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lunedì 29 dicembre 2014

Comune mediatore immobiliare? Soluzione parziale o palliativo.



Ho letto con interesse le dichiarazioni dell’assessore al centro storico Beverati circa l’intenzione di attivare un processo di coinvolgimento dei privati proprietari di immobili fatiscenti nel centro storico e di metterli in contatto con potenziali acquirenti. È un ragionamento corretto che potrebbe dare dei risultati. Del resto anche lo stesso ex sindaco Gismondi si era mosso in questa direzione nell’ultimo periodo del suo mandato riuscendo in questo modo a risolvere l’annosa questione dello stabile di via Palestro – via Don Minzoni col tetto sfondato. Quindi la logica e l’esperienza indicano come positiva l’idea dell’assessore.
Mi sarei, però, aspettato che il ragionamento di Beverati proseguisse e si articolasse maggiormente. Infatti, se questo intento può essere considerato un buono strumento per il recupero globale del centro storico non può certo essere visto come la soluzione ma solo come parte della soluzione stessa. La questione del centro storico è estremamente complessa e riassume in sé problematiche di varia natura di cui quella urbanistica è solo una parte rilevante. È quindi evidentemente necessario avere una visione di insieme molto più ampia di quella che intravediamo dalle dichiarazioni dell’architetto Beverati.
Risulta, infatti, piuttosto improbabile che un investitore possa essere attratto da un progetto immobiliare dove l’acquisto di uno stabile da ristrutturare, ancorchè acquisibile con costi pari a zero (Beverati parla di un prezzo simbolico di 1 €), possa di controcanto essere aggravato da altri tipi di problemi quali le condizioni di edifici confinanti e disabitati di cui si è persa traccia della proprietà, la presenza di animali infestanti, di guano, di sporcizia, la scarsa manutenzione urbanistica da parte dell’istituzione per non dimenticare la questione sociale di cui, comunque, nel centro storico si deve tenere conto.
Sto semplificando perché parlare di soluzioni per il centro storico non può essere ridotto a poche righe su un blog, ma certamente l’idea dell’Assessore, per quanto condivisibile, non può essere considerata come risolutiva. Sono altri gli interventi che vanno attuati prima di pensare ad una mediazione tra privati da parte del Comune, primo fra tutti l’incremento dell’attenzione da parte del Comune stesso sull’igiene e il decoro urbano nel quartiere. Beverati certamente è ben conscio del fatto che, in mancanza di misure idonee per rendere un investimento nel centro storico appetibile, difficilmente si potranno trovare investitori.
Del resto la politica richiede quantomeno la rappresentazione dell’interesse e le sue dichiarazioni hanno tutta l’aria di essere un palliativo per placare i mai sopiti malumori dei residenti nel centro storico. Mi auguro che, ciononostante, si stia quantomeno pensando a soluzioni più complesse e articolate che vedano anche il coinvolgimento attivo dei cittadini e delle associazioni, come la mia, che da anni si occupano delle problematiche legate al paese antico e ne conoscono piuttosto approfonditamente le varie sfaccettature.

Luca Craia

mercoledì 1 ottobre 2014

L’Ape approda (ancora una volta) in Consiglio Comunale senza diritto di replica.



Quando parla Beverati, purtroppo, di solito mi viene una tremenda sonnolenza. L’altra sera, vista anche l'ora tarda, mi sono proprio appennicato e solo oggi ho saputo di avere avuto l'onore di finire in Consiglio Comunale grazie a lui. Solo che, al contrario di questo blog, dove l'assessore ha la possibilità di replicare quando e come vuole e, soprattutto, con lo stesso mezzo, io in Consiglio comunale devo stare zitto. Evidentemente, però, se l'assessore ha sentito la necessità di questa scorrettezza significa che questo burlone tutti i torti non li ha. Sbaglia però i tempi, l'assessore, perché da questo blog le critiche sono partite solo dopo essermi accorto del fatto che stia prendendo la questione sotto gamba, tanto che, pare chiaro, non ha forse neanche letto la petizione che non solo io ma qualche decina di cittadini burloni hanno protocollato non per criticare ma per sollecitare interventi, petizione alla quale, a tutt'oggi, nessuno ha avuto la delicatezza di rispondere. Ma si sa, qui si scherza, anche in cattiva fede ma si scherza.

Luca Craia