lunedì 30 giugno 2014
domenica 29 giugno 2014
Chi ha pagato la porchetta?
Le elezioni sono ormai un ricordo
lontano, così come lontano è il ricordo della campagna elettorale e dei tanti
impegni, delle tante promesse, dei tanti “farò” pronunciati in quei mesi
infuocati di lotta politica per conquistare il voto delle elezioni. Una
campagna elettorale, quella montegranarese, in cui sono stati spesi tanti
soldi, almeno da quello che si è visto, e dei quali, su queste pagine,
chiedemmo conto. Credo, infatti, che sia un diritto e un dovere di ogni
cittadino elettore sapere quanto costa una campagna elettorale e, soprattutto,
chi la finanzia.
Fermo restando, infatti, che sia
legittimo che ogni cittadino possa liberamente elargire denaro a questo o quel
candidato sia perche vi si ripone fiducia sia perché si è convinte che, se
eletto, tutelerà gli interessi propri o della propria categoria, ritengo che
questo debba essere reso noto pubblicamente, in modo tale che l’elettore sappia
chi ha finanziato il tal candidato e di chi questi farà gli interessi. Sarebbe
opportuno che queste informazioni vengano date prima del voto ma, in mancanza
di meglio, possiamo accontentarci anche di averle a posteriori.
Molti candidati, dietro gli
interrogativi sollecitati dall’Ape, si impegnarono a fornire il dettaglio delle
spese e delle entrate. Ad oggi, però, ancora nulla sappiamo su quanti soldi
siano stati spesi per vele, feste, porchette e compagnia bella né, tantomeno,
sappiamo da dove questi soldi siano arrivati. Auguriamoci di saperlo almeno
prima delle prossime elezioni, in modo tale da potersi regolare di conseguenza.
L’Ape continuerà a chiederne conto, su questo si può contare.
Luca Craia
Arkeo: bilancio più che attivo per Veregra Street.
Tiriamo le somme dell’impegno di
Arkeo per Veregra Street del 2014, un bilancio molto positivo che ha visto
premiato il lavoro dei volontari dell’associazione culturale che hanno cercato
di inserire in un contesto particolare come quello del festival iniziative
finalizzate alla promozione turistica e all’approfondimento della conoscenza
della storia e dei beni culturali del nostro territorio.
L’apertura della Chiesa di Sant’Ugo
per cinque giorni ha dato la possibilità a centinaia di persone di ammirare
questa meraviglia montegranarese. Un grande e incessante flusso di visitatori
ogni sera con un picco nella serata finale che ha visto la “cripta” affollata
fino a tarda notte. Sono state raccolte anche offerte importanti che verranno,
come sempre, reinvestite in opere di restauro già in programma.
Molto buona anche la risposta
alla proposta di tour pomeridiani della città. Ne sono stati fatti due nei due
sabati compresi nel festival. Entrambi hanno visto una buona partecipazione,
con visitatori montegranaresi e non accompagnati, come sempre, con
professionalità dalla nostra Sabina Salusti.
Ora l’impegno continua con la
restituzione del Crocifisso di Sant’Ugo restaurato che verrà riportato nella “cripta”
sabato 19 luglio con una cerimonia sia religiosa che civile.
Luca Craia
Veregra Street chiude col botto.
Possiamo archiviare, dopo l’ultima
“notte bianca”, anche questa edizione del Veregra Street Festival, un’edizione
partita un po’ lenta, dando l’impressione che la gente partecipasse, sì, ma con
poco entusiasmo e con una vena malinconica. Un’edizione minacciata dalla
pioggia, battuta dal vento, per poi riprendersi, prendere quota. Un’edizione
che, comunque, ha chiuso col botto, con le ultime due serate che hanno
registrato un pieno eccezionale, tanta gente, tanti spettacoli, un paese attivo
e dinamico preso d’assalto da gente di ogni dove venuta per divertirsi e fare
festa.
Veregra Street è certamente
perfettibile, migliorabile, ci sono molti aspetti che fanno discutere, sui
quali si può lavorare per perfezionare il festival che, comunque, rimane un
qualcosa di cui Montegranaro può e deve andare fiero, un momento in cui la
nostra cittadina diventa, almeno per una settimana, capitale del divertimento e
della cultura. Bravo, ancora una volta, Giuseppe Nuciari, direttore e
organizzatore ormai espertissimo e competente. Bravo soprattutto nello
scegliersi una squadra che funziona, a cominciare da quel Francesco Marilungo
senza il quale, credo, non si potrebbe organizzare una macchina come quella del
Veregra Street.
Si può migliorare, dicevo,
soprattutto la parte assimilabile alla sagra, che non deve mai e poi mai
prendere il sopravvento sulla connotazione culturale del festival e che,
soprattutto, deve trovare un migliore equilibrio tra la presenza dell’associazionismo
che fa ristorazione e la ristorazione vera e propria, quella fatta da
imprenditori che rischiano, investono e, soprattutto, pagano le tasse. Per il
resto, anche questa volta, ottima organizzazione, bellissimi spettacoli, un
paese, semel in anno, vivo, vivace, attrattivo. Ora studiamo iniziative perché questo
si ripeta nell’arco dell’anno.
Luca Craia
giovedì 26 giugno 2014
Che fine ha fatto il mattone datato di via Palestro?
Mistero: è sparito il mattone
datato 1695 che si poteva vedere murato sopra l’uscio di una casa diroccata di
via Palestro. Il 22 ottobre 2012 protocollai in Comune una domanda perché tale
mattone fosse rimosso e messo al sicuro dai male intenzionati, anche in
considerazione che la casa in questione era ed è a rischio crollo. Ovviamente
non ebbi risposta. Oggi scopro che il mattone non c’è più. Qualcuno ha
provveduto a soddisfare la mia richiesta e a mettere al sicuro il mattone
oppure l’abbiamo perduto per sempre?
Luca Craia
mercoledì 25 giugno 2014
Semafori spenti a Veregra Street. La festa annulla il rischio incidenti?
Sarebbe interessante capire perché
i semafori dell’incrocio della circonvallazione sono spenti in questi giorni di
festa. Eppure le macchine continuano a circolare, eppure chi si immette dalle
laterali nella strada principale ha gli stessi rischi degli altri giorni,
eppure chi deve entrare in strada da via Umbria, avendo una salita spaventosa
da superare e dovendosi fermare proprio in cima a quest’ultima per poi
ripartire, continua a bruciare benzina e frizione come in un giorno qualunque. Ma
i semafori sono spenti, almeno oggi, ieri no, l’altro ieri si. Perché?
Luca Craia
lunedì 23 giugno 2014
Arkeo porta i turisti alla scoperta delle scarpe, tra Montegranaro, Monte San Giusto e Sant’Elpidio a Mare
Il gruppo guidato da Sabina Salusti di Arkeo accolto a Palazzo Bonafede dai rappresentanti dell'Amministrazione Comunale di Monte San Giusto. |
Ancora turisti alla scoperta del
nostro territorio portati da Arkeo e da Sabina Salusti. Oggi un pullman di
trentasette Bergamaschi è stato accompagnato in un tour sulla calzatura
nell’arte e nei secoli da Sabina Salusti, attraversando la Cripta di Sant’Ugo, il
Museo della Calzatura di Sant’Elpidio a Mare e il calzaturificio più piccolo
delle Marche a Monte San Giusto. A Monte San Giusto il gruppo è stato ricevuto
a Palazzo Bonafede dall’assessore al turismo e dall’assessore alla cultura che
hanno anche fatto da ciceroni nello splendido palazzo.
È la realizzazione, ancorchè
embrionale, di quello che Arkeo si è preposto come obiettivo fin dalla sua nascita:
la creazione di una rete territoriale che promuova il territorio, al fine di
offrire al visitatore un pacchetto completo e accattivante che, se ogni comune
restasse nel proprio ristretto ambito, non potrebbe presentare. L’offerta che
Arkeo e Sabina Salusti stanno promuovendo vede diversi tour articolati nel
territorio piceno, e in questa offerta stiamo cercando di coinvolgere e far
diventare protagoniste le varie amministrazioni comunali. Siamo certi che, così
facendo, si possa innescare una nuova economia che porterà ricchezza e farà
crescere culturalmente ed economicamente la nostra terra.
Luca Craia
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domenica 22 giugno 2014
Il giorno dopo la festa il paese è pulito.
Ieri sera Montegranaro era invasa
dalla gente. Persone dappertutto, gente che mangiava, beveva, rideva,
scherzava, che si godeva gli spettacoli del Veregra Street Festival o, semplicemente,
si lasciava trasportare dal flusso della festa. Tanta gente, insomma,
nonostante che, contemporaneamente, sulla costa si festeggiavano le bandiere
blu e, di conseguenza, la “concorrenza” di altri festeggiamenti era forte. Ma ormai Veregra Street è diventato qualcosa
di davvero importante, che richiama appassionati e curiosi da tutto il territorio
e, quindi, nonostante forse una leggera flessione di pubblico considerando che
fosse sabato, la prima serata del Festival è stata un successo di pubblico
indiscutibile.
Nonostante le tante persone che
hanno girato per Montegranaro, però, stamattina la città era pulita a specchio:
non c’erano cartacce, bicchieri, bottiglie vuote. Sembrava quasi che non ci
fosse stato nulla la sera prima. Ora, non credendo a certi miracoli, mi resta
difficile pensare che la gente sia stata tanto educata da non sporcare. Immagino,
invece, i nostri operai comunali che, nonostante la giornata di domenica, da
stamattina presto si sono adoperati per rendere a Montegranaro un aspetto
civile. Lasciatemi plaudire loro, quindi, anche in considerazione dell’organico
risicato di cui il nostro comune dispone. Bravi, bel lavoro, continuiamo così.
Luca Craia
Continua la mattanza. E o chiamano amore. Di Anna Lisa Minutillo.
Continua a salire il numero delle ali spezzate, delle vite interrotte per mano dell’ ”amore”.
Giorni di riflessioni, attimi di turbamento nell’apprendere ciò che mi ruota intorno e il silenzio che mi urla in testa che non trova via di fuga se non quella delle parole che si fermano , che si voltano a guardarmi ..interdette, stupite, ferite, pesanti, urlanti di rabbia, riverse nel cuore e che non ricevono risposte se non quella della libera evasione verso cuori che le leggeranno, le dimenticheranno, le faranno proprie, le cestineranno. Si, perché di parole nei riguardi di questi assurdi femminicidi se ne sono spese e se ne spendono molte.
Preoccupati per una partita finita male, preoccupati di scegliere i luoghi in cui andare a villeggiare, presi dalla prova costume, dai rumori che avvolgono l’esistenza. Preoccupati di piacere a chi non merita un grammo della nostra attenzione, preoccupati di apparire, preoccupati di tutto l’illusorio e falso che c’è.
La morte indossa la sua maschera più bella , arriva per mano di chi dovrebbe amare, di chi sceglie consapevolmente di legarsi per una vita ad un’altra persona. Forse lo si fa per non sentirsi da meno vivendo in una società che ancor oggi lascia poco spazio a chi opta per scelte differenti, forse lo si fa per uniformarsi alla massa,per avere gli occhi dell’intero paese addosso..
Ci si sposa, a volte, per apparire, per gareggiare, per non sentirsi inferiori agli altri, perché questo sistema insegna a diffidare di chi consapevolmente sceglie di non legarsi perché privilegia la propria libertà individuale.
Ci si sposa pensando che ormai tutto è compiuto e che quello sia l’epilogo di una bella storia d’amore, ma non si pensa che quello in realtà è l’inizio di un viaggio da compiere insieme e non la conclusione da regalare a quanti si aspettano il finale da romanzetto rosa, quello banale che leggi sonnecchiando e di cui alla fine non ti ricordi nemmeno più.
Categorie di uomini incompiuti, alla ricerca di evasione perché dopo pochi anni si rendono conto che la dimensione a due sta loro stretta, esattamente come i jeans che indossavano da celibi quando se la tiravano nei locali della movida e non importa se a Milano, a Palermo o a Firenze. Si uccide e basta perché all’improvviso tutto diventa una forzatura, il sogno meraviglioso sbiadisce, non si vogliono assumere responsabilità, si finisce con il considerare i figli e colei che li ha generati solo un ostacolo da mal sopportare, con cui non si vogliono fare i conti perché da contare ci sono solo le rinunce che il ruolo di marito e padre ti sono richieste.
Non mi è mai piaciuto giudicare, non sono una persona dall’indice da puntare addosso facilmente, ritengo che ognuno di noi abbia una sua storia personale, ricca di altri e bassi, di soddisfazioni e sconfitte. L’amore, beh l’amore quello no, quello capita, non si cerca, lo si incontra quando meno te lo aspetti, ti rapisce, entra nella tua vita in modo prepotente e, come un uragano, ti eleva alla massima potenza e ti rende sempre sorridente e pago, anche la solita routine si trasforma e i giorni prima sempre uguali lasciano il posto all’incanto, alla gioia di essere vissuti ed in quella persona esplode la più bella delle felicità.
Cosa non funziona più con l’andare del tempo? Cosa accade nella mente umana? Cosa ti fa decidere di diventare giudice e arbitro delle vita altrui, della vita della persona con cui hai scelto di vivere la vita ?…Cosa?
Non trovo risposte , vedo intorno a me schiere di insoddisfatti, cinquantenni persi che trascinano relazioni pesanti, come se fossero delle palle al piede. Vedo doppiogiochisti incalliti rotolarsi nei letti di qualcun altra e poi mestamente tornare a casa loro la sera, abbracciare figli e moglie (che non sopportano più) come se nulla fosse accaduto. Così cordialmente. La stessa cordialità che usano per entrare in quei letti, la cordialità che poi si perde per strada quando capiscono che, anche avere una doppia vita, richiede impegno e sforzo.
Vedo persone che hanno la capacità di non rinunciare alla loro bella vita, alla loro prigione dorata, solo perché poi mensilmente dovrebbero corrispondere un mantenimento ai loro figli, perché le donne, beh le donne lavorano sia in casa che fuori.
Le donne ricoprono oggi ruoli che a loro stanno stretti, le donne hanno la capacità di dare senza fermarsi solo a guardare, le donne sanno come si fa, le donne…
Si rompe l’incanto esattamente quando la personalità, che prima amavano tanto, emerge perché stanca di essere repressa e sottomessa ed allora la barbie da portare a spasso e gli stessi figli che iniziano a stare stretti, come le loro mamme, e così in men che non si dica si decide di fare piazza pulita di tutto ciò.
Inconcepibile la freddezza, il non pentimento, il senso di schifo anche, che la vista di tanto sangue dovrebbe arrecare, ci si libera di tutto e per una sera, si per una sera soltanto, si assapora il gusto della tanto agognata libertà, bevendosi una bella birretta e restando a guardare altri ventidue simili che corrono dietro ad una palla , così come se niente fosse.
La freddezza, il distacco, la codardia, la brutalità, l’impassibilità, la normale arroganza di chi ritiene di aver compiuto un atto giusto, questo mi destabilizza.
Essere portatori di distruzione e morte come se fosse un vanto, un qualcosa che inorgoglisce la coscienza, come se d’un tratto non vi fossero più ricordi da mantenere vivi, come se quella non fosse più la loro famiglia, la loro storia, un pezzo della loro vita , come se non vi fossero altri sistemi al mondo per tornare a gestirsi.
Sembra quasi sia diventato una sorta di incubatrice il matrimonio,una sorta di luogo off limits dove si continua a crescere a maturare e poi quando ci si sente pronti per spiccare il volo si adducono scuse strane e vigliaccamente si decide di resettare tutto senza comprendere che quelle che si lasciano a terra con le gole sgozzate,con corpi martoriati da fendenti possenti e voluti,sono le stesse donne che tanto si sosteneva di amare e che hanno generato vite,le vite che sono servite solo ad avere le conferme di essere uomini.
Ci si chiede perché vi sia tanta paura dell’innamorasi ancora,ci si chiede come mai non ci si lasci andare alle emozioni,ci si chiede perché chi lo fa debba fare questa misera fine,ci si chiede perché si stia meglio da soli quando basterebbe semplicemente dire :”non ti amo più”e civilmente percorrere cammini differenti.
Io mi chiedo se persone così in effetti abbiamo mai amato qualcuno o se continuino solo ad amare se stessi prima di ogni altra cosa,mi chiedo come mai vi sia tanta aridità nell’animo,mi chiedo se vi è ancora qualcuno che un’anima la possegga realmente,mi chiedo un mucchio di cose e non riesco a dare risposte perché l’amore dovrebbe essere molto più semplice di così.
Mi chiedo dove sta di casa il cuore per alcuni,mi chiedo come si faccia a continuare nelle farse quotidiane a cui assistiamo sgomenti e senza nemmeno la forza di commentare perché privare qualcuno della vita non può passare come atto semplice e da dimenticare velocemente.
Quando non si ha il coraggio si armano mani altrui,si agisce per interposta persona ,si usano altre armi e qualcuna sopravvive deturpata,ferita fisicamente e nell’animo,si ricorre ad usi e costumi di altre popolazioni,quelle popolazioni che gli stessi fanno fatica ad accettare fra loro,si prendono gli aspetti peggiori delle altre culture e li si esaltano alla massima potenza ,così per sempre chi viene deturpato guardandosi allo specchio si ricorderà del male subito,e vivrà portando addosso un marchio così come si fa per gli animali,un marchio di appartenenza che priverà di appartenere ad altre persone perché se è già difficile relazionare con qualcuno avendo un aspetto gradevole figuriamoci ridotti in alcune condizioni.
Questo forse spaventa, questo forse fa a pugni ed ogni giorno sbatta in faccia i limiti che ancora molti uomini possiedono. Le donne hanno dimostrato e dimostrano comunque coraggio,non si arrendono e molte volte perdonano i gesti compiuti se non riescono a perdonare la persona che li ha causati.
Le donne sanno sempre come si fa e questo da un tremendo fastidio,le donne riescono a sopravvivere anche quando vengono abbandonate e questo non deve essere per alcuni,si devono debellare come se fossero una malattia infettiva,non va bene che riescano ad andare avanti senza una guida e questo lo sostengono coloro che le donne le hanno sempre usate come guida,non riconoscendo loro nulla ,comportandosi come sanguisughe a cui una volta succhiata la linfa vitale si deve dare il colpo di grazia per annientarle definitivamente .
Non vorrei mai più leggere e sapere di situazioni come queste,non vorrei mai più dover invitare alla cautela nell’amore tutto ciò fa paura poiché i sentimenti positivi non dovrebbero mai essere messi in gabbia e perché sarà l’amore a salvarlo questo mondo.
Non voglio generalizzare ,non voglio sollevare attacchi o offese,non voglio cadere nella trappola del facile giudizio,non voglio dover temere quando rientro a casa la sera,non voglio pensare che dietro ad ogni uomo vi sia nascosta una persona da temere e non da amare,non voglio vedere più lacrime di dolore,ma so che questa mattanza non si arresterà facilmente,e so che forse non vi è nulla da capire,so che forse chi non ama gli altri dovrebbe decidere di restare da solo per evitare frustrazione,acredine,insoddisfazione,rabbia celata dietro a falsi sorrisi,infondo si può sempre scegliere nella vita e dover subire una vita a due quando non se ne ha la volontà è meglio evitarlo se alla fine i risultati sono quelli con cui dobbiamo convivere.
Se non si ha voglia di amare e di investire ,se non si è pronti per queste forme di condivisione,se non si ha la volontà di viversi e di vivere l’altro in tutte le sue sfaccettature è meglio non tuffarsi dentro a recinti che alla fine siamo noi stessi a costruirci.
Non dovrebbe essere così,la storia della letteratura,dell’arte,della musica,della poesia narra gli amori è basata sull’amore una parola abusata così come abusate sono le vite di alcune donne che hanno la sola colpa di amare .
Non pieghiamoci ad un mondo arido di sentimenti ma non smettiamo mai di osservare l’oggetto dei nostri sentimenti,non siamo bambole di pezza da lasciare riverse su un freddo pavimento ,siamo esseri raziocinanti,vivi,degni di tutto il rispetto che ci è da sempre stato negato,facciamo in modo che la nostra vita non diventi merce di scambio da barattare perché chi uccide i sogni potrebbe uccidere anche noi e questo non deve accadere …non più!
giovedì 19 giugno 2014
Parcheggi selvaggi nel centro storico: pericolosi anche per la pubblica incolumità
La foto che vedete è stata scattata stamattina in via Don Minzoni, l’unica via di uscita carrabile dal
centro storico. La Volkswagen nera sulla sinistra è parcheggiata in quella maniera
assurda da due giorni, è venuta la Polizia Municipale
ma nulla ha potuto. Tale vettura blocca il transito in maniera quasi totale.
Ieri una macchina della Croce Gialla che trasportava un malato soggetto a cure
domiciliari è riuscita a passare dopo innumerevoli manovre perdendo un sacco di
tempo. Immaginate se dovesse passare un’ambulanza per un’emergenza.
Eppure non si può fare nulla
contro il cittadino che ha parcheggiato così. Nel centro storico non esiste una
segnaletica che regoli la sosta, per cui quasi tutte le vetture parcheggiate,
pur non arrecando disturbo, potrebbero risultare in divieto di sosta. È per
questo che non si è potuti interventire contro questo automobilista
scriteriato: fare la multa a lui equivale a farla a metà dei residenti nel
centro storico.
Occorre quindi predisporre una
segnaletica che regoli la sosta in maniera adeguata, derogando laddove
necessario alle norme del codice in considerazione delle peculiarità del
quartiere. La segnaletica dovrebbe garantire il transito e dovrebbe insegnare
agli indisciplinati quello che il buon senso da solo non riesce. Più volte ho
sollecitato le vecchie amministrazioni su questo tema: speriamo che la nuova si
dimostri più sensibile.
Luca
Craia
Bilanci che fanno esultare e vergogne dimenticate
Mah, io non capisco.
Personalmente, quando mi capita di fare una figuraccia, cerco con cura di
evitare l’argomento, di non riportarla alla memoria, cerco, in sostanza, di far
lavorare l’oblio. L’ultimo ex sindaco di Montegranaro, invece, nonostante lo
smacco del buco nelle casse comunali, nonostante gli enormi debiti fuori
bilancio venuti alla luce negli ultimi mesi, debiti che, in realtà, gli hanno
fatto perdere le elezioni molto più di quanto non abbia fatto il suo ex padre
putativo Basso e la spocchia di alcuni ex assessori che si è portato dietro,
continua a vantarsi di quanto la sua amministrazione sia stata brava a far
quadrare i conti.
E in realtà ha anche ragione: il
bilancio si riferisce all’operato della sua giunta ed è vero che è un bilancio
positivo. Infatti i debiti che stanno sconquassando le casse del Comune si
chiamano, appunto, fuori bilancio in quanto nel bilancio non figurano. Il
bilancio è, quindi, un bilancio attivo sennonché poi sono venute fuori magagne
stratosferiche. Lodarsi, quindi, per essere stati bravi a fare le addizioni e
le sottrazioni mentre i fatti hanno dimostrato che non lo si è stati affatto
nel fare una politica oculata con la richiesta diligenza del buon padre di
famiglia mi pare un curioso fenomeno di autolesionismo.
Io avrei evitato con cura,
ripeto, l’argomento bilancio, conti e affini. Ma, si sa, la gente ha scarsa
memoria e, soprattutto, in politica fa tifo calcistico quando non se ne occupa
affatto, le quali due cose comportano, come effetto, la possibilità di dire tutto
e il contrario di tutto senza dover temere smentite. Per cui ci sta anche che
Gismondi si autocelebri come ottimo redattore di bilanci. Quello che sta fuori
dal bilancio, però, lo pagheremo tutti.
Luca
Craia
lunedì 16 giugno 2014
Ucraina: guerra tra economie. E muoiono gli innocenti
C’è l’economia russa, basata su
rapporti mafiosi, equilibri di potere fondati su meccanismi che ancora si
riferiscono all’antica Unione Sovietica, traffici la cui liceità è quasi indimostrabile, una potenza economica
che sopravvive grazie ai muscoli e grazie al ricatto, specie quello fondato
sulla fornitura di energia, di gas. C’è poi l’economia cosiddetta occidentale,
quella della globalizzazione sfrenata, quella che decide della vita e della
morte dei popoli – e delle persone – come se parlasse di quante pecore mandare
al macello per Pasqua, quella che si inventa le guerre per rilanciare i mercati
e ammazza dittatori solo per crearne di nuovi. In mezzo c’è un Paese che si
chiama Ucraina, un paese che fa da unico sbocco al mare occidentale per la Russia, un Paese sul cui
suolo passa tutto il gas che proviene da quest’ultima e alimenta l’Europa. Poi
capita che l’Ucraina decide secondo la propria sovranità e scoppia il
finimondo.
Un finimondo, però, di cui non si
parla. Si, per carità, i nostri telegiornali ci vendono notizie
preconfezionate, facendoci temere per il prossimo inverno, per il prezzo dell’energia
che salirà, ci dipingono i filo-russi come criminali e glissano sui governativi
ucraini che, invece, sono solo leggermente nazisti che utilizzano metodi
nazisti. L’Ucraina ha deciso secondo diritto, se vogliamo, cosa fare sul
proprio suolo. Ma non è così semplice. Non si può pensare che la Russia lasci stare una
situazione che la porta a chiudersi dentro sul lato occidentale. Non si può
nemmeno pensare che l’occidente non colga l’occasione per mettere lo zampino
nel cuore dell’ex URSS.
Così scoppia una guerra, una
guerra che sta mietendo vittime civili in numeri spaventosi, che sta producendo
atrocità inimmaginabili ma che, a noi occidentali, non vengono raccontate. Come
si risolve la questione? Col buon senso, senza calcolatrice, lasciando fuori i
calcoli economici dal raziocinio della trattativa. Lo so che non si può:
viviamo nel mondo che depone e fa impiccare Saddam Hussein raccontando fandonie
su armi di distruzione di massa inesistenti, un mondo che fa trucidare Gheddafi
e lascia cadere nella guerra civile tutto il Maghreb. Il nostro è un mondo che
sta facendo i calcoli sul gas, non su quanti morti questa guerra idiota sta
facendo, non su quanti bambini vengono ammazzati in nome delle due economie che
si fronteggiano lungo il confine ucraino.
Luca Craia
venerdì 13 giugno 2014
Teatri di Palermo. incontro tra le parti, Zappala’ torna a nutrirsi – di Anna Lisa Minutillo
Rosario Crocetta |
Due giorni fa vi ho raccontato la vicenda degli artisti e delle maestranze dei teatri palermitani che si sono dovuti organizzare con un presidio permanente dinnanzi all’Assessorato alla Cultura di Palermo .
La loro protesta civile e portatrice di cultura diffusa a tutta la cittadinanza ha visto la partecipazione di molti cittadini, di personalità di rilevo ed anche di artisti popolari a livello regionale che hanno portato i loro spettacoli come dimostrazione che ci vuole ben altro per impedire alla cultura di viaggiare libera attraverso gli occhi di chi non si limita a guardare, ma vede ciò che si sta cercando di fare con le nostre vite.
Oggi, nel pomeriggio, dopo i molti tentativi andati a vuoto da parte degli artisti di incontrare l’Assessore alla cultura Stancheris, è avvenuto a Palazzo Reale un incontro fra i gestori dei vari teatri coinvolti ed il presidente della Regione Crocetta, il quale si è detto ben disposto ad iniziare a ridistribuire i fondi i che sono già stati anticipati dai gestori stessi per gli anni 2012/2013 .
Il Presidente Crocetta ha anche personalmente invitato Franco Zappalà a sospendere lo sciopero della fame che portava avanti da ben sei giorni ormai ed ha dato loro positive rassicurazioni.
Seguirà un ulteriore incontro giovedì 12 Giugno nel quale verranno discusse e decise le modalità per elargire quanto dovuto.
Strano dover riscontare la mancanza di partecipazione dell’Assessore Stancheris, così come strano è stato vedere gli inviti ad un incontro chiarificatore con gli artisti, i gestori di teatro, sempre rifiutato nei giorni scorsi, strano dover riscontrare la presenza della stessa invece oggi nella sede dell’Assessorato alla Cultura proprio dove fino a poche ore prima vi era la presenza di numerosi artisti.
Demandare e far interagire con queste persone un giovane segretario trentenne a digiuno degli argomenti di cui vi era la necessità di parlare, con lei diciamo che non è propriamente il modo per dimostrasi attenti e presenti.
Non si può fare a meno di notare come in questo paese ci si debba sempre mettere nella condizione di alzare la voce per essere ascoltati.
Non si può fare a meno di notare che ci sono persone che amano il proprio lavoro al punto da dedicarsi completamente ad esso e lottando per difenderne la sopravvivenza anche mettendo a rischio la propria salute come ha fatto Franco Zappalà, portando avanti questo presidio e rinunciando ad alimentarsi per una settimana, che forse per qualcuno sarà poca cosa, ma non lo è affatto per chi il lavoro se lo suda e lo stipendio se lo guadagna sacrificando la sua vita per dare spazio a parole, emozioni, sentimenti, stati d’animo tutte cose che oggi non sono più di moda ma che albergano in ognuno di noi. Se solo sapessimo guardare meglio dentro noi stessi e smettessimo di provare vergogna per dimostrare le cose buone che ancora esistono.
Si stanno spostando le nuvole su Palermo stasera, e si sta tirando un sospiro di sollievo intanto che si smonta il presidio e si ripongono le strutture che si erano costruite per rendere la permanenza accettabile.
Si mettono via gli oggetti ma non i pensieri, le idee, le volontà di persone che si sono ritrovate oltre che come artisti come persone, si sono stretti in un abbraccio solidale che li ha uniti nelle loro differenze e resi sicuramente migliori.
Si mettono via canzoni e luci, si spengono i riflettori fisici ma non quelli che ci vedranno vigili continuare per assistere alla svolta positiva di un mondo che se dovesse scomparire, porterebbe con sé la possibilità di rendere tutti noi essere più sensibili ed attenti e dato il momento in cui viviamo non possiamo di certo permetterci che ciò accada ed in modo indisturbato anche.
Un invito a continuare a regalare sogni a tutti noi ed a non smettere di prendersi cura dell’anima perché ne abbiamo davvero bisogno.
Frana di viale Gramsci: responsabilità e monito
Che il dissesto della scarpata di
viale Gramsci sarebbe diventato il Problema con la P maiuscola per l’amministrazione comunale appena
insediata era già evidente prima ancora che questa si insediasse, prima ancora
che si votasse, se vogliamo. Oggi che sappiamo anche i numeri, da un punto di
vista economico, con i quali la frana andrà a gravare sul bilancio comunale e,
di conseguenza, sulle tasche dei cittadini ci possiamo rendere conto che siamo
di fronte ad una situazione forse mai verificatasi prima a Montegranaro, un’ecatombe
finanziaria di gran lunga più grave della pur grave questione dei debiti fuori
bilancio che ha fatto da ago della bilancia per la campagna elettorale. Sappiamo
che sono allo studio soluzioni percorribili per non andare a disintegrare ogni
programmazione e investimento futuro, ciononostante la situazione è
estremamente preoccupante per urgenza e costi.
Trovare le responsabilità non è
dietrologico: serve ad evitare che, in futuro, vadano a verificarsi circostanze
analoghe. Il primo dubbio che si possa avere, e in molti lo avemmo già all’epoca,
è circa l’opportunità dell’opera di “pulitura” della scarpata effettuata un
paio di anni fa. Un’opera, si ricorderà, estremamente radicale che estirpò
tutta la vegetazione spontanea nata lungo il dirupo. In molti, dicevamo, allora
ci chiedemmo se questo non avrebbe portato conseguenze sulla tenuta stessa
della scarpata. E la scarpata non ha tenuto, chissà se anche per questo motivo.
Si tratta, comunque, di terra da
riporto. Chi ha qualche anno in più ricorderà che il limite del viale era molto
più arretrato rispetto a oggi e che, nei primissimi anni ’80, si ampliò la
larghezza del viale riportando grossi quantitativi di terreno e detriti. La
domanda, ora, è questa: era opportuno costruire sopra tutto l’arredo urbano
dell’attuale giardino? I calcoli fatti erano esatti?
Non sono certamente alla ricerca
di un colpevole, semmai mi sto chiedendo se non si sia commesso qualche errore
in passato remoto o recente. Individuare l’errore, ripeto, serve o dovrebbe
servire a non commetterlo più in futuro. Credo che l’amministrazione comunale
dovrebbe adoperarsi anche per questo, oltre che per sanare con la massima
sollecitudine questa emergenza che ha già privato Montegranaro di uno e forse
del principale luogo di aggregazione cittadina.
Luca Craia
giovedì 12 giugno 2014
Filastrocca Lunatica
Luna crescente
Luna calante
Luna pacifica
Luna accecante
Luna amichevole
Luna estroversa
Luna gentile
Luna perversa
Luna che illumini
gente inguaiata
Luna che spingi
una notte infuocata
Luna che tocchi
la pelle depressa
Luna distante
Luna convessa
Luna che guardi
valigie disfatte
Luna che lesta
nascondi ciabatte
Luna sinistra
Luna ladrona
Luna negli occhi
dell'uomo in poltrona
Luna vorace
Luna di vetro
Luna davanti
Luna di dietro
Luna capace
di gravi pensieri
Luna fautrice
di rossi e di neri
Luna gioiosa
Luna isolata
Luna che specchia
una crapa pelata
Luna che splendi
nel cielo profondo
La stessa Luce
ovunque nel mondo
Luna accompagni
i miei sogni leggeri
per risvegliarmi
nell'oggi di ieri.
Luna calante
Luna pacifica
Luna accecante
Luna amichevole
Luna estroversa
Luna gentile
Luna perversa
Luna che illumini
gente inguaiata
Luna che spingi
una notte infuocata
Luna che tocchi
la pelle depressa
Luna distante
Luna convessa
Luna che guardi
valigie disfatte
Luna che lesta
nascondi ciabatte
Luna sinistra
Luna ladrona
Luna negli occhi
dell'uomo in poltrona
Luna vorace
Luna di vetro
Luna davanti
Luna di dietro
Luna capace
di gravi pensieri
Luna fautrice
di rossi e di neri
Luna gioiosa
Luna isolata
Luna che specchia
una crapa pelata
Luna che splendi
nel cielo profondo
La stessa Luce
ovunque nel mondo
Luna accompagni
i miei sogni leggeri
per risvegliarmi
nell'oggi di ieri.
mercoledì 11 giugno 2014
A ottimo punto il restauro di SS.Filippo e Giacomo. Presto la riapertura.
Le campane della chiesa dei SS.Filippo e Giacomo |
Procedono speditamente i lavori
di restauro della chiesa priorale dei SS.Filippo e Giacomo, uno dei luoghi
simbolo della Montegranaro storica, splendido esempio di barocco settecentesco
finemente decorata a tempera. La chiesa rischiava di crollare e solo l’intervento
coraggioso del parroco Don Umberto Eleonori ha scongiurato che il tetto
implodesse sulla struttura. È stati, infatti, acceso un cospicuo finanziamento
che, unitamente a fondi derivanti dall’otto per mille della Chiesa Cattolica,
hanno permesso di intervenire con una ristrutturazione ad arte e un restauro
parziale dei decori.
Ora lo stabile risulta sicuro, il
tetto è stato completamente rifatto e rinforzato con travature in acciaio. Si
stanno ultimando gli impianti interni mentre il restauro pittorico della volta
è pressoché ultimato. È presto per fornire una data certa per la riapertura ma
sicuramente non ci sarà ancora da attendere molto perché i Montegranaresi
possano tornare nella loro amata chiesa del Priore.
Luca Craia
martedì 10 giugno 2014
Il primo consiglio targato Stranamore è già un pezzo di storia.
Due consigli comunali
consecutivi, anche se a distanza di oltre otto mesi l’uno dall’altro, che
scrivono la storia di Montegranaro. Il primo, quello della sfiducia a Gismondi,
quello della storica interminabile arringa di Basso, la filippica contro il
figlioccio prodigo, l’abbiamo archiviato con l’avvento del commissariamento
numero due della storia cittadina (il primo, ricorderete, avvenne nel ’95 per
la caduta di Di Battista). Il secondo è storia per una lunga serie di motivi:
- la sinistra torna al potere dopo quindici lunghi anni, anche se, in questa sinistra, c’è una rilevante componente di destra, donde il nomignolo “stranamore” (ma non solo per quello);
- Aronne Perugini risolve buona parte dei suoi problemi con la cervicale potendo finalmente guardare il pubblico di fronte e non più dal lato sinistro dell’emiciclo;
- Endrio Ubaldi ritorna (a volte succede) a sedersi dov’era qualche anno fa, ma per guardare i suoi ex colleghi di maggioranza deve contorcersi verso destra;
- Gastone Gismondi siede per la prima volta da consigliere di opposizione. Non ci è abituato e si vede. Ci vorrà un po’ per capire che non è più lui il sindaco;
- Mauro Lucentini, invece, ha già sperimentato tutto: stare in maggioranza, all’opposizione, fare il consigliere semplice e il superassessore. E tutto nell’arco della sola scorsa consiliatura. Ora almeno dovrebbe avere un ruolo e uno solo, almeno così pare;
- è la prima volta di un pentastellato a Montegranaro. C’è sempre una prima volta e di solito non si dimentica;
- torna una donna a sedersi sulla sedia centrale (anche se sta scomoda e, a metà seduta, se la fa cambiare). Ancora una volta è espressione della sinistra;
- assistiamo alla più lunga serie di ringraziamenti mai ascoltata da quelle parti, tanto che Basso, che in realtà non deve ringraziare nessuno, si adegua e ringrazia se stesso. Poi passa alle proposte indecenti;
- l’opposizione dimentica totalmente la maggioranza, anzi, non se la fila proprio, e comincia a litigare con se stessa, ripartendo esattamente dallo stesso punto in cui ci eravamo lasciati a ottobre;
- Graziano di Battista siede tra il pubblico in seconda fila: non era mai successo dal 1990. A un certo punto non resiste: si alza, fa per andare verso l’emiciclo, si riprende e lascia l’assise;
- la sala è piena: la gente è attirata dall’odore del sangue e viene premiata dalle fiorettate tra i due ex sindaci presenti in consiglio;
- il consiglio va in streaming, anche se va migliorato: a casa hanno visto e capito poco e non si vedevano né Gismondi né Lucentini (folle di fans deluse in lacrime). Soprattutto pare che non tutti abbiano capito bene cosa sia (o chi sia) ‘sto “striminghe”;
- i microfoni funzionano: era dei tempi del compianto Delmaide che non accadeva.
A breve una nuova puntata.
Probabilmente non sarà così avvincente, probabilmente non ci sarà lo stesso
pubblico numeroso, caldo e accaldato.
Luca Craia
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