martedì 20 gennaio 2015
Che fine ha fatto lo sportello virtuale del Comune?
C’è una cosa veramente ben fatta
da parte dell’amministrazione Mancini: lo sportello virtuale per segnalare
problemi o disservizi attivato sulla pagina web del Comune. È un modo pratico
per il cittadino di far presenti le varie problematiche di piccola entità che,
però, assumono grande importanza per la qualità della vita. Il servizio, fino a
poco fa, funzionava bene: c’è un form da compilare e, una volta inviato, arriva
sulla casella mail depositata la conferma di ricezione della segnalazione. In
seguito arriva anche la valutazione della segnalazione e il tempo stimato per l’eventuale
soluzione. In genere la stima è piuttosto esatta. Da qualche tempo, però, ci si
ferma ai primi due step che, evidentemente, vanno in automatico. Dopo la
conferma di ricezione, però, non succede più niente: non arriva la valutazione
e la stima dei tempi di intervento e, soprattutto, non si interviene. Ho
segnalato due lampadine bruciate a Porta Spina da due settimane e non mi è
arrivata alcuna risposta, tantomeno le lampadine sono state sostituite. Che è
successo? Il servizio è subissato di richieste? O qualcuno che lo amministrava
è in vacanza? Fatto sta che, per cambiare due lampadine, conferma o non
conferma, non dovrebbe volerci molto.
Luca Craia
lunedì 19 gennaio 2015
A proposito della macchina nera
Oltre ventiquattrore fa ho
chiesto pubblicamente sulla pagina di Gioventù Libera di confrontare il numero
di targa della mia vettura con quello della famosa Ford nera da loro
pubblicata. L’ho fatto perché molta gente ha interpretato, chissà come mai, la
pubblicazione della suddetta foto come un’accusa nei miei confronti e alcuni
pare siano convinti che la Ford
nera pubblicata dai giovani vicini al Vicesindaco sia proprio la mia. Evidentemente
i ragazzi di Gioventù Libera sono molto impegnati e ancora nessuno ha
verificato la corrispondenza della targa riferendo a me e a chi ha visto quella
foto se la macchina ritratta risulta essere la mia o no. Dato che, però, non ho
piacere che mi si accusi di cose non fatte e dato che la macchina non è
certamente la mia (perché so dove parcheggio, perché so riconoscere la mia
macchina, perché so di non violare i divieti di sosta) vorrei intanto chiarire.
Per questo pubblico la foto della mia macchina con la targa bene in evidenza. In
evidenza ci sono anche i cerchioni che sono decisamente diversi e la modanatura cromata sopra la targa che in quella della foto incriminata non c'è. A questo punto
se i ragazzi di Gioventù Libera vorranno essere così gentili da chiarire la
questione pubblicamente ne sarò loro grato. Altrimenti prenderò atto del fatto
che a pubblicare una foto che mette in difficoltà (e crea anche qualche piccolo
danno di immagine) una persona che non c’entra nulla ci vuole poco ma a
rimediare ci vuole evidentemente di più.
Luca Craia
Le storie di Monte Franoso – La guerra dei divieti di sosta
A Monte Franoso da diverso tempo
c’era un blogger che si divertiva (si fa per dire) a segnalare sul suo spazio
virtuale le varie magagne che affliggevano il paesino pubblicando articoli,
vignette satiriche e foto di situazioni, come dire, imbarazzanti. Il blog, che
si chiamava La Vespa Punge,
era molto seguito dai Montefranosini, e molti di loro partecipavano inviando
materiale, foto e segnalazioni. Tutto questo non era visto di buon occhio dalla
politica locale che mal digeriva la massiccia dose di critiche che arrivava dal
blog e la passione per le vignette satiriche che stava contagiando molti
cittadini di Monte Franoso.
Uno dei politici più importanti
del paese, l’avvocato Andreoni, se la prese molto a male per alcune vignette,
foto e articoli critici nei suoi confronti e decise di vendicarsi. Diede
istruzioni a un gruppo di fedelissimi che aveva una pagina su Handbook, il
popolare social network, di pubblicare una foto che ritraeva una macchina in
tutto e per tutto identica a quella del blogger in palese divieto di sosta. Ovviamente
la targa era oscurata, come si fa normalmente in questi casi per il rispetto
della privacy, ma questo aiutava a generare l’equivoco. Era infatti impossibile
verificare dalla targa la proprietà della macchina.
Una volta pubblicata, la foto
fece il giro del paese e la gente cominciò a chiacchierare. Dicevano: “visto? Fa
tanto il moralista ma anche lui non rispetta le regole”. Oppure: “stavolta c’hanno
preso lui in castagna”. L’avvocato e suoi fedeli alimentavano a di persona e
sul web la convinzione che la macchina ritratta fosse del blogger stando però
molto attenti a non nominarlo mai né ad affermare esplicitamente che quella
vettura fosse sua.
La vergogna fu talmente tanta che
il blogger decise di smettere di pubblicare sul web e di chiudere ogni attività
di questo genere. Il blog fu quindi chiuso e l’avvocato Andreoni andò a
festeggiare coi suoi fedelissimi in pizzeria. Pagarono alla romana.
Questo accadeva a Monte Franoso. Chissà
se la stessa cosa sarà mai accaduta da altre parti? Chissà se il prepotente di
turno l’avrà avuta vinta anche lì?
(ogni riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale)
Luca Craia
Cofferati e l’esigenza di sinistra
C’è un vuoto a sinistra in
Italia. Anche prendendo per assunto il fatto che ormai parlare di destra e
sinistra possa essere obsoleto (e forse lo è) in Italia manca una forza
politica che si faccia davvero interprete delle reali esigenze delle classi
sociali più deboli. Il Pd, anche se derivazione diretta di quel PCI ormai
lontano, oggi non è definibile forza di sinistra, se vogliamo nemmeno come
forza progressista. Nel tempo si è spostato sempre più verso destra diventando,
di fatto, una nuova Democrazia Cristiana senza averne, però, le qualità
positive. È un partito di moderati, talvolta tendente a destra (tanto che
governa con la destra di Alfano) che ospita per quegli strani meccanismi della
politica italiana, gente di sinistra.
A sinistra, invece, c’è il vuoto.
Sel è troppo debole, sganciata dalla realtà, poco credibile e, soprattutto,
fortemente handicappata dalle sue irrinunciabili radici marxiste, oggi davvero
superate. Il Movimento 5 Stelle tutto è meno che di sinistra, semmai è
trasversale, ha una forte componente sociale che, a volte, somiglia più alla
destra sociale storica che alla sinistra. Manca, quindi, un elemento essenziale
che un Paese democratico deve avere: manca la rappresentanza delle classi
deboli.
Sono in molti a saperlo: lo ha
sempre saputo Civati che spinge verso sinistra da lungo tempo all’interno del
Pd ma che non ha la forza necessaria per sganciarsi dal suo partito e
avventurarsi in qualcosa di nuovo. Lo sa Cofferati, che forse oggi può davvero
prendere le redini di questi vettori e convogliarli verso una nuova formazione.
Lo sa Berlusconi, che continua a paventare il pericolo comunista nella certezza
che i comunisti non ci sono più ma che un pericolo (per lui) a sinistra
potrebbe nascere da un momento all’altro. Lo sa Renzi, la cui reazione alle
dichiarazioni di Cofferati denunciano nervosismo e paura.
Perché un nuovo soggetto a
sinistra fa paura a molti. Intendiamoci: difficilmente potrà rivedere i fasti
del vecchio PCI, difficilmente potrà diventare una delle forze maggiori, ma
certamente potrà farsi interprete di tante esigenze finora disattese, dialogare
con i nuovi soggetti della nuova politica e soffiare sul collo a quella
vecchia, dando voce a quella fetta di cittadinanza (e di uomini politici) che
fino a oggi è stata inascoltata.
Forse i fatti liguri si
risolveranno con il solito topolino partorito dalla montagna, forse no. Quello
che forse sta accadendo è che Cofferati ha probabilmente tolto il tappo a una
miscela esplosiva che si è innescata dentro al Pd e prima o poi quella parte di
sinistra che ancora sembra essere viva all’interno di questa nuova balena
bianca uscirà e andrà a riempire quello spazio vuoto che aspetta da troppo
tempo. Poi vedremo se ancora si parlerà di compagni, Marx e proletariato o se
si avrà una visione più moderna e agganciata alla realtà dei tempi.
Luca Craia
Passeggiando per Montegranaro
Un nostro lettore (vero, non fittizio, con tanto di messaggio da mettere agli atti) che lasceremo anonimo ci manda queste foto scattate facendo un giro per le vie secondarie (ma non troppo) di Montegranaro.
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