mercoledì 18 febbraio 2015

Patto per la sicurezza: predicare bene e razzolare….



Non voglio sprecarci tante parole, ne ho già scritte abbastanza. Mi è solo parso grottesco il contenuto del Patto per la Sicurezza sottoscritto lo scorso 13 febbraio in Prefettura dal nostro Sindaco perché mi pare sia in palese contraddizione con l’assegnazione degli alloggi popolari con criteri che rischiano di fare del centro storico il ghetto di Montegranaro. Leggiamo:



Non voglio aggiungere ulteriori commenti.


Luca Craia

La sindrome da divisa nell’Italia dell’illegalità



Una piccola riflessione sulla notizia di oggi: la Guardia di Finanza avrebbe multato un negoziante per aver regalato un panino a un disabile. Tutto questo a Napoli dove ci sarebbe ben altro da multare. Ora: fosse l’Italia un Paese dove vige la legalità assoluta la cosa sarebbe normale. In effetti la legge è stata violata in quanto si sarebbe dovuto emettere uno scontrino a importo zero. Ma l’Italia è un Paese dove la legalità è un miraggio, dove si violano leggi e regole con regolarità, dove ruoli chiave dello Stato stesso sono in mano a malfattori. Quindi l’operato degli agenti delle Fiamme Gialle appare quanto mai inopportuno, stupido e dannoso del concetto di legalità.
Il cittadino ha bisogno di sentirsi tutelato da chi porta una divisa. Non deve aver paura del carabiniere perché il carabiniere potrebbe picchiarti a morte. Non deve temere il poliziotto perché potrebbe spaccarti la testa durante una manifestazione pacifica. Non deve aver paura del finanziere perché potrebbe infliggerti una contravvenzione ingiusta. La fiducia che il cittadino dovrebbe poter riporre negli uomini in divisa è duramente messa alla prova da spaccatesta, delinquenti in divisa o imbecilli col cappello stemmato. Ben inteso: sto parlando di minoranze infinitesimali in mezzo ad una quasi totalità di persone serie che svolgono il loro mestiere, anzi, la loro missione nel migliore dei modi. Ma la classica mela marcia anche in questo caso danneggia il cesto intero.
La cosa più riprovevole e che mina ulteriormente il rapporto Stato-Cittadino è la mancanza di provvedimenti. Il poliziotto che sbaglia non vien punito, viene trasferito. I fatti non vengono analizzati e resi pubblici affinchè non accadano ancora ma vengono nascosti. E anche in questo caso nessun provvedimento verrà preso nei confronti di questi due imbecilli, consentitemi il termine, che, invece di lavorare per la legalità di una città come Napoli dove di illegalità si vive e si muore, perdono tempo a infliggere sanzioni per fatti innocui e per un’illegalità che non c’è. Perché lo abbiano fatto non lo so: eccesso di zelo, stupidità, inadeguatezza. Ma hanno arrecato un danno incalcolabile all’immagine dello Stato. Questi uomini in divisa dovrebbero essere impiegati altrove: magari a pulire le strade di Napoli con una bella scopa in mano al posto della pistola. Ma farebbero danni anche lì.

Luca Craia

La schizofrenia della critica feroce e costruttiva.




Ho pubblicato, nel giro di pochi giorni, due video realizzati da me. Il primo faceva vedere la Montegranaro che non vorremmo vedere, quella sporca, degradata, preda dell’incuria e dell’inciviltà. Il secondo, invece, mostrava la Montegranaro più bella, i suoi tesori più preziosi, gli scorci più belli. Mi hanno dato del pazzo per questo: come fai a postare una cosa e il suo contrario quasi contemporaneamente? In effetti, un po’ pazzo lo sono e ne vado anche piuttosto fiero, ma vorrei spiegare.


Il mio impegno e, finché i miei sodali in Arkeo sono concordi su questa linea, l’impegno della mia associazione è quello di lavorare sui nostri scopi denunciando le cose che non vanno mentre si promuovono quelle buone (che sono tante). Lavoriamo da anni per portare il turismo a Montegranaro e ci stiamo riuscendo tanto che, ora, qualcuno s’è accorto che il turismo può essere interessato a Montegranaro. Meglio tardi che mai, magari con qualche correzione.
Lavoriamo per riportare alla luce tesori nascosti e dimenticati. Lavoriamo per studiare il patrimonio. Facciamo proposte per migliorare la qualità della vita. Nel contempo denunciamo quello che è sbagliato, quello che c’è da correggere, il malcostume, quelli che, secondo noi, sono gli errori della politica.
C’è una profonda coerenza in tutto questo, anche se ai più superficiali non appare. È la coerenza di chi ama profondamente la propria terra e vuole il meglio, e per ottenerlo lotta con ogni mezzo. Noi quello facciamo: vogliamo che la gente venga a Montegranaro e nel Fermano perché c’è molto da offrire e questo può essere il futuro della nostra economia. Ma può esserlo soltanto se valorizzato, curato, proposto con professionalità. Ecco perché combattiamo la politica raffazzonata, i soldi sprecati, l’abbandono e l’incuria. Ecco perché lottiamo contro la maleducazione e l’inciviltà. Siamo convinti che non si possa fare nulla di buono essendo servili con la politica e facendo i simpatici con la gente. Noi siamo schietti e sinceri. A volte antipatici. E anche un po’ matti.

Luca Craia

martedì 17 febbraio 2015

Caro Assessore al Centro Storico ti scrivo.....



Caro Giacomo Beverati,

avendo io sollevato la questione della cartellonistica a cui leggo oggi sul Corriere Adriatico la solita sguaiata risposta (alla quale dovrei essere ormai abituato essendo questo, a quanto pare, lo stile di questa amministrazione) vorrei precisare alcune cose circa le tue affermazioni:
1)      nessuno ha mai dato la colpa a questa amministrazione del fatto che i cartelli siano sbagliati. Ho solo affermato che sono sbagliati. Invece di mettersi immediatamente sulla difensiva (cosa che denuncia un certo nervosismo, a che dovuto possiamo solo immaginarlo) basterebbe prenderne atto e provvedere. Lo segnalo da anni, lo avevo già segnalato all’amministrazione Gismondi ma i cartelli sono ancora lì e, viste le tue risposte, immagino che ci resteranno a lungo.
2)      Datazione della Cripta di Sant’Ugo: il Chronicon Farfense parla in maniera molto chiara di tre chiese in Montegranaro, una delle quali era SS.Filippo è Giacomo, l’attuale Sant’Ugo. Il documento farfense risale all’anno 829, parecchio antecedente alla data indicata da te. Del resto se il Beato Ugo, morto nel 1270, avesse davvero risieduto a Montegranaro immediatamente prima della sua morte, secondo la tua ricostruzione, avrebbe forse fatto il muratore proprio per edificare la chiesa a lui in seguito dedicata. Ora et labora. Ma, dato che Ugo risedette (secondo le fonti, per quanto poco attendibili) nel monastero silvestrino di Montegranaro, è pensabile che la chiesa ci fosse già almeno, appunto, dall’829. Da qui è evidente che la scritta XIII secolo del cartello è errata. Invece di arrabbiarti cambia il cartello, fai più bella figura.
3)      Non so a quale pieve del SS.Salvatore tu ti riferisca. Quella a cui mi riferisco io non è più officiata semplicemente perché è murata (almeno la parte che abbiamo rinvenuto noi). Certamente il resto della chiesa è riferibile all’attuale teatrino della pievania nel quale non si può officiare perché non è una chiesa. Certamente, però, non è uno dei monumenti più insigni della città a meno che tu non abbia una strana misura del valore dei monumenti. La Pieve (la porzione, per la precisione) a cui ci riferiamo è accessibile tramite uno stretto cunicolo e penso che quando ci siamo entrati noi siamo stati i primi da secoli. Attendo smentite. Da quello che leggo, però, mi pare evidente che tu non sai di cosa stiamo parlando. Ti suggerirei di documentarti prima di inalberarti.

Vedi Giacomo, il problema è sempre quello: non siete capaci (uso il plurale perché mi pare che sia vizio comune nella vostra amministrazione) di prendere con la dovuta eleganza le critiche. Io, caro Architetto, non sono affatto un “illustre esperto” come dici sarcasticamente tu (anche se mi avvalgo di due archeologi, un restauratore, un geologo e un ingegnere che sono attivi nella mia associazione) ma solo un appassionato che si dedica a queste cose da anni, talvolta sbagliando, talvolta prendendoci. Essendo tu in possesso dei miei numeri personali, come hai fatto più e più volte avresti potuto anche in questo caso chiamarmi e chiarire, evitandoti questa brutta figura.
Quando vuoi visitare la Pieve dimmelo, ti accompagno volentieri. Ma sii cortese, non ridicolizzare il lavoro fatto seriamente da tuoi concittadini, alcuni anche tuoi elettori, solo per una comparsata sul giornale o per una ripicca infantile. Non è da politici navigati con esperienze quasi trentennali come sei tu.
Con affetto

Luca

lunedì 16 febbraio 2015

Ci starei attento con Veregra



Sì, ci starei attento perché rischiamo di fare figuracce. A Montegranaro ci piace molto pensarci come eredi di un’antica stirpe romana, figli dei cittadini di una grande colonia chiamata Veregra. Il problema è che Veregra non dà traccia di sé in nessuno scritto storico. Solo Plinio il Vecchio cita, nella sua Naturalis Historia, non Veregra ma un Ager Veregrarus inteso come territorio ma non gli dà un’ubicazione esatta, tanto che esistono ben tre diverse interpretazioni che collocano Veregra in punti estremamente distanti tra loro: Tolomeo la pone in Abruzzo, il Colucci a cavallo tra il maceratese e l’anconetano nella zona tra Montefano e Filottrano e una terza, invero suffragata dalla nostra antica tradizione, mette Veregra nel territorio di Montegranaro.
La tradizione delle origini veregrensi di Montegranaro parte da uno scritto di Andrea di Giacomo da Fabriano che scrisse la vita di Sant’Ugo da Sassoferrato. Il documento fu redatto circa quarant’anni dopo la morte del beato e parla della permanenza di Ugo nella terra in cui vivevano “incolae Veregrani” ossia gli abitanti di Veregra. Poiché nel periodo a cui il Generale dei Silvestrini fa riferimento Sant’Ugo avrebbe vissuto a Montegranaro ecco che si deduce, senza alcuna prova storiografica, che incolae Veregrani sia la popolazione di Montegranaro. Del resto non vi è nemmeno alcuna prova scritta della permanenza del Santo in città e l’unico dato a suffragio di questa convinzione è la fortissima e immediata devozione al Santo che cominciò prima ancora della sua morte avvenuta nel 1270.
Andando per logica appare chiaro che, anche qualora Veregra fosse stata edificata nel territorio attiguo all’attuale Montegranaro certamente non ne possiamo cercare le vestigia  sui nostri colli in quanto i Romani non edificavano le città sulle alture ma lungo le pianure. Casomai eventuali vestigia romane rinvenute sui colli montegranaresi potrebbero riferirsi a depositi di grano, appunto, e a fortificazioni per la loro difesa.
Con ciò non è mia intenzione disilludere coloro che siano convinti della discendenza romana dei Montegranaresi. Ritengo però che darla per certa sia un errore, almeno a livello istituzionale. Piuttosto sarebbe opportuno un impegno condiviso per ricercare realmente le radici della nostra città. E chissà che non troviamo le prove che Veregra era veramente l’antenata di Montegranaro.

Luca Craia

Voglio restare umano. Non voglio scegliere tra la dittatura di Renzi e il disumano Salvini.



“12 BARCONI carichi di immigrati (tutti pacifici?) sono stati segnalati a Sud di Lampedusa. Fosse per me li aiuterei, li curerei e darei loro cibo e bevande. Ma li terrei al largo e NON LI FAREI SBARCARE, ne abbiamo abbastanza.” Questo lo dice Matteo Salvini, leader della Lega e personaggio politico molto amato negli ultimi tempi. È abile Salvini: cavalca le paure ataviche, utilizza quelle create ad hoc dal regime di Renzi, strumentalizza una situazione comunque critica in Italia per guadagnare consensi e ci riesce. L’altra sera ho chiesto di vergognarsi a un conoscente su Facebook perché affermava che è un peccato che il Mediterraneo sia così piccolo perché ci entrano pochi morti. Salvini ha successo e questo lo dimostra. Salvini fa gravi danni sociali e questo lo dimostra.
Guardate queste immagini:



Sono donne con i loro figli, padri con i loro figli, persone disperate in cerca di un futuro. Sono pericolosi? Terroristi? Vengono a saccheggiare Roma? Ora guardate quest’altra immagine:

Sono le bare di quattro bambini morti annegati nel mediterraneo. Erano terroristi? Rappresentavano un pericolo?
L’immigrazione incontrollata è indubbiamente un grave problema che va affrontato e risolto. Certamente l’Italia non è in grado di accogliere l’enorme flusso, destinato a crescere, di rifugiati provenienti da Africa e Medio Oriente. Certamente esiste anche il pericolo di infiltrazioni terroristiche. Ma pensare di non soccorrere ESSERI UMANI che rischiano di morire in mare è DISUMANO.
Occorre una politica comune di tutta l’Europa per arginare il fenomeno. Occorre certamente fare in modo che questa povera gente non parta, non venga, che rimanga nel suo Paese. Bisogna attuare politiche di cooperazione per fare in modo che le situazioni che costringono i profughi a fuggire vengano annullate.
Il problema è che queste situazione, in gran parte, le abbiamo innescate proprio noi occidentali, con le nostre guerre mascherate da operazioni di pace, con le nostre esportazioni di democrazia. Ora risolverle non è facile. E certamente non si risolvono con nuove azioni di guerra come quelle paventate dal nostro governo.
Ma come possiamo pensare di lasciare degli esseri umani a morire tra le onde? Come potete ritenervi ancora umani dopo averlo pensato? Dobbiamo scegliere tra la dittatura di Renzi e il disumano Salvini? Io scelgo di restare umano!

Luca Craia

domenica 15 febbraio 2015

Cinque domande sulla partecipazione del Comune al BIT





Questa partecipazione del nostro Comune alla Borsa del Turismo di Milano, seppur lodevole, nella sostanza presenta alcuni punti poco chiari. Per questo vorrei porre alcune domande sperando di avere risposta dai diretti interessati o da qualcuno dell’opposizione:

1)      Di chi è l’iniziativa? Del Comune o di Terre del Picchio?
2)      Chi paga le spese?
3)      Perché non vedo alcuna delibera?
4)      È stato fatto un bando per selezionare gli artigiani?
5)      Si parla di sponsorizzazioni. Chi ne ha beneficiato? Il Comune o Terre del Picchio?

Sempre fedele al principio di trasparenza a cui l’Amministrazione Comunale si ispira, attendo informazioni.

Luca Craia

sabato 14 febbraio 2015

Le Vergare - aggiornamento del 14/02/2015







L’opposizione che non c’era



Stupisco davanti all’affermazione del Presidente del Consiglio Walter Antonelli in quale, in un suo articolo pubblicato precedentemente su questo blog (leggi articolo), imputa al Presidente del CDA della Casa di Riposo, Lucio Melchiorri, la mancata osservanza dell’art. 6 lettera G dello Statuto della stessa Casa di Riposo. Tale articolo recita: “(il Presidente del CDA) almeno una volta l’anno, relaziona al Consiglio Comunale sulla corretta ottemperanza degli scopi statutari e sull’andamento delle attività”. Stupisco chiedendomi (e rispondendomi) a chi spettava l’osservanza di questa norma. E mi rispondo: spettava al Consiglio Comunale stesso convocare una volta l’anno il Presidente della Casa di Riposo per la relazione, in quanto lo stesso Presidente, essendo un comune cittadino, non ha diritto di parola in Consiglio Comunale se non espressamente convocato né può inserire punti all’ordine del giorno. Quindi inadempiente è stato il Consiglio Comunale che non lo ha mai convocato. E inadempiente è stata l’allora opposizione che non ha vigilato e richiesto a suo tempo l’osservanza del suddetto articolo.
Del resto l’attuale maggioranza dimentica spesso di essere stata per anni seduta dall’altra parte. Lo dimentica quando scopre improvvisamente che la situazione finanziaria del Comune non consente l’attuazione delle tante belle promesse fatte in campagna elettorale. Lo dimentica quando scopre che il palas è da mettere a norma, così come il cine-teatro. Lo dimentica quando scopre che c’è una frana enorme tra viale Gramsci e la circonvallazione che si sta portando via tutto il viale e che va sanata con urgenza. Lo dimentica quando vuole fare turismo con un centro storico disastrato e senza un centesimo per intervenire. Lo dimentica quando assegna le case popolari, quando non riesce a gestire il personale, quando si accorge (se se ne accorge) che il paese sta precipitando nel degrado sociale e urbanistico.
Mi domando, anzi, giro loro la domanda: dove eravate dal 2009 al 2014? E prima? Alcuni di voi addirittura erano colleghi di maggioranza delle amministrazioni precedenti il 2009. Non vi siete accorti di nulla? Che opposizione facevate?

Luca Craia

venerdì 13 febbraio 2015

Bella Montegranaro - un video per conoscere i tesori di Montegranaro

Casa di riposo: nuove precisazioni di Antonelli.




Ricevo dal Presidente del Consiglio Comunale Walter Antonelli e pubblico integralmente.

Vorrei fare una puntuale quanto  serena disamina sulla Casa di Riposo, in modo tale che  non vi possano essere zone d’ombra su un importante servizio  erogato dal Comune agli anziani.  Sono cosciente che il mio intervento mirato a fare chiarezza, pur  facendo riferimento a documentazione pubblicata e quindi verificabile, mi espone ad attacchi faziosi di chi disconosce l’impossibile. Considerato che l’art. 6 lettera g dello statuto redatto e sottoscritto da molti componenti dell’attuale Cda recita che tra gli obblighi del Presidente”almeno una volta l’anno, relaziona al Consiglio Comunale sulla corretta ottemperanza degli scopi statutari e sull’andamento delle attività”. Durante la diatriba mediatica sulla scadenza del Cda, ricevevo notizia, da fonte attendibile, di una fattura anomala per importo sull’utenza metano e di una morosità consistente da parte di un ospite. Il giorno dopo mi recavo in Comune per verificare, attraverso le obbligatorie comunicazioni del Presidente, la fondatezza delle informazioni ricevute.  Con mia sorpresa, venivo a conoscenza che mai  in questi anni da parte del Presidente si era ottemperato a tali obblighi statutari. Decidevo quindi di rendere pubbliche tali notizie,  nella speranza di avere i chiarimenti dovuti.  Ottenevo solo le dure reazione del Presidente Melchiorri e di una parte politica  che sfociavano in minacce ed intimidazioni.  Melchiorri faceva un duro attacco per mezzo stampa dal titolo“Troppe menzogne, faccio chiarezza”. Nell’articolo, testualmente affermava riguardo la notizia  sull’ospite moroso “Notizia falsa, si tratta di un unico credito vantato dalla Casa di Riposo e relativo ad un ospite per il quale, stante l’impossibilità oggettiva di pagare e su sua richiesta scritta di dilazione del debito, è stata convenuta una rateizzazione della cifra che viene puntualmente rispettata ogni mese. Cosa avremmo dovuto fare? Lasciare un anziano in mezzo alla strada?”. Sulla fattura anomala Si tratta di una fattura di conguaglio regolarmente intestata alla casa di riposo relativa all’effettivo consumo. Per altro siamo riusciti ad ottenere un pagamento rateizzato con l’Eni senza alcun interesse moratorio”. Mi chiedo dove stanno le mie menzogne se poi lo stesso Presidente conferma la fondatezza dei fatti; forse se avesse ottemperato al suo dovere statutario di informare il Consiglio Comunale, non avrebbe dato adito alla diffusione di voci incontrollate. Io mi chiedo, per operazioni  che vedono in ballo diverse decine di migliaia di euro, che non possono essere considerate fuori dall’andamento dell’attività e che possono avere risvolti inimmaginabili, non si può tenere all’oscuro il Consiglio Comunale tanto più in  presenza di un obbligo statutario. Mi auguro che chi mi ha attaccato si ravveda  e chieda scusa a tutta la cittadinanza, spero che tutta questa cattiveria nei miei confronti non sia strumentale per sviare l’attenzione da gravi inadempienze.

Walter Antonelli

Lasciate in pace i muri del centro storico





In arrivo la prossima edizione del Veregra Street Festival. Mi auguro che quest’anno il centro storico non debba subire un altro affronto come quelli ritratti nelle foto. Non discuto le opere d’arte (che, tra l'altro, mi piacciono) e non le giudico criticamente. Dico soltanto che nel centro storico ciò non deve essere consentito: il contesto architettonico non può tollerare questo tipo di contaminazioni. Non è inserendo opere d’arte moderna che si recupera il paese antico. Il paese antico si recupera restaurando i muri, non coprendoli con dipinti che starebbero bene in un contesto ben più moderno e non all’interno del castello. Il centro storico esige rispetto, quel rispetto che non ha mai avuto.

Luca Craia

Turismo. Il Comune che fa?



A proposito della proposta de Il Labirinto di adottare le fonti antiche di Montegranaro, oggi sul Corriere Adriatico il giornalista Marco Pagliariccio si domanda: “il comune cosa fa?”. Sarebbe interessante sentire la risposta degli interessati, ma una risposta nei fatti già l’abbiamo. Sta nei fatti il concetto che questa amministrazione comunale ha del turismo e dei beni storici e culturali. La leggiamo anch’essa nel giornale di oggi, dal quale apprendiamo che il Comune sarà presente al BIT di Milano con uno spazio all’interno del padiglione delle Marche. Bene, ottima iniziativa. Cosa offre il comune di Montegranaro? Lo sappiamo dalla brossure che è stata predisposta con il tour operator E-Week col quale si collabora per promuovere il turismo nostrano (tra l’altro senza che vi sia stato alcun bando, mi pare di capire): “visite guidate di laboratori artigianali” e giù a raccontare la storia della nostra produzione industriale. Ottimo, ma ci sono solo le scarpe a Montegranaro? No, nella brossure si parla anche di affreschi e centro storico, ma molto marginalmente. Inoltre voglio vedere quale centro storico verrà mostrato ai turisti considerando che per ¾ è impresentabile.
Un Comune che non ha in mente un centesimo per valorizzare, restaurare, rendere fruibile il proprio patrimonio culturale (centro storico a pezzi, teatro Novelli che crolla, Torrione che crolla, grotte sconosciute, tele dei Ricci mangiate dai tarli, fonti scomparse, case di terra non pervenute, cartellonistica inesistente, ecc…) andando al BIT con questi presupposti spreca solo soldi.
Arkeo opera nel settore turistico, con le difficoltà evidenti che ci sono a Montegranaro, da anni con risultati riguardevoli. Diciamo che abbiamo una nostra esperienza e una nostra conoscenza del settore. L’abbiamo messa a disposizione dell’amministrazione comunale sin dai primissimi giorni ma non veniamo mai consultati, nemmeno in questa occasione. Il Comune non ha nemmeno l’umiltà di confrontarsi con le realtà operanti da anni e che già portano risultati, semmai preferisce inserirsi di prepotenza sulle stesse iniziative approfittando del lavoro svolto dagli altri. Ma continua a considerare Montegranaro come terra di scarpe e non come un paese che possiede un notevole patrimonio culturale da valorizzare e fruttare turisticamente. Ovviamente insieme alle scarpe. Solo che per valorizzare i beni culturali bisogna investire e non mi pare aria. E per collaborare con associazioni come la nostra bisogna lasciare da parte i giochini politici che si sono fatti fino ad oggi riguardo all’associazionismo. E anche qui non mi pare aria.

Luca Craia