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mercoledì 14 maggio 2014

Che brutto futuro, Montegranaro.



Ha perso di tono la campagna elettorale montegranarese. Dopo una partenza scoppiettante, dopo un periodo di violenze verbali mai udite, dopo i manifesti strappati, le denuncie di presunte “vessazioni”, dopo i duelli tra fratelli-coltelli e gli attacchi personali a candidati e parenti degli stessi, ora sembra dormano tutti. Una campagna elettorale che diventa scialba, con argomenti poveri, con un confronto pressoché nullo.
I programmi sono quasi tutti sul tavolo. Lasciano il tempo che trovano, come sempre. Si promette, una montagna di blablablà, progetti faraonici e rivoluzionari, soluzioni per tutto e tutti e, in realtà, leggendo bene, fuffa. Tanta fuffa. Certo, qualche spunto positivo c’è, e facendo una bella cernita tra le tante stupidaggini, facendo una summa tra quel che resta di buono tra tutti e cinque i progetti e facendone uno solo forse, e dico forse, potrebbe venir fuori qualcosa di credibile e realizzabile. In medio stat virtus, dicevano gli antichi. Certo che fare la media tra cinque proposte non è facile. Povero elettore.
Non si parla di come si vuole sviluppare economicamente la città, come la si vuole aiutare ad uscire dalla crisi, come si intende sostenere l’imprenditoria, il lavoro, l’occupazione, l’integrazione sociale. Se ne parla, intendiamoci, ma è un blablablà. Si parla di centro storico, ne parlano tutti, sembrava dovesse essere il campo su cui giocare la partita. Poi si scopre che Stranamore intende per centro storico viale Gramsci, che sta fuori le mura, e che Gastone, che sembra averne un’idea un po’ più precisa almeno puntando sul potenziamento di piazza Mazzini, che sta dentro le mura, vuole però vendersi palazzo Francescani. Per il resto, le case che crollano, la carrabilità, l’incentivazione all’investimento, nulla. Non si parla del progetto Horizon 2020, che potrebbe essere la soluzione di tanti mali, e che scade a breve.
Al di là delle promesse luccicanti, insomma, non c’è nulla di rivoluzionario. E visto che le promesse luccicanti saranno dure da realizzare data la situazione debitoria, quel che resta è una vaga idea di ordinaria amministrazione. Si, sono pessimista, lo ammetto. E fortemente tentato di andare al mare, il 25 maggio, dando retta, per una volta in vita mia, a quel criminale di Craxi. Solo che devo tenere la cripta aperta quel giorno. E chissà che non continui a piovere.

Luca Craia

venerdì 2 maggio 2014

Cosa vuol dire avere qualche milione di euro da pagare



Cosa vuole dire avere un debito fuori bilancio di proporzioni bibliche, destinato a crescere e in crescita costante a seguito di sentenze che giungono giorno dopo giorno? Vuol dire, ad esempio, che il Commissario Ianieri non può approvare il bilancio preventivo. Non approvare il bilancio vuol dire non poter razionalizzare e ottimizzare la spesa. Non razionalizzare la spesa vuol dire che non si possono fare interventi migliorativi. Ad esempio era intenzione del Commissario di creare una zona franca, per quanto riguarda l’addizionale Irpef comunale, per i redditi inferiori ai 25.000 € annui. Avere un debito fuori bilancio di queste proporzioni vuol dire che, invece di invertire la tendenza, che ha sempre visto Montegranaro primeggiare sulle aliquote, nulla si potrà fare per aiutare le fasce di reddito più deboli. Ora, continuiamo pure a rimpallarci le responsabilità, continuiamo pure a raccontare favole agli elettori circa progetti faraonici (e costosissimi). Ma la realtà è che i Montegranaresi non avranno nemmeno questo piccolo ma significativo aiuto economico. Altro che velodromi.

Luca Craia

giovedì 1 maggio 2014

Il pasticciaccio brutto della statua del Papa Santo e le stupidaggini degli ex sindaci.



Non ne volevo parlare ma alla fine cedo anche io perché questa storia della statua di Papa Giovanni Paolo II potrebbe averla scritta Pirandello. Voglio, però, fare una premessa: per me quella scultura è talmente brutta che può restarsene tranquillamente dov’è, anzi, la rimanderei direttamente all’autore e mi farei ridare i soldi, tanti, che sono stati pagati per quell’obbrobrio, con tutto il rispetto per il Papa Santo al quale, comunque, somiglia come io somiglio a Richard Gere.
Ciò posto andiamo a vedere le enormi baggianate che sia Basso che Gismondi stanno gareggiando a dire. Dunque: Basso fa scarica barile, convinto che la statua possa stare all’esterno. Ma non ce l’ha messa perché era in scadenza di mandato (quanta roba non ha fatto Basso perché in scadenza di mandato. Ma s’era lasciato davvero tutto per gli ultimi giorni, eh?) e quindi si aspettava che a provvedere fosse l’amministrazione che gli ha succeduto, quella stessa in cui lui era Presidente del Consiglio Comunale (come giustamente dice Gismondi). Ma evidentemente, una volta che la scultura è finita sotto la chiesa di San Serafino se l’è scordata pure lui.
Gismondi, invece, dice che l’opera d’arte è fatta di un materiale fragile e che, quindi, non può essere collocata all’aperto se non con una struttura protettiva. Quindi la sua collocazione nello sgabuzzino era provvisoria, in attesa di trovare fondi per realizzare tale struttura. Fondi che, però, in quattro anni e mezzo non sono mai arrivati. In questi quattro anni e mezzo, in realtà, qualsiasi cosa si andasse a chiedere in comune (pulizia strade, interventi di manutenzione, messe in sicurezza, ecc…) la risposta era sempre la stessa: ora non ci sono fondi, provvederemo quando avremo i soldi. Quattro anni e mezzo senza un centesimo da spendere, neanche per comprare un paio di tubi di metallo e un po’ di plexiglass e far realizzare un telaio a un dipendente comunale, in economia, così da togliere la statua dallo sgabuzzino.
Ultimamente, invece, pare che di soldi ne stiano per arrivare parecchi in Comune, viste le promesse elettorali. Chissà se, dopo aver realizzato velodromi, piscine e altri mirabolanti progetti avanzerà qualche centesimo per l’alloggiamento della statua del Papa Santo?

Luca Craia

domenica 27 aprile 2014

Presentate le liste. Le proposte sembrano più chiare. Ma non tanto.



Che Basso non vinca le elezioni mi pare piuttosto chiaro, nonostante le dichiarazioni trionfalistiche dello stesso. Però va detto che è riuscito a mettere insieme una lista di tutto rispetto, con nomi importanti e stimati che sicuramente riusciranno a compensare i voti che si perderanno per la scarsa presentabilità di altri personaggi noti agli elettori per la loro azione politica a dir poco discutibile. È comunque stupefacente come il plurisindaco astrale riesca ancora a meritare tanta credibilità da riuscire a convincere persone più che rispettabili e spendere il proprio nome per lui.
Oggi credere a Basso equivale a credere a Gismondi. Non sono due facce della stessa medaglia, sono la stessa faccia, cangiante a seconda di come inclini la superficie, in una sorta di caleidoscopio politico che cambia colori e forme ma la sostanza rimane immutata da anni. Eppure entrambi gli schieramenti riescono a raccogliere candidature importanti e ad acquisire, in questo modo, quella credibilità persa nell’agire. È evidente che si punta tutto su questo (e sulla politica classica dell’interesse particolare, del voto di ringraziamento) e certamente non su una proposta politica attendibile, visti i risultati ottenuti negli ultimi quindici anni di governo del paese.
In fatto di proposta politica, invece, conosciamo abbastanza bene quelle del Movimento 5 Stelle e di Guardiamo Avanti. Sono proposte interessanti, in molto ricalcano suggerimenti venuti dalla società civile e, senza falsa modestia, anche da queste pagine. Il risultato elettorale è tutto da vedere, entrambi i rappresentanti delle liste si dicono fiduciosi ma appare piuttosto evidente come la partita sarà giocata su due fronti: Gastone contro Ediana.
Ed è proprio quest’ultima proposta, quella che a me (e ormai non solo a me) piace chiamare “Lista Stranamore”, che ancora lascia perplessi. Il programma è ambizioso ma cangiante, nel senso che dalle prime illustrazioni alle ultime l’interesse si è spostato da priorità a priorità. Sono state accolte proposte esterne, molte anche della mia associazione, ma le si è fatte proprie senza neanche un grazie tante. E soprattutto si è creata una squadra che da l’impressione di basarsi più su equilibri politici interni all’alleanza (equilibri che, fin da subito, sono parsi a forte rischio stabilità) piuttosto che su criteri oggettivi e su qualità umane da spendere, senza nulla togliere alla serietà dei candidati. E questo preoccupa, perché se già da ora si deve porre attenzione a non urtare questa o quella sensibilità, cinque anni di governo insieme sembrano davvero lunghi. Si tranquillizzi l’elettore, in qualche maniera.

Luca Craia

sabato 19 aprile 2014

Il quinto candidato ufficiale apre la quaresima elettorale di sangue



Sta per finire questo fine settimana di passione per la politica montegranarese. Finisce dopo una Via Crucis dove erano presenti tutti i rappresentanti delle liste in lizza per governare il paese a scarpinare affannosamente, divisi nei propri specifici capannelli, dietro agli altoparlanti oranti, tutti pii e devoti almeno una volta ogni cinque anni. Magari erano lì a pregare perché il plurisindaco siderale non si candidasse e invece, incredibile ma vero, oggi questi ci sconvolge ogni dogma di fede annunciando che sì, sarà lui a capitanare la compagine dei dissidenti e sarà lui, sbalordite gente, a vincere le elezioni.
Ora non ci resta che attendere. Attendere che vengano rese note le liste dei candidati, attendere che giunga quel fatidico giorno in cui i Montegranaresi sceglieranno il loro nuovo sindaco. Basso ha ragione: la sfiducia a Gismondi ha rivelato conti che, altrimenti, avremmo ignorato, più o meno. Ma forse li ignoravano anche i dissidenti, visto che, all’epoca, non ne parlarono e se ne dicono edotti, come se sempre l’avessero saputo, solo ora. E sono conti dei quali sono perfettamente e pienamente corresponsabili. Ma la memoria della gente è corta e, da qui a fine maggio, i Montegranaresi sapranno perdonare sia il padre putativo di Gismondi, quel Basso che non necessita di estetista, che il figliol prodigo mai pentito Gismondi, che invece l’estetista lo conosce bene.
Ultimi sprazzi di campagna elettorale che si preannunciano scoppiettanti, ora che il più esperto tra i politici nostrani rompe gli indugi. Sarà un periodo di passione, una nuova quaresima, quella che ci porterà ala voto. Vedremo scorrere il sangue? Sì, ne sono convinto, visti i colpi bassi, le bassezze, la bassa misura dei contenuti cui abbiamo già avuto modo di assistere. E il finale non deluderà: si passerà dalla farsa al grottesco finchè eleggeremo un sindaco che non rappresenterà nessuno.

Luca Craia

giovedì 17 aprile 2014

Basso c’è o non c’è?



Siamo tutti in trepidante attesa di conoscere l’esito finale di quella che sembra sempre più una telenovela piuttosto che una manovra politica. La discesa in campo di Gianni Basso, presunta o auspicata che sia, è comunque, per ora, deludente. Delude perché da un personaggio di tale peso politico e da un uomo con tanta esperienza ci si aspettava una tattica di avvicinamento alla candidatura più concreta ed efficace, anche in considerazione che, a livello di strategia politica, gli uomini e i consiglieri non gli mancano, a cominciare da quel Giancarlo Venanzi che lo affianca e lo consiglia da decenni e dal fedele amico Tappatà. Invece sembra che la linea sia più dettata dalla mentalità coreografica casapaundiana di alcuni membri del suo gruppo e tutto ciò sfiora, quando non lo tocca palesemente, il ridicolo.
Ciò non toglie che Basso possa essere accreditato di un buon successo elettorale, e non si può escludere nemmeno una, per quanto difficile, vittoria. Tutto dipende dalla squadra che presenterà e dalla sua proposta politica. Basso è un uomo che, in vita sua, ha fatto più il sindaco che qualsiasi altra cosa. Vanta un’esperienza amministrativa e politica senza pari dalle nostre parti. È anche l’uomo della Montegranaro da bere, quello della "città giardino", quello che ha sì riempito la città di inutili fontane, di piazze deserte e di scheletri in cemento armato, ma ha anche creato l’unico luogo di incontro del paese, che è viale Gramsci che, prima di lui, era una discarica. Molti ancora lo amano e molti credono il lui. E la sua politica vecchio stampo, ben radicata nella cultura del Partito Socialista craxiano, certamente a Montegranaro aiuta. Quindi stiamo a vedere. Credo possa ottenere risultati impensabili, se solo riuscisse a smettere con le pagliacciate di questi ultimi mesi.

Luca Craia

lunedì 7 aprile 2014

ET telefono Basso



Sarebbe stato bello se, oltre all’appello ai Montegranaresi di telefonare al loro sindaco ideale per convincerlo a candidarsi, i bassiani ne avessero anche pubblicato il numero. Così tutti i cittadini fiduciosi nelle capacità taumaturgiche (o forse trauma-turgiche) del plurisindaco astrale montegranarese avrebbero potuto esprimere il loro affetto e la loro richiesta di sostegno per la nostra povera città. Chiaramente filtrando le telefonate di chi volesse convincerlo del contrario e, magari, esprimere la propria disapprovazione più o meno coloritamente.
L’ho visto ieri su una panchina, il nostro plurisindaco astrale. Ero tentato di parlargli personalmente, per cercare anche io, nel mio piccolo, di smuovergli l’anima verso una decisione che giovi alla città che lo riporti alla sua guida per rinnovare i fasti degli anni ’80, quando fiorivano fontane in ogni dove, o degli anni 2000, quando spuntavano dal nulla torri siderali e palazzetti dello sport ortobotanici. Volevo convincerlo a scendere in campo, dietro opportuno riscaldamento, per dotare la città di nuove torri, tettoie, avvistamenti ufo e antenne cosmiche. Ma non ho avuto cuore di disturbarlo in quella mattina grigia: era seduto tranquillo a leggere il giornale, coi suoi capelli bianchi mossi dal vento.
Resta il fatto che, con tante dimostrazioni di affetto e stima da parte dei suoi, con tanti accorati appelli sui muri e sui giornali, come faccia Basso a dire di no diventa misterioso, anche in considerazione del suo buon cuore, del quale i suoi stessi amici ci danno ampia testimonianza. Sono certo che cederà e si metterà a disposizione di Montegranano per farla crescere in sapienza e cemento armato.

Luca Craia

venerdì 7 marzo 2014

A proposito del centro destra montegranarese – di Gianluca Franceschetti



Innanzitutto ringrazio il blog “L’Ape Ronza” per lo spazio che mi concede nel commentare il post che hai pubblicato dal titolo “che bel centrodestra a Montegranaro”. Vorrei ( ti do del tu in quanto darti del lei mi sembrerebbe eccessivamente asettico) farti i complimenti per le tue “riflessioni” che pubblichi nel blog in quanto sono ben scritte e stimolano una valutazione interessante per chi legge determinando discussioni e dibattiti utili sia per le tematiche inerenti la città di montegranaro sia per tematiche di carattere generale. Sottolineo che i miei complimenti non sono né pelosi né tantomeno una captatio benevolentiae in quanto personalmente detesto l’ipocrisia in ogni sua forma quindi ribadisco i sinceri complimenti per il tuo impegno nel dare spazio alle vicende cittadine e non. Ho deciso di intervenire nel blog inserendo un commento o meglio, una mia “riflessione sul microcosmo”, in quanto per circa 4 anni sono stato coordinatore comunale del PDL di Montegranaro ed attualmente ho assunto un incarico politico all’interno della dirigenza provinciale e regionale di “Forza Italia”. Sebbene non sia più segretario comunale del partito avendo assunto un impegno politico per l’intero territorio ritengo di sentirmi in qualche modo coinvolto dall’articolo da te pubblicato in cui metti in risalto le tante contraddizioni del centrodestra veregrense. Le mie sono riflessioni non partigiane in quanto sebbene io mi dichiari apertamente politicizzato in quanto membro della dirigenza di un partito, mi riconosco una onestà intellettuale tale da non consentirmi di avere il c.d. “prosciutto davanti agli occhi”. E’ indubbiamente vero che il quadro politico cittadino è estremamente frammentato con particolare riguardo all’area politica del centrodestra, la quale si presenta frastagliata all’appuntamento elettorale amministrativo e ciò, chiaramente dal mio punto di vista, non è positivo. Le varie componenti politiche che si rifacevano alle esperienze delle precedenti amministrazioni comunali si sono in qualche modo atomizzate scegliendo percorsi diversi e spesso contraddittori. Di certo la parte politica che rappresento, ovvero Forza Italia, guarda con una certa perplessità a ciò che stà succedendo e non di meno ci interroghiamo sul perché di questo quadro politico a dir poco sfilacciato. Consentimi di affermare che il centrodestra cittadino non è solo ciò che tu hai rappresentato nell’articolo pubblicato poiché a tale schieramento fanno parte altri soggetti, quali il sottoscritto ad esempio, che si impegnano per costruire una visione politica moderna e non più ancorata a logiche preistoriche e ciò sia per ragioni anagrafiche sia per una modalità di azione politica più aperta mentalmente. Nello specifico dell’articolo non nascondo di concordare con parte dei contenuti quali ad esempio la scarsamente comprensibile iniziativa dei cosiddetti dissidenti. All’epoca della crisi amministrativa della giunta del sindaco Gismondi mi attivai in qualità di presidente dell’ allora PDL ovvero il maggior partito politico del centrodestra cittadino , come tra l’altro ampiamente riportato dai locali organi di stampa, affinchè si intavolasse un confronto tra i vari protagonisti della crisi amministrativa ed ascoltai le motivazioni degli uni e degli altri ritenendo che si potesse arrivare ad una sintesi delle varie istanze politiche consentendo un termine naturale della sindacatura Gismondi. A tal proposito invitai i cosiddetti dissidenti ad avanzare proposte migliorative rispetto all’andamento della giunta o perlomeno ad avviare un dialogo in cui le legittime rimostranze potessero essere risolte mettendo in campo un rilancio dell’azione programmatica per i successivi ultimi mesi ma non ci fu nulla da fare. A mio modesto avviso vi fu un certo grado di presunzione politica da parte dei sempre cosiddetti dissidenti , i quali non hanno all’epoca considerato le conseguenze vere e proprie di una sfiducia al sindaco a soli 7/8 mesi dalle elezioni da parte di chi aveva condiviso con lui circa 4 anni di convivenza politica con posizioni anche importanti all’interno della giunta comunale. Attualmente ritengo si stia compiendo da parte loro un ulteriore errore politico in quanto trovo poco sensato proporre una convergenza politica iniziando con una conventio ad excludendum. Io non mi considero un Kissinger della politica ma di solito le alleanze si propongono con un confronto, volendo anche aspro, sui temi e sui programmi da eseguire nel corso della amministrazione e non sul “ Ci sto io se lui non c’è”. Tutto ciò lo trovo perlomeno politicamente sbagliato e spero che il dialogo, se proprio si potrà riavviare, si faccia sulla visione che ciascuno dei soggetti in questione ha del futuro di Montegranaro e non sui nomi in quanto la trovo una prassi politica palesemente vecchio stile. Alla fine del tuo intervento sostieni che laddove il centrodestra si ricompattasse ne vedremo delle belle e sarebbe divertente: di certo personalmente mi auguro che un giorno le varie anime del centrodestra cittadino si possano ricompattare ma sui temi generali ed intorno ad una visione condivisa del futuro della città superando finalmente veti personali e protagonismi vari. In ordine a quanto tu affermi circa l’avvio di campagna elettorale, prendendo spunto dal termine “Lista Stranamore” , dato che anche io amo il regista stanley kubrik come penso te dato il titolo che hai dato a quella lista, condivido la preoccupazione che la campagna elettorale si trasformi in una orrenda “Arancia Meccanica” di tutti contro tutti. Sottolineo che nella mia visione la partecipazione democratica alla vita politica è sacrosanta e quindi il fatto che vi siano più liste e quindi più cittadini che si impegnano in politica è sicuramente un bene. Tuttavia l’inizio di questa campagna elettorale appare non consono ad un sano dialogo democratico tra avversari politici portatori di diverse visioni amministrative: la ex opposizione si è scagliata in maniera frontale contro Gismondi definendo in maniera eccessiva il suo operato come una sorta di sciagura biblica per la città e da par suo Gismondi reagisce in maniera talvolta troppo muscolare. Non intendo scendere nel merito delle tematiche da te toccate circa la polemica politica tra schieramenti ma consentimi di non essere d’accordo con una tua certa analisi politica che posso anche rispettare ma non condivido. In particolare , seppur risulti evidente che come tu affermi l’opposizione debba essere opposizione ritengo del pari vero che siamo entrati in una fase di campagna elettorale e, dal mio punto di vista, ritengo politicamente non condivisibile che lo schieramento che fa capo alla candidata Ediana Mancini, persona indubbiamente perbene, si stia attualmente comportando come se ancora fosse all’opposizione. La lista “Montegranaro Riparti” è espressione di forze politiche che si sono legittimamente candidate al governo della città per cui personalmente nutro politicamente un rispetto che va al di là delle differenti visioni e trovo sia interessante sapere ciò che loro intendono fare per la città laddove vincessero le elezioni piuttosto che leggere quotidianamente sui giornali una opposizione all’operato della precedente amministrazione tra l’altro fatta fuori tempo massimo. Senza riferirmi a fatti specifici ciò non toglie evidentemente che la dialettica politica debba essere impostata su toni decisi in quanto oltre l’ipocrisia odio il buonismo in stile “volemose bene”, ma ritengo che tra avversari politici si imponga un pieno riconoscimento reciproco ed un rispetto delle opinioni altrui con conseguente esclusione di attacchi ad personam in quanto deve prevalere l’interesse generale ovvero cosa si vuole fare per Montegranaro o meglio, quale Montegranaro si intende proiettare in un futuro prossimo a maggior ragione quando il presente si prospetta pieno di incognite. Infine mi dispiace che il movimento 5 stelle cittadino denunci la paura di ripercussioni come causa di una difficoltà a coinvolgere cittadini nel loro movimento politico: nel solidarizzare con loro al di là delle differenti visioni politiche e pur non conoscendo i fatti in specifico ritengo che questo non sia un bel segno e purtroppo ritengo che ciò sia conseguenza di un nefasto clima da guerra civile che sembra esserci al momento fatto di attacchi personali e toni verbali esacerbati in stile guelfi contro ghibellini, il tutto tra il comprensibile sconcerto dei cittadini. Purtroppo anche Forza Italia, al di là dell’opinione che ciascuno può avere di quel partito, sebbene raccolga a Montegranaro un largo consenso elettorale, incontra notevoli difficoltà a coinvolgere cittadini nella politica attiva e questo è un dato che deve far riflettere tutti coloro che a vario titolo si interessano alla cosiddetta vita pubblica perché, lo voglio ripetere a costo di risultare stucchevole, l’impegno politico a mio avviso è comunque un bene ed una risorsa per la città. Posso solo concludere questa mia “riflessione” augurandomi che si ristabilisca un dialogo sereno tra le forze politiche cittadine tale da rendere vivace ma corretto il confronto politico e che sempre più cittadini si avvicinino alla politica perché credo che, sebbene la politica nazionale abbia spesso dato un cattivo esempio ed abbia contribuito ad allontanare i cittadini dalla partecipazione attiva, l’impegno politico resta l’espressione di un senso civico per la collettività. Scusandomi per essermi dilungato ti ringrazio e ti saluto cordialmente.

Gianluca Franceschetti

mercoledì 26 febbraio 2014

I dissidenti e la strategia del Sidersidanco



Comincia a delinearsi piuttosto chiaramente quale sia la strategia adottata dal plurisindaco di Montegranaro Gianni Basso per potersi candidare di nuovo in barba alle ripetute dichiarazioni di non disponibilità. Le manovre di avvicinamento da parte dei “dissidenti” nei confronti degli ex sodali in amministrazione hanno evidentemente lo scopo di preparare il terreno alla discesa in campo del sindaco amante dello spazio siderale, il Sidersindaco. Infatti, se coniughiamo il battibecco al vetriolo tra Basso e Gismondi con i presunti sforzi di mediazione per ricompattare il vecchio gruppo, risulta chiaro che si tratti di un progetto preciso che si basa sull’impossibilità reale di riunirsi. Da ciò risulterà “obbligatorio” per il Sidersindaco colmare il vuoto di leadership proponendo la sua e immolandosi ancora una volta per la patria.
La conferenza stampa prevista per sabato potrebbe chiarire molte cose, anche perché finora cosa vogliano fare i “dissidenti” non ci è dato saperlo. Attendiamo quindi che ci diano nuove informazioni per capire quale sia il loro progetto politico al di là di quello elettorale che, invece, comincia ad essere ben chiaro. Nota stonata anticipata, come di consueto, giunge dall’ex assessore all’ambiente Niccolò Venanzi che dice: “negli ultimi cinque anni non si è fatto molto”. Sbagliato Venanzi: non si è fatto praticamente niente, in particolar modo nell’assessorato da Lei diretto. Oltre alla raccolta differenziata, che comunque era già stata programmata dalla precedente amministrazione, non si è stati in grado nemmeno di elaborarne il regolamento in maniera efficace, tanto che il paese è ancora invaso da sacchetti abbandonati indiscriminatamente. Dobbiamo fare un bell’atto di fede per credere che in futuro ci sia un maggiore impegno.

Luca Craia