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mercoledì 20 maggio 2015

Grazie Basso per NON aver fatto il palazzetto (e lo dico senza ironia)


Leggo il “comunicato ufficiali” (di chi?) che pubblico di seguito comparso sulla pagina degli Arditi Crew che, se ho ben capito, sono, anzi, sarebbero degli amanti dello sport. È un comunicato che offre un punto di vista, diciamo, alternativo ai fatti capitati al termine della quarta partita dei Play Off giocata a Montegranaro. A parte dire che, leggendo, mi si è azzerata la salivazione, non vorrei commentare per due semplici motivi: 1) non ce n’è bisogno, commentare una roba del genere è del tutto superfluo; 2) non vorrei finire con qualche osso spaccato pure io, visto anche come sono stato attaccato violentemente, per fortuna solo verbalmente, ogni qual volta ho detto qualcosa contro un certo tipo di interpretazione del tifo (non voglio parlare di sport perché non c’entra niente). Augurandomi quindi di uscirne indenne, aspettando la solito ridda di insulti, chiudo con una considerazione: vista la mentalità sono grato a Gianni Basso per non essere riuscito a finire il palasport a Montegranaro. Forse è meglio così.

Luca Craia
COMUNICATO UFFICIALE IN MERITO AI FATTI POST-PARTITA PODEROSA MONTEGRANARO-RIETI:
In riferimento al post partita Poderosa-Rieti, i supporters veregrensi non possono far altro che rabbrividire di fronte al finto moralismo degli organi di stampa , di tutta la gente presente al palas e soprattutto delle altre tifoserie che stanno spendendo parole di solidarietà senza conoscere i fatti che sono esattamente l'OPPOSTO DI QUANTO FINO AD ORA RACCONTATO.
Cosa è accaduto: finita la partita , vinta dalla squadra ospite , non si sa bene per quale motivo una macchina di un tifoso reatino sulla trentina accompagnato dal padre sessantenne era parcheggiata vicino al settore adibito al tifo di casa.
All'imbattersi di alcuni supporters gialloneri (di cui per rispetto non lasciamo dettaglio alcuno) i due sono scesi dalla vettura indirizzandosi verso di loro con fare tutt'altro che pacifico; nulla di ciò che si stava delineando, aveva i toni di un semplice diverbio.
Nella mini rissa nata fin da subito, la peggio l'hanno avuta i reatini , e cadendo uno dei due, il sessantenne, si è rotto un femore.
Per tutti gli amanti del gossip purtroppo , dobbiamo informarli che non si è trattato di aggressione con bastoni e sedie o altro come vi stanno facendo credere ma una semplice scaramuccia finita con una gamba rotta dovuta alla caduta e non causata dall'ascia di un tagliagole locale; ci teniamo però a precisare e ripetere a gran voce che sono stati i supporters reatini a cercare lo scontro fisico, non che questo sia un problema in sè ma di fatto ribalta completamente la visione dei fatti che fin da subito in maniera del tutto pregiudiziale dava le colpe ai ragazzi di Montegranaro.
Da qui nascono diverse considerazioni e domande.
a) com'è possibile che, con tutte le forze dell'ordine disposte in ogni punto intorno all'impianto sportivo, si sia permesso di parcheggiare una vettura appartenente alla tifoseria ospite nelle vicinanze di quelle locali ? ;
b) è inconcepibile ancora oggi portare avanti il discorso “non è un posto sicuro per famiglie e bambini” se poi, proprio un padre di famiglia, non comportandosi da tale, crea i presupposti per uno scontro; c) com'è possibile condannare qualcuno prima ancora che i fatti vengano chiariti? A chi serve il mostro? Fatevele queste due domande;
d) assegnare sempre e comunque la ragione a chi ha riportato più danni non rappresenta una sorta di epica/etica della sconfitta? Come se si volesse dimostrare che chi rimane in piedi ha torto a prescindere; Ed infine e) cosa vi aspettate quando sperate che i palazzetti e gli stadi siano pieni e colorati, quando le società fanno di tutto per far riempire gli spalti cosicché la gente possa cantare? Cosa sperate, che non ci siano sfottò e cori contro? Che non ci siano più rivalità e che finisca tutto in un meraviglioso terzo tempo rugby style?
Andiamo sapete tutti che non è così e non lo sarà mai, a meno che non si voglia davvero intervenire sul problema alla radice, alzando vertiginosamente i prezzi del biglietto e non permettendo coreografie cori e quant'altro a nessuno, paralizzando di fatto tutto il fenomeno del tifo organizzato.
Se è questo ciò che desiderate, che si muovano per prime le società e bandiscano qualsiasi tipo di modalità di supporto per la propria squadra, poiché essendo questione di cuore e di pancia, ci sarà sempre chi dall'altra parte della balaustra agirà in maniera contraria creando inevitabilmente una rivalità. A meno che non si creda ancora alla favola che andare allo stadio significhi sostenere la propria squadra infischiandosene totalmente di ciò che combina l’avversario.
Detto questo e ribadendo che nessuno è costretto a scegliere la via della “strada”, una volta scelta spontaneamente, per onestà e correttezza se ne devono necessariamente accettare le regole, nel bene e soprattutto nel male.
Noi, a differenza di tanti moralisti che augurano le pene senza conoscere i fatti, diamo tutto il nostro sostegno ai compaesani che si sono trovati a rispondere alle provocazioni dei reatini e diamo tutto il nostro sostegno a chi sta passando dei brutti momenti per colpa del veleno di chi non si è saputo comportare.

Arditi Crew '13 - Veregrensi Vecchie Maniere

lunedì 18 maggio 2015

Smantelliamo la cultura della violenza



Non ne volevo parlare, tanta la rabbia che provo, la vergogna, anche se immotivata per quanto mi riguarda in quanto totalmente al di fuori di certi ambienti. Ma due righe le voglio dire, da Montegranarese, da persona che, nel suo piccolo e con le poche forze disponibili, fa del suo meglio per promuovere Montegranaro, farla conoscere, fare in modo che la gente la visiti. Condannare quei tre delinquenti imbecilli che hanno fatto del male a un nostro ospite in occasione di una partita di basket è normale, lo stanno facendo in molti, prima di tutti la società sportiva responsabile dell’evento. Occorre però capire perché capitano queste cose e perché Montegranaro debba dare una così cattiva immagine di sé.
La violenza nello sport nostrano c’è sempre stata. Ricordo fin da bambino scene davvero brutte davanti al palasport, botte, lanci di oggetti, zucchero nei serbatoi della benzina. Ovviamente i violenti sono pochi, quelli che amano menare le mani col pretesto dello sport sono un’esigua minoranza in mezzo a centinaia di appassionati sinceri e corretti. Però questa violenza è stata sempre tollerata, in qualche modo sostenuta, talvolta alimentata.
Chiacchiere da bar, violenza verbale. Post vergognosi sui social network. Insulti gratuiti a Rieti e ai suoi cittadini. Non credo che chi si esprime in un certo modo violento sia poi capace di usare la stessa violenza contro chiunque, ma solo dire o scrivere certe cose alimenta questa cultura. I cretini, si sa, abbondano, i delinquenti pure, e c’è sempre qualcuno che può trovare giustificazione ad atti inqualificabili in un clima così avvelenato.
Bene ha fatto il patron della nostra squadra a chiedere scusa. Altrettanto dovrebbe fare il nostro sindaco, a nome di tutta quella cittadinanza che, in tutto questo, non c’entra niente. Ma non basta. Bisogna chiedere con forza che i tifosi montegranaresi inizino a smantellare questa cultura violenta. Subito. Perché è giusto, perché è per Montegranaro.

Luca Craia

martedì 3 marzo 2015

La sicurezza del palas tra tribune ed esplosivi



Foto di Ennio Reschini
Finalmente sono iniziati i lavori alla Bombonera, il palasport di Montegranaro che necessitava di un adeguamento per quanto riguarda la sicurezza del pubblico. Dopo una lunga serie di rinvii, dettati da ritardi imputabili alla ditta che ha acquisito l’appalto, e dopo un’altrettanto lunga serie di dichiarazioni di inizio e fine lavori piuttosto avventate, finalmente oggi sembra che si veda la luce per questo intervento che, a detta del nostro vicesindaco, doveva essere già terminato dal Natale scorso. Ma così va la politica.
Essendo, le nuove tribune, già state fabbricate ora si tratterebbe solo di installarle in loco con un lavoro di pochi giorni, almeno questo diceva poco tempo fa l’assessore ai lavori pubblici Perugini le cui dichiarazioni, per ora, sembrano più attendibili. Diciamo quindi che a brevissimo avremo un palazzetto dello sport finalmente a norma per la sicurezza. Ma la sicurezza c’è davvero?
Dobbiamo pensare che i lavori vengano svolti a regola d’arte quindi, da un punto di vista normativo, il palas dovrebbe essere sicuro. Ma non tutti sanno, anche se chi di dovere ne è a conoscenza, che a una manciata di metri dalla parete sud del palazzetto, ci sono alcuni capanni che vengono utilizzati come deposito di bombole di gas. La domanda che mi faccio, e chi si fanno anche altri cittadini (come Ennio Reschini di Guardiamo Avanti che mi ha fornito la foto), è se questi non costituiscano un pericolo maggiore delle stesse tribune che sono state sostituite. Certo i depositi saranno controllati, ma una bombola, anzi, diverse bombole piene di gas esplosivo e poste così vicine a un luogo dove si radunano molte persone per le partite, considerando che a pochi metri c’è anche la scuola media e che gli stessi ragazzi utilizzano quotidianamente la struttura per le attività fisiche, rappresentano evidentemente un rischio che va valutato. È stato valutato? Sarebbe interessante avere una risposta.

Luca Craia

sabato 19 aprile 2014

La Sutor verso il naufragio. Un patrimonio che si perde.



Quando parla d’altro no, ma quando si occupa di basket e, nella fattispecie, della Sutor a Raffaele Vitali do credito perché di Sutor ci capisce davvero. Così, leggendo il suo editoriale sull’argomento, capisco che forse siamo davvero alla frutta per la storica squadra di pallacanestro montegranarese. Finiti i soldi ma, soprattutto, finita la passione. I Montegranaresi, dopo anni di pressanti richieste di denaro, denaro finito in chissà quali rivoli e scorso via senza quasi lasciare traccia, si sono stancati, disinnamorati, si sono accorti che non è più cosa. E questo, forse, segnerà la fine di quello che è, comunque, un patrimonio cittadino.
Si è evidentemente voluto fare il passo più lungo della gamba. Si è sopravvalutata la potenzialità di un territorio che, seppur ricco, non può può permettersi una squadra di serie A. I nostri imprenditori, che pure hanno dato tanto negli anni, oggi sono alle prese con problemi più seri di un pallone arancione, e non possono più sostenere la gestione di una squadra che, comunque, accusa una certa allegrezza e leggerezza. Montegranaro ha dato tanto, anche quando era palese che la squadra stava andando via, che non era più nostra. La Sutor ha chiesto e ottenuto tanto, monopolizzando ogni tipo di impegno economico della cittadinanza.
Ci è costato molto in termini sociali ed economici, a cominciare dagli investimenti sbagliati della politica, testimoniati dal rudere di quello che avrebbe dovuto essere il nostro palasport, passando per il sostegno economico dato dal Comune annualmente sottraendolo ad altre e più urgenti necessità, per finire all’impegno di ogni singolo tifoso che ha tirato fuori di tasca per sostenere un progetto che oggi sembra destinato a naufragare salvo miracoli. Forse sarebbe stato meglio volare più bassi, accontentarsi di una militanza in categorie appena minori, piuttosto che dover rinunciare alla squadra storica della città. Ma si sa, l’ambizione non ha freni, e quando questa viene cavalcata per altri fini meno nobili, sia economici che politici, i risultati non possono che essere quelli che vediamo. Speriamo in buone notizie future da parte del buon Vitali. In fatto positivo, intanto, è che questa campagna elettorale non vedrà le solite promesse ridondanti sulla Sutor.

Luca Craia

sabato 22 febbraio 2014

I potenziali sindaci e la Sutor.



Interessante l’atteggiamento dei candidati sindaco Gismondi e Mancini circa i guai che attanagliano la nostra squadra di basket. Ediana Mancini, supportata anche da Endrio Ubaldi,  riconosce ovviamente l’importanza della presenza della Sutor in seria A, ma finalmente chiarisce il punto che un intervento economico da parte delle istituzioni è impensabile. Meno chiaro e più possibilista Gismondi, che nel suo mandato ha erogato alla squadra somme anche piuttosto importanti e che lascia in qualche modo aperta la possibilità che una amministrazione da lui guidata possa continuare ad intervenire. Non sappiamo ancora quale sia l’opinione degli altri candidati e speriamo di conoscerla presto.
In effetti la questione è tutt’altro che da sottovalutare: se è vero che la Sutor è veicolo di immagine per Montegranaro e ne da lustro a livello nazionale con la sua permanenza nel campionato principe, è altrettanto vero che non si può più pensare, se mai fosse stato possibile, ad un sostegno economico da parte del Comune. Chiaramente ognuno è libero di disporre del proprio denaro come crede, e quindi ben vengano privati disposti ad aiutare la squadra con sponsorizzazioni, consorzi, associazioni. Ma il denaro pubblico è denaro di tutti e chi amministra la città deve sempre ricordare che non può disporre dei beni comuni per assecondare le proprie passioni, anche se largamente condivise dalla popolazione.
Trovo inoltre fastidiosa l’impostazione della richiesta di sostegno presentata mediaticamente dalla società sportiva, impostazione che sostanzialmente accusa “il territorio” e, di conseguenza, la sua popolazione di non essere vicino alla squadra. Ci si dimentica delle enormi difficoltà economiche che, appunto, il territorio sta attraversando. Ci si dimentica anche che la stessa società non ha esitato ad abbandonarlo, il territorio, per cercare, fallendo, di crearsi un bacino più ampio ad Ancona. Le continue richiesti di aiuto, le accuse, lo sganciarsi e riagganciarsi a seconda delle contingenze con le proprie radici territoriali come minimo creano disaffezione. Senza parlare di situazioni economiche poco leggibili che si sono verificate in un recente passato.
Quindi auguri alla Sutor, che trovi la forza economica di resistere in serie A. Ma la trovi senza impegnare l’istituzione che, in quanto tale, non può farsi carico di problemi che non riguardano l’interesse generale. E le sorti della Sutor, per quanto possiamo esserne tutti, chi più chi meno, sensibili, non riguardano affatto l’interesse generale di Montegranaro e del Fermano. Sono ben altre le priorità e i candidati sindaco dovrebbero chiarire ai propri elettori quali esse siano per loro.

Luca Craia

martedì 14 gennaio 2014

La politica preoccupata per lo sport, parrebbe meno per i cittadini



Si preoccupa il nostro ex Sindaco Gismondi per le sorti della Sutor. Si preoccupa anche l’ex Assessore allo sport La Porta. Si preoccupano perché tifosi e perché montegranaresi e questo è condivisibile: la Sutor è un patrimonio cittadino, anche se bisognerebbe fare molti distinguo e, in passato, ne ho fatti, tanto da procurarmi tanti nuovi “amici” che probabilmente non mancheranno di farmi avere la loro “approvazione” anche stavolta.
Suona strano però questo interessamento da campagna elettorale. Suona strano anche perché viene dopo un lungo silenzio, un po’ meno per Gismondi, molto di più per La Porta che tace dai tempi della sfiducia. Montegranaro ha un’enormità di problemi e la crisi sta cominciando a far sentire pesantemente i suoi effetti anche da noi. E i nostri due ex amministratori si preoccupano per lo sport ma non dicono una parola per i tanti problemi che affliggono la città. Del resto negli anni passati la loro giunta ha elargito allo sport parecchi soldi e, nella fattispecie della Sutor, parliamo di cifre considerevoli.
Parliamo di cifre che si sarebbero potute spendere per problemi più concreti e più pressanti per tutta la collettività. Ma, così come pare evidente, l’interesse principale è quello dello sport, che certamente dà visibilità e porta voti. Ma bisogna ricordare che votano anche quelli che alla partita non ci vanno. È bene, quindi, sapere e conoscere le priorità dei nostri politici e regolarsi per il futuro. Per il presente consideriamo come fatto positivo che ci sia un commissario alla guida della città che, certamente, non correrà in soccorso di squadre sportive in difficoltà sottraendo fondi alla collettività. E auguriamoci che ce la Sutor ce la faccia da sola.

Luca Craia