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venerdì 11 novembre 2016

Beverati e il turismo: poche idee e molto confuse.



Cos’è un corso propedeutico? Per non sbagliare sono andato a cercarmene la definizione sul vocabolario Treccani online che cita: “che deve necessariamente essere svolto o superato preliminarmente per poter proseguire negli studî. Quindi, se in uno dei comunicati Luce de Noatri leggo che il Comune di Montegranaro istituisce un “corso propedeutico all’esame di guida turistica” devo intendere che, senza questo corso, l’esame non lo si può dare. Siccome, però, di turismo culturale un po’ ci capisco, mi è venuto un dubbio e sono andato a chiedere alle guide turistiche con le quali collaboro da anni e che fanno anche parti delle commissioni esaminatrici. La risposta è stata che non esiste alcun corso propedeutico, casomai esistono corsi preparatori, che sono un’altra cosa. Come diceva Moretti, le parole sono importanti.
Sono importanti perché inducono in errore quando non in inganno. Parlare di propedeuticità induce il potenziale allievo a frequentare il corso pensando di non poterne fare a meno, cosa non vera. Potrebbe anche generare l’equivoco sulla professione, perché aver frequentato e superato il corso di Beverati non abilita in alcun modo alla professione di guida turistica e bisogna stare attenti, perché l’esercizio abusivo della professione è un reato penale.
Inoltre bisogna sapere che, con la nuova legge voluta dal ministro Franceschini, svolgere la professione di guida turistica è diventato un inferno per via, appunto, della farraginosità della legge stessa, che istituisce la figura della guida nazionale ma non regola in maniera chiara quella locale, i siti protetti e le varie norme relative.
Al momento, inoltre, non sono previsti esami di abilitazione, proprio per lo stesso motivo e, qualora al prossimo referendum vincesse il sì, tutte le competenze in materia, che oggi spettano a Regione e Province, andrebbero a concentrarsi sul Governo, creando un caos indescrivibile. Quindi di esami di abilitazione non se ne vedono in un futuro prossimo. A che pro fare questo corso, spendendo soldi pubblici e facendo perdere tempo a chi partecipa?
Mi viene un’altra considerazione: l’assessore Beverati, oltre ad avere la delega per il turismo, possiede anche quella per il centro storico e per la cultura. In due anni e mezzo ha fatto pochissimo (pur spendendo un sacco di soldi) per la cultura e praticamente niente per il centro storico. Abbiamo un paese antico abbandonato a se stesso, preda dell’incuria e dell’abbandono, il tutto aggravato dal recente sisma che ha creato notevoli danni anche al patrimonio storico-architettonico per i quali, a tutt’oggi, non risulta alcun progetto. L’assessore al centro storico, quindi, sta facendo quasi niente per l’oggetto della sua delega, danneggiando di conseguenza il turismo che, guarda caso, ricade sullo stesso assessore. Trovo contraddittorio istituire corsi “auspicando che sia un valido motore per la promozione turistica del nostro Comune” quando il nostro Comune e il suo patrimonio turistico vengono lasciati nel più completo abbandono. Meglio farebbe, l’architetto Beverati, a concentrarsi prima sul recupero del patrimonio, per poi, eventualmente, promuoverlo a dovere.

Luca Craia

martedì 7 giugno 2016

L’integrazione a Montegranaro. Bene i corsi, male il resto.



Torno sull’argomento integrazione dopo aver letto la soddisfazione espressa dal nostro Sindaco e dall’Amministrazione Comunale per la buona riuscita del corso di lingua italiana per donne straniere. Vista la partecipazione e i risultati va detto che l’iniziativa merita un plauso. Il problema della lingua è serio e costituisce una delle barriere più importanti per l’integrazione dell’immigrato e, se vogliamo riuscire ad avere una reale integrazione, va risolto. La comunicazione e la reciproca comprensione è imprescindibile. Quindi molto bene per l’iniziativa ben riuscita.
Il problema, però, è che l’integrazione necessità di altri importanti interventi e non pare di vedere alcuna volontà di effettuarli, anzi. Ad esempio: collocare tutti gli extracomunitari in un'unica zona, come il centro storico o alcune vie circostanti, è pura ghettizzazione. Non mi sembra di vedere alcuna volontà di mettere mano alla questione.
Poi leggo dell’assessore Basso che intende promuovere degli incontri ad hoc per spiegare i meccanismi della differenziata agli stranieri, il primo fra i quali a cura dell’Imam. Ritengo la cosa estremamente sbagliata, in quanto lo straniero non deve avere questo genere di tutele, ma deve essere indotto a integrarsi, a frequentare la vita sociale e civile del paese in cui vive. Era importante far partecipare gli stranieri agli incontri comuni, cosa non avvenuta. Fare delle riunioni apposta per loro è, ancora una volta, una ghettizzazione. Occorre distinguere il buonismo ipocrita dalla reale volontà di integrare. Mi pare che ancora si faccia confusione.

Luca Craia

sabato 30 aprile 2016

Il Corso per Graphic Designer scarta i partecipanti. Con quale criterio?



Mi ha scritto un lettore del blog riferendomi questo:

come saprai il comune di Montegranaro, con altri enti e con- leggevo sulla locandina- il patrocinio della Presidenza del Consiglio e la Regione Marche ha organizzato un corso di "Graphic designers". Delle persone mie conoscenti hanno effettuato l'iscrizione con la volontà e l'impegno di poter prendere parte a quei corsi; nel momento dell'iscrizione gli è stato detto che essendo alto il numero delle richieste si sarebbe dovuto procedere con delle selezioni (selezione poi effettivamente avvenuta con l'esclusione di questa persona). Ecco, questa cosa mi ha suscitato alcune perplessità e, di conseguenza, alcuni interrogativi. Può essere contemplata una selezione dopo che non è stato scritto che i posti erano limitati - se c'era scritto mi è sfuggito, o il numero dei partecipanti era chiuso? - E se sì, mi chiedo, con quali criteri sono state fatte queste selezioni?

Credo che il caso sollevato sia interessante e meritevole di approfondimento. Mi piacerebbe che qualcuno voglia spiegare come si sono svolti i fatti e come mai siano accadute queste cose.

Luca Craia