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lunedì 21 marzo 2016

Antennona: ridicole giustificazioni. Cosa avrebbe fatto un buon amministratore.



Trovo ridicole le giustificazioni dell’Amministrazione Comunale circa il comportamento tenuto nell’iter per la concessione dei permessi per l’antenna telefonica di San Liborio, così come trovo stomachevole il solito rimpallare le accuse con l’infantile giochetto dell’“allora tu che hai fatto?”. Sembra di stare all’asilo. La contraddizione sta proprio nelle misure che si stanno prendendo in questi giorni: ora si incontrano i cittadini, si convocano assemblee, si parla con la gente. Perché tutto questo non è stato fatto per tempo?
Credo che un buon amministratore, uno di quelli che davvero amano la propria città, si sarebbe dovuto comportare molto diversamente. Posto che, in assenza di un piano antenne, il Comune potesse fare ben poco (e qui possiamo parlare all’infinito sulla responsabilità di non avere redatto tale piano antenne, ancorché deliberato da tempo), un buon amministratore, appena saputo di quanto stava per accadere, avrebbe convocato la cittadinanza per informarla e per lanciare un messaggio preciso: cari cittadini, come Comune possiamo fare poco, ma l’opinione pubblica, in questi casi, ha un grande potere; muovetevi, organizzatevi e avrete il nostro più completo appoggio.
Invece c’è stato solo silenzio. Un silenzio che si è interrotto bruscamente quando L’Ape Ronza ha fatto sapere cosa stava accadendo a tutti. E ora si cerca di correre ai ripari con azioni che definire ridicole è poco. Comunque, se il Comune smette di fare dietrologia e si mette sul serio a disposizione dei cittadini è comunque un fatto positivo. Ma il comportamento che vedo è esattamente quello di cui i nostri amministratori stanno accusando la minoranza: si sta strumentalizzando la situazione nel tentativo grottesco di recuperare un minimo di credibilità. Troppo tardi.

Luca Craia

venerdì 18 marzo 2016

Appello a San Liborio: non fate da soli!



C’è una cosa che mi dispiace profondamente in tutta questa brutta storia dell’antennone di San Liborio e non è il solito tentativo dell’amministrazione comunale di scaricarsi le responsabilità o la meschinità di chi lucra sulla salute dei Montegranaresi. Mi dispiace vedere la consolidata abitudine di voler far da soli. Vedo gli amici di San Liborio, che stanno cercando di dare battaglia per la difesa del loro fondamentale diritto alla salute, che stentano a condividere il loro problema con il resto della comunità cittadina. Stanno raccogliendo firme ma lo fanno tra loro, si riuniscono ma lo fanno fra loro, come se questo fosse un problema esclusivamente loro.
Il problema, invece, è e deve essere di tutti. Lo deve essere perché la stessa cosa che sta capitando a San Liborio potrebbe capitare domani a Santa Maria, lo deve essere perché se un mio amico ha un problema quel problema diventa anche mio ma lo deve essere soprattutto perché in una comunità non esistono questioni parziali: ogni cosa la si affronta insieme. Tutta Montegranaro deve caricarsi di questo problema e chiedere, con la forza che solo una comunità unita può avere, la sua soluzione. È su questo che fanno affidamento quelli che prendono certe decisioni o che, per negligenza o malafede, non prendono decisioni affatto, lasciando un paese in balia di sciacalli. Fanno affidamento sullo storico scollamento che c’è nella nostra comunità. È su questo che, invece, dobbiamo puntare: siamo comunità, condividiamo i problemi, cerchiamo insieme le soluzioni e facciamo fronte comune contro i soprusi.
Quindi chiedo agli amici di San Liborio di condividere con tutta Montegranaro il loro problema. La petizione in atto sia messa online in modo di facilitarne la firma a tutti coloro che vogliano contribuire. Se si fanno assemblee pubbliche – e se ne dovrebbero fare – siano aperte a tutta la cittadinanza e siano impostate come una questione che riguarda tutta la cittadinanza. Perché a Montegranaro il problema dell’antenna non è solo di San Liborio così come il problema del centro storico non è solo di chi vive nel centro storico. Lavoriamo insieme, facciamo sentire la forza della comunità.

Luca Craia

venerdì 12 febbraio 2016

Che problema c’è con le fidejussioni?



Probabilmente dipende da me che mancino lento e certe cose non riesco a capirle al volo, ma questa cosa che si va sul giornale a suonare le chiarine per la firma, vivadio, del contratto per la raccolta dei rifiuti, che aspettiamo con ansia da mesi, ma non ci si degna di dare una risposta alle legittime domande di minoranza e cittadini, mi pare una roba dell’altro mondo. Si tratta di rispetto, di trasparenza, di democrazia. Si tratta di comportarsi in modo da togliere ogni dubbio.
Se l’opposizione chiede chiarezza su un appalto che vale sei milioni di Euro e sul quale qualche preoccupazione è legittima, visti i ritardi accumulati per la sua attuazione, la maggioranza, a mio giudizio, dovrebbe rispondere immediatamente e fugare ogni dubbio. Col silenzio il dubbio cresce e ha sempre più ragione di esistere.
Allora, dove sono queste fidejussioni? Con chi sono state stipulate? Che tipo di garanzia forniscono? Ci vuole tanto a rispondere? Poi possiamo anche proclamare al mondo intero quanto siamo stati bravi ad assegnare un bando da sei milioni senza guadagnarci alcunché con il riciclo dei rifiuti, ma prima ci vuole chiarezza. E soprattutto ci vuole rispetto per i cittadini di Montegranaro.

Luca Craia