lunedì 2 marzo 2015

Sei gay? Non puoi più guidare - di Anna Lisa Minutillo



Il paese delle stranezze ha colpito ancora! Qualcuno dovrebbe riuscire a spiegare dall’alto delle sue competenze cosa abbia a che vedere il rinnovo della patente con le scelte sessuali di un cittadino quasi come se per guidare occorressero attributi differenti oltre al cervello per l’attenzione ed agli arti per cambiare le marce o per frenare.

Continuiamo a ritenerci persone mature ,preparate, di larghe vedute ma di largo alla fine possediamo solo la bocca che più i cervelli sono piccoli e più compensiamo con il parlare a sproposito spalancando troppo per farle prendere troppa aria tutta quella di cui priviamo chi se non lede la libertà altrui ha tutto il diritto ad accompagnarsi a chi vuole nella sua vita perché la vita è solo sua e non di chi la giudica senza soffermarsi un solo attimo a riflettere.
Lasciamo la patente a chi si ubriaca e diventa pericoloso, a chi si droga e perde il contatto con la realtà , a chi fresco di patente concediamo di guidare grandi cilindrate senza accertarci che le sappiano guidare con coscienza ,ma si sa noi” italioti” siamo fatti così: pronti a distruggere chi infondo non sta ne rubando e neanche disonorando nessuno ma solo correttamente rinnovando( quindi rispettando le procedure di legge) un documento .

Siamo un popolo assurdo, diabolico che torna lentamente al medioevo voltando le spalle a tutto il lavoro che per anni si è tentato di fare ,dando consensi a chi ci ha ridotti alla fame privandoci dei sogni., del lavoro, delle nostre ambizioni , tutti contenti nell’intimo e all’esterno indignati ed arrabbiati ,tutti a ricoprire un ruolo che qualcuno gioca per noi, tutti a dire e pochi a fare ed onestamente. Siamo sempre più stanchi di dover arrivare a “tirare le orecchie” a chi volutamente sbaglia ,a chi ragiona per modo di dire ,a chi vede nella libertà sessuale una macchia da ridicolizzare a me fanno molta più paura soggetti così e non chi infondo ama senza portare via nulla a nessuno cosa che non siamo più capaci forse di fare noi.

Questi i fatti :

Simone R., 28 anni, di La Spezia, attualmente residente a Pavia, è andato a chiedere il rinnovo della patente alla Prefettura di Milano. Ma il rinnovo gli è stato negato. La motivazione è che sarebbero venuti a mancare “i requisiti psicofisici richiesti”.

Simone, omosessuale, non ci sta e ha presentato ricorso al giudice di pace di Pavia, sostenuto da Agitalia, associazione per la giustizia in Italia. La Prefettura, ha rifiutato il rinnovo in seguito alle conclusioni del medico legale e della Motorizzazione, ma la causa è già partita.

La Corte di Cassazione si era pronunciata su una vicenda del tutto analoga, stabilendo non solo l’illegittimità di quel rifiuto ma anche il danno provocato alla persona che ne era stata destinataria e che per questo dovrà essere adeguatamente risarcita. Nonostante quella sentenza e soprattutto a dispetto dell’articolo 3 della nostra Carta costituzionale, un altro funzionario pubblico, un medico del servizio sanitario nazionale, e di conseguenza la prefettura di Milano, mettono in campo un altro provvedimento del tutto simile a quello sanzionato dalla Suprema Corte, ideologico, illegale e profondamente lesivo della dignità di un cittadino”.

Piuttosto che chiudere gli occhi cerchiamo di aprire il cuore , smettiamo di considerare le “diversità” come delle cose da cui fuggire perché sono proprio loro a colorare questo mondo che alla fine è solo una grande accozzaglia di ruberie varie .

Soffermiamoci a pensare a chi evade, a chi millanta tanta professionalità a chi illude e gioca con le vite altrui , accertiamoci che gli omicidi stradali vengano riconosciuti come tali perché infondo è di omicidio che si tratta quando ci si mette alla guida senza essere in grado di farlo e si troncano le vite di chi ha la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, e lasciamo continuare a guidare chi non priva di niente nessuno e se era in grado di guidare non avendo dichiarato la suo omosessualità può continuare ad esserlo anche ora.

Quanta pochezza nell’arroganza degli ignoranti e quanta paura mi fa pensare ad un mondo come questo…


mercoledì 25 febbraio 2015

Quantapolitica



Proprio a voi vorrei narrare
una storia elettorale
dove un uomo, imbarazzato,
non sapendo il risultato

in anticipo dell’urne,
incapace di dedurne
le sue proprie conseguenze,
andò in cerca di aderenze

regalando sorrisoni,
pacche, appoggi ed abbraccioni
ai parecchi candidati
che si eran presentati.

Lui cercava furbamente
di sembrare indifferente
e magari esser fautore
del successo al vincitore.

Gran fatica dovè fare
per non farsi smascherare
saltellando come in prato
tra l’un l’altro candidato.

Alla fine, il poveretto,
pur di esser ben accetto
dal futuro vincitore,
faticò per ore ed ore

finchè poi giunse il momento
del responso scoprimento.
Ma siccome tanto fare
ti può fare anticipare
.
di un momento la tua uscita
sulla scena in sé ardita,
dove a destra c’è un amico
e a sinistra il bolscevico

alleato col fascista,
si ritrova in bella vista
incapace di pensare
bene bene dove andare.

Così sente gridar gioia
dalla parte sua sinistra
poi a destra, con sua noia,
canta pure l’ex fascista.

Così parte del paese
lo guardò ch’era confuso
col le braccia come arrese
nel dilemma così astruso.

“Chi avrà vinto le elezioni?”
domandossi il poveretto.
Cento e mille deduzioni
Gli affollarono il berretto.

Scelse a manca sorridente
ma si accorse che la gente
triste s’era trasformata
perché fu male informata.

Avean vinto quelli a destra
così lesto si invertì
arrivò con corsa lesta
con quell’altri a divertir.

Pochi videro, in paese,
questa scena scompisciante.
Ma chi vide poi comprese
quanto l’uomo era strisciante.

Questa storia vi ho narrato
acciocchè vi sia spiegato,
quanto sia, se guardi in tondo,
assai falso questo mondo.

Parte la Primavera Culturale di Arkeo



L’impegno di Arkeo non si ferma mai. Dopo un intenso autunno culturale abbiamo utilizzato i primi due mesi del 2015 per organizzare la nuova stagione. Ne è scaturito un programma interessante che, siamo certi, arricchirà Montegranaro culturalmente. Il programma è ancora in divenire perché sono ancora molte le iniziative in cantiere per il momento non definite.
Si parte con la consueta apertura mensile di Sant’Ugo, prevista per domenica prossima, 1 marzo, con l’orario abituale 16.00/19.30. Grazie all’apporto dei nuovi volontari ora possiamo garantire un migliore servizio, con più persone a disposizione dei visitatori, e stiamo ragionando su nuove aperture magari con altri orari. Sant’Ugo è il bene più prezioso che abbiamo a Montegranaro: lo abbiamo promosso negli anni portando le visite a poco più di zero a circa 3000 persone l’anno e stiamo ulteriormente lavorando per incrementarle convinti che è da qui che deve partire la nuova economia turistica del paese.
Ma non di solo turismo ci occupiamo: venerdì 13 marzo abbiamo organizzato un concerto col gruppo pop-vernacolare Agrikola Pius. Il concerto si terrà all’Auditorium Officina delle Arti alle ore 21.30. Gli Agrikola, gruppo piuttosto noto in tutte le Marche, hanno all’attivo due cd e diversi concerti live. Tornano dal vivo a Montegranaro dopo un periodo di silenzio con uno spettacolo estremamente divertente chiamato The Concert Yoppe Lou Yammetoo, dove eseguiranno un vasto repertorio di musica ben eseguita ma con testi irriverenti e spassosi. L’ingresso è libero e chi vorrà potrà lasciare un’offerta destinata al nostro progetto di restauro della pala dell’altare maggiore della chiesa dei SS.Filippo e Giacomo.

Ancora iniziative volte a portare gente a Montegranaro: il 20 marzo, alle ore 21.30, ci troveremo sotto la grande quercia di Villa Luciani per il quarto appuntamento con A Salire a le Stelle, la passeggiata notturna per la campagna montegranaresi a caccia di stelle guidati dal nostro vicepresidente astrofilo Dino Gazzani. Dino ci accompagnerà alla scoperta di un nuovo pezzo di volta celeste che, con l’equinozio di primavera, cambia ancora una volta. I precedenti appuntamenti con questa iniziativa hanno riscosso un notevolissimo successo.
Il 28 marzo sarà la volta di Anna Maria Cerquetti che ci presenterà un recital viaggiando tra il racconto della riscoperta del Miracolo Eucaristico di Morrovalle e la splendida voce di Jenny Rosini. Un nuovo modo di raccontare che esce dagli standard della conferenza storica per diventare un percorso della mente e del cuore sulle note di gospel e spiritual. Con Anna Maria Cerquetti ci vedremo all’Oratorio San Giovanni Battista di Montegranaro alle 21.30.

Ultimo appuntamento per ora in programma è quello del 19 maggio, alle 16.30 presso l’Oratorio San Giovanni Battista. Medardo Arduino ci presenterà i suoi due ultimi lavori letterari. Lo storico dell’architettura, noto per le sue teorie sulla presenza carolingia nelle Marche che rivoluzionano la storia del medioevo come l’abbiamo finora conosciuta, ama molto Montegranaro e anche questa volta ha deciso di presentare le sue fatiche al nostro pubblico. Un appuntamento da non mancare che si ripeterà poi in estate, con data da stabilirsi, per la sua visione della Chanson de Roland, in un viaggio tra storia, letteratura e leggenda estremamente coinvolgente.
Un programma ricco, ancora in evoluzione, che tende a portare cultura a Montegranaro, nella convinzione che essa sia il volano per l’economia del futuro. Non perdetevi neanche un appuntamento: non ve ne pentirete.

Luca Craia

Perché Arkeo a Casette d’Ete? La nostra disponibilità per il bene comune del territorio.



Qualcuno me l’ha chiesto: ma che c’entrate voi, di Montegranaro, con la Basilica di Santa Croce? Con Casette d’Ete? La risposta è semplice: c’entriamo perché, se si vuole promuovere Montegranaro bisogna farlo in un contesto territoriale. Il nostro territorio è ricchissimo di attrattive culturali che potrebbero stimolare un notevole flusso turistico e una conseguente nuova economia di settore. Nessun paese, però, nemmeno Fermo, è in grado di formulare un’offerta appetibile per l’utente se lavora da solo, nessun paese possiede sufficienti siti culturali da diventare attrattiva in maniera autonoma. Noi lo diciamo da anni: occorre agire a livello territoriale, dimenticare i campanili e lavorare insieme.
È per sperimentare questo assioma che abbiamo proposto all’Associazione Santa Croce, con la quale già da tempo esiste un fitto scambio intellettuale, di organizzare la manifestazione di domenica scorsa, approfittando della Giornata della Guida Turistica. L’identità di vedute su questo tema da parte delle nostre due associazioni ha reso il compito di Sabina Salusti, che ha ideato e coordinato il progetto, molto più lieve. Abbiamo lavorato all’unisono e abbiamo incassato un importante risultato che, al di là dei numeri che pure sono più che lusinghieri, testimonia che avevamo ragione: se si lavora insieme la forza non raddoppia ma si moltiplica esponenzialmente. Figurarsi un lavoro corale di tutti coloro che operano nel settore: potremmo fare del territorio fermano-maceratese una nuova Toscana.
Leggo oggi sul giornale che anche Marca Fermana, finalmente, comincia a ragionare in questo senso. È una buona notizia, perché fino ad oggi le istituzioni si sono mosse in tutt’altra direzione. Ora, però, occorre quella dose di umiltà che chi lavora a livello istituzionale raramente ha: occorre confrontarsi e collaborare con chi già opera nel settore, siano essi enti, aziende o associazioni come nel nostro caso. Occorre sfruttare tutte le conoscenze acquisite, le esperienze e i sistemi.
A Montegranaro il Comune tende a sostituirsi a chi già opera da anni (leggi Arkeo) senza però coinvolgere tali realtà e utilizzarne l’esperienza e il know how. L’impressione, quasi certezza, è che si cerchi più visibilità che risultato. In questo modo si rischia di affossare il lavoro fin qui svolto con risultati anche ragguardevoli e ripartire da capo con un progetto che, già da ora, sembra poco convincente. Tutto ciò è, oltre che presuntuoso, estremamente pericoloso.
Al di là del pensiero politico, vorrei ribadire che conta il bene superiore del territorio. Per questo Arkeo è a disposizione del Comune di Montegranaro per elaborare progetti concreti basandosi sull’esistente. Lo siamo sempre stati, fin dall’inizio, ma fin’ora ci si è risposto picche. La nostra unica condizione è che ci venga moralmente riconosciuto il lavoro fin qui svolto e la capacità ampliamente dimostrata di convogliare pubblico a Montegranaro, pur con mezzi scarsi. Noi siamo disponibili. Fateci sapere.

Luca Craia

martedì 24 febbraio 2015

Il Sindaco vuole il forum delle Associazioni ma non le consulta


È singolare che il Sindaco gridi a gran voce la volontà di creare un forum per il coordinamento delle Associazioni ma, nel farlo, non le consulti per niente. Almeno io non sono stato mai consultato né mai è stato chiesto il mio parere al riguardo e mi pare di capire che sia lo stesso per le altre (eccezion fatta, forse, per le quattro che hanno unito i loghi sotto l’egida del Comune).
Seppur non richiesta, quindi, dirò la mia opinione: il Sindaco interpreta, ancora una volta, la volontà egemonica più volte espressa da questa amministrazione. Già aveva tentato di prendere il controllo dell’organizzazione del Presepe Vivente non riuscendovi per la netta opposizione delle associazioni partecipanti. Ora, non paga, vorrebbe creare questo “forum” che, francamente, non si capisce a cosa debba servire. Che sia necessario un coordinamento delle iniziative è fuor di dubbio e lo diciamo da anni, ma per far questo non serve alcun forum: basterebbe che se ne faccia carico l’ufficio cultura gestendo un semplicissimo database dove protocollare le varie manifestazioni per evitare accavallamenti, oppure si potrebbe investire finalmente la Proloco di quel ruolo che non ha mai avuto sia per errori compiuti che per mancanza di volontà politica da parte del Comune stesso.
Ciò detto vorrei chiarire che, qualora si istituisse questo fantomatico organismo, pur se contrario non potrei esimermi dal parteciparvi. Ma vorrei che i nostri amministratori e i politici in genere capiscano che mettere le mani sull’associazionismo per farne strumento proprio di propaganda politica non verrà consentito. Se si vorrà strumentalizzare l’opera dei tanti volontari che si prodigano senza secondi fini per il bene della città, questo non sarà consentito. Se si vorrà pilotare le iniziative sfruttandole e proprio favore, questo non sarà consentito. Se si vorrà prevaricare l’identità, l’autonomia e le peculiarità proprie e statutarie delle associazioni, questo non verrà consentito.
Ho trovato stucchevole l’utilizzo nel titolo della figura di Mauro Lucentini, che sta di fatto coordinando l’opera delle associazioni ma solo per quanto riguarda il Presepe Vivente, indicandolo come una sorta di antipapa. Sono mezzucci che vorrebbero seminare zizzania e che sono davvero poco consoni a chi dovrebbe amministrare con imparzialità un paese. Lucentini non sta organizzando nessun coordinamento delle associazioni ma ha solo messo a disposizione le sue capacità organizzative per armonizzare l’opera dei partecipanti al Presepio. Anche indicare Lucentini come una sorta di capo delle associazioni “non allineate”  testimonia la volontà di strumentalizzare politicamente.
Se il Sindaco tiene davvero così tanto alla creazione di questo inutile e dannoso carrozzone avvii delle consultazioni con le associazioni e non faccia aut aut davvero poco democratici dichiarando “tireremo avanti con chi ci vorrà stare”. Se consultati noi diremo la nostra e su questa base si dovrebbe prendere una decisione condivisa. Così si innescano processi funzionali e non strumentali. Così dovrebbe funzionare la democrazia.

Luca Craia

lunedì 23 febbraio 2015

La politica di Pinocchio



“I Cinque Stelle hanno già detto che parteciperanno”, questo è il virgolettato che riporta una frase di Perugini e Ubaldi circa l’ ormai stucchevole rimpallo di responsabilità tra maggioranza e Viviamo Montegranaro sulla questione dei debiti fuori bilancio. In sostanza si dice che verrà convocata la Conferenza Permanente per discutere l’intera faccenda. Non scendo nel merito perché non è di questo che voglio parlare ma del fatto che ancora una volta leggiamo cose non vere. Chiamiamole con il loro nome: bugie, menzogne.
In passato era già stato fatto spesso, di uscire sulla stampa con dichiarazioni non corrispondenti alla realtà attribuendo ad altri accordi e intenzioni. Ricordiamo i più recenti:
- c’era un accordo con il Presidente della Casa di riposo per il rinnovo del CDA: falso, smentito da Melchiorri dopo poche ore;
- c’era un accordo con le farmacie per la nuova turnazione notturna: falso, Bisacci uscì il giorno dopo sul giornale con dichiarazioni furibonde.
Ora i Cinque Stelle entrerebbero in quella conferenza che è stata istituita al posto della commissione aperta da loro richiesta e alla votazione della quale non parteciparono. Falso pure questo: i Cinque Stelle dichiarano che non ci entreranno finchè il tavolo non sarà aperto alla società civile (quindi mai).
Perché questo estremo bisogno di mentire? Perché questo giochino meschino a mettere in bocca agli altri cose non vere? Ci rendiamo conto di quanto questo sia grave e pericoloso? Di quanto questo possa minare la fiducia dei cittadini, almeno di quelli più attenti?

Luca Craia

La trasparenza intermittente



Singolare l’atteggiamento circa il rapporto che le istituzioni, nella fattispecie il Comune, dovrebbe tenere con il cittadino secondo l’amministrazione Mancini. Contrariamente a quanto affermato e dichiarato in maniera chiara e convincente in campagna elettorale circa la trasparenza e la partecipazione, l’amministrazione di centrosinistradestra sembra comportarsi in maniera quasi opposta evitando con estrema cura che il cittadino possa davvero contribuire in qualche modo all’opera di amministrazione. Prova ne è che, ad oggi, nulla si è fatto per l’istituzione di organismi di partecipazione popolare come, ad esempio, le consulte di quartiere. Prova ne è che, ad oggi, momenti di incontro veri e propri con i cittadini, fatta eccezione per quelli organizzati ad hoc in roccaforti politiche certificate, non ce ne sono stati. Prova regina ne è che, alla proposta del Movimento 5 Stelle di istituire una commissione pubblica per fare chiarezza sui debiti fuori bilancio (di cui, a quanto pare, l’amministrazione comunale soffre particolarmente tanto da uscire sulla stampa un giorno sì e l’altro pure per lamentarsene dando con ciò giustificazione alla scarsa operatività fin qui registrata), la maggioranza ha prima convinto il rappresentante in Consiglio Comunale dei pentastellati Giovanni Marilungo a ritirare la mozione con la promessa di ripresentarne una unitaria e condivisa, e poi ha formulato una proposta sostanzialmente chiusa nell’ambito del Consiglio Comunale stesso istituendo una Commissione Consigliare a cui i cittadini non possono partecipare.
Forse è una questione di mentalità: il vicesindaco Ubaldi va scrivendo a destra e a manca (più a destra che a manca, in verità) su Facebook e ovunque può la sua filosofia che sostanzialmente dice che il cittadino, se vuole partecipare attivamente alla scena politica, deve candidarsi e farsi eleggere. Chi non si candida o lo fa ma non viene eletto per cinque anni deve osservare un religioso e rigoroso silenzio lasciano carta bianca a chi vince le elezioni ed eventualmente a chi fa opposizione. In questa concezione, si vede bene, la partecipazione popolare non ha spazio alcuno.
Lo stesso assessore ai lavori pubblici nonché vicepresidente della Provincia di Fermo, Aronne Perugini, qualche giorno fa, dialogando con me e con altri, affermava che istituire una commissione aperta sarebbe stato inutile perché “se già non vale niente una commissione consiliare figuriamoci che valore può avere una non consiliare”. Il valore alle cose lo si da per convenzione, per cui è evidente che nella concezione di questa parte politica non si da alcun valore alla partecipazione del cittadino alla vita pubblica. Non ci rimane che attendere le prossime elezioni ed eventualmente candidarci in massa. Ognuno vota per se stesso e vediamo che succede.

Luca Craia

domenica 22 febbraio 2015

Santa Croce di domenica: l’unione fa la forza.



Francamente abbiamo superato le nostre aspettative: abbiamo smesso di contare i presenti all’apertura domenicale della Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti a 500 persone. Un flusso di gente in costante crescita per i tre appuntamenti con le visite guidate da Sabina Salusti, più tantissima gente giunta alla spicciolata. Il sito di Santa Croce preso letteralmente d’assalto da gente giunta da tutte le Marche, appassionati, esperti, curiosi, amanti delle cose belle. Un successo che riempie gli organizzatori e soprattutto me, Sabina Salusti e Manfredo Longi dell’orgoglio di chi sa di aver lasciato il segno, senza falsa modestia.
L’evento, voluto da Arkeo, Associazione Santa Croce, Piceno Guide, Magia e ideato da Sabina Salusti, oltre ad essere stato un momento di grande peso culturale sul territorio, serve da dimostrazione del fatto che il nostro patrimonio culturale, se opportunamente valorizzato e promosso, costituisce elemento di grande interesse e richiamo ed è un potenziale volano di un’economia basata sulla cultura e il turismo. Abbiamo anche dimostrato che, per realizzare un turismo di alto livello sono necessari impegno e dedizione ma anche un progetto chiaro. Abbiamo infine dimostrato che, per ottenere risultati, è necessario unire le forze e mettere il potenziale di ogni singola realtà che fa cultura e turismo in una rete comune sul territorio. La collaborazione sinergica tra le associazioni Arkeo e Santa Croce ha prodotto il grande successo di oggi che premia sia l’impegno che la capacità e l’umiltà di fondere conoscenze e competenze uscendo dal proprio ambito, dimenticando il campanile e unendo le forze.
Questo sarà senz’altro il punto di partenza di una collaborazione (che in realtà è già partita da tempo) che punta a valorizzare e promuovere il nostro territorio e a creare una economia basata sul turismo di qualità, sulla cultura e sulla storia dei luoghi magici che abbiamo la fortuna di abitare. Quando poi anche le istituzioni riusciranno a seguire il nostro esempio e a unirsi a noi in questo progetto allora saremo davvero sulla buona strada.

Luca Craia

venerdì 20 febbraio 2015

La Lega del Nord e i partiti del centro che dormono.



È paradossale, secondo me, che a fare gli interessi degli imprenditori del centro Italia, in particolar modo delle Marche, in particolarissimo modo del distretto calzaturiero, interessi che poi collimano con quelli dei lavoratori stessi e di tutto un comparto produttivo, quello delle scarpe, appunto, fortemente provato dalle scelte politiche non proprio lungimiranti del nostro governo, sia un partito che ha nel suo nome la parola Nord. È stata la Lega Nord, infatti, partito che gode fondamentalmente di tutta la mia disistima, a interpretare nella giusta maniera, per una volta e forse per sbaglio, i problemi e i bisogni della nostra regione economica.
I rapporti economici e commerciali con la Russia, da anni partner principale dell’industria calzaturiera italiana e, quindi, del distretto calzaturiero fermano-maceratese che ne rappresenta il polo principale, seppure già in crisi da diverso tempo, hanno subito nell’ultimo periodo un brusco arresto proprio a causa delle sanzioni economiche decise inopinatamente e immotivatamente (aggiungo anche stupidamente) dall’Europa germanica e dall’Italietta di Renzi. A parte lo scarso interesse a livello nazionale per questa incredibile presa di posizione del nostro governo che danneggia il Paese stesso senza portare giovamento alcuno a nessuno, nella nostra zona la politica non se ne è occupata.

Ecco allora i seguaci del buon Salvini, ormai ben istruiti su come trovare argomenti di impatto popolare, che, per una volta, trovano una strada condivisibile da seguire: un sit in di protesta lungo la strada per protestare contro le sanzioni alla Russia. L’iniziativa, a cui hanno partecipato, pare, diverse decine di persone, lascerà probabilmente il tempo che ha trovato ma farà guadagnare ulteriori consensi al partito più destrorso d’Italia.
Nel frattempo la sinistra locale è in tutt’altre faccende affaccendata: a Fermo si stanno allegramente scannando fra di loro,  a Sant’Elpidio danno libera interpretazione a Fratelli Coltelli, a Montegranaro, dove sembra che vadano tutti d’amore e d’accordo, si preoccupano di sputare veleno sugli avversari e inaugurare pulmini scolastici piuttosto che tutelare con qualche tipo di iniziativa, una qualsiasi, anche per salvare un po’ la faccia, quegli imprenditori con cui sono andati a fare passerella al Micam. Così vanno le cose in Italia.

Luca Craia

La storia infinita (della campagna elettorale)



Hanno un problema, mi pare di capire, i membri della maggioranza di governo di Montegranaro: non riescono a identificarsi col nuovo ruolo di governanti, sono rimasti all’opposizione. È comprensibile, dopo decenni di minoranza, con la sola felice parentesi della giunta Branchesi, che non si riesca psicologicamente – ma anche fisicamente – a calarsi nel ruolo di coloro che tengono le redini. Questo genera nervosismo, reazioni scomposte, cadute precipitose di stile e la sensazione di essere costantemente in campagna elettorale. Guarda i giornali. Ogni iniziativa ha la sua conferenza stampa, la sua foto di gruppo, tutti sorridenti. Oggi sul sito del Comune (e sulla relativa pagina Facebook) è comparso l’invito alla cittadinanza di andare “a vedere” il nuovo pulmino per il trasporto scolastico, come se questo fosse un’attrattiva circense. E giù proclami, autocelebrazioni e incenso a iosa per ogni passo compiuto in avanti.
Contemporaneamente si sta sempre sul piede di guerra: pronti all’accusa, a scaricare responsabilità, a far partire nuove polemiche su ogni singolo problema anche noto, vedi il caso del debito con la Comunità Papa Giovanni XXIII che è conosciuto sin dai tempi del Commissario e che ora torna fuori con accuse, legittime o no, sulle passate amministrazioni che, francamente, a poco servono nella soluzione del problema e diventano stucchevoli sia perché membri dell’attuale maggioranza erano membri anche delle precedenti e, quindi, eventualmente correi, sia perché, alla proposta di istituire una commissione per fare chiarezza su queste vicende si è tranquillamente e immotivamente risposto picche.
Ultima ma non trascurabile conseguenza di questo clima da campagna elettorale è l’arcinota scarsa se non nulla disposizione a ricevere critiche. Le barriere difensive sono sempre bel alzate così come alti sono i toni delle risposte, piccate, stizzite, cattive. Rispondono alle critiche con attacchi alla persona, accusano, minacciano neanche tanto velatamente. Un clima rovente generato dalla stessa maggioranza che poi se ne lamenta. Dimenticano che la gente è attenta, legge, si documenta, e la proverbiale propensione alla scarsa memoria oggi è sopperita da tanti strumenti come anche questo blog. Dimenticano, soprattutto, che per quanto abbiano frange di supporter con tifo calcistico (o cestistico), rappresentano pur sempre una minoranza, quella che li ha eletti con meno del 40% dei voti. Quella maggioranza che non li ha eletti non solleva striscioni ma osserva, guarda e, soprattutto, giudica.

Luca Craia

giovedì 19 febbraio 2015

La corriera dei ricordi



Quando stamane ho visto la foto pubblicata da Giacomo mi è preso un mezzo colpo: la SAM ha cambiato nome? Poi mi sono tranquillizzato vedendo che sono solo due, per ora, i mezzi che hanno mutato livrea, passando dalla storica scritta SAM alla nuova e più accattivante Virgilio. Molto bella, quella nuova, sia la livrea che il marchio. Però mi è preso un colpo lo stesso: la SAM è davvero un pezzo importante della storia recente del nostro paese e vederla soppiantata, anche se solo in piccola parte, fa un po’ tristezza. Non so se in futuro tutti i mezzi dell’autolinea montegranarese avranno le nuove colorazioni e la nuova scritta, anche fosse sarebbe il naturale evolversi delle cose. Ma la scritta SAM significa molto per me come, immagino, per molti dei miei concittadini.
La SAM mi portava al mare da ragazzino: mi ricordo che cercavo di salire per primo per potermi sedere accanto all’autista (che spesso era proprio quel Virgilio, il titolare, che avrà ispirato il nuovo nome, maestro di scuola e di vita, splendida persona) su quel vecchio macinino che si apriva ai passeggeri con una porta centrale e una in fondo, porte rigorosamente con l’apertura a maniglia. Sedersi accanto all’autista equivaleva ad avere la sua stessa prospettiva della strada perché davanti a te c’era solo il parabrezza. Un’angolazione privilegiata. Ci si sedeva a sinistra perché quello strano mezzo aveva la guida a destra. E in mezzo, tra il passeggero così fortunato da essersi accaparrato il sedile monoposto di primissima fila e il conducente, c’era il vano motore, rialzato, che faceva un rumore infernale e vibrava. Sopra potevi metterci le tue cose, perché c’era un ampio spazio portaoggetti delimitato, per non farli cadere, da una modanatura cromata. La corriera era corta, coi sedili in pelle (o forse finta pelle, chissà) e i portabagagli sopra le file di poltroncine realizzati con assi di legno a vista. Niente aria condizionata, solo manovelle per aprire i vetri dei finestrini.
La SAM mi portava a Civitanova la domenica, a trovare la mia ragazza che mi raggiungeva anch’ella con la corriera. Era un viaggio pieno di aspettative, col romanticismo che si ha da adolescenti. E quello di ritorno, la sera della domenica, era triste e malinconico, ma aveva la sua dolcezza, la sua bellezza.
La SAM è nei miei ricordi tramandati verbalmente, dei racconti degli anziani che parlavano del ponte sull’Ete prima di varcare il quale occorreva scendere per alleggerire la corriera. La corriera dei racconti di mia madre, che parlavano di gite primaverili, di amici e di canzoni, di “Quel mazzolin di fiori” cantato a squarciagola alla fermata di Casette d’Ete perché i locali, per qualche inspiegabile ragione, mal sopportavano quel canto. La SAM che riportava a casa mio nonno dalla stazione dopo essere stato, col suo campionario di scarpe artigianali, a farsi un mezzo giro d’Italia in treno.
Ogni montegranarese avrà una valigia di ricordi legata a quelle corriere azzurre, valige come quelle che venivano poggiate sui portabagagli sopra i sedili. Ricordi di viaggi scolastici, di andate e ritorni dal mare d’estate con le ciabatte insabbiate e la salsedine sulla pelle, il caldo delle lamiere e l’aria sparata in faccia dai vetri aperti. Quella scritta, SAM, è nei nostri cuori. Chissà, forse piano piano Virgilio prenderà il suo posto. Ma lo zio SAM rimarrà incancellabile porzione del sangue montegranarese.

Luca Craia

Le Vergare - Aggiornamento al 19/02/2015