giovedì 8 gennaio 2015

Le Vergare - aggiornamento all' 8 gennaio 2015







Wild Horses - Rolling Stones Cover

STEAT Fermo - Montegranaro. Anno nuovo vita vecchia.




Riparte sotto i migliori auspici l’anno scolastico di Steat, la società di trasporti che accompagna i nostri ragazzi a scuola. Dopo i gravi disservizi registrati a settembre sembrava si fosse giunti a un servizio accettabile, ma con l’inizio dell’anno si è pensato bene di rivoluzionare alcune tratte, cambiando fermate e costringendo i ragazzi a scendere o salire in luoghi diversi dal solito, magari perdendo tempo e dovendo percorrere più strada a piedi sovraccarichi di libri. Come conseguenza non da sottovalutare c’è quella che vedete nelle foto, prese sulla tratta Fermo – Montegranaro oggi alle 13,30. Queste sono le condizioni in cui viaggiano i nostri giovani. Non voglio pensare cosa potrebbe accadere in caso di frenata brusca o, addirittura, di incidente. Il Comune di Montegranaro è azionista Steat ma, fino ad oggi, la sua voce non si è sentita sull’argomento.

Luca Craia

lunedì 5 gennaio 2015

RACCONTI. L’ANNO È NUOVO, E NOI? - di Anna Lisa Minutillo



E’ che si sentono ancora gli echi degli ultimi sogni, quasi come se le menti fossero troppo rumorose e li facessero arrivare fino a me.

E’ che non si smette mai di desiderare qualcosa di differente, che si dipingono scenari inventandosi colori nuovi da prelevare dai tubetti delle tempere della fantasia e così, come per gioco si creano miscele di colori per guardarne poi stupiti il risultato ed usarli successivamente per colorare la tela della vita.

E’ che si avverte il rumore del tempo che trascorre inesorabile e si proietta verso il domani ciò che non siamo riusciti a realizzare ieri.

E’ che ogni volta con la sostituzione di una cifra nella data si pensa di poter sostituire le brutture a cui abbiamo assistito con qualcosa di nuovo e di vero, qualcosa che davvero potesse far dimenticare ciò che ci ha feriti, segnati, delusi, disincantati ma non sconfitti.

E’ che ci si ritrova così a guardare ciò che non vorremmo più vedere e non si trova la soluzione oppure ci si scontra con chi invece di portare una soluzione si diverte ad ingrandire ed a peggiorare il problema.

E’ che a volte manca il coraggio di osare, che si teme sempre ciò che non si conosce e ci si dimentica che non conoscevamo niente nemmeno prima di ciò che saremmo diventati, di ciò che ci sarebbe accaduto, di chi avremmo amato, del primo appuntamento oppure dell’ultimo addio lasciato morire sulle labbra per non fare troppo rumore e non disturbare la vita altrui.

E’ che ogni notte sembra uguale all’altra ma invece racchiude in se la magia di sensazioni sempre differenti perché quando cala la luce i ricordi urlano forte ed attendono di essere cullati prima di riuscire a farci riposare sereni dimenticando per poche ore che la vita è sempre qui con noi e segue il nostro navigare per i mari del mondo.

E’ che a volte le parole sembrano non essere sufficienti a spiegare il sentire la vita così forte oppure è solo la vita che non ha bisogno di parole ma di fatti, si di quei fatti che restano sempre chiusi nei pensieri e poco seguiti dalle azioni.

E’ che sarebbe bello solo per una volta non vedere le speranze ed i cambiamenti riposti in cifre che alla fine sono solo numeri che compongono una data riposti nelle azioni degli uomini piuttosto che nel solito blaterale, altrimenti di nuovo c’è solo l’anno ma se i cambiamenti partissero realmente e da noi sarebbe diverso.

Mi suona sempre più strano avvertire come e quanto stia mutando il mondo che ci circonda e da quanto immobilismo questo sia accompagnato, l’immobilismo delle idee, della creatività, dell’abbandono dei sogni, della paura di dire ciò che si pensa,della perdita dei valori da riporre nelle piccole cose che alla fine sono poi quelle che rendono grande e migliore la vita.
E’ che un mondo dove ci si da per vinti senza aver tentato non fa davvero per me e che non mi abituerò mai a situazioni poco chiare, a scambi di favori, a mercificazioni delle nostre vite, alle privazioni di diritti che abbiamo ottenuto dopo anni di lotte e di discorsi che hanno impiegato numerosi giorni prima di riuscire a compiere il giusto volo per arrivare la dove dovevano arrivare.
E’ che non si possono continuare a vedere scenari in cui si offende l’intelligenza altrui senza risentirsi minimamente, è che non mi piacciono questi personaggi dubbi che si aggirano furtivi attraverso la rete per reclutare orde impazzite di fans che nulla o poco sanno della potenza della comunicazione.

E’ che a volte sarebbe preferibile il silenzio e l’azione piuttosto che questo rumore di fondo che tende a dare importanza a chi ne ha già dimenticandosi sempre e comunque di chi non ha quasi più nulla perché privato di tutto anche della speranza.

E’ che se non cambiamo noi tutto diventa complesso, è che se non pensiamo noi a tendere una mano d’aiuto a chi vive in strada, non ha una casa, è stato privato del lavoro, non ha una pensione che gli consenta di vivere dignitosamente, è stato emarginato per scelte differenti da quelle in cui si uniforma la maggior parte delle persone ,arriva in questo paese scappando dalla violenza della sua terra per sopravvivere, si ritrova in strada per fallimento o quant’altro qui non cambierà mai nulla.
Non chiedo al nuovo anno di essere diverso più felice o meno , più intenso o meno, più sereno o meno ma lo chiedo a noi , lui infondo è solo un anno da salvare, da dimenticare, da maledire, da conservare, da apprezzare, di cui ridere o piangere, di cui ritenersi appagati o meno ma ciò che pensiamo di un insieme di numeri dovremmo iniziare a pensarlo di noi.

Non è il nuovo anno a dover essere nuovo dobbiamo essere noi a darci una mossa, a dimostrare che ci siamo e che siamo più agguerriti che mai, che abbiamo imparato a farcele da se le cose di cui abbiamo bisogno.

Lasciamoli tutti li a litigare fra di loro, a fare gli splendidi, non diamogli più seguito e prendiamo possesso di noi stessi come prima cosa, torniamo a mettere al centro le nostre persone, i nostri bisogni, facciamo vedere a tutti come il mondo se viene gestito senza pensare solo al profitto può tornare ad essere incantevole ed a donarci la gioia di essere vivi.

Torniamo a dare valore all’essenziale, non facciamoci condizionare in tutte le scelte, scappiamo dalle caselle di questa grande scacchiera dove qualcuno studia le mosse per noi e c’è le fa eseguire condendole di cose fatte per il nostro bene… siamo grandi ormai per dare credito a tutte queste manfrine da quattro soldi.

E’ che lo so che appare utopico e strano, è che lo so che la maggior parte delle persone prenderà coscienza solo quando toccherà anche a loro di ritrovarsi in alcune situazioni elencate sopra, è che lo so che alcune cose sembrano distanti da noi e in questo modo ci perdiamo gli instanti che invece ci potrebbero ancora salvare, è che a volte non so davvero quante e quali siano le persone che si vogliono realmente salvare da questo sistema che priva ma non premia nemmeno con un sorriso chi si da da fare.

E’ che lo so che tutti si lamentano per le tasse che continuano ad aumentare e che sono in fila per i saldi predicando di non avere più soldi, è che lo so che la vita è una sola e che qualche capriccio bisogna anche toglierselo ma perdonatemi tanto se io non ci riesco proprio a vedere in una pelliccia, nel solito solitario, oppure nel trattamento di bellezza alla spa più rinomata del momento un capriccio ma solo un uniformarsi nel fare le cose che tutti fanno per non essere da meno.
E’ che la magia dell’incanto che vedo nel sorriso di chi riceve un caffè pagato, una colazione offerta senza nulla chiedere in cambio, nell’ascolto di chi non viene più ascoltato, nel congratularsi con chi lotta con la sua stessa vita per andare a soccorrere chi si ritrova perso e solo in mezzo al mare, nello sguardo di chi tramite un’azione semplice riesce a dare conforto non lo ritrovo in nessun’altra cosa e penso che questo sia uno dei tanti motivi per cui valga la pena vivere.
E’ che non voglio credere nel nuovo anno ma negli uomini e nelle donne nuove, ripuliti da fronzoli, liberati da schemi precostruiti, senza uniformi ne strane aggregazioni, fieri negli sguardi e nei cuori e sereni nella comunicazione, con sogni e progetti da realizzare e con la volontà che non li abbandoni mai altrimenti vorrebbe dire abbandonare se stessi nelle mani e nelle menti diaboliche che vogliono solo intimorirli ed appiattirli per non avere la seccatura di dover poi dare loro una risposta.

E’ che gli uomini nuovi sono nascosti ma ci sono, è che non può essere tutto deciso e subito senza proferire parola, è che bisogna smettere di lamentarsi e cercare nuove strade per rialzarsi, è che a far diventare nuovo l’anno appena arrivato dobbiamo essere noi perché meritiamo la possibilità di riprenderci in mano le nostre esistenze e di lasciarle volare dove solo gli audaci hanno il coraggio di arrivare.

Siate sempre delle nuove persone che rendono nuovo il cammino della vita colorandolo con i colori dei loro sogni.

Arkeo cerca volontari per aprire i luoghi culturali



Per tenere aperti i siti culturali di Montegranaro serve passione e dedizione ma servono anche persone. Per garantire un servizio duraturo e, magari, ampliarlo, Arkeo ha necessità di allargare il numero dei volontari che si adoperano gratuitamente in questo senso. Per questo stiamo organizzando un nuovo “seminario” per volontari accompagnatori che dia la conoscenza minima per poter rendere un buon servizio di fruizione agli utenti.
Il volontario non è certamente una guida turistica, non sostituisce la guida turistica e non ne fa in alcun modo le funzioni. Deve però avere delle conoscenze che siano a disposizione dei visitatori qualora questi abbiano necessità di ragguagli su cosa stanno visitando. Per questo è necessario che il volontario venga formato con un piccolo “corso” di poco più di un’ora, tenuto dalla nostra Sabina Salusti, durante il quale verranno fornite le informazioni fondamentali. Fatto ciò potrà entrare in turno per le aperture insieme agli altri volontari già attivi.
Lanciamo quindi un appello a chi volesse rendersi disponibile informando che:
- non c’è alcun impegno se non quello che ci si assume quando si accetta un turno;
- non ci sono costi;
- non è necessario tesserarsi con Arkeo;
- non sono necessarie conoscenze specifiche.
Chi intenda aderire contatti Arkeo tramite Facebook, tramite mail (arkeomontegranaro@gmail.com) o telefonicamente (342.5324172). Una volta raggiunto un numero minimo di partecipanti organizzeremo il corso (speriamo entro gennaio) che si terrà di un sabato pomeriggio.

Luca Craia

venerdì 2 gennaio 2015

I silenzi di piazza Mazzini



Si erano presentati come rivoluzionari in tutto, specie nella trasparenza e nel confronto e, quindi, anche nel sistema di comunicazione col cittadino e, nel primo periodo, ci avevamo quasi creduto. In effetti, da subito avevano messo mano al sito istituzionale del Comune rifacendolo ex novo (ma quasi uguale al vecchio, solo che l’operazione è costata qualcosa), e inserendo una funzione molto positiva quale la possibilità per il cittadino di segnalare online guasti o disservizi. Avevano poi aperto una pagina istituzionale su Facebook proprio per facilitare il dialogo col cittadino. Piano piano, però, abbiamo assistito ad un arretramento sostanziale che ha portato l’Amministrazione Mancini ad essere, in questo momento, la più silenziosa che ricordiamo.
Del resto per comunicare bisogna avere la conoscenza del mezzo e la capacità di usarlo. Fin da subito abbiamo avuto la netta impressione che mancavano sia l’uno che l’altra. I diversi amministratori che parlavano dalle proprie pagine Facebook dicevano spesso cose discordanti, molto più spesso assumevano atteggiamenti poco consoni a cariche istituzionali, in molte occasioni abbiamo ammirato iperboliche sbandate mediatiche piuttosto difficili da ignorare. A quel punto si sono accorti che le cose non funzionavano. E sono corsi ai ripari.
È calato il silenzio: la pagina web pubblica manifestini, l’albo pretorio, le delibere e altre funzionalità amministrative ma non fornisce una reale comunicazione e informazione al cittadino. È il caso, ad esempio, del nuovo regolamento di polizia municipale di cui tanto si è parlato ma la cui spiegazione ai cittadini non è mai arrivata e, sul sito web, il documento è introvabile per cui il cittadino ne sente parlare ma non lo può leggere. Se lo volete eccovelo: REGOLAMENTO DI POLIZIA MUNICIPALE .
La pagina Facebook nel frattempo è morta, non da segno di sé se non per qualche post di pura propaganda ma vera informazione non la si fa. Non si usano i mezzi, che pure pochi mesi fa venivano dichiarati come fondamentali, per aprire un canale diretto coi cittadini e spiegare scelte e posizioni, come, ad esempio, nel caso del CDA della Casa di Riposo dove la comunicazione è passata esclusivamente sui giornali senza possibilità di interazione da parte dei cittadini che pure avrebbero molte domande da porre, specie all’attuale assessore ai servizi sociali che ha ricoperto la carica di consigliere fino al giugno scorso e che potrebbe fornire la sua versione dei fatti confermando o smentendo le pesanti accuse rivolte all’attuale Consiglio di Amministrazione. Ma si preferisce il silenzio.
Così come, ormai, preferiscono il silenzio tutti i vari amministratori utenti dei social che, onde evitare ulteriori scivoloni (che pura ancora ci sono, per la nostra ilarità) ora postano solo di sport e leggerezze varie.
Del resto l’antica scuola politica di qualsiasi partito insegnava che la comunicazione va ragionata e centellinata. Guardate ad esempio il politico più preparato presente nella giunta Mancini: Aronne Perugini. Questi è sempre stato estremamente parco di apparizioni e di dichiarazioni, è attentissimo quando parla e evita in ogni modo di scivolare sulle tante bucce di banana lasciate in giro dai suoi colleghi di giunta. E Perugini è forse l’unico politico di scuola, nel vero senso della parola, formato nelle scuole politiche del PCI e, nonostante la ancor piuttosto giovane età, è uomo di esperienza. E forse è stato proprio lui ad imporre il silenzio alla maggioranza. Del resto, si sa, è meglio tacere e dare l’impressione piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio.
Così la comunicazione torna al più tradizionale dei sistemi. Si abbandonano i moderni mezzi mediatici e ci si affida alle più tradizionali e controllabili conferenze stampa. Anche se queste, a quanto pare, costano: pare che quella di fine anno con tanto di ben due televisioni sia costata alle casse comunali la non disprezzabile somma di  646,06. Zitti zitti il silenzio è d'oro .

Luca Craia

martedì 30 dicembre 2014

Strade impraticabili? Colpa dei cittadini secondo l’assessore.



viale Zaccagnini alle 12,00
L’Assessore all’ambiente del Comune di Montegranaro afferma, sulla sua pagina Facebook, quanto segue (faccio copia/incolla pure io, in questo caso):
“Se invece dello smartphone ve compravate due gomme termiche oggi era tutto diverso...ma voi mette l'iPhone 6...scusate se sono polemico ma la mia vita è fatta di priorità”.
Insomma, cari amici, se le strade sono ghiacciate e si cammina rischiando grosso in quasi tutta Montegranaro, in realtà, è colpa di quei cittadini che non hanno comprato le termiche magari preferendo altri acquisti. O forse non le hanno comprate perché, come priorità, hanno da comprare da mangiare.
È spocchioso e urticante questo ragionamento dell’Assessore e me ne dispiace perché lo stimavo di più. È spocchioso perché guarda dall’alto in basso i cittadini che vivono problemi seri dei quali, evidentemente, l’assessore ignora l’esistenza probabilmente conducendo una vita piuttosto agiata. È urticante perché, ancora una volta, si scaricano le responsabilità sugli altri in maniera a dir poco infantile.
La situazione oggi a Montegranaro, per due centimetri di neve, è preoccupante: le direttrici principali sono tutte ghiacciate ed effettivamente senza termiche non si può circolare. Il Comune però non ha preso alcuna misura: pulizia delle strade, spargimento di sale o sabbia. Inefficienza totale, assenza di un piano neve che preoccupa in caso di nevicata più copioso. Il tutto sfocia in certe affermazioni. Siamo davvero al paradosso.
E questo è lo stesso Comune che ha appena approvato un regolamento che obbliga (contro la legge, ben inteso) i cittadini a spalare la neve intorno agli stabili di proprietà. Ma lo stesso Comune non pulisce le strade che sono di sua proprietà. E ci fa anche la predica. Siamo messi proprio bene.

Luca Craia

lunedì 29 dicembre 2014

Comune mediatore immobiliare? Soluzione parziale o palliativo.



Ho letto con interesse le dichiarazioni dell’assessore al centro storico Beverati circa l’intenzione di attivare un processo di coinvolgimento dei privati proprietari di immobili fatiscenti nel centro storico e di metterli in contatto con potenziali acquirenti. È un ragionamento corretto che potrebbe dare dei risultati. Del resto anche lo stesso ex sindaco Gismondi si era mosso in questa direzione nell’ultimo periodo del suo mandato riuscendo in questo modo a risolvere l’annosa questione dello stabile di via Palestro – via Don Minzoni col tetto sfondato. Quindi la logica e l’esperienza indicano come positiva l’idea dell’assessore.
Mi sarei, però, aspettato che il ragionamento di Beverati proseguisse e si articolasse maggiormente. Infatti, se questo intento può essere considerato un buono strumento per il recupero globale del centro storico non può certo essere visto come la soluzione ma solo come parte della soluzione stessa. La questione del centro storico è estremamente complessa e riassume in sé problematiche di varia natura di cui quella urbanistica è solo una parte rilevante. È quindi evidentemente necessario avere una visione di insieme molto più ampia di quella che intravediamo dalle dichiarazioni dell’architetto Beverati.
Risulta, infatti, piuttosto improbabile che un investitore possa essere attratto da un progetto immobiliare dove l’acquisto di uno stabile da ristrutturare, ancorchè acquisibile con costi pari a zero (Beverati parla di un prezzo simbolico di 1 €), possa di controcanto essere aggravato da altri tipi di problemi quali le condizioni di edifici confinanti e disabitati di cui si è persa traccia della proprietà, la presenza di animali infestanti, di guano, di sporcizia, la scarsa manutenzione urbanistica da parte dell’istituzione per non dimenticare la questione sociale di cui, comunque, nel centro storico si deve tenere conto.
Sto semplificando perché parlare di soluzioni per il centro storico non può essere ridotto a poche righe su un blog, ma certamente l’idea dell’Assessore, per quanto condivisibile, non può essere considerata come risolutiva. Sono altri gli interventi che vanno attuati prima di pensare ad una mediazione tra privati da parte del Comune, primo fra tutti l’incremento dell’attenzione da parte del Comune stesso sull’igiene e il decoro urbano nel quartiere. Beverati certamente è ben conscio del fatto che, in mancanza di misure idonee per rendere un investimento nel centro storico appetibile, difficilmente si potranno trovare investitori.
Del resto la politica richiede quantomeno la rappresentazione dell’interesse e le sue dichiarazioni hanno tutta l’aria di essere un palliativo per placare i mai sopiti malumori dei residenti nel centro storico. Mi auguro che, ciononostante, si stia quantomeno pensando a soluzioni più complesse e articolate che vedano anche il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle associazioni, come la mia, che da anni si occupano delle problematiche legate al paese antico e ne conoscono piuttosto approfonditamente le varie sfaccettature.

Luca Craia

domenica 28 dicembre 2014

Presepe Vivente. Prova di Comunità. Montegranaro può essere un cuore solo.



Non sono a conoscenza dei dati di affluenza, non ho ancora parlato con Mauro Lucentini, il deus ex machina di questa splendida manifestazione che è stata il Presepe Vivente che in questo momento starà meritatamente riposando dopo giorni di impegno costante e intenso che ha prodotto un grande risultato. Però mi sento di dire che il nostro Presepe è stato un successo. Gente ce n’era, tanta, l’abbiamo vista in fila fuori da Porta Marina per entrare, l’abbiamo vista in giro per il nostro centro storico. Quella stessa gente era visibilmente contenta, soddisfatta, forse (azzardo) estasiata dall’atmosfera che siamo riusciti a creare. Ma il successo non è questo, secondo me.
Il successo è la prova di comunità. Cinquecento e passa Montegranaresi hanno lavorato gomito a gomito realizzando un progetto comune. Cinquecento e passa Montegranaresi, che sì e no si conoscevano e forse, domani, si conosceranno e riconosceranno, hanno subito le intemperie, si sono acciaccati le dita col martello, si sono spaccati la schiena, si sono messi in gioco vestendo costumi inconsueti per realizzare qualcosa insieme, un qualcosa che ha un valore assoluto e che supera le separazioni che viviamo quotidianamente.
Montegranaro è stata unita, sono spariti, come per incanto, come per la fantomatica magia del Natale, i dissapori, le antiche schermaglie, le divergenze. È sparita la politica, la distanza economica, l’ideologia. Ho visto con i miei occhi la gente di Montegranaro lavorare per Montegranaro. Solo per Montegranaro. Non per se stessa ma per la Comunità. Ho visto una prova di insieme assolutamente unica, un solo cuore battere all’unisono. Non voglio esagerare ma ho visto un miracolo.
Forse domani le crepe si manifesteranno di nuovo. Certamente i nostri problemi non sono stati risolti oggi. Ma, se saremo capaci di far tesoro di questa esperienza, potremo voltare una pagina importante per la nostra città. Potremo, domani e dopodomani, farci partecipi delle difficoltà collettive, potremo vedere i problemi del singolo come problemi comuni, potremo pensare come una sola, unica, indivisibile Comunità.
Forse (e continuo a usare il condizionale, per la paura di eccedere in ottimismo) tutto questo non accadrà domani, forse ci vorrà più tempo perché la ruggine è tanta e Montegranaro ha da tempo dimenticato cosa significhi essere Comunità. Ma la strada è quella giusta. Ci sono cinquecento persone che oggi hanno sperimentato quanto sia bello sentirsi uno e non credo che lo dimenticheranno facilmente. Allora forza: proviamo a cambiare Montegranaro da domani. Se un Montegranarese dice che ha un problema facciamolo nostro. Se a Montegranaro c’è qualcosa che non funziona (tante cose non funzionano) spendiamoci insieme per trovare una soluzione. Se a Montegranaro c’è qualcosa per cui gioire, gioiamo tutti insieme, perché una Comunità ha un cuore solo e tante menti. L’unione delle menti pensanti e positive fa la salute del cuore della Comunità.

Luca Craia

Il Presepe Vivente di Montegranaro si farà qualsiasi sia il tempo.



Stamattina si sono riuniti i responsabili dell’organizzazione del presepio vivente perché le previsioni meteo erano piuttosto preoccupanti. Valutata la situazione e visto che la probabilità di maltempo, pur essendo alta, non è certa e visto che ormai l’allestimento è quasi terminato, si è deciso che IL PRESEPIO VIVENTE SI FARÀ qualsiasi sia il tempo. Invitiamo tutti a partecipare numerosi.

sabato 27 dicembre 2014

Non era il suo letto



Si alzò per andare ad urinare che erano le tre in punto. Non accese la luce, neanche aprì gli occhi, tanto la strada dal letto fino alla tazza la conosceva a memoria. Appoggiò la mano al muro dietro il water tanto per prendere la mira ad occhi chiusi, fece quel che doveva fare ascoltando il rumore del suo prodotto che cadeva in acqua che testimoniava la sua buona mira anche a buio, tirò lo sciacquone e girò su se stesso in direzione del letto cercando di non svegliarsi del tutto per ripiombare tra le braccia di Morfeo o chi per lui senza neanche accorgersi della minzione e della passeggiata che essa aveva richiesto. Si sedette sul bordo del letto e si stese supino sotto il piumone. Ma qualcosa non tornava.
Sentiva la testa troppo bassa rispetto al solito e gli avvallamenti del vecchio materasso non corrispondevano. Ebbe la netta impressione che quello non fosse il suo letto. Anzi, ne fu sicuro. Allungò la mano in cerca dell’interruttore della lampada da comodino ma trovò il nulla, il vuoto. Non c’era l’interruttore, non c’era la lampada, non c’era il comodino. Fece per alzarsi ma un peso inconsistente sul petto gli impedì di mettersi a sedere come era nelle sue intenzioni.
Sempre più agitato cercò dalla parte opposta l’altro interruttore, quello a peretta che pendeva dal centro della spalliera del letto e che comandava la luce grande. Non c’era, l’interruttore, e non c’era nemmeno la spalliera del letto. Dietro alla sua testa anziché il rassicurante consueto pezzo di legno scolpito da una macchina a controllo numerico c’era il vuoto. La sua mano indugiò a mezz’aria alla ricerca di qualcosa di solido ma non trovò niente.
Cominciò a sudare freddo, freddo intenso e goccioline di sudore che colavano dalla fronte verso le orecchie. Lacrime cominciarono a stillare dai bordi dei suoi occhi spalancati nel buio pesto di quella che, era certo, non era la sua camera da letto. Terrore e ansia e la consapevolezza di trovarsi in un luogo sconosciuto gli annebbiarono i pensieri, la testa prese a girare, le mani a tremare, e un dolore acuminato gli trafisse la spalla e il petto sempre più oppresso da quel macigno invisibile e intangibile. Il respiro si fece corto, sempre più corto, fece per gridare aiuto ma gli uscì solo un rantolo soffocato.
Lo trovarono così, supino sul letto, con gli occhi sbarrati, steso al contrario, coi piedi sul cuscino e la testa in fondo al suo vecchio letto