giovedì 17 luglio 2014

Questione chiusura anticipata del nido. Il Comune precisa stizzito.



L’articolo di oggi de Il Resto del Carlino, firmato da Marisa Colibazzi, ha innervosito il Comune di Montegranaro o, quantomeno, colui che scrive per suo conto sulla pagina Facebook di “Montegranaro Riparti”, pagina nata per sostenere la campagna elettorale della lista dell’attuale sindaco e rimasta aperta come una sorta di notiziario della maggioranza di governo.
L’articolo della Colibazzi riportava la notizia del malcontento di alcuni genitori di bambini che frequentano il Nido Comunale per via della decisione del Comune di chiudere i battenti di quest’ultimo il 31 luglio e non la prima settimana di agosto come sempre fatto. Questo comporta evidenti e innegabili problemi piuttosto seri per quelle famiglie che, in quella settimana, sono ancora impegnate col lavoro (almeno chi il “lavoro ancora ce l’ha”, come recita la missiva dei genitori inviata alla redazione del giornale). Questi problemi, gli anni passati, venivano risolti dal Comune che, pur dovendo sostenere un costo aggiuntivo, manteneva aperta la struttura educativa per un’ulteriore settimana al fine di dare un servizio ai cittadini. L’attuale amministrazione ha invece reputato giusto non dare più questo servizio.
Non entro nel merito della decisione, ognuno può trarre le proprie conclusioni. Rimango, però, a bocca aperta davanti alla risposta pubblicata sulla pagina Facebook di cui sopra. La riporto testuale:

In merito alla chiusura dell’asilo nido comunale per la prima settimana di Agosto si precisa quanto segue:
- i bambini iscritti a frequentare per il mese di luglio non sono 70 come detto nell’articolo pubblicato il 17 luglio, bensì 46 in totale.
- Non è assolutamente vero che le educatrici godranno di due mesi di ferie, bensì di uno, come da contratto.
- Non si capisce come mai si faccia tanto clamore per una settimana quando scuole dell’obbligo vengono chiuse il 7 giugno e riaperte a metà settembre .
- Non crediamo di certo che una settimana di chiusura del servizio possa turbare gli equilibri delle famiglie di Montegranaro.
A tal proposito la nuova Amministrazione Comunale solleva un interrogativo.
Contrariamente al Regolamento Comunale del Nido, alcuni genitori, hanno usato nel corso degli ultimi anni ritirare dal servizio il figlio, in concomitanza di un malanno o altro, e di conseguenza non hanno pagato la retta dovuta .
Questa situazione ha contribuito ad aggravare le già precarie casse comunali.
Per concludere si auspicherebbe che le polemiche fossero costruttive e soprattutto si fa presente che prima della pubblicazione di articoli di protesta si conferisca con l’Assessore competente che fornirà le dovute delucidazioni

Innanzitutto il tono è piccato, nervoso, infastidito. Credo che un amministratore debba fare lo sforzo di ascoltare le istanze dei cittadini, giuste o sbagliate che siano, e mai rispondere con stizza alle stesse. Si fanno precisazioni inutili, come quella sul numero dei bambini che nulla toglie e nulla aggiunge alla questione. Si fa un paragone con le scuole dell’obbligo che non ha sussistenza essendo i due servizi difficilmente equiparabili. Si fanno congetture sugli “equilibri” familiari, senza conoscere il dettaglio e le situazioni specifiche che hanno portato i cittadini-utenti di questo servizio a prendere carta e penna e scrivere al giornale. Soprattutto, però, si usa un argomento che non c’entra nulla e che suona intimidatorio: la questione delle rette. Cosa c’entrano le rette pagate o non pagate sulla decisione di dare o non dare un servizio in più ai cittadini? Perché il regolamento non è stato fatto rispettare se poi si deve recriminare su questo? Cosa si sottende sollevando questo argomento? Infine si auspica che, prima di scrivere sui giornali, si vada a conferire con l’assessore competente. A parte che, nella fattispecie, l’assessore non c’è in quanto la delega è stata trattenuta dal Sindaco in persona (a meno che non si ritenga competente l’assessore ai servizi sociali, nel qual caso le rette proprio non c’entrerebbero nulla), credo che in democrazia ognuno sia libero di esprimere il proprio pensiero come meglio crede, e se un cittadino pensi sia più consono scrivere a un giornale piuttosto che andare a fare anticamera in Comune, ne abbia tutto il diritto. Infine torno sul tono: è la mia opinione, ma credo che non si debba mai e poi mai parlare in questo modo ai cittadini. Questione di rispetto.

Luca Craia

mercoledì 16 luglio 2014

Basta millantare col nostro nome. Non tollereremo oltre.



L'inaugurazione del nuovo impianto di Sant'Ugo del 2013, ideata e progettata da Arkeo (allora ancora denominato Archeo Club Montegranaro)e finanziata in compartecipazione con il Lions Club.

Purtroppo ci giungono ripetutamente voci di realtà che si arrogherebbero inspiegabilmente, immotivatamente e vergognosamente meriti attribuibili alla nostra associazione, paternità di azioni e interventi effettuati dalla nostra associazione, diritti legati al nome della nostra associazione, millantando crediti assolutamente inesistenti. La millanteria è sempre riprovevole, nella fattispecie, oltre a diffondere false informazioni e notizie, danneggia il nostro buon nome e impedisce un regolare svolgimento delle nostre attività sociali creando altresì un danno non solo morale ma materiale.
Elettricisti al lavoro per la realizzazione dell'impianto elettrico di Sant'Ugo.
Mi riferisco a contatti avvenuti con altre associazioni con cui abbiamo stretto accordi di collaborazione cercando di sostituirsi a noi e a un reale millantato credito circa i nostri interventi di recupero e tutela del patrimonio storico cittadino, da noi ideati, progettati per nostro conto e da noi finanziati in parte o in toto. Questi comportamenti, oltre a danneggiare Arkeo, creano disturbo in un’azione che va in totale e assoluto vantaggio della città di Montegranaro e del territorio in generale.
Maggio 2012: uno dei tanti pulman di turisti portati da Arkeo a Montegranaro in questi anni. Arkeo promuove il turismo da sempre, con risultati apprezzabili.
L’associazione culturale Arkeo Montegranaro è stata costituita in data 2 agosto 2011 e da allora ha operato ininterrottamente, pur avendo nel frattempo variato la denominazione da Archeo Club Montegranaro all'attuale, mantenendo invariato Statuto, oggetto sociale e Codice Fiscale che ne attesta la personalità giuridica.
Il momento della stipula dell'accordo tra Arkeo e Cai  (Luca Craia e Massimo Spagnoli) per la mappatura e lo studio del sottosuolo di Montegranaro. Il lavoro va avanti ininterrottamente da tre anni ed è in fase finale.
Pertanto, qualora tali atteggiamenti, dannosi nei confronti della stessa Associazione Arkeo Montegranaro e dei suoi soci, perdurassero, nella mia qualità di Presidente di Arkeo e di suo legale rappresentate, mio malgrado, mi vedrò costretto a tutelarne il buon nome e gli interessi in sede legale, sia essa civile che penale, contro chiunque si renda responsabile di atti inquadrabili in quanto sopra esposto.

Luca Craia

martedì 15 luglio 2014

Il romantico trenino che paralizza il traffico



A Montecosaro Scalo il sottopasso che consentirà all’ex statale 78 di scavalcare la linea ferroviaria Civitanova Marche-Fabriano è quasi pronto. Si tratta di un lavoro imponente, che è costato molti soldi, e che serve ad evitare che l’enorme mole di traffico che la strada in questione porta ogni giorno venga sistematicamente bloccata dal passaggio a livello. Mi sembra lecito domandarmi se questo investimento sia proficuo, se abbia un rapporto costi-benefici interessante oppure se si potesse o dovesse evitare.
La “littorina” che collega la costa all’entroterra è un trenino storico, ha il suo fascino e la sua poesia. Non so se vi è capitato mai di vederlo passare mentre eravate fermi alle sbarre di uno qualsiasi dei passaggi a livello che intersecano l’ex statale. Se si avrete sicuramente notato che, a bordo del piccolo convoglio, raramente ci sono più di dieci persone, macchinista compreso. Contiamo invece quanta gente viene fermata in macchina per consentirne il passaggio. 
Ogni passaggio a livello blocca almeno dieci macchine, quello sulla statale adriatica di Civitanova Marche paralizza l’arteria principale per decine di minuti arrestando il traffico stradale anche nelle vie di intersezione e parallele. Si tratta, quindi, di centinaia di persone bloccate, che perdono tempo, denaro, con veicoli fermi che inquinano inutilmente, il tutto per consentire un servizio di trasporto la cui utilità appare piuttosto limitata, considerando il numero di utenti. E anche quando l’utenza aumenta, ad esempio in orari scolastici, lo stesso servizio potrebbe essere tranquillamente sostituito con una o più corse di autobus. Invece si preferisce spendere denaro pubblico per costruire sottopassaggi e bloccare strade di grande percorrenza. Solite questioni all’italiana.

Luca Craia

venerdì 11 luglio 2014

Concerto Vasco Rossi: non solo musica, molto di più - di Anna Lisa Minutillo



Sono in possesso di questo biglietto che ogni tanto vado a guardare e lo rigiro fra le mani da dicembre ormai,guardarlo mi fa pregustare l’evento che attendo da un po’.

Ho assistito a tanti dei suoi concerti, ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente, di potergli parlare, di stringere le mie mani fra le sue, e ogni volta per me è così: ripensare a questo “poeta maledetto” che si trasforma completamente sul palco quando nella realtà è una persona dolcissima e timida, contrariamente a quanto si possa pensare, mi regala sempre una grande emozione.

Come per tutte le cose i gusti sono personali ed è opinabile il mio sentire e vivere la musica attraverso questi occhi che quando ti guardano a distanza ravvicinata ti scavano realmente dentro.

Per anni si è pensato che le persone che seguivano la sua musica fossero tutte “brasate”, tutte drogate, oppure un popolo di ribelli e di insoddisfatti: beh, non è così. Forse chi segue questo cantante ha molto alto il senso della realtà e non si vuole piegare, né restare a guardare un mondo che potrebbe dare ancora tanto, o venire distrutto dal potere che logora anima e coscienze ed appiattisce tutto con slogan contorti e non richiesti; forse è un popolo che è stanco di subire e che per una volta vorrebbe solo dire la sua. Fatto sta che quando il Komandante chiama, il suo popolo non ci pensa su, ci si ritrova tutti per una grande festa, la festa della rabbia che esplode mutandosi nella gioia per esserci, per ritrovarsi e per essere tutti e nonostante tutto ancora vivi.

Trascorrono i giorni e nell’ultimo mese la voglia di esserci si fa sentire prepotente fino al 5 luglio, quando so che l’appuntamento è ormai giunto e con passo deciso e fiero di essere lì, mi ritrovo dinnanzi a San Siro, mi guardo intorno ancora come se stessi vivendo un film, quasi come se fosse solo una favola invece è la realtà.

Molte persone stanno già cantando, si sentono cori e si vedono gli abbracci delle persone che si ritrovano, si vedono anche gli anni che passano. Ci sono amici con i loro bimbi, signore attempate, giovani dell’ultima generazione, insomma un abbraccio trasversale di generazioni a confronto, unite dalla stessa musica e dalle stesse emozioni. Già questo ripaga di tante cose e fa dimenticare quanto poi, nella vita di tutti i giorni, ci si senta distanti e quanto poco basti per unirsi.

Cerco la mia entrata che per ironia della sorte è quella accanto alla tribuna stampa, così mi ritrovo seduta al mio posto e sento l’adrenalina salire intanto che ci si diverte, ci si prepara, e si inganna l’attesa facendo la ola, attimi eterni che si stoppano quando alle 20.45 puntuale fa il suo ingresso sul palco il grande Vasco. Ed è puro delirio.

Una sferzata di energia, un susseguirsi di successi, da “Vivere” a “Dannate Nuvole”, da “Cambiamenti” a “C’è chi dice no”, e dall’apertura iniziale con gli spari sopra, alla chiusura con l’ormai inossidabile “Albachiara”.

Non si può restare in silenzio: si canta, si urla a squarciagola, si guardano le espressioni delle altre persone, qualcuno piange, qualcuno è attonito, qualcuno non si è ancora reso conto che ciò che sta vivendo, una realtà e non solo un sogno.

Io, beh, io sto cantando a più non posso, sto rivivendo anni aggrappati a canzoni che ne hanno segnato il passo, sto ballando come quando ero adolescente e sto comunque avendo la conferma di quanto non mi sia mai uniformata a certi stereotipi imposti dalla società. Mi sento fiera di non aver mai smesso di credere in questa persona che come tutti ha il solo difetto di vivere in un mondo che poco gli si addice.

Ho la conferma di quanto la canonica “normalità” mi appartenga poco, di quanto sia stata sempre attratta dalle persone che hanno il coraggio di schierarsi contro e di quanto poco mi sia interessato dover dar di conto a qualcuno nella mia vita.

Spesso si pensa che le canzoni siano solo canzoni ma non è così, alla fine sono emozioni che si narrano, sono il contatto con la realtà, sono i sogni che si inseguono, le speranze che si srotolano e si distendono davanti ai nostri occhi, sono la testimonianza che è ancora tutto possibile se solo non smettessimo di credere nei sogni. E stasera Vasco di sogni me ne ha regalato più di uno, stasera tutto questo scava maggiormente dentro, stasera non c’è il buio su San Siro ma ci sono luci e cori e questa Milano sembra ancora più bella.

Nessun episodio strano, nessuna spintonata o parola fuori posto, nessun senso di inciviltà, nessun degrado, nessuno sporco, nessun ubriaco, nessuno fatto, niente di tutto questo, solo famiglie, musica, balli e canti e così le brave persone non potranno puntare l’indice come sono solite fare, si dovranno rassegnare e forse ricredere anche se mi rendo conto di quanto questo sia utopico, ma è così.

Strumenti che suonano dentro l’anima,vibrazioni di positività, immagini che corrono veloci e Vasco che non si ferma, che fa infilate di pezzi che si susseguono veloci alla faccia di chi lo dava per finito, a 62 anni dimostra ancora una vitalità che chiunque altro non so se riuscirebbe a dimostrare.

Una festa rock, un mordente in cui gli Spari Sopra davvero sono indirizzati a quanti stanno operando male per questo Paese che, invece, avrebbe bisogno di cure, bellissime luci che servono ad illuminare le speranze di chi nonostante  questo contesto non sia il migliore che avrebbe potuto capitarci non vuole arrendersi e un invito da parte di Vasco a «tenero duro perché siamo noi la vera rivoluzione». Forse è davvero così, mi piace pensare che potrebbe essere così.

Siamo alle battute finali ,questi mesi di attesa stanno per concludersi  sulle note di Albachiara ed è magia davvero perché partono all’interno dello stadio fuochi d’artificio ed un’esplosione di coriandoli che si sparge ovunque, una pioggia di sogni e gioia che cade dal cielo e ci fa sentire davvero felici di aver presenziato ad uno spettacolo che continua dentro noi anche quando abbandonando lo stadio si continua a cantare quasi come a non voler spezzare il forte legame creato e il non essere solo spettatori di una sera ma gli artefici davvero della nostra vita.

Grazie Vasco per le belle emozioni, grazie per ciò che sei, per l’attenzione che dimostri sempre nei riguardi di tutti e grazie per non essere mai cambiato, per essere rimasto sempre te stesso, per aver  interpretato solo la tua persona e non un ruolo deciso da qualcuno, grazie per l’essere stato scomodo per qualcuno e per aver preso le tue rivincite su tante cose, grazie perché hai capito tutto e ci hai resi partecipi, grazie per aver fermato il tempo nelle parole, grazie per come canti delle donne e per quanto anche solo con un «HEEE» detto all’inizio di una canzone riesci a racchiudere un’infinità di pensieri, grazie per come hai organizzato questa serata, per aver creato uno spazio ampio da riservare a quanti  non hanno la fortuna che abbiamo noi di poter saltare e ballare sulle note delle tue canzoni.

Questo pezzo voglio concluderlo così: regalando questo video per far capire che Vasco è anche questo a quanti. forse, come si fa spesso, si fermano ad un nome e non si prendono la briga di verificare le loro cattiverie del tutto gratuite a chi non farebbe mai altrettanto con loro.

Nella speranza che questa società un pochino voglia mutare anche grazie al nostro aiuto perché spettatori lo si può essere ad un concerto non nella vita.

Qui il video amatoriale di Beatrice Capitanio:


 


mercoledì 9 luglio 2014

L’alibi del debito e l’attuazione del programma.



Era prevedibile, anzi, era temibile che la questione degli enormi debiti fuori bilancio potessero diventare l’alibi perfetto per disfunzioni amministrative, politiche sbagliate, inerzia e magari scarsità di idee, tralasciando, poi, le difficoltà politiche di coalizione che, forse, saranno la problematica principale. Avere un buco nei conti come quello del nostro Comune è una cosa seria e, a quanto pare, lo si sta invocando come giustificativo di un primo periodo di amministrazione, seppur breve, che ha mostrato ben poca attività. Al debito aggiungiamo la frana di viale Gramsci ed ecco qua, servita su un piatto d’argento, la scusante migliore che ci si potesse aspettare, inventare, trovare.
Ma non può funzionare. Non può perché il disastro finanziario del nostro Comune era cosa nota, ci si è imbastita la campagna elettorale, tutta incentrata sull’attacco contro Gismondi e Basso accusati di essere gli artefici del tracollo economico delle nostre casse. Si conosceva perfettamente l’entità del buco. Eppure si è stilato un programma piuttosto ambizioso, che elenca una serie di interventi, una sequenza temporale e, perfino, i fondi a disposizione per effettuarli (o almeno così si disse). E si conosceva anche la gravità dello smottamento della scarpata di viale Gramsci ma, nonostante ciò, non si è mai detto che il programma avrebbe dovuto essere rivisto.
Quindi il programma era stato redatto essendo a conoscenza delle problematiche in essere, quindi il programma era considerato attuabile. Ora che succede? Non lo è più? In qualche commento lasciato su questo blog dal fan club dell’amministrazione comunale in carica si legge che il tempo è troppo breve per giudicare, che prima bisogna dare il tempo di farsi un quadro della situazione. Ma come? Non se l’erano già fatto, il quadro della situazione? Il programma cosa dovrebbe essere se non, appunto, il quadro della situazione con la relativa soluzione ai problemi?
Intendiamoci, non sto accusando ancora di nulla la nostra amministrazione. Affermo soltanto che dai primi giorni di governo mi sarei aspettato di più, viste le emergenze e viste le dichiarazioni pre-voto. Si fa in tempo senz’altro a recuperare, il programma può anche essere messo in atto, ma le dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, sia sulla stampa che sulla nostra pagina Facebook, lasciano intendere che le priorità espresse nel programma siano soggette a revisione. A meno che non abbia capito male io, la qual cosa sarebbe per me davvero fonte di sollievo.

Luca Craia

martedì 8 luglio 2014

La riposizione del Crocifisso di Sant’Ugo



Quando ritrovai, ormai anni fa, il crocifisso processionale di Sant’Ugo nella cantoria della chiesa di Santa Maria, dimenticato, sporco, coperto da ragnatele, mi resi subito conto di essere di fronte ad un’opera straordinaria. Ora che l’abbiamo restaurato sappiamo che è qualcosa di magnifico. È una scultura lignea del XVI secolo, eseguita magistralmente, di grande e struggente plasticità, policroma (ora lo sappiamo, prima del restauro potevamo solo supporlo) e sostenuta da una croce, sempre in legno, decorata a pastiglia d’oro sia nella parte anteriore che posteriore. Quest’ultima è talmente bella (anche questo, prima del restauro, non lo sapevamo) che siamo stati costretti a far costruire un apposito piedistallo in modo che la si possa ammirare. Il Crocifisso, quindi, non tornerà contro la parete presso la quale eravamo abituati a vederlo ma verrà posto centrale, in modo che possa essere ammirato in ogni sua parte.
Un restauro effettuato da Arkeo con sacrificio, investendo più di quello che le nostra povere casse permetterebbero ma facendo fede sulla buona volontà e disposizione del restauratore Marco Salusti. Un restauro dettato dal nostro autentico amore per questa opera, per Sant’Ugo e per la nostra città. Sono gli stessi principi che, lo scorso anno, ci hanno portati a quel felice accordo con i Lions che ha consentito la realizzazione del nuovo impianto di illuminazione della cripta, finanziato in parte dai Lions stessi e in parte dalla nostra associazione.
Il denaro che investiamo in queste opere proviene dal tesseramento, da libere sottoscrizioni dei soci, ma soprattutto dalle offerte che i visitatori lasciano quando li accompagniamo a scoprire Montegranaro e le sue bellezze, in particolare Sant’Ugo. Ecco quindi che la passione che mettiamo nel promuovere la nostra città turisticamente diventa anche fonte di finanziamento per opere come questa, che recuperano, un po’ alla volta, il nostro patrimonio culturale.
Siamo stati i primi a voler promuovere il turismo a Montegranaro. Lo abbiamo fatto per anni, a volte non capiti, a volte derisi, e ora che si vedono i risultati del nostro impegno non possiamo nascondere la nostra soddisfazione perché questo sta dando frutti in diversi ambiti: i turisti vengono, accompagniamo gente costantemente. Questo ci aiuta a finanziare opere come questo restauro. Noi crediamo molto in quello che stiamo facendo e siamo fieri e orgogliosi di quello che abbiamo fin’ora fatto, tra mille avversità, difficoltà, ostacoli che continuano ad esserci, anzi, crescono proporzionalmente a quanto cresce l’importanza di quello che facciamo. Perché quello che facciamo è importante e lo diciamo senza falsa modestia. Montegranaro sta diventando conosciuta in Italia e nel mondo non più soltanto per scarpe e pallacanestro ma anche per le sue bellezze artistiche. E questo è grazie a noi che siamo stati i primi e siamo ancora gli unici a scommetterci.
Grazie a chi ci sostiene, grazie a chi ci aiuta, grazie ai nostri volontari, grazie a coloro che ci aiuteranno a portare avanti il nostro progetto di promozione del nostro territorio. Siete tutti invitati all’inaugurazione del Crocifisso restaurato, che avverrà sabato 19 luglio alle ore 21.30 presso Sant’Ugo. Il restauratore Marco Salusti ci illustrerà l’opera, don Umberto la benedirà e finalmente ne potremo godere tutti insieme.

Luca Craia


domenica 6 luglio 2014

Antonelli scoperchia il pentolone. La questione è nelle deleghe.



Le premesse dell’attuale amministrazione comunale appena insediata (appena si fa per dire, è passato più di un mese e sarebbe legittimo aspettarsi qualche intervento) sono piuttosto fosche e non danno grandi speranze per il futuro. Come dice stamane il Presidente del Consiglio Comunale sul giornale, non si nota alcuna discontinuità con le amministrazioni del passato, recente e non. Ci si muove a tentoni, si improvvisa, manca un progetto, una visione di insieme, e si dimostra fin da subito che il programma elettorale tale era e rimarrà: una lista di buone intenzioni, la maggior parte delle quali consapevolmente irrealizzabili.
Parlo da uomo deluso, che aveva visto, anche se con uno scetticismo di fondo che, ahimè, per esperienza mi rimane ogni qualvolta devo fare un atto di fede, una qualche speranza per la mia città in questa nuova stramba coalizione. Una delusione che si è concretizzata, dopo varie avvisaglie, negli ultimi giorni in cui abbiamo visto muovere i primi passi al Sindaco e alla sua squadra. Passi incerti, traballanti, titubanti circa la direzione da prendere per non scontentare questo o quello, farsi amico quello o questo, mantenere unita una compagine che unita, evidentemente, non è mai stata se non dalla necessità di battere Gismondi, Basso e compagnia. Una volta fatto questo, come temevo, l’assenza di un progetto vero si evidenzia.
Il Sindaco ha tenuto per sé deleghe importanti, come la cultura e la santità. Non mi pare mancassero le competenze negli uomini a sua disposizione per poterle distribuire e farle lavorare al meglio. Ciononostante le deleghe non sono state assegnate. Questo è un segnale preciso, che attesta contemporaneamente la necessità che ha il Primo Cittadino di mantenere in sé il controllo della situazione avendo come alleati personaggi che tutto sanno fare meno che i comprimari se non i sottoposti, e l’esigenza di non scontentare nessuno. Il risultato è, da una prima analisi, sconfortante.
Cultura: si è detto che la delega non è stata assegnata per avere più collegialità nelle decisioni. Di fatto pare evidente che l’amministrazione comunale patisce, e non poco, le pressioni dei gruppi di potere identificabili nelle associazioni che più smuovono, a livello economico e non culturale, in città. Da ciò nasce un comportamento inspiegabile che va a incaricare realtà fondamentalmente incompetenti di compiti a loro alieni, solo allo scopo di soddisfarne le ambizioni. Anziché partire dall’esistente, come sarebbe logico e intelligente, rispettando le conoscenze, il lavoro svolto, i risultati ottenuti e sostenendo le azioni che finora hanno prodotto positivamente, si innescano processi autodistruttivi che servono solo a fare aumentare la forza politica di associazioni che si occupano d’altro mandandole a interferire senza alcuna logica con l’operato di altre che, invece, competentemente hanno portato avanti, negli anni e con sacrifici, un percorso fruttifero per la collettività. Si sta dimostrando incompetenza, pressapochismo, mancanza di autorevolezza e, soprattutto, che le parole spese in campagna elettorale tali erano: parole.
Sanità: parte da lontano il disastro della sanità nostrana e politici, imprenditori, varietà assortite di genti dedite alla vita pubblica per interessi lontani da quelli comuni si sono ingrassati su queste problematiche, creandosi carriere politiche, intrecciando rapporti, inventandosi associazioni unipersonali che ancora tengono in scacco chi amministra. Anni di politica inutile se non ai propri tornaconti hanno prodotto prima la chiusura dell’ospedale, poi la sottrazione di ogni servizio sanitario locale a favore di città che sono state in grado di proporre politici più accorti e lungimiranti dei nostri. Oggi che si verifica la possibilità di realizzare un polo sanitario nel nostro complesso ospedaliero ormai vuoto seppur ancora valido vediamo l’incapacità incipiente dell’attuale amministrazione di proporsi e portare avanti le istanze della nostra città, come è costretto a denunciare il Presidente del Consiglio Comunale che, pure, è parte della stessa maggioranza. Stiamo perdendo un altro treno.
Montegranaro, negli anni, ha visto sparire, per incapacità politiche, l’ospedale, il poliambulatorio, l’Inps, la Sutor, il teatro, la gente. Ora rischiamo di uccidere sul nascere il turismo e le nuove opportunità sanitarie. Cercate di rinsavire, per favore, o  andate ad occuparvi d’altro.

Luca Craia

La cultura non è priorità. Il centro storico neanche.



Cosa ci si poteva aspettare, d’altronde, da un’amministrazione in cui la delega per la cultura non viene assegnata ma rimane in mano al Sindaco per poi “spalmarla” tra i vari assessori in modo tale che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra e nemmeno quella di mezzo? Nient’altro che questo: il teatro La Perla non è una priorità per il 2014, leggiamo oggi dal Corriere Adriatico, semmai ne parliamo nel 2015. Forse.
Già, ma si sta predisponendo una bella stagione estiva, creata sulle spalle delle associazioni, almeno di quelle che si presteranno a questo giochino. Non si spenderà un centesimo, o forse qualche decina di Euro, per queste iniziative, nelle quali saranno protagoniste le solite realtà che, comunque, ne approfitteranno per far cassa propria o per darsi un po’ di visibilità. Nel frattempo che si fa?
Si pulisce dal guano in Teatro Novelli, come dice sempre il solito Corriere Adriatico. Peccato che l’iniziativa non sia dell’attuale amministrazione ma dell’ormai lontano commissario Ianieri che accolse un appello di Arkeo che, in tutto questo gioco “culturale” non viene sistematicamente interpellato e di cui, ancora una volta, il giornale di cui sopra si dimentica. Il guano sì ma, se non ci sono i soldi nemmeno per aprire il La Perla, figuriamoci per il semidistrutto Novelli.
Però per il Palazzetto dello Sport storico i soldi si troveranno e anche in fretta. L’assessore allo sport sembra essere ben più pesante di quello alla cultura e del centro storico messi insieme, che sono il Sindaco stesso e quel Beverati che dovrebbe, insieme al recupero del vecchio castello, promuovere il turismo. Quindi sport 1 cultura 0.
Recuperare il centro storico senza un teatro è difficile. Promuovere il turismo senza un centro storico visitabile è quali impossibile, noi di Arkeo lo sappiamo bene, visto che siamo gli unici ad essercene occupati da anni tra la derisione di chi, oggi, si propone per rimpiazzarci.  Eppure in cinque anni abbiamo portato i visitatori organizzati annui da 0 a quasi 4000 unità, con dati in costante crescita. Nonostante ciò l’assessore competente non ci fila di striscio o quasi, preferendo accogliere le richieste dei soliti monopolisti o delle solite personalità altolocate.
Tutto questo tra il guano di piccione che, se viene tolto dal piano nobile del Comune, rimane permanente tra le vie del paese vecchio, visto che nessuno lo viene a togliere e visto che ancora non si ha la più pallida idea di cosa fare coi piccioni. Il buon giorno si vede dal mattino. Auguri Montegranaro.

Luca Craia

venerdì 4 luglio 2014

Di cosa è fatto il tetto del capannone comunale?



Mi sono affacciato alla mia finestra e mi sono chiesto: di cosa è fatto il tetto del capannone comunale di Santa Maria? Sarà mica eternit?

Luca Craia

Ripulito il teatro Novelli. Accolta l’istanza di Arkeo



Il fregio centrale - si notano i danni dell'acqua

È una buona notizia quella che apprendiamo dalla pagina Facebook dell’assessore Roberto Basso: è stato finalmente ripulito il primo piano del Palazzo Comunale, chiuso da anni per una ristrutturazione mai avvenuta e abbandonato al più totale degrado, con un tetto che fa acqua da tutte le parti e aperture che hanno permesso ai piccioni di darne un habitat ideale con conseguente ingente deposito di guano. Il primo piano del Municipio ospita, tra l’altro, quello che era il Teatro Novelli, un delizioso teatrino di fine ‘800 che fu distrutto quasi totalmente per dare spazio all’ufficio anagrafe e, su un soppalco, all’archivio comunale. Del vecchio teatro rimangono due palchetti, diversi fregi tra cui un bellissimo rosone a tempera al centro del soffitto.
La dottoressa Letizia Vallesi e l'ingegner Fabio Alessandrini durante l'ultimo sopralluogo
Già nel 2011 Arkeo si era occupata del teatro, proponendo all’allora Sindaco Gismondi un progetto di recupero dello stesso finanziato da sponsorizzazioni già reperite. Il progetto però fu inspiegabilmente rifiutato dall’amministrazione comunale. Lo scorso marzo facemmo istanza al Commissario Prefettizio Maurizio Ianieri di un atto di indirizzo che dava priorità assoluta al restauro del teatro. L’istanza fu recepita e fummo incaricati dal Commissario stesso di effettuare un sopralluogo insieme al responsabile dei Lavori Pubblici l’ingegner Alessandrini. Durante tale sopralluogo, avvenuto il 14 maggio 2014, si rilevò lo stato di degrado gravissimo dell’intero piano con particolare riferimento ai fregi del teatro e alla volta in camorcanna dello stesso che, interessati da importanti infiltrazioni d’acqua, rischiano il collasso. Si rilevò anche come fosse improcrastinabile un intervento di rimozione del guano di piccione e di chiusura dei pertugi tramite i quali i volatili potevano annidarsi nell’edificio.
Il guano di piccione e carcasse di animali morti. Tutto ciò oggi è stato finalmente rimosso.
Con la notizia di oggi data da Basso, che apprezzabilmente spiega che l’iniziativa parte dal commissario e non dall’attuale amministrazione, si è fatto un primo piccolo passo verso il recupero di questo bene culturale importantissimo per Montegranaro, fermo restando che l’intervento di ristrutturazione non è rinviabile e, come asserito in campagna elettorale dall’attuale maggioranza di governo, dovrà essere prioritario.

Luca Craia

giovedì 3 luglio 2014

Piccionman e il nuovo corso montegranarese



Gotham City, ore 00.15. Un telefono squilla.
-         Pronto, chi cxxxo ad’è a st’ora?
-         So zita Lisetta, Piccionman. Scusa, non me so ricordata che là ad'è notte!
-         Oh zi! Che è successo?
-         Un macello!!!
-         Oddio, chi è morto????
-         Nusciù, no no, non è morti nisciù. Ma ce stemo rempienne de merda de picciò natra orda.
-         Ma come? Non era jiti via tutti?
-         Sci, ma ad’è rvenuti natra orda….
-         Porca paletta… e vavè, mo’ c’aete l’assessore nòo nòo, ce penserà isso…
-         A me me pare che ecco, da quando quissi ha vinto l’eleziò, non s’è visto più un scupì manco a pagallo…
-         Ma come? Ci sta l’assessore apposta, c’ha da pensà solo a lo centro storico, e dopo un mese e passa ancora non ha fatto co’? Ma come saria?
-         O cocco, me sa che ad’è cambiate le facce ma la canzone ad’è sempre quella… qua se voli Cristo gna che te lo preghi.
-         Pozzi guastalli! So capito, me tocca a rvenì a Montegranà, mannaggia a la pupazza….

mercoledì 2 luglio 2014

Parte male l’organizzazione della cultura a Montegranaro



Ho assistito a molte riunioni di associazioni per poter mettere insieme un coordinamento delle stesse e dalla nuova amministrazione mi aspettavo di più, invece, al primo tentativo, ho assistito all’ennesima inutile riunione. Un incontro che non è servito a nulla se non a dimostrare una scarsissima conoscenza delle problematiche che riguardano il mondo associativo e un’altrettanto scarsa volontà di porvi rimedio. Non si è investita, ancora una volta, la Pro Loco di alcun ruolo istituzionale di coordinamento, anzi, si è parlato addirittura di ulteriori organismi di confronto svuotandola ulteriormente di significato. Non si sono comprese le dinamiche che muovono i rapporti tra le varie realtà associative preferendo accontentare questo o quell’amico (o farsi amico qualche nemico), senza tener conto delle specifiche competenze, del lavoro fin qui svolto, dei risultati. Non si è rispettata la peculiarità delle singole realtà preferendo mettere insieme tutti a fare tutto. Va anche considerato che, alla riunione in questione, mancavano numerosi sodalizi pure importanti. Insomma, nulla è cambiato, anzi, forse stiamo peggiorando. Si fa in tempo a correggere.

Luca Craia

I Palestinesi ora hanno torto marcio. Senza alibi.



Hanno avuto tutto il tempo, il modo, il sostegno politico internazionale per poter far valere le loro ragioni. Non lo hanno sfruttato preferendo la lotta armata, la violenza, la delinquenza allo stato puro alla politica, alla trattativa, alla ragionevolezza. Eppure il Popolo Palestinese aveva tutti i diritti di essere sostenuto, ascoltato, compreso, e la loro causa era una causa giusta, da condividere. Uso il passato, perché oggi non è più così. Dopo anni di attentati, di guerra civile, di bombe, morti, fiumi di sangue, oggi l’ultimo capitolo, il rapimento dei tre ragazzi israeliani, innocenti, civili, rapiti vigliaccamente e uccisi ancor più vigliaccamente, segna definitivamente la parola fine sulle ragioni dei Palestinesi e ne sancisce, da oggi in avanti, il torto, li porta sulla parte sbagliata della storia, annulla ogni residua ragione, distrugge ogni motivazione di solidarietà. Perché oggi i Palestinesi hanno deciso di non volere più avere ragione, ma di volere essere considerati terroristi, assassini, delinquenti della peggior specie. Con questo non sto condannando un popolo. Sto condannando i leader di un popolo e una cultura che ormai condivide questo modo di agire come se fosse un modo di fare politica. Essa è solo violenza, non più giustificabile, non più giustificata. Oggi i Palestinesi hanno perso il diritto a chiedere giustizia per la loro causa perché si sono dimostrati sanguinari, ottusi, criminali quanti chi era ed è il loro nemico. La causa palestinese è persa per tante ragioni. Ma è persa, oggi più che mai, per causa dei Palestinesi stessi.

Luca Craia