martedì 21 ottobre 2014
Incrocio pericoloso in via Elpidiense Sud
Giunge
questa interessante segnalazione da un'amica dell'Ape. Siamo all'intersezione
tra via Elpidiense Sud e via Buonarroti (?), strada estremamente trafficata
specie quando escono i ragazzi delle medie da scuola, perchè i genitori che li vanno a prendere la devono per forza percorrere per
tornare sulla viabilità principale. Come si vede chiaramente dalle foto, auto
in sosta in quel punto (in questo caso un camper), pur essendo autorizzate a parcheggiare, ostruiscono
pesantemente la visuale creando una situazione di serio pericolo perchè
l'automezzo che si immette sulla via principale deve per forza sporgersi per
vedere se sopraggiunge qualcuno. Basterebbe vietare la sosta in quel punto
specifico. Una cosa da poco per evitare conseguenze che possono essere anche
gravi.
Luca Craia
lunedì 20 ottobre 2014
Babbonatale (de noandri)
Quest'omino
con la barba
parla sol con chi gli garba
e li incontra nella piazza
sol se son della sua razza.
Non avendo da far niente
sì titilla con la mente
imbastendo intrighi e trame,
soddisfando le sue brame.
È convinto, quell'ometto,
di esser lui, solo soletto,
chi progetta, disfa e fa
le questioni di città.
E così, di trama in trama,
forse in cerca della fama,
ha creato gran livori
liti, botte e dissapori
delle quali lui, gran volpe,
mai si assume le sue colpe
e continua senza sosta
a tramar di posta in posta.
parla sol con chi gli garba
e li incontra nella piazza
sol se son della sua razza.
Non avendo da far niente
sì titilla con la mente
imbastendo intrighi e trame,
soddisfando le sue brame.
È convinto, quell'ometto,
di esser lui, solo soletto,
chi progetta, disfa e fa
le questioni di città.
E così, di trama in trama,
forse in cerca della fama,
ha creato gran livori
liti, botte e dissapori
delle quali lui, gran volpe,
mai si assume le sue colpe
e continua senza sosta
a tramar di posta in posta.
ALESSANDRO DE SOLLER: NON SMETTO DI CREDERE NEI SOGNI – di Anna Lisa Minutillo
E se ti dicono che oramai “sei
grande” ,che adesso è troppo tardi per realizzare i tuoi sogni, che è meglio se
ti accontenti di ciò che hai; tu pensa al fatto che Giorgio Armani ha aspettato
i 41 anni per realizzare la sua prima linea di successo, e da quel momento la
sua vita è completamente cambiata. Ora che sono arrivato al mio punto di svolta
l’emozione è tanta ma sono felice di aver portato a termine Il Segreto del
Torrione: è un grande sogno che si realizza! Spero vi piacerà e vi appassionerà
ma intanto sono fiero di aver avuto il coraggio di provare, E voi? Non pensate
sia il momento di riaprire il cassetto dei sogni?
Inizia da qui il mio incontro con
Alessandro De Soller autore di questo romanzo giallo fantapolitico, una persona
che non smette di sognare e non si da per vinta mi affascina sempre, forse
perché anch’io sono così e forse solo perché la creatività, la voglia di
mettersi in discussione, il coraggio di osare rendono liberi e questo non va
mai dimenticato.
Questa intrigante penna
brevemente mi racconta la sua storia personale e lo fa non tessendo lodi, ma a
tratti ed anche con un certo ritegno. Alessandro De Soller lavora come
commerciale in una multinazionale nel settore elettromeccanico ed ha trascorso
molti anni a leggere, mentre in gioventù era più attratto dai divertimenti. Ha
studiato ragioneria, ottica, geografia e scienze politiche. E’un appassionato e
cultore di musica. Ha seguito il corso del biennio del conservatorio e studia
uno strumento musicale da quasi 25 anni. E’un appassionato di sport. Ama
correre, andare in palestra e praticare arti marziali.
La disciplina è parte integrante
della sua vita. Senza di lei nessuno riesce ad avere i risultati sperati. Il
lavoro senza sudore non è soddisfacente. Emerge la sua natura semplice e
concreta, l’amore per la lettura e la disciplina ma anche per le cose semplici
che arricchiscono la vita; e mi piace come si racconta poiché non lo fa con
banale voglia di esporsi ma con un passo quasi impacciato intanto che cerca di
far cogliere l’essenza del suo vivere.
Gli domando come e quando è nata
la sua voglia di scrivere e questa è la sua risposta.
Ho iniziato a scrivere sin da
giovanissimo. Pensieri, frasi che raccoglievano gli stati d’animo di un
momento, appunti su qualcosa di particolare che mi era capitato. Ho pensato di
fare le cose sul serio, quattro anni fa, quando ho deciso di lanciarmi in
questo progetto, scrivere un libro è un’esperienza affascinante. Per prima cosa
conta l’idea, poi dopo è importante anche saper coniugare un gerundio, mettere
una virgola al posto giusto e rendere i pensieri scorrevoli, adatti ad una
lettura eterogenea.
Prosegue Alessando: Scrivo perché
è più facile di suonare e le idee, i voli pindarici, mi sommergono
quotidianamente. Inizialmente la scrittura è venuta molto facile, tanto da
farmi credere di esserne capace. Il dramma invece, si è presentato quando il
correttore di bozze ha visto in me uno stile personale che ha preteso
cavalcassi con una maestria che non avevo. E’ stato lì il vero nodo del bambù
di cui tanto parla Gandhi. Riuscire ad esprimersi con uno stile personale che
non copia nessun altro, ma che fuoriesce spontaneo. Le onomatopeiche, l’info
dumping in alcuni casi selvaggio, le digressioni e gli stop dell’azione a
creare un ritmo sinusoidale, fanno parte proprio della mia persona. Basta
saperli dosare con la giusta attenzione.
“Il segreto del Torrione”, questo
il titolo del suo libro, narra una vicenda che potrebbe benissimo verificarsi
anche nella realtà, forse per questo riesce ad avvolgere ed ad interessare il
lettore tenendolo con il fiato sospeso per arrivare a dipanare la situazione.
Protagonista del libro è Massimo
Pocuzzi, capo della Procura di Roma, che si tuffa in un’indagine imprevedibile.
Il capitano dei carabinieri Fulvia Nello e l’ex Col Moschin Marco Denni trovano
uno scheletro umano in una chiesa mitraica sotto la basilica di Santa Maria in
Trastevere. In un crescendo di retroscena e passaggi al fulmicotone, CIA, KGB,
Servizi segreti e Vaticano ci trasportano in un giallo fantapolitico che svela
segreti inconfessabili sullo sfondo della millenaria capitale.
Racconta ancora Alessandro De
Soller: Per scrivere Il Segreto del Torrione ho dovuto compiere studi
soprattutto sulla città eterna. Ho scoperto molte particolarità e curiosità che
ignoravo completamente.
Quindi deduco io che abbia dovuto
svolgere davvero un lavoro certosino ed una ricerca con amore nella sua città:
Roma. Il risultato ci avvolge e ci da la misura di quante cose non si conoscano
ancora della storia che è ferma nelle pietre delle nostre città, che spesso
calpestiamo ma non ci fermiamo mai ad approfondire realmente, sempre presi nelle
nostre vite che spesso senza passato hanno un incerto futuro.
Domando ad Alessandro quale fosse
il messaggio che voleva far giungere ai lettori con questo suo lavoro e mi
risponde: Spesso mi si chiede che messaggio volevo dare ai lettori. Ogni volta
rispondo allo stesso modo. Cercare la verità e non fermarsi alle apparenze,
lavorando sodo per crescere.
Mi piace questa risposta così
come mi piace questa persona che con un buon libro ci terrà incollati, ci
permetterà di guardarci dentro ma anche di cogliere qualcosa di noi che forse
avevamo lasciato lì sopita fra le pieghe della vita: la voglia di non smettere
di credere nei nostri sogni.
Sempre arricchente per me
confrontarmi con belle penne, con belle persone, con chi va avanti a vivere e
non ne ha mai abbastanza della vita ma anche dello sperimentare e nel cercare
di usare al meglio il tempo che abbiamo da vivere in questo meraviglioso mondo.
C’è bisogno di sperare e di dare speranza, c’è bisogno di non uccidere i sogni
e questo incontro per cui ringrazio Alessandro De Soller, sicuramente lascerà
delle belle tracce nella mia persona e spero anche in voi che magari scoprirete
in lui una valida fonte di idee e positività. Lo saluto e lo lascio al suo
lavoro, ringraziandolo per aver donato ad Alganews questo suo spaccato di vita
e per avermi concesso un po’ del suo tempo per questa breve intervista.
Anna Lisa Minutillo
Riflessioni sul suicidio di Gianluca Ciferri.
Provo una gran pena per i figli
di Ciferri, per la moglie, la sua famiglia. Così come provo una gran pena per
le famiglie delle sue vittime. I bambini sono coloro che pagano a maggior
prezzo tutta questa bruttissima storia. Una storia che vale solo ventimila euro,
una storia di sangue che fa riflettere.
C’è molto da riflettere: sul
grado di violenza che nostra civiltà ha raggiunto, sulla leggerezza con cui si
minaccia, anche a ragione, un’altra persona, sulla facilità con cui si preme il
grilletto ripetutamente e si uccide. C’è da riflettere sui fattori economici
che hanno portato a questa tragedia, sulla miseria dei due operai costretti
quasi a mendicare quello che spettava loro di diritto, sulla miseria stessa di
un imprenditore che non riesce a mantenere i suoi impegni.
C’è da riflettere sulle reazioni
della gente, di tutti noi, che ci siamo divisi tra sostenitori dell’omicida e
tifosi delle vittime, sulla strumentalizzazione vomitevole che si è fatta della
storia, su chi ha gridato l’ormai trita, ritrita, stucchevole litania del “dagli
allo straniero” che ha sempre torto anche solo per il fatto di essere straniero
e chi ha addirittura organizzato fiaccolate per condannare, prima dei giudici,
lo sparatore.
Siamo una società partigiana, che
deve sempre schierarsi da una parte o dall’altra. Una società di tifosi, sempre
pronti con i nostri striscioni pro o contro, pronti a sventolare la bandiera
che ci siamo scelti per ideologia, cultura, comodo o semplice superficialità. E
lo facciamo con violenza, molto spesso soltanto verbale, ma che non è così
diversa da quella di chi spara o brandisce un piccone.
Ora, di fronte al terzo morto di
questa bruttissima storia, spero che si ripongano i vessilli e ci si fermi un
po’ a riflettere, magari pensando a quelle famiglie distrutte, a quei bambini
che non hanno più un padre, a quelle mogli rimaste sole. E si pensi a quanta
violenza abbiamo in corpo, che manifestiamo in tante piccole situazioni, pronti
a condannare l’altro, a fargli male solo perché, magari, sventola una bandiera
diversa dalla nostra.
Luca Craia
Dopo Arduino ecco Tullio Mariani. Il calendario culturale di Arkeo prosegue.
Dopo l’ottima serata passata con
Medardo Arduino a parlare di Franchi, Carlo Magno e del medioevo marchigiano, con
un buon successo di pubblico e grande partecipazione al dibattito che ne è
seguito e che ha proseguito anche una volta chiuse le porte dell’Oratorio di
San Giovanni Battista, Arkeo prosegue il proprio calendario culturale con l’appuntamento
di sabato prossimo, sempre all’oratorio, questa volta con la poesia e la musica.
Incontreremo, infatti, Tullio
Mariani, poeta toscano d’adozione e marchigiano di nascita ed educazione, che
ritorna nella sua terra, a pochi chilometri dalla sua Casette d’Ete, per
regalarci i suoi funambolismi poetici contenuti nell’opera “In tarda stagione”.
Tullio Mariani si sta distinguendo come fine verseggiatore, ironico e dolce
allo stesso tempo, divertente, profondo, ironico,
leggero, e la sua poesia è lieve e sottile.
Il tutto
sarà accompagnato e intervallato dalla chitarra e dalla voce di Pietro
Contarino, giovane chitarrista virtuoso che seguirà i giochi della memoria di
Mariani sostenendoli con le musiche della sua generazione, dal blues al rock
dei Beatles.
È un
incontro con l’autore per certi versi sperimentale, che vuole avvicinare il
pubblico allo stesso creando un’atmosfera distesa, piacevole e divertente. Fossi
in voi non me lo farei scappare. Sabato, ore 16.00, all’oratorio di San
Giovanni Battista, in via Conventati a Montegranaro.
Luca Craia
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Piazza Leopardi buia. Segnalazione al Comune.
Lo spazio antistante all’edificio
dell’ospedale vecchio, piazzale Giacomo Leopardi, è quasi completamente al
buio. Lo è da molto tempo, da quando, durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio
che una volta era ospedale e prima ancora convento, alcuni dei lampioni sono
stati rimossi per le esigenze del cantiere. Successivamente anche un paio di
lampadine sono bruciate per cui l’area risulta estremamente scura, tanto che
non sono riuscito nemmeno a produrre una foto decente che testimoni la
situazione. Un’area del genere, in pieno centro storico, dove vengono
parcheggiate diverse vetture e dove, in passato, alcune di queste sono anche
state date alle fiamme per motivi tutt’ora ignoti, non dovrebbe essere lasciata
al buio. Ora, poi, che l’edificio viene, anche se solo parzialmente, utilizzato
a scopi pubblici, ad esempio vi si svolgono le prove della Banda Omero
Ruggieri, diventa indispensabile fornirlo di un’illuminazione adeguata.
Ho appena segnalato la cosa al
Comune tramite l’apposito spazio web sul sito istituzionale. La mia
segnalazione è la numero 11. Speriamo in una sollecita soluzione del problema
che non appare difficile.
Luca Craia
sabato 18 ottobre 2014
Montegranaro cerca di vincere la fobia dei sensi unici. Il piano di Arkeo è pronto da anni.
Lo predisponemmo anni fa e lo
proponemmo all’allora Amministrazione Gismondi che, di primo impatto, si disse
interessata per poi lasciare il tutto nel cassetto delle cose dimenticate. Lo
abbiamo proposto all’attuale amministrazione appena insediata ma, a tutt’oggi,
non abbiamo ricevuto risposte. È un piano particolareggiato del traffico
redatto dai tecnici di Arkeo, praticamente pronto, e a costo zero per la
collettività. Certo, va rivisto, discusso con gli operatori del settore come le
autolinee cittadine o le associazioni dei trasportatori, ma il piano di Arkeo
può essere un ottimo punto di partenza per snellire il traffico montegranarese
e creare nuovi posti auto.
Oggi che vediamo il Comune che
sperimenta il senso unico in via Vecchia Fermana e via del Cimitero mi sembra
giusto ricordare l’esistenza di questo lavoro effettuato gratuitamente dai
nostri tecnici che abbiamo già messo a totale disposizione della collettività. Noi
siamo certissimi che rivoluzionare il traffico con una circolazione a senso
unico ponderata porterà immensi benefici alla collettività. Se anche in piazza
Mazzini la pensano così qualcuno si faccia vivo, senza timori. Non chiederemo
un centesimo, così come mai abbiamo chiesto soldi alla collettività per le
nostre iniziative.
Luca Craia
Montegranaro cerca di vincere la fobia dei sensi unici. Il piano di Arkeo è pronto da anni.
Lo predisponemmo anni fa e lo
proponemmo all’allora Amministrazione Gismondi che, di primo impatto, si disse
interessata per poi lasciare il tutto nel cassetto delle cose dimenticate. Lo
abbiamo proposto all’attuale amministrazione appena insediata ma, a tutt’oggi,
non abbiamo ricevuto risposte. È un piano particolareggiato del traffico
redatto dai tecnici di Arkeo, praticamente pronto, e a costo zero per la
collettività. Certo, va rivisto, discusso con gli operatori del settore come le
autolinee cittadine o le associazioni dei trasportatori, ma il piano di Arkeo
può essere un ottimo punto di partenza per snellire il traffico montegranarese
e creare nuovi posti auto.
Oggi che vediamo il Comune che
sperimenta il senso unico in via Vecchia Fermana e via del Cimitero mi sembra
giusto ricordare l’esistenza di questo lavoro effettuato gratuitamente dai
nostri tecnici che abbiamo già messo a totale disposizione della collettività. Noi
siamo certissimi che rivoluzionare il traffico con una circolazione a senso
unico ponderata porterà immensi benefici alla collettività. Se anche in piazza
Mazzini la pensano così qualcuno si faccia vivo, senza timori. Non chiederemo
un centesimo, così come mai abbiamo chiesto soldi alla collettività per le
nostre iniziative.
Luca Craia
Montegranaro cerca di vincere la fobia dei sensi unici. Il piano di Arkeo è pronto da anni.
Lo predisponemmo anni fa e lo
proponemmo all’allora Amministrazione Gismondi che, di primo impatto, si disse
interessata per poi lasciare il tutto nel cassetto delle cose dimenticate. Lo
abbiamo proposto all’attuale amministrazione appena insediata ma, a tutt’oggi,
non abbiamo ricevuto risposte. È un piano particolareggiato del traffico
redatto dai tecnici di Arkeo, praticamente pronto, e a costo zero per la
collettività. Certo, va rivisto, discusso con gli operatori del settore come le
autolinee cittadine o le associazioni dei trasportatori, ma il piano di Arkeo
può essere un ottimo punto di partenza per snellire il traffico montegranarese
e creare nuovi posti auto.
Oggi che vediamo il Comune che
sperimenta il senso unico in via Vecchia Fermana e via del Cimitero mi sembra
giusto ricordare l’esistenza di questo lavoro effettuato gratuitamente dai
nostri tecnici che abbiamo già messo a totale disposizione della collettività. Noi
siamo certissimi che rivoluzionare il traffico con una circolazione a senso
unico ponderata porterà immensi benefici alla collettività. Se anche in piazza
Mazzini la pensano così qualcuno si faccia vivo, senza timori. Non chiederemo
un centesimo, così come mai abbiamo chiesto soldi alla collettività per le
nostre iniziative.
Luca Craia
giovedì 16 ottobre 2014
Mercatino in piazza a San Serafino. Buona la prima con qualche ombra.
![]() |
Piazza Mazzini durante una vecchia edizione della Fiera di San Serafino |
Buona e apprezzabile iniziativa
del Comune di Montegranaro che, finalmente, ha portato un po’ di vita in piazza
Mazzini durante i festeggiamenti del Santo Patrono, cosa, per quanto assurda,
nuova in quanto, in passato, la piazza risultava deserta mentre il resto del
paese festeggiava. Il mercatino delle tipicità e dell’artigianato locale voluto
dall’Amministrazione Comunale ha funzionato e c’erano diverse persone, anche se
non tantissime, tra le bancarelle di piazza. La folla è poi aumentata in
seguito con l’aperitivo offerto da un’associazione di quelle “accreditate” in
Comune, anche questa ottima iniziativa non fosse per la caduta di stile di non
sospendere i festeggiamenti durante la processione, dimenticandosi che si stava
festeggiando proprio quel Santo lì e che non era esattamente Carnevale. Ma
pazienza, si potrà correggere la prossima edizione.
Nota stonata la lamentela di
alcuni commercianti che, se confermata, denoterebbe un errore non tanto veniale
nell’organizzazione. Leggiamo, infatti, dal giornale che non tutti i
commercianti sono stati contattati per il mercatino e alcuni, pur essendo
interessati, hanno saputo dell’iniziativa soltanto dai manifesti. È costume
piuttosto radicato di questa giovane amministrazione creare una rete di
fedelissimi (lo fa già nell’associazionismo, coinvolgendo nelle iniziative solo
due o tre associazioni delle tante presenti sul territorio, senza curarsi
affatto delle altre) coi quali collaborare. Sarebbe bene ricordare che, quando
si amministra, si è rappresentanti di tutta la città e non soltanto degli
amici, conoscenti, elettori e affini.
Luca Craia
Lo sportello per le segnalazioni telematiche del Comune funziona. Approfittiamone.
Qualche giorno fa, appena ho
saputo dell’apertura, sul sito ufficiale del Comune di Montegranaro, di uno
spazio apposito per le segnalazioni di guasti, disservizi e problematiche
varie, ho subito approfittato (la mia segnalazione era la numero 4) per indicare
quello che per me era un problema, piccolo, ma da risolvere: in via Enzo Bassi
c’è un faro, istallato per l’ultima edizione del Veregra Street, che proiettava
una luce fortissima su tutta la zona illuminando a giorno. Questo, oltre ad
essere estremamente fastidioso per chi passava da quelle parti (si era
letteralmente abbaiati), costituiva un costo inutile per la collettività, senza
considerare l’inquinamento luminoso prodotto. La mia segnalazione ne chiedeva
la rimozione. Era il 10 ottobre.
Il 14 ottobre questa è stata la
risposta: il faro posizionato per il Veregra Street non è stato rimosso perché
alcuni residenti hanno richiesto una maggiore illuminazione notturna. Però la
lampadina da 400W è stata sostituita con una da 100W. Grazie per la segnalazione.
Soddisfacente, direi. Direi di
approfittare del servizio.
Luca Craia
mercoledì 15 ottobre 2014
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