolo della Colibazzi riportava la notizia del malcontento di alcuni genitori di bambini che frequentano il Nido Comunale per via della decisione del Comune di chiudere i battenti di quest’ultimo il 31 luglio e non la prima settimana di agosto come sempre fatto. Questo comporta evidenti e innegabili problemi piuttosto seri per quelle famiglie che, in quella settimana, sono ancora impegnate col lavoro (almeno chi il “lavoro ancora ce l’ha”, come recita la missiva dei genitori inviata alla redazione del giornale). Questi problemi, gli anni passati, venivano risolti dal Comune che, pur dovendo sostenere un costo aggiuntivo, manteneva aperta la struttura educativa per un’ulteriore settimana al fine di dare un servizio ai cittadini. L’attuale amministrazione ha invece reputato giusto non dare più questo servizio.
Non entro nel merito della decisione, ognuno può trarre le proprie conclusioni. Rimango, però, a bocca aperta davanti alla risposta pubblicata sulla pagina Facebook di cui sopra. La riporto testuale:

In merito alla chiusura dell’asilo nido comunale per la prima settimana di Agosto si precisa quanto segue:
- i bambini iscritti a frequentare per il mese di luglio non sono 70 come detto nell’articolo pubblicato il 17 luglio, bensì 46 in totale.
- Non è assolutamente vero che le educatrici godranno di due mesi di ferie, bensì di uno, come da contratto.
- Non si capisce come mai si faccia tanto clamore per una settimana quando scuole dell’obbligo vengono chiuse il 7 giugno e riaperte a metà settembre .
- Non crediamo di certo che una settimana di chiusura del servizio possa turbare gli equilibri delle famiglie di Montegranaro.
A tal proposito la nuova Amministrazione Comunale solleva un interrogativo.
Contrariamente al Regolamento Comunale del Nido, alcuni genitori, hanno usato nel corso degli ultimi anni ritirare dal servizio il figlio, in concomitanza di un malanno o altro, e di conseguenza non hanno pagato la retta dovuta .
Questa situazione ha contribuito ad aggravare le già precarie casse comunali.
Per concludere si auspicherebbe che le polemiche fossero costruttive e soprattutto si fa presente che prima della pubblicazione di articoli di protesta si conferisca con l’Assessore competente che fornirà le dovute delucidazioni

Innanzitutto il tono è piccato, nervoso, infastidito. Credo che un amministratore debba fare lo sforzo di ascoltare le istanze dei cittadini, giuste o sbagliate che siano, e mai rispondere con stizza alle stesse. Si fanno precisazioni inutili, come quella sul numero dei bambini che nulla toglie e nulla aggiunge alla questione. Si fa un paragone con le scuole dell’obbligo che non ha sussistenza essendo i due servizi difficilmente equiparabili. Si fanno congetture sugli “equilibri” familiari, senza conoscere il dettaglio e le situazioni specifiche che hanno portato i cittadini-utenti di questo servizio a prendere carta e penna e scrivere al giornale. Soprattutto, però, si usa un argomento che non c’entra nulla e che suona intimidatorio: la questione delle rette. Cosa c’entrano le rette pagate o non pagate sulla decisione di dare o non dare un servizio in più ai cittadini? Perché il regolamento non è stato fatto rispettare se poi si deve recriminare su questo? Cosa si sottende sollevando questo argomento? Infine si auspica che, prima di scrivere sui giornali, si vada a conferire con l’assessore competente. A parte che, nella fattispecie, l’assessore non c’è in quanto la delega è stata trattenuta dal Sindaco in persona (a meno che non si ritenga competente l’assessore ai servizi sociali, nel qual caso le rette proprio non c’entrerebbero nulla), credo che in democrazia ognuno sia libero di esprimere il proprio pensiero come meglio crede, e se un cittadino pensi sia più consono scrivere a un giornale piuttosto che andare a fare anticamera in Comune, ne abbia tutto il diritto. Infine torno sul tono: è la mia opinione, ma credo che non si debba mai e poi mai parlare in questo modo ai cittadini. Questione di rispetto.

Luca Craia

mercoledì 16 luglio 2014

Basta millantare col nostro nome. Non tollereremo oltre.



L'inaugurazione del nuovo impianto di Sant'Ugo del 2013, ideata e progettata da Arkeo (allora ancora denominato Archeo Club Montegranaro)e finanziata in compartecipazione con il Lions Club.

Purtroppo ci giungono ripetutamente voci di realtà che si arrogherebbero inspiegabilmente, immotivatamente e vergognosamente meriti attribuibili alla nostra associazione, paternità di azioni e interventi effettuati dalla nostra associazione, diritti legati al nome della nostra associazione, millantando crediti assolutamente inesistenti. La millanteria è sempre riprovevole, nella fattispecie, oltre a diffondere false informazioni e notizie, danneggia il nostro buon nome e impedisce un regolare svolgimento delle nostre attività sociali creando altresì un danno non solo morale ma materiale.
Elettricisti al lavoro per la realizzazione dell'impianto elettrico di Sant'Ugo.
Mi riferisco a contatti avvenuti con altre associazioni con cui abbiamo stretto accordi di collaborazione cercando di sostituirsi a noi e a un reale millantato credito circa i nostri interventi di recupero e tutela del patrimonio storico cittadino, da noi ideati, progettati per nostro conto e da noi finanziati in parte o in toto. Questi comportamenti, oltre a danneggiare Arkeo, creano disturbo in un’azione che va in totale e assoluto vantaggio della città di Montegranaro e del territorio in generale.
Maggio 2012: uno dei tanti pulman di turisti portati da Arkeo a Montegranaro in questi anni. Arkeo promuove il turismo da sempre, con risultati apprezzabili.
L’associazione culturale Arkeo Montegranaro è stata costituita in data 2 agosto 2011 e da allora ha operato ininterrottamente, pur avendo nel frattempo variato la denominazione da Archeo Club Montegranaro all'attuale, mantenendo invariato Statuto, oggetto sociale e Codice Fiscale che ne attesta la personalità giuridica.
Il momento della stipula dell'accordo tra Arkeo e Cai  (Luca Craia e Massimo Spagnoli) per la mappatura e lo studio del sottosuolo di Montegranaro. Il lavoro va avanti ininterrottamente da tre anni ed è in fase finale.
Pertanto, qualora tali atteggiamenti, dannosi nei confronti della stessa Associazione Arkeo Montegranaro e dei suoi soci, perdurassero, nella mia qualità di Presidente di Arkeo e di suo legale rappresentate, mio malgrado, mi vedrò costretto a tutelarne il buon nome e gli interessi in sede legale, sia essa civile che penale, contro chiunque si renda responsabile di atti inquadrabili in quanto sopra esposto.

Luca Craia

martedì 15 luglio 2014

Il romantico trenino che paralizza il traffico



A Montecosaro Scalo il sottopasso che consentirà all’ex statale 78 di scavalcare la linea ferroviaria Civitanova Marche-Fabriano è quasi pronto. Si tratta di un lavoro imponente, che è costato molti soldi, e che serve ad evitare che l’enorme mole di traffico che la strada in questione porta ogni giorno venga sistematicamente bloccata dal passaggio a livello. Mi sembra lecito domandarmi se questo investimento sia proficuo, se abbia un rapporto costi-benefici interessante oppure se si potesse o dovesse evitare.
La “littorina” che collega la costa all’entroterra è un trenino storico, ha il suo fascino e la sua poesia. Non so se vi è capitato mai di vederlo passare mentre eravate fermi alle sbarre di uno qualsiasi dei passaggi a livello che intersecano l’ex statale. Se si avrete sicuramente notato che, a bordo del piccolo convoglio, raramente ci sono più di dieci persone, macchinista compreso. Contiamo invece quanta gente viene fermata in macchina per consentirne il passaggio. 
Ogni passaggio a livello blocca almeno dieci macchine, quello sulla statale adriatica di Civitanova Marche paralizza l’arteria principale per decine di minuti arrestando il traffico stradale anche nelle vie di intersezione e parallele. Si tratta, quindi, di centinaia di persone bloccate, che perdono tempo, denaro, con veicoli fermi che inquinano inutilmente, il tutto per consentire un servizio di trasporto la cui utilità appare piuttosto limitata, considerando il numero di utenti. E anche quando l’utenza aumenta, ad esempio in orari scolastici, lo stesso servizio potrebbe essere tranquillamente sostituito con una o più corse di autobus. Invece si preferisce spendere denaro pubblico per costruire sottopassaggi e bloccare strade di grande percorrenza. Solite questioni all’italiana.

Luca Craia

venerdì 11 luglio 2014

Concerto Vasco Rossi: non solo musica, molto di più - di Anna Lisa Minutillo



Sono in possesso di questo biglietto che ogni tanto vado a guardare e lo rigiro fra le mani da dicembre ormai,guardarlo mi fa pregustare l’evento che attendo da un po’.

Ho assistito a tanti dei suoi concerti, ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente, di potergli parlare, di stringere le mie mani fra le sue, e ogni volta per me è così: ripensare a questo “poeta maledetto” che si trasforma completamente sul palco quando nella realtà è una persona dolcissima e timida, contrariamente a quanto si possa pensare, mi regala sempre una grande emozione.

Come per tutte le cose i gusti sono personali ed è opinabile il mio sentire e vivere la musica attraverso questi occhi che quando ti guardano a distanza ravvicinata ti scavano realmente dentro.

Per anni si è pensato che le persone che seguivano la sua musica fossero tutte “brasate”, tutte drogate, oppure un popolo di ribelli e di insoddisfatti: beh, non è così. Forse chi segue questo cantante ha molto alto il senso della realtà e non si vuole piegare, né restare a guardare un mondo che potrebbe dare ancora tanto, o venire distrutto dal potere che logora anima e coscienze ed appiattisce tutto con slogan contorti e non richiesti; forse è un popolo che è stanco di subire e che per una volta vorrebbe solo dire la sua. Fatto sta che quando il Komandante chiama, il suo popolo non ci pensa su, ci si ritrova tutti per una grande festa, la festa della rabbia che esplode mutandosi nella gioia per esserci, per ritrovarsi e per essere tutti e nonostante tutto ancora vivi.

Trascorrono i giorni e nell’ultimo mese la voglia di esserci si fa sentire prepotente fino al 5 luglio, quando so che l’appuntamento è ormai giunto e con passo deciso e fiero di essere lì, mi ritrovo dinnanzi a San Siro, mi guardo intorno ancora come se stessi vivendo un film, quasi come se fosse solo una favola invece è la realtà.

Molte persone stanno già cantando, si sentono cori e si vedono gli abbracci delle persone che si ritrovano, si vedono anche gli anni che passano. Ci sono amici con i loro bimbi, signore attempate, giovani dell’ultima generazione, insomma un abbraccio trasversale di generazioni a confronto, unite dalla stessa musica e dalle stesse emozioni. Già questo ripaga di tante cose e fa dimenticare quanto poi, nella vita di tutti i giorni, ci si senta distanti e quanto poco basti per unirsi.

Cerco la mia entrata che per ironia della sorte è quella accanto alla tribuna stampa, così mi ritrovo seduta al mio posto e sento l’adrenalina salire intanto che ci si diverte, ci si prepara, e si inganna l’attesa facendo la ola, attimi eterni che si stoppano quando alle 20.45 puntuale fa il suo ingresso sul palco il grande Vasco. Ed è puro delirio.

Una sferzata di energia, un susseguirsi di successi, da “Vivere” a “Dannate Nuvole”, da “Cambiamenti” a “C’è chi dice no”, e dall’apertura iniziale con gli spari sopra, alla chiusura con l’ormai inossidabile “Albachiara”.

Non si può restare in silenzio: si canta, si urla a squarciagola, si guardano le espressioni delle altre persone, qualcuno piange, qualcuno è attonito, qualcuno non si è ancora reso conto che ciò che sta vivendo, una realtà e non solo un sogno.

Io, beh, io sto cantando a più non posso, sto rivivendo anni aggrappati a canzoni che ne hanno segnato il passo, sto ballando come quando ero adolescente e sto comunque avendo la conferma di quanto non mi sia mai uniformata a certi stereotipi imposti dalla società. Mi sento fiera di non aver mai smesso di credere in questa persona che come tutti ha il solo difetto di vivere in un mondo che poco gli si addice.

Ho la conferma di quanto la canonica “normalità” mi appartenga poco, di quanto sia stata sempre attratta dalle persone che hanno il coraggio di schierarsi contro e di quanto poco mi sia interessato dover dar di conto a qualcuno nella mia vita.

Spesso si pensa che le canzoni siano solo canzoni ma non è così, alla fine sono emozioni che si narrano, sono il contatto con la realtà, sono i sogni che si inseguono, le speranze che si srotolano e si distendono davanti ai nostri occhi, sono la testimonianza che è ancora tutto possibile se solo non smettessimo di credere nei sogni. E stasera Vasco di sogni me ne ha regalato più di uno, stasera tutto questo scava maggiormente dentro, stasera non c’è il buio su San Siro ma ci sono luci e cori e questa Milano sembra ancora più bella.

Nessun episodio strano, nessuna spintonata o parola fuori posto, nessun senso di inciviltà, nessun degrado, nessuno sporco, nessun ubriaco, nessuno fatto, niente di tutto questo, solo famiglie, musica, balli e canti e così le brave persone non potranno puntare l’indice come sono solite fare, si dovranno rassegnare e forse ricredere anche se mi rendo conto di quanto questo sia utopico, ma è così.

Strumenti che suonano dentro l’anima,vibrazioni di positività, immagini che corrono veloci e Vasco che non si ferma, che fa infilate di pezzi che si susseguono veloci alla faccia di chi lo dava per finito, a 62 anni dimostra ancora una vitalità che chiunque altro non so se riuscirebbe a dimostrare.

Una festa rock, un mordente in cui gli Spari Sopra davvero sono indirizzati a quanti stanno operando male per questo Paese che, invece, avrebbe bisogno di cure, bellissime luci che servono ad illuminare le speranze di chi nonostante  questo contesto non sia il migliore che avrebbe potuto capitarci non vuole arrendersi e un invito da parte di Vasco a «tenero duro perché siamo noi la vera rivoluzione». Forse è davvero così, mi piace pensare che potrebbe essere così.

Siamo alle battute finali ,questi mesi di attesa stanno per concludersi  sulle note di Albachiara ed è magia davvero perché partono all’interno dello stadio fuochi d’artificio ed un’esplosione di coriandoli che si sparge ovunque, una pioggia di sogni e gioia che cade dal cielo e ci fa sentire davvero felici di aver presenziato ad uno spettacolo che continua dentro noi anche quando abbandonando lo stadio si continua a cantare quasi come a non voler spezzare il forte legame creato e il non essere solo spettatori di una sera ma gli artefici davvero della nostra vita.

Grazie Vasco per le belle emozioni, grazie per ciò che sei, per l’attenzione che dimostri sempre nei riguardi di tutti e grazie per non essere mai cambiato, per essere rimasto sempre te stesso, per aver  interpretato solo la tua persona e non un ruolo deciso da qualcuno, grazie per l’essere stato scomodo per qualcuno e per aver preso le tue rivincite su tante cose, grazie perché hai capito tutto e ci hai resi partecipi, grazie per aver fermato il tempo nelle parole, grazie per come canti delle donne e per quanto anche solo con un «HEEE» detto all’inizio di una canzone riesci a racchiudere un’infinità di pensieri, grazie per come hai organizzato questa serata, per aver creato uno spazio ampio da riservare a quanti  non hanno la fortuna che abbiamo noi di poter saltare e ballare sulle note delle tue canzoni.

Questo pezzo voglio concluderlo così: regalando questo video per far capire che Vasco è anche questo a quanti. forse, come si fa spesso, si fermano ad un nome e non si prendono la briga di verificare le loro cattiverie del tutto gratuite a chi non farebbe mai altrettanto con loro.

Nella speranza che questa società un pochino voglia mutare anche grazie al nostro aiuto perché spettatori lo si può essere ad un concerto non nella vita.

Qui il video amatoriale di Beatrice Capitanio: