sabato 31 maggio 2014

Ritorno al futuro con Sel: la prima repubblica e il fantasma di Andreotti



Semmai vi foste fatti l’idea che il nuovo stesse davvero avanzando, mi dispiace disilludervi, non è così. C’è un fantasma che si aggira per piazza Mazzini, il fantasma della prima repubblica, di quella politica fatta di messaggi subliminali, di ricatti velati, di condizioni sine qua non dettate da pesi politici presunti o reali. Qualcuno giura di aver visto aggirarsi nel Palazzo Comunale, tra le ombre della sera,  un’altra ombra: quella di un omino piccolo, un po’ storto, un po’ aggobbito. Qualcuno giura si tratti di Andreotti. Io non lo so chi sia, so solo che sta spostando i pesi della politica cittadina dalle reali necessità, che sono urgentissime e improcrastinabili, ai soliti giochini di potere.
Se il nuovo avanza non si può creare un governo della città sulla base dei risultati elettorali e degli equilibri tra forze politiche. Non si può assegnare la delega di assessore in base a quanti voti si è preso. Le deleghe si debbono dare sulla base delle specifiche competenze. Altrimenti non è cambiato nulla: potremmo ritrovarci, per esempio, un assessore alla cultura che non sappia parlare in italiano, o un assessore ai lavori pubblici che nella vita fa il ragioniere e come tale si comporta. Ci vuole qualcosa di più, Montegranaro ha bisogno e merita di più e questo ci dovremmo aspettare dalla nuova giunta.
Invece leggo sul giornale che Vallasciani, coordinatore provinciale di SEL, arriva a Montegranaro, non so se fisicamente o solo in spirito, e detta legge al nuovo sindaco. Lo fa con lo stile tipico della prima repubblica, parlando in politichese fluente. Il messaggio è chiaro: o SEL prende un assessore o la maggioranza è a rischio. Non nomina che assessorato pretenderebbe, tutto sommato uno vale l’altro. L’importante è che i rapporti di potere all’interno della maggioranza siano salvaguardati e che in giunta tutti i partiti siano equamente rappresentati (a proposito: non era una lista civica?).
Con buona pace delle competenze. Con buona pace delle reali necessità di Montegranaro, che possono anche aspettare, dice il coordinatore degli ex comunisti: si prenda il suo tempo, Ediana Mancini, non si capisce perché tutta questa fretta. Mica sta crollando la scarpata di viale Gramsci, mica ci sono milioni di Euro da pagare, mica ci sono problemi che aspettano una soluzione urgente. Ora, l’importante, secondo Vallasciani, è stabilire gli equilibri. E pensare che io speravo in un assessore al bilancio che sapesse fare i conti, in un assessore ai lavori pubblici che capisse qualcosa di cantieri e, sognatore che non sono altro, in un assessore alla cultura che riuscisse a prendere almeno un congiuntivo su due.

Luca Craia

venerdì 30 maggio 2014

I bambini di San Liborio alla scoperta della Montegranaro sconosciuta.

Oggi abbiamo accompagnato i bambini della Prima Comunione della Parrocchia di San Liborio alla scoperta delle bellezze nascoste di Montegranaro. Bambini svegli, intelligenti, attenti che hanno capito di vivere in una città che ha anche una storia importante e tesori artistici inestimabili.












Niente mal di pancia nella maggioranza, soltanto dialettica da politica vecchio stile.



Ha poco da gioire l’opposizione di fronte alle prime fibrillazioni in maggioranza dovute alla ripartizione dei pochi seggi da assessore: è tutto normale, fa parte dei giochi quando si è di fronte a coalizioni eterogenee di questo tipo. Del resto la vecchia amministrazione, pur essendo formalmente molto più omogenea, nel corso dei quattro anni e mezzo di governo della città ha fatto questo e altro, con assessori dimissionati, sostituiti con mugugni e creazione di gruppi consiliari ad hoc, ritornati in carica con bocche storte, per finire con la spaccatura che ha portato al commissariamento. Per cui, sotto questo punto di vista, i movimenti intestini alla nuova maggioranza sono perfettamente contemplati nel gioco politico.
Però sembra di essere tornati agli anni ’80, quando c’era il proporzionale e le giunte con relativo sindaco si facevano dopo le elezioni, non prima, tessendo alleanze, rompendole, ricucendo e ristrappando. Chi non ricorda le vicende del ’90, quando avemmo il sindaco più breve della storia, quel Paolo Baleani messo sullo scranno di Basso in quanto quest’ultimo era stato eletto in Provincia, con un’alleanza estemporanea che vedeva il PSI al governo in solitaria con un inspiegabile appoggio esterno del PCI che, improvvisamente, rinsavì, “tradì” Baleani e si alleò con DC, PRI  e PSDI per far fare il sindaco a Graziano Di Battista (che poi cadde a sua volta poco dopo, favorendo il primo commissariamento della storia di Montegranaro). Altri tempi, ma un po’ li stiamo rivivendo.
E forse è questa la parte triste: si poteva sperare in qualcosa di meglio. Certo, Ubaldi ha le sue ragioni, visti i voti che ha portato alla coalizione. Beverati, dal canto suo, non è personaggio che si possa mettere in un cantuccio. Gli esponenti di SEL, per quanto nuovi e, se vogliamo, inesperti, hanno anche loro portato voti e, secondo la logica vigente, dovrebbero avere rappresentanza in giunta.
Ma è proprio questo il punto: la logica vigente, quella dell’assegnazione delle deleghe per meriti elettorali, per equilibri politici, per non scontentare nessuno. Mentre ci si potrebbe aspettare, per esempio, anzi, per assurdo, che le deleghe vengano assegnate per specifiche competenze. Ma poi arriverebbero davvero i mal di pancia. Per cui il gioco è normale: stiamo semplicemente assistendo alla metamorfosi della “Lista Stranamore” in “Giunta Stranamore”. Nulla che non ci aspettassimo. Attendiamo, ora, i primi provvedimenti, e speriamo bene.

Luca Craia

giovedì 29 maggio 2014

Silenvolo



Sto imparando a planare.
Osservare da un punto di vista lontano
lo scorrimento dei gesti e delle parole.
Lasciare che tutto turbini indisturbato
e indisturbante della mia quiete aerea.
Quanto toccherò terra di nuovo
lo farò in un pianoro appartato,
non visto, silenzioso, planando,
per poi riprendere quota, trainato
da questa nuova voglia di leggerezza.
E voi contorcetevi pure
per cercare di scorgermi tra i cumuli.
Vedrete solo una sagoma scura
perché dietro di me c’è il sole.

I Cinque Stelle hanno vinto sul serio. Perdendo.



Premetto che non sono un militante del Movimento 5 Stelle, che sono in disaccordo su molti punti con il Movimento 5 Stelle (su altri no), che non mi sogno nemmeno di fare propaganda per il Movimento 5 Stelle con quello che sto scrivendo. Mi limito ad un’analisi di quello che vedo e vedo che il motto “Vinciamo noi” utilizzato in campagna elettorale è diventato veritiero, anche se non nei termini in cui, probabilmente, lo si intendeva.
In effetti, che il Movimento 5 Stelle abbia perso, anche in malo modo, le elezioni mi pare innegabile e lo stesso Grillo non dice il contrario ma tace. Ciononostante i pentastellati hanno vinto o, quantomeno, stanno vincendo. Stanno vincendo su un piano morale, stanno facendo passare, in maniera in qualche modo inconscia, la necessità di moralizzazione della politica. L’antipolitica, questo termine che, in realtà, non significa nulla perché si fa politica anche quando si è antipolitici, sta mutando, lentamente ma inesorabilmente, il dna degli elettori che, anche continuando a votare i vecchi partiti, le stesse persone, gli stessi programmi fantasiosi e fantascientifici, ora cominciano a pretendere pulizia e onestà, trasparenza e spirito di servizio. E gli stessi politici di altri schieramenti cominciano a mutare anch’essi, lentamente ma inesorabilmente. È un processo lungo ma è già iniziato. È proprio questa la vittoria del Movimento 5 Stelle.
Una vittoria che travalica il risultato elettorale. La sconfitta alle elezioni è la sconfitta di un modo di porsi nei confronti degli elettori o, meglio, dei cittadini che non paga più. È la sconfitta della voce grossa, della parolaccia, del rifiuto della dialettica. È la sconfitta di un atteggiamento arrogante e presuntuoso, anche se mosso da buoni propositi. È la sconfitta dell’antieuropeismo a oltranza, non analitico e non selettivo. È la sconfitta di quella tendenza fascistoide che, evidentemente, spaventa. È la sconfitta di Beppe Grillo, non del Movimento 5 Stelle che, nonostante il responso delle urne, rimane la vera grande novità politica (non antipolitica) in Italia. E rimane, forse, una grande speranza, a patto che lo sconfitto Beppe riesca finalmente e farsi da parte, o che gli stessi attivisti del Movimento riescano a mettercelo, da parte. Perché se il Movimento riuscirà a evolversi e a diventare propositivo, analitico, a scrollarsi di dosso quell’odore qualunquista e populista, quel sospetto di filofascismo, ad affrancarsi da quel padre ingombrante e, oramai, dannoso, allora sì che vincerà, anche nelle urne. Per intanto assistiamo alla rivoluzione morale che i 5 Stelle hanno innescato e che, forse, è quello che conta davvero.

Luca Craia

Dopo elezioni: i buoni propositi sui social e la realtà.



Molti candidati alle elezioni che si sono appena svolte hanno affidato le loro considerazioni post-voto ai social network dando testimonianza di sensazioni, emozioni, proponimenti e considerazioni su avversari e compagni di schieramento. Questi pensieri lasciati a disposizione degli elettori sono un fatto nuovo ed estremamente positivo perché ci danno la possibilità di fare delle valutazioni non solo sulla proposta politica ma anche sull’umanità dei candidati che, prima di essere persone impegnate in politica, sono persone e basta.
Mi ha molto colpito, in questo senso, quanto scritto sul suo profilo di Facebook da Mauro Lucentini, già assessore prima ai lavori pubblici e poi alla cultura, con una pausa involontaria in mezzo, nella giunta Gismondi. Lucentini parla ai suoi sodali in lista dopo la sconfitta elettorale e fa alcune considerazioni da vero leader quale lo possiamo considerare. Elogia i suoi, effettua conteggi, fa un’analisi del voto più o meno condivisibile in relazione al fattore “Basso” e alle sue conseguenze sul flusso elettorale e fa dei propositi assolutamente positivi circa il ruolo che attende lui, Gismondi e la Zincarini, i tre eletti della lista che sosteneva l’ex sindaco, in qualità di consiglieri comunali di opposizione.
C’è però un passaggio che trovo piuttosto contradditorio, ed è il momento in cui Lucentini, rivolto alle “nuove leve” presenti in lista col suo schieramento, afferma: “avete già rimpiazzato una classe politica che non meritava più di essere considerata tale”. Non capisco: gli eletti della sua lista sono proprio lui, Gismondi e Anna Lina Zincarini, tutti e tre considerabili non di primo pelo. Chi sarebbe, quindi, questa classe politica rimpiazzata? E, soprattutto, perché questa classe politica a cui Lucentini si riferisce, non meriterebbe di essere considerata tale? Per aver governato male? Lo stesso Lucentini è al governo della città da più di una consiliatura, anche se ora deve sedere sui banchi dell’opposizione. Quindi si riferisce forse a se stesso? O piuttosto a chi ha vinto le elezioni? Ma, anche in questo caso, non è chiaro: chi ha vinto non è stato rimpiazzato, anzi. E non ha governato ultimamente, per cui perché non dovrebbe essere considerato “classe politica” degna di questo nome?
Comunque, auguri all’ex maggioranza ora diventata opposizione. Anche questo è un ruolo che richiede molto impegno. I propositi sono buoni. Giudicheremo, poi, i fatti.

Luca Craia

mercoledì 28 maggio 2014

Montegranaro nell’editoria turistica. L’impegno di Arkeo per la promozione del territorio.



È uscita da qualche giorno la nuova guida della collana Marche in tasca edita da Claudio Ciabochi Editore. Il volumetto, intitolato Marche segrete – Alla scoperta delle città sotterranee, è una guida esaustiva e particolare di luoghi nascosti e insoliti della nostra regione, “cisterne, grotte, sotterranei, criptoportici”, poco conosciuti ma visitabili e si sviluppa, osservando la suddivisione territoriale della regione in province, fornendo una scheda sintetica ma completa di ogni luogo indicato completata da un ottimo corredo fotografico. L’edizione, inoltre, è pregevole sia per la carta che per l’impostazione grafica.
Il fotografo ed editore Claudio Ciabochi
All’interno, tra i luoghi enumerati, c’è anche la nostra “Cripta” di Sant’Ugo, fortemente voluta da Ciabochi e inserita grazie alla collaborazione con il sottoscritto e la mia associazione, Arkeo, avendone fornito le informazioni storico-artistiche e avendo collaborato alla realizzazione del servizio fotografico. Ringraziamo per questo Claudio Ciabochi per avercene dato l’opportunità.
La giornalista e scrittrice Wendy Hennessy
Siamo particolarmente orgogliosi di questo ulteriore tassello che testimonia il nostro impegno, che va avanti ormai da anni, per promuovere il nostro territorio e, in particolare, la città di Montegranaro turisticamente e culturalmente a livello nazionale e internazionale. Uscirà a breve anche il lavoro della giornalista e scrittrice inglese Wendy Hennessy nel quale troverà spazio Sant’Ugo e Montegranaro grazie alla collaborazione strettissima tra Arkeo e la Hennessy che, tra l’altro, ci onoriamo di avere come socia. La guida di Wendy Hennessy sarà edita e distribuita nei paesi anglofoni.
I frutti di questo impegno, che spazia dalla presenza nei testi turistici alla promozione capillare sul web e tramite contatti di settore, sta dando frutti tangibili, tanto che Montegranaro è sempre più spesso meta di visitatori provenienti da ogni dove, molti anche stranieri. Registriamo un forte incremento di visite e questo premia il lavoro certosino che da qualche anno stiamo portando avanti con passione, amore e con molte difficoltà.
Chi volesse acquistare la guida di Ciabochi può farlo online sui maggiori siti di vendita editoriale, nelle migliori librerie e anche contattando direttamente Arkeo.

Luca Craia