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sabato 19 luglio 2014

La politica montegranarese incomunicante



Sono spariti tutti. Dopo il baccano elettorale, dopo urla mediatiche, botte mediatiche, lanci di accuse e suppellettili mediatiche ora, a due mesi dalle elezioni, il silenzio regna sovrano su Montegranaro, almeno su quella politica. Una sorta di riposo del guerriero, forse, dopo la battaglia elettorale, e ci potrebbe stare. Ma sta durando un po’ da troppo tempo e questo è preoccupante.
In verità la maggioranza ogni tanto parla, sui giornali e su internet, e forse farebbe meglio a tacere o, quantomeno, a studiare strategie di comunicazione un tantino più oculate. L’idea che da, infatti, è quella di un gruppo di persone nervose, timorose, poco inclini ad accettare serenamente una critica. Le risposte che si danno ai cittadini sono quasi sempre piccate, infastidite, come a voler dire “lasciateci lavorare”, e questo è giusto, ma ci sono modi e modi per dirlo e quello che viene utilizzato, sia da portavoce senza volto e senza firma della rete che dagli stessi amministratori (almeno quelli presenti sui social) è usualmente indispettito.
Del resto la comunicazione non è mai stata il cavallo di battaglia di questa coalizione, si era già visto in campagna elettorale. Hanno persino rischiato di perdere le elezioni per le lacune in questo campo, per la poca capacità di utilizzare al meglio la rete e i social. Credo che abbiano perso un bel po’ di voti proprio per questo motivo e, ciononostante, ancora non sembra vogliano porre rimedio, quasi in un atteggiamento che snobba le nuove forme di comunicazione.
Chi, invece, in campagna elettorale ha utilizzato molto bene (salvo qualche brutta caduta di stile) le risorse della rete è stata la compagine di Gastone Gismondi. Molto presente sui social, molto comunicativa a livello mediatico in ogni senso, molto inserita nel mondo dei giornali, la lista dell’ex sindaco ha lavorato benissimo fino al voto e poi… puff… è sparita. Non da segno di sé o quasi, il Sindaco alto, nè lo danno i suoi sodali che, pure, in passato imperversavano in rete con temibili scorribande, pronti a commentare ogni post, immortalati in ogni dove, sempre presenti e sempre attivi. Ora, se spagini le pagine Facebook di quelli che due mesi fa erano vulcani in eruzione, trovi post vecchi di settimane. L’idea è che non siano abituati a fare opposizione, che il ruolo gli sia nuovo e anche un po’ stretto.
Il sindaco Basso, invece, coi nuovi media non ha mai avuto grande dimestichezza, non li ha usati quasi per niente in campagna elettorale ed è naturale non trovarne più traccia ora che siede tristemente tra i banchi dell’opposizione. E sta facendo un’opposizione strana, sballata, disorientata, promettendo aiuti non richiesti, lanciando accuse, ancora e senza sosta, al suo ex pupillo Gismondi quasi come se non ci fosse una nuova maggioranza a governare. Fuori dal Consiglio Comunale, però, Basso non esiste.
Discorso a parte per il Movimento 5 Stelle, che sulla rete è nato e dalla rete trae linfa vitale. Anche qui, però, la comunicazione appare piuttosto languida, poco incisiva. I grillini nostrani sembrano più preoccupati, leggendo la loro pagina Facebook e il loro blog, delle vicende legate alla politica nazionale che a quelle locali. Eppure di cosine interessanti di cui occuparsi a Montegranaro ce ne sono, e il loro atteggiamento attendista, quasi a sostenere la giustificazione che la maggioranza sta utilizzando ormai da tempo, ossia quella del “dateci tempo che ci siamo appena insediati”, non è consono al movimento che siamo abituati a vedere ferocemente combattivo.
Fare opposizione è fondamentale per la vita della città. Fare un’opposizione attenta è imprescindibile ed è una grande responsabilità, importante quanto il governo stesso. In passato abbiamo visto fare opposizione solo sui banchi del Consiglio, esautorando la cittadinanza di ogni forma di controllo e partecipazione. Spero che il futuro veda una forte inversione di tendenza e che l’opposizione sia ruolo partecipato e attivo di tutti, anche in considerazione del fatto che chi ci governa, in realtà, è minoritario, non rappresentando nemmeno la metà dei cittadini. E la maggioranza degli elettori ha il diritto a essere rappresentata, chiamata in causa e, soprattutto, informata.

Luca Craia