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martedì 5 luglio 2016

Il turismo montegranarese che fine ha fatto?



Che fine ha fatto il turismo a Montegranaro? Non sembra una bella fine, visto anche quello che sta accadendo a livello territoriale, dove è vero che Fermo aumenta le presenze in maniera vertiginosa, ma a livello provinciale non si sta facendo più nulla, anzi, si sta cercando di affossare il comparto. Basti vedere l’emorragia di soldi relativa a Marca Fermana avendo come ritorno il nulla o la creazione di due distretti turistici regionali in provincia (uno in realtà misto con quella di Ascoli) che dimenticano completamente la valle del Tenna.
Intanto Montegranaro che fa? Niente. Il turismo degli outlet è in crollo vertiginoso. Del resto, visto come è curata Villa Luciani, tra erbacce e strade sfasciate, almeno evitiamo figuracce. E quello culturale non dà più segni di vita. Dove sono finiti i pullman che arrivavano dalla costa per visitare Sant’Ugo e le altre nostre bellezze? Dove sono finiti gli accordi tra l’allora assessore al turismo La Porta, Arkeo e Noi Marche che portarono folle di visitatori, o le iniziative dell’assessore al commercio Ranalli e sempre di Arkeo che riempirono il centro storico di turisti?
Negli ultimi due anni abbiamo assistito a iniziative estemporanee, gestite amatorialmente, che hanno prodotto più danni che risultati positivi, riducendo l’offerta montegranarese a una cena sotto il loggiato di piazza Mazzini o poco più. Quest’anno ancora non abbiamo visto alcun progetto: non ci sono volantini che girano sulla costa, non ci sono offerte, non si vede ancora la guida turistica che proposi a Beverati due anni fa.
Personalmente ho tirato i remi in barca, nonostante possa vantarmi, senza peccare di immodestia (o, anche fosse, chi se ne frega, tanto è vero) di essere l’unico, insieme all’associazione a cui appartengo, Arkeo, ad aver portato turismo a Montegranaro in maniera sistematica e professionale. Lo abbiamo fatto stringendo rapporti con altre realtà che si occupano di turismo sul territorio, facendo promozione massiccia, facendoci sostenere da professionisti come le associazioni di Guide Turistiche abilitate, e mettendoci a disposizione. Visto l’atteggiamento del Comune e i rapporti complicati con la Parrocchia, ultimamente non stiamo facendo più promozione. Non è una ripicca, è la presa di coscienza dell’inutilità di un lavoro che viene sminuito e danneggiato dall’approssimazione, dall’improvvisazione e dall’opportunismo di enti e associazioni che approfittano dello sforzo altrui per crearsi visibilità a danno dell’obiettivo.
Come ho avuto modo di dire più volte all’assessore, personalmente e come associazione siamo pronti a trovare una via di collaborazione. Ma la collaborazione va fatta bene e non, come si fa di solito, cercando di accontentare questo e quello. Noi possiamo mettere a disposizione la nostra struttura, le nostre conoscenze, i nostri contatti e la nostra esperienza. Ma compromessi di genere politico-elettorale non ci interessano. Se vogliamo ripartire col fare turismo seriamente parliamone. Altrimenti, con sommo dispiacere, debbo constatare di aver buttato via tempo e fatica per anni.

Luca Craia


lunedì 4 maggio 2015

L’assessore che non c’è (ma fa finta di esserci)



Ha ragione il Vicesindaco Ubaldi quando, su Facebook, mi accusa di aver cambiato radicalmente opinione sulla persona dell’assessore al centro storico (nonché allo sviluppo economico, al lavoro e al turismo) Giacomo Beverati. Ubaldi ricorda che, cinque anni fa, appoggiai senza esitazioni la candidatura di Beverati alla regione sostenendolo anche tramite questo blog e ora lo avverso. In effetti è verissimo: stimavo molto Beverati e, all’epoca, ritenni di doverlo sostenere sia per la suddetta stima sia perché, comunque, era un candidato locale che avrebbe potuto essere di aiuto alla crescita del nostro territorio. Per fortuna Beverati perse le elezioni. Me ne dispiacqui ma, oggi e col senno di poi, direi che è andata bene.
Ha quindi ragione Ubaldi: ho cambiato radicalmente idea su questo politico nostrano. Ho valutato le sue ultime azioni e mosse politiche e mi hanno lasciato perplesso, poi l’ho visto finalmente all’opera come assessore e ho realizzato quanto avevo mal riposto la mia stima.
Beverati ha la delega per il centro storico da un anno ma non ha fatto nulla per il centro storico. Mai nella storia abbiamo registrato un tale disinteresse da parte del Comune per il castello montegranarese.
Beverati ha la delega per il commercio ma non ha preso che iniziative di tipo mediatico di effetto irrilevante, come gli incentivi per le attività in centro che non sono stati praticamente richiesti se non per eccezioni sulle quali si potrebbe aprire un capitolo a parte.
Beverati ha la delega per il lavoro e vediamo bene come stanno andando le cose a Montegranaro. Certo non è colpa dell’assessore se la crisi ha falcidiato così tante aziende sul territorio, ma l’assessore non ha intrapreso alcuna iniziativa per arginare il problema, nemmeno ha tentato di studiarlo e approfondirlo per trovare soluzioni attuabili.
Beverati ha la delega per il turismo ma, ad eccezione di un paio di iniziative organizzate in fretta e furia e senza alcun progetto la scorsa estate, abbiamo assistito all’assenza totale di idee in questo campo, andando addirittura a danneggiare l’azione di promozione di chi, come il sottoscritto e la mia associazione, vi si impegna da anni.
Ecco perché ho cambiato idea su Beverati. Ecco perché non lo stimo più come politico. Ecco perché, una volta tanto, do ragione al Vicesindaco.

Luca Craia

sabato 31 maggio 2014

Ritorno al futuro con Sel: la prima repubblica e il fantasma di Andreotti



Semmai vi foste fatti l’idea che il nuovo stesse davvero avanzando, mi dispiace disilludervi, non è così. C’è un fantasma che si aggira per piazza Mazzini, il fantasma della prima repubblica, di quella politica fatta di messaggi subliminali, di ricatti velati, di condizioni sine qua non dettate da pesi politici presunti o reali. Qualcuno giura di aver visto aggirarsi nel Palazzo Comunale, tra le ombre della sera,  un’altra ombra: quella di un omino piccolo, un po’ storto, un po’ aggobbito. Qualcuno giura si tratti di Andreotti. Io non lo so chi sia, so solo che sta spostando i pesi della politica cittadina dalle reali necessità, che sono urgentissime e improcrastinabili, ai soliti giochini di potere.
Se il nuovo avanza non si può creare un governo della città sulla base dei risultati elettorali e degli equilibri tra forze politiche. Non si può assegnare la delega di assessore in base a quanti voti si è preso. Le deleghe si debbono dare sulla base delle specifiche competenze. Altrimenti non è cambiato nulla: potremmo ritrovarci, per esempio, un assessore alla cultura che non sappia parlare in italiano, o un assessore ai lavori pubblici che nella vita fa il ragioniere e come tale si comporta. Ci vuole qualcosa di più, Montegranaro ha bisogno e merita di più e questo ci dovremmo aspettare dalla nuova giunta.
Invece leggo sul giornale che Vallasciani, coordinatore provinciale di SEL, arriva a Montegranaro, non so se fisicamente o solo in spirito, e detta legge al nuovo sindaco. Lo fa con lo stile tipico della prima repubblica, parlando in politichese fluente. Il messaggio è chiaro: o SEL prende un assessore o la maggioranza è a rischio. Non nomina che assessorato pretenderebbe, tutto sommato uno vale l’altro. L’importante è che i rapporti di potere all’interno della maggioranza siano salvaguardati e che in giunta tutti i partiti siano equamente rappresentati (a proposito: non era una lista civica?).
Con buona pace delle competenze. Con buona pace delle reali necessità di Montegranaro, che possono anche aspettare, dice il coordinatore degli ex comunisti: si prenda il suo tempo, Ediana Mancini, non si capisce perché tutta questa fretta. Mica sta crollando la scarpata di viale Gramsci, mica ci sono milioni di Euro da pagare, mica ci sono problemi che aspettano una soluzione urgente. Ora, l’importante, secondo Vallasciani, è stabilire gli equilibri. E pensare che io speravo in un assessore al bilancio che sapesse fare i conti, in un assessore ai lavori pubblici che capisse qualcosa di cantieri e, sognatore che non sono altro, in un assessore alla cultura che riuscisse a prendere almeno un congiuntivo su due.

Luca Craia