sabato 17 maggio 2014

La casa della cultura qual'è?



Ho trovato supponente, presuntuoso e irritante il post pubblicato ieri sulla pagina Facebook degli Amici della Musica di Montegranaro. Tale post ritraeva alcuni membri dell’associazione in attività all’interno della Biblioteca Comunale ed era titolato “La Settimana della Cultura nel luogo di competenza”. Dato che La Settimana della Cultura, l’evento a cui gli Amici della Musica partecipano ma Arkeo no anche se l’ha ideato e progettato, sostanzialmente l’ho creata io anche se poi, per criteri di opportunità e, se vogliamo, con quel po’ di umiltà che manca a tanti “paladini della cultura” nostrani, ne ho lasciato il coordinamento alla Pro Loco, mi sento autorizzato a rimanere basito di fronte a tale affermazione.
Qual è il luogo di competenza della cultura e, nella fattispecie, della Settimana della Cultura? La biblioteca? Quella biblioteca che, quando proposi a marzo di estendere l’evento alla provincia si tirò indietro? Non è la Pro Loco l’organismo deputato a coordinare le iniziative di questo tipo? La cultura è un bene di tutti, qui si vuol fare intendere che, invece, appartiene a un’elite. Forse è per questo che a Montegranaro abbiamo più associazioni che persone che vi militano. Forse è per questo che non si riesce a coordinarle. Forse è per questo che la Pro Loco non riesce a fare bene il proprio lavoro.
Comunque qualcuno deve aver fatto notare la gaffe, perché il post è stato opportunamente modificato: ora si legge “La biblioteca è la prima casa della cultura”. Non sono completamente d’accordo, visto che è UNA casa della cultura tra le altre, ma siamo migliorati.

Luca Craia

Il centro storico sta dentro le mura!



Capiamoci bene, perché mi pare che buona parte di chi vuole amministrare Montegranaro per i prossimi cinque anni non abbia ben chiaro il concetto. Per centro storico si intende tutta la parte della città inscritta all’interno delle mura castellane. Quello che sta fuori, tecnicamente e strategicamente, non è centro storico. Per cui il mio amico ex Sindaco, Gastone Gismondi, non può rispondere ad una domanda di Marisa Colibazzi su cosa intende fare per valorizzare il centro storico di Montegranaro con un progetto di consolidamento della scarpata di viale Gramsci e con interventi atti a migliorare i parcheggi, sempre in viale Gramsci. Così come la mia amica Ediana Mancini non può rispondere alla stessa domanda con un intervento rivoluzionario sempre in viale Gramsci. Signori miei, viale Gramsci non è centro storico! Il centro storico sta da un’altra parte e duole constatare che si abbia un’idea così vaga di cosa sia, tanto che sono vivamente preoccupato. Servono interventi seri e serve una visione di insieme concreta. E servono i soldi per recuperare la parte vecchia della città. Per ora ci sono solo tanti bei progetti, la gran parte focalizzati altrove. Sono pessimista? Si, per forza, quando si scambia il centro storico con i giardini di viale Gramsci  o con la scarpata c’è poco da essere ottimisti.

Luca Craia

giovedì 15 maggio 2014

Ecco come funziona la collaborazione tra le associazioni



Sono stato sempre un convinto sostenitore della necessità per le tante associazioni di Montegranaro di collaborare tra loro per una serie di motivi, tra i quali la consequenziale migliore offerta culturale e il sincronismo tra eventi che non si vadano più ad accavallare. Oggi, alla luce di anni di brutte esperienze, ho cambiato idea e dico che la collaborazione, per quanto auspicabile, allo stato attuale e con certi personaggi che si occupano di associazionismo, non è possibile.
Ultimi accadimenti a suffragio di quanto sto affermando: la Banda Omero Ruggieri, della quale mi onoro di essere uno dei fondatori ma, sottolineo, non più in carica nel direttivo avendone date le dimissioni lo scorso novembre, ha organizzato per il giorno 7 giugno prossimo presso il Campo dei Tigli la seconda Festa della Banda (la prima s’era svolta l’anno scorso nello stesso periodo). Lo scopo della festa è di far conoscere e promuovere l’attività dei nostri volenterosi ragazzi che stanno lavorando per dare una banda musicale consona alla città di Montegranaro e, nello stesso tempo, siccome l’attività dell’Associazione richiede un notevolissimo impegno economico che grava quasi totalmente sulle tasche degli iscritti e dei genitori dei ragazzi, visto che il Comune non ha tirato fuori un centesimo per sostenerla, la festa serve per autofinanziarsi. Ci saranno esibizioni di cantanti come la nostra Matilde Nicoziani e Monica Giorio di X-Factor nonché dei nostri giovani musicisti facenti parte della Banda, e ci saranno stand gastronomici per restare fino a tarda sera.
È un momento fondamentale, quindi, per la vita e l’attività della Banda Omero Ruggieri che va considerata un patrimonio di tutta la città e quindi sostenuta. E invece a Montegranaro che succede? Succede che Città Vecchia organizza per la stessa sera una cena in piazza. La Banda ha comunicato l’evento alla Pro Loco e all’ufficio cultura del Comune già da qualche mese, verificando e sincerandosi che non vi fossero altri eventi in quella data. Invece ecco che ne spunta un altro, in concorrenza e a poca distanza (in piazza Mazzini). Possibile che l’ufficio cultura non sia riuscito a coordinare le due cose? Possibile che la Pro Loco non sia riuscita ad evitare l’accavallamento? Cosa non ha funzionato? Pare che Città Vecchia abbia organizzato tutto senza sentire nessuno, ma occupa il suolo pubblico. Il permesso deve essere venuto dall’Ufficio Cultura. Come mai si è permessa questa sovrapposizione? Non era possibile spostare l’evento di Città Vecchia? Magari alla settimana successiva? Perché è evidente che l’informazione, se non l’organizzazione, di questa manifestazione è arrivata dopo di quella della Banda.
Non basta. La festa della scuola organizzata da G.O Genitori Oggi per sabato 17 maggio, forse per le tante polemiche o forse per reali problemi logistici, viene rimandata. Indovinate a quando? A venerdì 6 giugno, il giorno prima della festa della Banda. Ora immaginiamo che genitori e parenti di ragazzi che partecipano alla Banda ma vanno anche a scuola debbano scegliere o l’una o l’altra cena, difficilmente le faranno entrambe. Quindi sono tre gli eventi uguali e con lo stesso target accavallati in poco più di ventiquattro ore.
Questa è la collaborazione tra associazioni. Questo è il rispetto tra associazioni. Questa è l’organizzazione degli eventi a Montegranaro: una Pro Loco che cerca di coordinare ma che non ci riesce per diversi motivi e un ufficio cultura che sembra distratto. In questo caso a rimetterci sarà probabilmente la Banda. Ma di questo passo non si va da nessuna parte. E in realtà, a rimetterci, è Montegranaro.

Luca Craia

mercoledì 14 maggio 2014

Arkeo in sopralluogo al Teatro Novelli



Stamattina, insieme all’ingegner Fabio Alessandrini, capo dell’Ufficio Tecnico comunale e alla dottoressa Letizia Vallesi, redattrice del nostro progetto di recupero del teatro Novelli, su incarico del commissario prefettizio dott. Ianieri abbiamo effettuato un sopralluogo al piano primo del Palazzo Comunale di Montegranaro per verificare lo stato del teatro Novelli e dell’intero piano al fine di studiare future soluzioni.
La situazione che abbiamo trovato è a dir poco allarmante. La volta in camorcanna del teatro, deliziosamente decorata a tempera, risulta fortemente danneggiata da infiltrazioni di acqua piovana dovute alla fatiscenza del tetto sovrastante. È preoccupante sia lo stato dei dipinti che quello della volta che potrebbe avere, in un tempo presumibilmente breve, danni strutturali irreparabili.
Altrettanto preoccupante la situazione igienica: all’interno dell’edificio dimorano numerosi piccioni, il suolo è lastricato di guano e numerose carcasse di animali morti giacciono a terra. L’odore è insopportabile.
È evidente la necessità di intervenire con la massima urgenza. Ovviamente il primo passo dovrà essere diretto verso l’igienizzazione dei locali, chiudendo l’accesso ai volatili e allontanando quelli presenti, per poi pulire e sanificare il tutto. Molto più complicato il recupero strutturale del tetto e del piano dell’edificio: sono numerose e copiose le infiltrazioni d’acqua, il tetto risulta imbarcato e questo solo per quanto riguarda la messa in sicurezza. Il recupero interno, poi, considerando impianti e suppellettili, sarà comunque pesantissimo. Occorre quindi muoversi con estrema sollecitudine per intercettare fondi utilizzabili per questo scopo, e la presenza del teatro può agevolare la ricerca di risorse, a patto che ci metta in azione immediatamente, sia per la ricerca dei fondi sia per scongiurare il verificarsi di nuovi ulteriori gravi danni.

Luca Craia

Che brutto futuro, Montegranaro.



Ha perso di tono la campagna elettorale montegranarese. Dopo una partenza scoppiettante, dopo un periodo di violenze verbali mai udite, dopo i manifesti strappati, le denuncie di presunte “vessazioni”, dopo i duelli tra fratelli-coltelli e gli attacchi personali a candidati e parenti degli stessi, ora sembra dormano tutti. Una campagna elettorale che diventa scialba, con argomenti poveri, con un confronto pressoché nullo.
I programmi sono quasi tutti sul tavolo. Lasciano il tempo che trovano, come sempre. Si promette, una montagna di blablablà, progetti faraonici e rivoluzionari, soluzioni per tutto e tutti e, in realtà, leggendo bene, fuffa. Tanta fuffa. Certo, qualche spunto positivo c’è, e facendo una bella cernita tra le tante stupidaggini, facendo una summa tra quel che resta di buono tra tutti e cinque i progetti e facendone uno solo forse, e dico forse, potrebbe venir fuori qualcosa di credibile e realizzabile. In medio stat virtus, dicevano gli antichi. Certo che fare la media tra cinque proposte non è facile. Povero elettore.
Non si parla di come si vuole sviluppare economicamente la città, come la si vuole aiutare ad uscire dalla crisi, come si intende sostenere l’imprenditoria, il lavoro, l’occupazione, l’integrazione sociale. Se ne parla, intendiamoci, ma è un blablablà. Si parla di centro storico, ne parlano tutti, sembrava dovesse essere il campo su cui giocare la partita. Poi si scopre che Stranamore intende per centro storico viale Gramsci, che sta fuori le mura, e che Gastone, che sembra averne un’idea un po’ più precisa almeno puntando sul potenziamento di piazza Mazzini, che sta dentro le mura, vuole però vendersi palazzo Francescani. Per il resto, le case che crollano, la carrabilità, l’incentivazione all’investimento, nulla. Non si parla del progetto Horizon 2020, che potrebbe essere la soluzione di tanti mali, e che scade a breve.
Al di là delle promesse luccicanti, insomma, non c’è nulla di rivoluzionario. E visto che le promesse luccicanti saranno dure da realizzare data la situazione debitoria, quel che resta è una vaga idea di ordinaria amministrazione. Si, sono pessimista, lo ammetto. E fortemente tentato di andare al mare, il 25 maggio, dando retta, per una volta in vita mia, a quel criminale di Craxi. Solo che devo tenere la cripta aperta quel giorno. E chissà che non continui a piovere.

Luca Craia

venerdì 9 maggio 2014

Arkèo abbandona la propria creatura, la Settimana della Cultura, cacciata dai soliti noti.



Capita talvolta di dover rinunciare ai propri progetti per salvaguardare la propria dignità. Così è capitato che Arkeo ha dovuto rinunciare al suo progetto della Settimana della Cultura, un progetto ideato, portato avanti, proposto in provincia, un progetto che ha richiesto impegno, lavoro, incontri, viaggi, telefonate, lettere, un progetto che poi Arkeo ha messo a disposizione della collettività affidandone il coordinamento alla Proloco. Affidare il coordinamento, però, non equivale a togliersene la paternità: il progetto è nostro, è stato da noi ideato e ne andiamo, credo giustamente, fieri. Ciononostante abbiamo dovuto uscirne, nostro malgrado.
Lavorare nell’associazionismo è complicato, a Montegranaro lo è davvero tanto. A Montegranaro esiste prima di tutto il tornaconto personale, la ricerca spasmodica di visibilità, l’invidia, la cattiveria. Poi, se dopo tutto questo ci avanza un po’ di spazio, ci mettiamo il bene comune. Non sto parlando, ben inteso, di tutto l’associazionismo cittadino, che è fondamentalmente sano e forte. Sto parlando di alcune realtà ben precise ed individuabili che cercano (e spesso riescono) ad egemonizzare il panorama culturale con intrecci politici, alleanze trasversali e tanta, tanta cattiveria.
Ieri sera c’è stata una seconda riunione per organizzare la Settimana della Cultura, una riunione indetta dalla Proloco che già nei giorni scorsi dava evidenti avvisaglie di burrasca. Le avvisaglie annunciavano il giusto. Nei giorni scorsi, dicevo, avevo già registrato malumori da associazioni che si lagnavano del bibliotecario non interpellato (che invece lo era stato, eccome). E di altre che premevano sulla Proloco perché non gradivano il ruolo svolto da Arkeo. Alla riunione, senza tanti giri di parole, Città Vecchia e Archeoclub hanno subordinato la loro partecipazione all’iniziativa al fatto che Arkeo non dovesse avere alcun ruolo organizzativo, dimenticando che tutto è partito proprio da noi, dimenticando che già avevamo lasciato la leadership del progetto alla Proloco. Ma toglierci anche l’orgoglio di dire che l’idea è nostra no, questo non possiamo tollerarlo.
Arkeo lascia la Settimana della Cultura. Lo fa con una decisione sofferta ma unanime del Direttivo che preferisce non ingaggiare battaglia su questo punto e lasciare che la manifestazione abbia il suo corso, perché siamo convinti che la nostra fosse davvero una buona idea. Ci facciamo da parte, visto che siamo così antipatici, scomodi, puzzolenti. Faremo le nostre cose, apriremo la Cripta, faremo la passeggiata sotto le stelle, ma lo faremo con le nostre sole forze, ce la possiamo fare. Abbiamo capito che la collaborazione tra associazioni, a Montegranaro, finchè ci saranno realtà che puntano solo al proprio tornaconto, non è possibile. Faremo la nostra parte, come abbiamo sempre fatto. Ma non chiedeteci di collaborare. Abbiamo sempre collaborato con tutti quelli che ce l’hanno chiesto. Ma se collaborare significa calpestare la propria dignità preferiamo lavorare da soli. In attesa di un auspicabile rinsavimento.

Luca Craia

giovedì 8 maggio 2014

Lavarsi la coscienza con una scritta



Bring back our girls: un’enorme ipocrisia. Un’ipocrisia pericolosa. Ipocrisia perchè è così che il mondo occidentale si lava la coscienza, si mette tranquillo di fronte a fatti eccezionalmente cruenti ai quali non vogliamo mettere rimedio, ai quali non abbiamo intenzione di pensare più di tanto. Abbiamo fatto guerre sante in tutto il mondo giustificandole con motivazioni etiche e morali, guerre ufficialmente umanitarie per salvaguardare libertà e democrazia. Ma in Nigeria la democrazia non ci interessa, ci scuote un po’ il rapimento delle studentesse ma non abbastanza per pensare di intervenire.
Così, se noi umili pecore ci accodiamo a iniziative fatte passare per popolari ma sponsorizzate niente popò di meno che dalla first lady americana, se l’opinione pubblica, manipolabile e manipolata a piacimento da chi governa il mondo, si mostra costernata di fronte all’ennesima violenza mostrando il proprio biasimo con magliette, scritte, post sui social network, in questo stesso modo il pastore delle pecore si mette tranquillo: quello che si doveva fare si è fatto, ossia si è pacificata la coscienza collettiva e poi basta.
E tutto questo è pericoloso: diamo rilievo all’azione dei terroristi, gli facciamo vedere che hanno colto nel segno. Perché è questo che volevano: farsi notare dall’opinione pubblica mondiale. Scrivere in giro “bring back our girls” serve a dire ai terroristi: “bravi, il vostro gesto ha sortito l’effetto voluto. Continuate così.” E lo facciamo con la coscienza a posto.

Luca Craia