lunedì 12 gennaio 2015
L’ape cattiva, la libertà di espressione e l’arroganza del potere
Faccio mea culpa stamattina, dopo
un lungo esame di coscienza. Ho ragionato a lungo e ho sbagliato. Sono stato
cattivo a pubblicare su Facebook la foto della macchina del padre (mi pare di
aver capito, io non so che faccia abbia, figuriamoci se posso sapere che
macchina ha) del vicesindaco. Lo so, ho postato centinaia di macchine
parcheggiate a fallo canino, ma questa me la potevo proprio risparmiare.
Si, lo so, stava parcheggiata in
mezzo alla strada, su un dosso, in un incrocio, arrecava pericolo ai passanti,
ma suvvia: è una macchina importante. Se era di un povero cristo qualsiasi,
allora va bene, ma questa… l’ha detto anche il vice sindaco: “come mai non
fotografi le macchine in divieto di sosta appena 20 metri più avanti in
prossimità dei semafori di porta romana che intralciano il traffico e quelli
davanti ex macelleria di Pierina che spesso impediscono di salire verso via S.Ugo
eppure li dovresti veder bene. Evide(ntemente) non sono di parenti di qualche
assessore o consigliere di maggioranza. Se si vuol fare moralizzatore ed il
perbenista bisogna farlo sempre e con tutti. Non solamente con chi ti sta antipatico.
Solo per correttezza d informazione”. E c’ha ragione:
o fotografo tutte, ma proprio tutte le macchine parcheggiate male oppure meglio
che me ne sto a casa. Anche perché potrebbe accadermi quello che lo stesso
minaccia: “stai a posto tuo e fai le foto
alle tue proprietà e non dare fastidio prossimo che tanto ti si ritorce contro”.
Raccontiamo
la storia: qualche giorno fa (come spesso accade, le foto che pubblico non le
faccio tutte io) un lettore dell’Ape mi ha mandato alcune foto di via
Risorgimento per far vedere quanto sia difficile circolare in quella via. Alcune
le ho pubblicate subito, per una ho aspettato. Ho aspettato perché la macchina
era parcheggiata davanti alla casa natale del vicesindaco e il dubbio che fosse
di qualche parente m’è venuto e ho titubato (pensa un po’). Poi mi sono detto:
parente o non parente, la macchina è parcheggiata male, in palese divieto di
sosta, è pericolosa e io la foto la pubblico. E così ho fatto. Ho pubblicato la
foto cancellando la targa e quindi rendendo il tutto anonimo, facendo in modo
che si veda il peccato ma non il peccatore come ho fatto migliaia di volte,
persino con la macchina dei Carabinieri. Ma stavolta la macchina era di un parente del
vicesindaco.
Il
poveretto si è giustamente offeso: come mi permetto io di pubblicare una foto
di una persona a lui vicina? Anziana e con problemi di salute? Inutile
obiettare che se tutti gli anziani con problemi di salute lasciassero la
macchina in mezzo alla strada sarebbe un bel pasticcio, ma bisogna vedere di
chi sono parenti questi anziani. E chi ha osato commentare a favore della foto
è stato giustamente redarguito dal
nostro amministratore, tirando in ballo amici e parenti. Persino il mio defunto
padre è stato chiamato a testimoniare in suo favore. In sostanza: devo smettere di fare foto perche
se incidentalmente ritraggo possedimenti di nostri amministratori divento un
pessimo elemento. E questo sono e me ne vergogno tanto.
Del
resto, poi, la corte del suddetto amministratore non ha atteso per far partire
il coro di sostegno. Addirittura il poeta di corte ha scritto un sonetto in
endecasillabo giambico per testimoniare tutto il suo sdegno. I giullari e i
buffoni sono andati con le danze, Grima Vermilinguo non ha lesinato consigli e
anatemi sul reo (che sarei io). Insomma, s’è scatenato l’inferno (esagero: in
realtà sono i soliti quattro o cinque lacchè, ma fanno tanto rumore).
Tutto
questo mentre il mondo intero (e molta di questa gente) testimonia solidarietà
verso la libertà di stampa così duramente attaccata in questi giorni. Per
carità, non oso fare paragoni così arditi, ma anche la mia, di libertà di
espressione, tanto che non mi pare di avere offeso qualcuno, conterà un
pochetto o no? E comunque, la macchina era in divieto di sosta.
Luca Craia
venerdì 9 gennaio 2015
E il teatro Novelli scompare da discorsi e memoria
Nel programma della Lista Stranamore, che poi è diventata
Montegranaro Sfrizziona e in procinto di diventare Montegranaro Sgarufa su lo
ghiaccio, c’è scritto a chiare lettere
(pag. 6 e 7) che, nel primo biennio, quindi non tra qualche anno ma ora,
adesso, domani, si partirà con la ristrutturazione del Palazzo Comunale nel cui
complesso verrà compreso anche il recupero del Teatro Novelli, tanto
sollecitato da Arkeo e data come prioritario in campagna elettorale da tutte le
forze in competizione. Solo che, dopo l’ubriacatura elettorale, il teatro
Novelli è scomparso da tutti i ragionamenti e nessuno sembra ricordarsene. Io
me ne ricordo.
E ricordo bene l’incontro che tenemmo presso la sede di
Arkeo con tutte le forze politiche (vedi foto) dove tutti, compreso l'assessore ai lavori pubblici nonchè vicepresidente della Provincia di Fermo Aronne Perugini, si impegnarono a
sposare la causa del nostro prezioso teatro ottocentesco. Perché parlare di
queste cose fa tanta immagine ma nel momento in cui l’immagine serve meno è
bene parlare d’altro. Si parlava di un investimento di € 400.000 ma nel
bilancio non c’è traccia. Ma, mi chiedo, se l’opera era prevista per il primo
biennio, quando pensano di farla partire.
Ci sono altre priorità, mi si risponderà. Il palazzetto, il
teatro La Perla,
la frana di viale Gramsci. Certo. Ma c’erano anche in campagna elettorale, non
sono mica spuntate dal nulla. Perché si è promesso e non si mantiene? Questa
sarebbe la nuova politica? Speriamo in un miracolo per il 2015, che si trovino
i soldi e si parta subito coi lavori, mantenendo la promessa elettorale. Sarebbe
stupefacente.
Luca Craia
Sabato 17 il seminario per gli aspiranti accompagnatori volontari
Abbiamo già un
cospicuo numero di partecipanti ma le porte sono ancora aperte a chi vorrà
rendersi disponibile e dedicare un po’ del proprio tempo per far conoscere e
apprezzare la parte più bella di Montegranaro. Intanto, però, fissiamo la data
del corso: sabato 17 gennaio, alle ore 16.00, presso la Cripta di Sant’Ugo. Si
tratterà di un seminario breve (circa un’ora) in cui verranno fornite le
informazioni fondamentali per assistere i visitatori e le guide turistiche che
verranno a Montegranaro. I nuovi volontari verranno successivamente messi in
turno (concordando con loro le date) insieme agli “anziani” in modo di poter
continuare ad apprendere.
Ribadiamo che
non formiamo guide turistiche e che il ruolo dei nostri volontari, che operano
esclusivamente in forma gratuita, è di fornire aiuto ai visitatori e alle
guide. La partecipazione al corso è gratuita, non vincola in alcun modo, non
viene richiesto il tesseramento con Arkeo che, comunque, rimane il riferimento
per i volontari. Consigliamo di portare con sé l’occorrente per prendere
appunti.
Per info contattate Arkeo:
e-mail: arkeomontegranaro@gmail.com
telefono: 342.5324172
Facebook
Per info contattate Arkeo:
e-mail: arkeomontegranaro@gmail.com
telefono: 342.5324172
Luca Craia
Calepio: cronaca di un disastro annunciato.
Non è una novità
che l’affare “Calepio Scavi” sia
stata la pagina più nera della storia della politica montegranarese. Un’operazione
sulla carta geniale, perché dava l’opportunità al Comune di realizzare a costo
zero (sempre sulla carta) opere di grande rilievo e, come contropartita, si
dava al partner un tornaconto economico importante ma che non gravava sulle
casse comuni. Ma non è stato così e anche questa non è una novità.
Sappiamo tutto,
ormai, o quasi della vicenda: sappiamo chi sono i responsabili, sappiamo di
quanta leggerezza sia stata utilizzata, sappiamo che le conseguenze le
pagheremo, noi cittadini montegranaresi, per i prossimi lunghi anni, con
bilanci fortemente penalizzati, con capacità di spesa ridotta, con una crescita
del Comune bloccata. I responsabili sono noti, dicevo, ma siedono
tranquillamente in Consiglio Comunale, arringano, diventano determinanti,
sostengono la maggioranza che, invece, dovrebbe rifiutare ogni sostegno da
parte di chi ha massacrato politicamente Montegranaro.
Non per fare
dietrologia ma solo un’analisi della vicenda; che la Calepio avrebbe fatto la
fine che ha fatto lo si sapeva. Io lo sapevo, possibile che chi di dovere ne
era all’oscuro? All’epoca ero molto lontano dalla politica attiva, lavoravo
come area manager commerciale gestendo una zona geografica molto vasta che mi
portava a stare lontano da Montegranaro e ad avere pochissimo tempo a
disposizione per occuparmi come avrei voluto delle faccende del paese. Ma
ricordo molto bene, parlo del 2004, che molti miei clienti del settore edile mi
chiedevano se davvero a Montegranaro fossimo diventati così matti da fare
affari con la Calepio. Me
lo dicevano clienti geograficamente vicini ma anche lontani, uno addirittura mi
telefonò apposta da Campobasso. Quindi tutti sapevano com’era messa la Calepio. Perché i nostri
politici di allora (che poi, in tanti, sono quelli di ora) non erano a
conoscenza delle difficoltà della ditta bergamasca? Erano state prese
informazioni? Perché nessuna precauzione (fidejussioni, cauzioni)?
Certo, ora è
inutile piangere sul latte versato. Ma conoscere le responsabilità reali
sarebbe opportuno e corretto nei confronti dei cittadini. E, soprattutto, i
responsabili già noti e conclamati, abbiano la decenza di fare uno, due, dieci
passi indietro, allontanarsi dalla scena politica se non altro per una
questione di dignità. La stessa dignità che dovrebbe impedire a chi ci governa
oggi di accettare qualsiasi tipo di aiuto politico da queste persone.
Luca Craia
giovedì 8 gennaio 2015
STEAT Fermo - Montegranaro. Anno nuovo vita vecchia.
Riparte sotto i migliori auspici l’anno scolastico di Steat, la società di trasporti che accompagna i nostri ragazzi a scuola. Dopo i gravi disservizi registrati a settembre sembrava si fosse giunti a un servizio accettabile, ma con l’inizio dell’anno si è pensato bene di rivoluzionare alcune tratte, cambiando fermate e costringendo i ragazzi a scendere o salire in luoghi diversi dal solito, magari perdendo tempo e dovendo percorrere più strada a piedi sovraccarichi di libri. Come conseguenza non da sottovalutare c’è quella che vedete nelle foto, prese sulla tratta Fermo – Montegranaro oggi alle 13,30. Queste sono le condizioni in cui viaggiano i nostri giovani. Non voglio pensare cosa potrebbe accadere in caso di frenata brusca o, addirittura, di incidente. Il Comune di Montegranaro è azionista Steat ma, fino ad oggi, la sua voce non si è sentita sull’argomento.
mercoledì 7 gennaio 2015
lunedì 5 gennaio 2015
RACCONTI. L’ANNO È NUOVO, E NOI? - di Anna Lisa Minutillo
E’ che si sentono ancora gli echi degli ultimi sogni, quasi come se le menti fossero troppo rumorose e li facessero arrivare fino a me.
E’ che non si smette mai di desiderare qualcosa di differente, che si dipingono scenari inventandosi colori nuovi da prelevare dai tubetti delle tempere della fantasia e così, come per gioco si creano miscele di colori per guardarne poi stupiti il risultato ed usarli successivamente per colorare la tela della vita.
E’ che si avverte il rumore del tempo che trascorre inesorabile e si proietta verso il domani ciò che non siamo riusciti a realizzare ieri.
E’ che ogni volta con la sostituzione di una cifra nella data si pensa di poter sostituire le brutture a cui abbiamo assistito con qualcosa di nuovo e di vero, qualcosa che davvero potesse far dimenticare ciò che ci ha feriti, segnati, delusi, disincantati ma non sconfitti.
E’ che ci si ritrova così a guardare ciò che non vorremmo più vedere e non si trova la soluzione oppure ci si scontra con chi invece di portare una soluzione si diverte ad ingrandire ed a peggiorare il problema.
E’ che a volte manca il coraggio di osare, che si teme sempre ciò che non si conosce e ci si dimentica che non conoscevamo niente nemmeno prima di ciò che saremmo diventati, di ciò che ci sarebbe accaduto, di chi avremmo amato, del primo appuntamento oppure dell’ultimo addio lasciato morire sulle labbra per non fare troppo rumore e non disturbare la vita altrui.
E’ che ogni notte sembra uguale all’altra ma invece racchiude in se la magia di sensazioni sempre differenti perché quando cala la luce i ricordi urlano forte ed attendono di essere cullati prima di riuscire a farci riposare sereni dimenticando per poche ore che la vita è sempre qui con noi e segue il nostro navigare per i mari del mondo.
E’ che a volte le parole sembrano non essere sufficienti a spiegare il sentire la vita così forte oppure è solo la vita che non ha bisogno di parole ma di fatti, si di quei fatti che restano sempre chiusi nei pensieri e poco seguiti dalle azioni.
E’ che sarebbe bello solo per una volta non vedere le speranze ed i cambiamenti riposti in cifre che alla fine sono solo numeri che compongono una data riposti nelle azioni degli uomini piuttosto che nel solito blaterale, altrimenti di nuovo c’è solo l’anno ma se i cambiamenti partissero realmente e da noi sarebbe diverso.
Mi
suona sempre più strano avvertire come e quanto stia mutando il mondo che ci
circonda e da quanto immobilismo questo sia accompagnato, l’immobilismo delle
idee, della creatività, dell’abbandono dei sogni, della paura di dire ciò che
si pensa,della perdita dei valori da riporre nelle piccole cose che alla fine
sono poi quelle che rendono grande e migliore la vita.
E’ che un mondo dove ci si da per vinti senza aver
tentato non fa davvero per me e che non mi abituerò mai a situazioni poco
chiare, a scambi di favori, a mercificazioni delle nostre vite, alle privazioni
di diritti che abbiamo ottenuto dopo anni di lotte e di discorsi che hanno
impiegato numerosi giorni prima di riuscire a compiere il giusto volo per
arrivare la dove dovevano arrivare.
E’ che non si possono continuare a vedere scenari in
cui si offende l’intelligenza altrui senza risentirsi minimamente, è che non mi
piacciono questi personaggi dubbi che si aggirano furtivi attraverso la rete
per reclutare orde impazzite di fans che nulla o poco sanno della potenza della
comunicazione.
E’ che a volte sarebbe preferibile il silenzio e l’azione piuttosto che questo rumore di fondo che tende a dare importanza a chi ne ha già dimenticandosi sempre e comunque di chi non ha quasi più nulla perché privato di tutto anche della speranza.
E’
che se non cambiamo noi tutto diventa complesso, è che se non pensiamo noi a
tendere una mano d’aiuto a chi vive in strada, non ha una casa, è stato privato
del lavoro, non ha una pensione che gli consenta di vivere dignitosamente, è
stato emarginato per scelte differenti da quelle in cui si uniforma la maggior
parte delle persone ,arriva in questo paese scappando dalla violenza della sua
terra per sopravvivere, si ritrova in strada per fallimento o quant’altro qui
non cambierà mai nulla.
Non chiedo al nuovo anno di essere diverso più felice
o meno , più intenso o meno, più sereno o meno ma lo chiedo a noi , lui infondo
è solo un anno da salvare, da dimenticare, da maledire, da conservare, da
apprezzare, di cui ridere o piangere, di cui ritenersi appagati o meno ma ciò
che pensiamo di un insieme di numeri dovremmo iniziare a pensarlo di noi.
Non è il nuovo anno a dover essere nuovo dobbiamo essere noi a darci una mossa, a dimostrare che ci siamo e che siamo più agguerriti che mai, che abbiamo imparato a farcele da se le cose di cui abbiamo bisogno.
Lasciamoli tutti li a litigare fra di loro, a fare gli splendidi, non diamogli più seguito e prendiamo possesso di noi stessi come prima cosa, torniamo a mettere al centro le nostre persone, i nostri bisogni, facciamo vedere a tutti come il mondo se viene gestito senza pensare solo al profitto può tornare ad essere incantevole ed a donarci la gioia di essere vivi.
Torniamo a dare valore all’essenziale, non facciamoci condizionare in tutte le scelte, scappiamo dalle caselle di questa grande scacchiera dove qualcuno studia le mosse per noi e c’è le fa eseguire condendole di cose fatte per il nostro bene… siamo grandi ormai per dare credito a tutte queste manfrine da quattro soldi.
E’ che lo so che appare utopico e strano, è che lo so che la maggior parte delle persone prenderà coscienza solo quando toccherà anche a loro di ritrovarsi in alcune situazioni elencate sopra, è che lo so che alcune cose sembrano distanti da noi e in questo modo ci perdiamo gli instanti che invece ci potrebbero ancora salvare, è che a volte non so davvero quante e quali siano le persone che si vogliono realmente salvare da questo sistema che priva ma non premia nemmeno con un sorriso chi si da da fare.
E’
che lo so che tutti si lamentano per le tasse che continuano ad aumentare e che
sono in fila per i saldi predicando di non avere più soldi, è che lo so che la
vita è una sola e che qualche capriccio bisogna anche toglierselo ma
perdonatemi tanto se io non ci riesco proprio a vedere in una pelliccia, nel
solito solitario, oppure nel trattamento di bellezza alla spa più rinomata del
momento un capriccio ma solo un uniformarsi nel fare le cose che tutti fanno per
non essere da meno.
E’ che la magia dell’incanto che vedo nel sorriso di
chi riceve un caffè pagato, una colazione offerta senza nulla chiedere in
cambio, nell’ascolto di chi non viene più ascoltato, nel congratularsi con chi
lotta con la sua stessa vita per andare a soccorrere chi si ritrova perso e
solo in mezzo al mare, nello sguardo di chi tramite un’azione semplice riesce a
dare conforto non lo ritrovo in nessun’altra cosa e penso che questo sia uno
dei tanti motivi per cui valga la pena vivere.
E’ che non voglio credere nel nuovo anno ma negli
uomini e nelle donne nuove, ripuliti da fronzoli, liberati da schemi
precostruiti, senza uniformi ne strane aggregazioni, fieri negli sguardi e nei
cuori e sereni nella comunicazione, con sogni e progetti da realizzare e con la
volontà che non li abbandoni mai altrimenti vorrebbe dire abbandonare se stessi
nelle mani e nelle menti diaboliche che vogliono solo intimorirli ed
appiattirli per non avere la seccatura di dover poi dare loro una risposta.
E’ che gli uomini nuovi sono nascosti ma ci sono, è che non può essere tutto deciso e subito senza proferire parola, è che bisogna smettere di lamentarsi e cercare nuove strade per rialzarsi, è che a far diventare nuovo l’anno appena arrivato dobbiamo essere noi perché meritiamo la possibilità di riprenderci in mano le nostre esistenze e di lasciarle volare dove solo gli audaci hanno il coraggio di arrivare.
Siate sempre delle nuove persone che rendono nuovo il cammino della vita colorandolo con i colori dei loro sogni.
Arkeo cerca volontari per aprire i luoghi culturali
Per tenere aperti i siti
culturali di Montegranaro serve passione e dedizione ma servono anche persone. Per
garantire un servizio duraturo e, magari, ampliarlo, Arkeo ha necessità di
allargare il numero dei volontari che si adoperano gratuitamente in questo
senso. Per questo stiamo organizzando un nuovo “seminario” per volontari
accompagnatori che dia la conoscenza minima per poter rendere un buon servizio
di fruizione agli utenti.
Il volontario non è certamente
una guida turistica, non sostituisce la guida turistica e non ne fa in alcun
modo le funzioni. Deve però avere delle conoscenze che siano a disposizione dei
visitatori qualora questi abbiano necessità di ragguagli su cosa stanno visitando.
Per questo è necessario che il volontario venga formato con un piccolo “corso”
di poco più di un’ora, tenuto dalla nostra Sabina Salusti, durante il quale
verranno fornite le informazioni fondamentali. Fatto ciò potrà entrare in turno
per le aperture insieme agli altri volontari già attivi.
Lanciamo quindi un appello a chi
volesse rendersi disponibile informando che:
- non c’è alcun impegno se non
quello che ci si assume quando si accetta un turno;
- non ci sono costi;
- non è necessario tesserarsi con
Arkeo;
- non sono necessarie conoscenze
specifiche.
Chi intenda aderire contatti
Arkeo tramite Facebook, tramite mail (arkeomontegranaro@gmail.com) o
telefonicamente (342.5324172). Una volta raggiunto un
numero minimo di partecipanti organizzeremo il corso (speriamo entro gennaio)
che si terrà di un sabato pomeriggio.
Luca Craia
venerdì 2 gennaio 2015
I silenzi di piazza Mazzini
Si erano presentati come
rivoluzionari in tutto, specie nella trasparenza e nel confronto e, quindi,
anche nel sistema di comunicazione col cittadino e, nel primo periodo, ci
avevamo quasi creduto. In effetti, da subito avevano messo mano al sito
istituzionale del Comune rifacendolo ex novo (ma quasi uguale al vecchio, solo
che l’operazione è costata qualcosa), e inserendo una funzione molto positiva
quale la possibilità per il cittadino di segnalare online guasti o disservizi. Avevano
poi aperto una pagina istituzionale su Facebook proprio per facilitare il
dialogo col cittadino. Piano piano, però, abbiamo assistito ad un arretramento
sostanziale che ha portato l’Amministrazione Mancini ad essere, in questo
momento, la più silenziosa che ricordiamo.
Del resto per comunicare bisogna
avere la conoscenza del mezzo e la capacità di usarlo. Fin da subito abbiamo
avuto la netta impressione che mancavano sia l’uno che l’altra. I diversi
amministratori che parlavano dalle proprie pagine Facebook dicevano spesso cose
discordanti, molto più spesso assumevano atteggiamenti poco consoni a cariche
istituzionali, in molte occasioni abbiamo ammirato iperboliche sbandate
mediatiche piuttosto difficili da ignorare. A quel punto si sono accorti che le
cose non funzionavano. E sono corsi ai ripari.
È calato il silenzio: la pagina
web pubblica manifestini, l’albo pretorio, le delibere e altre funzionalità
amministrative ma non fornisce una reale comunicazione e informazione al
cittadino. È il caso, ad esempio, del nuovo regolamento di polizia municipale
di cui tanto si è parlato ma la cui spiegazione ai cittadini non è mai arrivata
e, sul sito web, il documento è introvabile per cui il cittadino ne sente
parlare ma non lo può leggere. Se lo volete eccovelo: REGOLAMENTO DI POLIZIA MUNICIPALE
.
La pagina Facebook nel frattempo
è morta, non da segno di sé se non per qualche post di pura propaganda ma vera
informazione non la si fa. Non si usano i mezzi, che pure pochi mesi fa
venivano dichiarati come fondamentali, per aprire un canale diretto coi
cittadini e spiegare scelte e posizioni, come, ad esempio, nel caso del CDA
della Casa di Riposo dove la comunicazione è passata esclusivamente sui
giornali senza possibilità di interazione da parte dei cittadini che pure
avrebbero molte domande da porre, specie all’attuale assessore ai servizi
sociali che ha ricoperto la carica di consigliere fino al giugno scorso e che
potrebbe fornire la sua versione dei fatti confermando o smentendo le pesanti
accuse rivolte all’attuale Consiglio di Amministrazione. Ma si preferisce il
silenzio.
Così come, ormai, preferiscono il
silenzio tutti i vari amministratori utenti dei social che, onde evitare
ulteriori scivoloni (che pura ancora ci sono, per la nostra ilarità) ora
postano solo di sport e leggerezze varie.
Del resto l’antica scuola
politica di qualsiasi partito insegnava che la comunicazione va ragionata e
centellinata. Guardate ad esempio il politico più preparato presente nella
giunta Mancini: Aronne Perugini. Questi è sempre stato estremamente parco di
apparizioni e di dichiarazioni, è attentissimo quando parla e evita in ogni
modo di scivolare sulle tante bucce di banana lasciate in giro dai suoi
colleghi di giunta. E Perugini è forse l’unico politico di scuola, nel vero
senso della parola, formato nelle scuole politiche del PCI e, nonostante la
ancor piuttosto giovane età, è uomo di esperienza. E forse è stato proprio lui
ad imporre il silenzio alla maggioranza. Del resto, si sa, è meglio tacere e
dare l’impressione piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio.
Così la comunicazione torna al
più tradizionale dei sistemi. Si abbandonano i moderni mezzi mediatici e ci si
affida alle più tradizionali e controllabili conferenze stampa. Anche se
queste, a quanto pare, costano: pare che quella di fine anno con tanto di ben
due televisioni sia costata alle casse comunali la non disprezzabile somma di € 646,06. Zitti zitti il silenzio è d'oro .
Luca Craia
giovedì 1 gennaio 2015
Iscriviti a:
Post (Atom)