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martedì 10 giugno 2014

Il primo consiglio targato Stranamore è già un pezzo di storia.




Due consigli comunali consecutivi, anche se a distanza di oltre otto mesi l’uno dall’altro, che scrivono la storia di Montegranaro. Il primo, quello della sfiducia a Gismondi, quello della storica interminabile arringa di Basso, la filippica contro il figlioccio prodigo, l’abbiamo archiviato con l’avvento del commissariamento numero due della storia cittadina (il primo, ricorderete, avvenne nel ’95 per la caduta di Di Battista). Il secondo è storia per una lunga serie di motivi:
  • la sinistra torna al potere dopo quindici lunghi anni, anche se, in questa sinistra, c’è una rilevante componente di destra, donde il nomignolo “stranamore” (ma non solo per quello);
  • Aronne Perugini risolve buona parte dei suoi problemi con la cervicale potendo finalmente guardare il pubblico di fronte e non più dal lato sinistro dell’emiciclo;
  • Endrio Ubaldi ritorna (a volte succede) a sedersi dov’era qualche anno fa, ma per guardare i suoi ex colleghi di maggioranza deve contorcersi verso destra;
  • Gastone Gismondi siede per la prima volta da consigliere di opposizione. Non ci è abituato e si vede. Ci vorrà un po’ per capire che non è più lui il sindaco;
  • Mauro Lucentini, invece, ha già sperimentato tutto: stare in maggioranza, all’opposizione, fare il consigliere semplice e il superassessore. E tutto nell’arco della sola scorsa consiliatura. Ora almeno dovrebbe avere un ruolo e uno solo, almeno così pare;
  • è la prima volta di un pentastellato a Montegranaro. C’è sempre una prima volta e di solito non si dimentica;
  • torna una donna a sedersi sulla sedia centrale (anche se sta scomoda e, a metà seduta, se la fa cambiare). Ancora una volta è espressione della sinistra;
  • assistiamo alla più lunga serie di ringraziamenti mai ascoltata da quelle parti, tanto che Basso, che in realtà non deve ringraziare nessuno, si adegua e ringrazia se stesso. Poi passa alle proposte indecenti;
  • l’opposizione dimentica totalmente la maggioranza, anzi, non se la fila proprio, e comincia a litigare con se stessa, ripartendo esattamente dallo stesso punto in cui ci eravamo lasciati a ottobre;
  • Graziano di Battista siede tra il pubblico in seconda fila: non era mai successo dal 1990. A un certo punto non resiste: si alza, fa per andare verso l’emiciclo, si riprende e lascia l’assise;
  • la sala è piena: la gente è attirata dall’odore del sangue e viene premiata dalle fiorettate tra i due ex sindaci presenti in consiglio;
  • il consiglio va in streaming, anche se va migliorato: a casa hanno visto e capito poco e non si vedevano né Gismondi né Lucentini (folle di fans deluse in lacrime). Soprattutto pare che non tutti abbiano capito bene cosa sia (o chi sia) ‘sto “striminghe”;
  • i microfoni funzionano: era dei tempi del compianto Delmaide che non accadeva.

A breve una nuova puntata. Probabilmente non sarà così avvincente, probabilmente non ci sarà lo stesso pubblico numeroso, caldo e accaldato.

Luca Craia


lunedì 2 giugno 2014

Vallasciani, coordinatore di SEL, precisa la sua posizione su Montegranaro

Credo sia giusto e doveroso dare spazio al commento dell Coordinatore Provinciale di SEL, Roberto Vallasciani, al mio articolo Ritorno al futuro con Sel: la prima repubblica e ilfantasma di Andreotti, postato sotto l'articolo stesso e sulla pagina Facebook dell'Ape. Di seguito trovate anche la mia risposta. (L.C.)

Egr.Dr.Craia, approfitto dello spazio concesso dal suo Blog per fare alcune precisazioni in merito al pezzo da lei scritto. Nonostante le mie abituali frequentazioni di Montegranaro sia per lavoro che per fraterne amicizie che mi legano a questa città nel caso da lei citato non ho fatto alcuna irruzione personale ma mi sono limitato a rispondere, cortesemente, ad una telefonata di una giovane cronista locale per conto del Corriere Adriatico. Era giovedì 29 maggio e da soli tre giorni era stata ufficializzata la vittoria della Lista capeggiata dalla Sig.ra Mancini. Alla domanda della giornalista sulle aspettative di SEL mi sono limitato a dire che non eravamo ancora stati convocati dalla neosindaca, eravamo tranquilli e sereni, mi sembrava eccessiva la foga di cui leggevo sui giornali visto che lo spoglio elettorale era avvenuto solo tre giorni prima ed abitualmente la definizione di una giunta può richiedere anche qualche settimana. Ciò premesso, è chiaro che SEL ha legittime aspettative di poter contribuire al governo della città. Il risultato ottenuto a Montegranaro è stato straordinario: SEL ha eletto ben due consiglieri quando un partito che a livello nazionale è elettoralmente dieci volte più grande, come il PD, ne ha eletti tre. Ed a fronte di un tale successo elettorale cosa dovrebbe fare un partito politico....? Dovrebbe forse dire "ora che ho fatto una bella campagna elettorale, ho avuto una fiducia degli elettori superiori ad ogni aspettativa, ho eletto due consiglieri..... mi faccio da parte. Che amministrino gli altri.....". Ogni partito politico si cimenta con una campagna elettorale perché ha la speranza e l'auspicio di amministrare, di governare, di avere la possibilità di dimostrare quelle buone pratiche che ha enunciato quando ha chiesto i voti ai cittadini. E questa è una legittima aspirazione di tutti. Se guardiamo a livello nazionale quello che è il movimento più moderno ed innovativo del panorama politico, il MoVimento 5 Stelle, pur stando convintamente all'opposizione del governo nazionale ha preteso (giustamente) quegli incarichi che per "tradizione" spettavano a partiti di opposizione: tantissimi membri di commissioni parlamentari, la vicepresidenza della Camera con l'On.Di Maio, la Presidenza della Commissione di vigilanza RAI con l'On.Fico e così via.... Non si può certo dire che il M5S sia un partito in cerca di poltrone però non è giusto sottrarsi a certe responsabilità anche perché è cosa ben diversa se alla Presidenza della Vigilanza RAI c'è Fico anziché un uomo di Berlusconi. Ecco perché crediamo, serenamente, che SEL aspiri a dare il proprio contributo fattivo e concreto al governo di una città. Lo abbiamo dimostrato a Fermo dove per tre anni il settore della "cultura" è stato rilanciato da un assessore di SEL particolarmente capace e sensibile verso questo tema e dove attualmente l'assessore all'ambiente (di SEL) gestisce tale delega con impegno e competenza come raramente era avvenuto negli ultimi 15 anni.
Per tutto ciò non possiamo, e non dobbiamo, mai confondere i privilegi di incarichi passivi della "casta" con il contributo che a livello di amministrazioni locali ciascun partito ha il diritto-dovere di dare. Perchè non è vero che tutti sono uguali e che le sensibilità siano le stesse. I consiglieri comunali e gli assessori di SEL del comune di Fermo si sono battuti per proporre e far deliberare l'istituzione del Registro per il Testamento Biologico, prima città capoluogo delle Marche ad averlo fatto. Se al loro posto ci fossero stati consiglieri o assessori di altri partiti ciò non sarebbe mai successo. Ecco, assumersi certe responsabilità significa dare rappresentanza, riscontro e rispetto a coloro che ti hanno votato. Non farlo sarebbe un inganno al loro consenso.
La ringrazio sentitamente dell'oppurtunità che mi ha dato e le auguro buon lavoro.

Roberto Vallasciani







Sono d’accordo con lei, dottor Vallasciani, sul fatto che ci sia grande distanza se alla presidenza della Vigilanza Rai vi sia l’onorevole Fico o un esponente qualsiasi di Forza Italia. Ma il punto è proprio questo: qui non stiamo parlando di commissioni parlamentari da assegnare a forze politiche antagoniste ma di deleghe da assessori da assegnare a membri della stessa squadra, che dovrebbero già avere in mente quali siano le dinamiche interne alla squadra stessa e i ruoli di ognuno nel gioco da fare. Non vedo, scusi la mia ingenuità, che differenza ci sia se a giocare a porta ci sia Buffon o qualsiasi altro portiere facente parte della rosa, così come non dovrebbe esserci differenza se a fare l’assessore, che so, al bilancio ci sia questo o quel consigliere eletto nella lista “Montegranaro Riparti” o, addirittura, un tecnico esterno chiamato per la sua competenza. Se è vero che la lista in questione era civica, appoggiata da partiti ma civica, e se è vero che si tratta di una squadra omogenea come ci è stato detto e non di un gruppo di partiti come invece sospettavamo quando l’abbiamo scherzosamente definita “lista Stranamore”, il problema che lei pone non avrebbe ragione di essere. Montegranaro ha problemi grandi, lo sa bene, e vanno risolti con urgenza e competenza. Quella che lei chiama “legittima aspirazione” è un problema che non riguarda i cittadini ma il suo partito e, in questa fase e sulla base delle premesse e delle promesse, non deve influire minimamente sulla formazione del nuovo governo cittadino. Questo è quello che si intende per nuova politica, questo è quello che si intende per bene comune superiore. Se questo vincerà sulle pur “legittime aspirazioni” di questo o quel partito lo vedremo a breve. E se dovessi aver inteso male o male interpretato le sue parole affidate al giornale sarò ben lieto di ammetterlo.


Luca Craia

domenica 1 giugno 2014

Occorre riappropriarsi dell’etica nella politica Montegranarese – di Walter Antonelli



Non posso non condividere questa gradevole e nello stesso tempo profonda riflessione di Luca Craia (Ritorno al futuro con Sel: la prima repubblica e il fantasma di Andreotti)  sulle vicende politiche montegranaresi. Vorrei  però dare una mia nota a compendio di quanto scritto. La politica locale, come quella nazionale, ha smarrito l’etica. Ciò può sembrare un’eresia, ma altrimenti non si capirebbero tutte le vicende di malapolitica. Guardando la gestione politica di Montegranaro degli ultimi decenni con i numerosi contenziosi che hanno generato i debiti fuori bilancio, le innumerevoli varianti al neoPRG, la scellerata gestione della società in house, non si può credere che si sia operato nel rispetto dei doveri morali verso se stessi e verso gli altri. Nella stessa recente campagna elettorale alcuni candidati non hanno avuto remore ad utilizzare attacchi alla persona verso gli avversari, a dispetto della morale. Nella mia stessa compagine elettorale, da quello che mi è stato riferito da alcuni cittadini, in alcuni casi si è prevaricata l’etica, cosa che io non condivido in modo assoluto.
Io avrei potuto cercare maggiori consensi personali utilizzando il fatto che alcuni candidati della mia lista non hanno votato a favore della mia mozione per la riduzione delle indennità di carica comunale che avrebbe permesso l’abolizione della mini-imu a Montegranaro. Non l'ho fatto perché contrario ai miei principi etici che considero invalicabili. Ora che i cittadini ci hanno reso, con il loro voto, il Governo del paese, dobbiamo rimboccarci le maniche nel rispetto dell’etica, per trovare le soluzioni alle emergenze come la frana di viale Gramsci, la liquidazione della società in house senza interrompere i servizi erogati alle persone, far fronte ai numerosi contenziosi in essere da cui potrebbero scaturire ulteriori debiti fuori bilancio.
Tra le emergenze considererei la riapertura del nostro ospedale per il quale passa l’ultimo treno che comporterà definitivamente il suo futuro destino, per cui necessita una chiara e forte iniziativa, alla quale l’ASUR non potrà dire di no. Non so se tra i miei colleghi di lista vi è la volontà e la competenza per far valere le ragioni di Montegranaro.  Chiedo a tutti gli eletti di maggioranza e minoranza di riappropriarsi dell’etica al fine di indicare quale sia il vero bene per la collettività e quali i mezzi per conseguirlo.

Walter Antonelli

sabato 31 maggio 2014

Ritorno al futuro con Sel: la prima repubblica e il fantasma di Andreotti



Semmai vi foste fatti l’idea che il nuovo stesse davvero avanzando, mi dispiace disilludervi, non è così. C’è un fantasma che si aggira per piazza Mazzini, il fantasma della prima repubblica, di quella politica fatta di messaggi subliminali, di ricatti velati, di condizioni sine qua non dettate da pesi politici presunti o reali. Qualcuno giura di aver visto aggirarsi nel Palazzo Comunale, tra le ombre della sera,  un’altra ombra: quella di un omino piccolo, un po’ storto, un po’ aggobbito. Qualcuno giura si tratti di Andreotti. Io non lo so chi sia, so solo che sta spostando i pesi della politica cittadina dalle reali necessità, che sono urgentissime e improcrastinabili, ai soliti giochini di potere.
Se il nuovo avanza non si può creare un governo della città sulla base dei risultati elettorali e degli equilibri tra forze politiche. Non si può assegnare la delega di assessore in base a quanti voti si è preso. Le deleghe si debbono dare sulla base delle specifiche competenze. Altrimenti non è cambiato nulla: potremmo ritrovarci, per esempio, un assessore alla cultura che non sappia parlare in italiano, o un assessore ai lavori pubblici che nella vita fa il ragioniere e come tale si comporta. Ci vuole qualcosa di più, Montegranaro ha bisogno e merita di più e questo ci dovremmo aspettare dalla nuova giunta.
Invece leggo sul giornale che Vallasciani, coordinatore provinciale di SEL, arriva a Montegranaro, non so se fisicamente o solo in spirito, e detta legge al nuovo sindaco. Lo fa con lo stile tipico della prima repubblica, parlando in politichese fluente. Il messaggio è chiaro: o SEL prende un assessore o la maggioranza è a rischio. Non nomina che assessorato pretenderebbe, tutto sommato uno vale l’altro. L’importante è che i rapporti di potere all’interno della maggioranza siano salvaguardati e che in giunta tutti i partiti siano equamente rappresentati (a proposito: non era una lista civica?).
Con buona pace delle competenze. Con buona pace delle reali necessità di Montegranaro, che possono anche aspettare, dice il coordinatore degli ex comunisti: si prenda il suo tempo, Ediana Mancini, non si capisce perché tutta questa fretta. Mica sta crollando la scarpata di viale Gramsci, mica ci sono milioni di Euro da pagare, mica ci sono problemi che aspettano una soluzione urgente. Ora, l’importante, secondo Vallasciani, è stabilire gli equilibri. E pensare che io speravo in un assessore al bilancio che sapesse fare i conti, in un assessore ai lavori pubblici che capisse qualcosa di cantieri e, sognatore che non sono altro, in un assessore alla cultura che riuscisse a prendere almeno un congiuntivo su due.

Luca Craia

venerdì 30 maggio 2014

Niente mal di pancia nella maggioranza, soltanto dialettica da politica vecchio stile.



Ha poco da gioire l’opposizione di fronte alle prime fibrillazioni in maggioranza dovute alla ripartizione dei pochi seggi da assessore: è tutto normale, fa parte dei giochi quando si è di fronte a coalizioni eterogenee di questo tipo. Del resto la vecchia amministrazione, pur essendo formalmente molto più omogenea, nel corso dei quattro anni e mezzo di governo della città ha fatto questo e altro, con assessori dimissionati, sostituiti con mugugni e creazione di gruppi consiliari ad hoc, ritornati in carica con bocche storte, per finire con la spaccatura che ha portato al commissariamento. Per cui, sotto questo punto di vista, i movimenti intestini alla nuova maggioranza sono perfettamente contemplati nel gioco politico.
Però sembra di essere tornati agli anni ’80, quando c’era il proporzionale e le giunte con relativo sindaco si facevano dopo le elezioni, non prima, tessendo alleanze, rompendole, ricucendo e ristrappando. Chi non ricorda le vicende del ’90, quando avemmo il sindaco più breve della storia, quel Paolo Baleani messo sullo scranno di Basso in quanto quest’ultimo era stato eletto in Provincia, con un’alleanza estemporanea che vedeva il PSI al governo in solitaria con un inspiegabile appoggio esterno del PCI che, improvvisamente, rinsavì, “tradì” Baleani e si alleò con DC, PRI  e PSDI per far fare il sindaco a Graziano Di Battista (che poi cadde a sua volta poco dopo, favorendo il primo commissariamento della storia di Montegranaro). Altri tempi, ma un po’ li stiamo rivivendo.
E forse è questa la parte triste: si poteva sperare in qualcosa di meglio. Certo, Ubaldi ha le sue ragioni, visti i voti che ha portato alla coalizione. Beverati, dal canto suo, non è personaggio che si possa mettere in un cantuccio. Gli esponenti di SEL, per quanto nuovi e, se vogliamo, inesperti, hanno anche loro portato voti e, secondo la logica vigente, dovrebbero avere rappresentanza in giunta.
Ma è proprio questo il punto: la logica vigente, quella dell’assegnazione delle deleghe per meriti elettorali, per equilibri politici, per non scontentare nessuno. Mentre ci si potrebbe aspettare, per esempio, anzi, per assurdo, che le deleghe vengano assegnate per specifiche competenze. Ma poi arriverebbero davvero i mal di pancia. Per cui il gioco è normale: stiamo semplicemente assistendo alla metamorfosi della “Lista Stranamore” in “Giunta Stranamore”. Nulla che non ci aspettassimo. Attendiamo, ora, i primi provvedimenti, e speriamo bene.

Luca Craia