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lunedì 15 febbraio 2016

Le scuole rosse perdono iscrizioni e rischiano di chiudere.



Il problema è antico ma si sta manifestando in tutta la sua gravità in questo periodo: le scuole elementari capoluogo, quelle rosse, per capirsi, stanno perdendo iscrizioni anno per anno e quest’anno si stanno avendo difficoltà anche per organizzare una sola sezione di prima elementare. Ciò è dovuto sia a un problema demografico, visto che il centro storico si sta progressivamente spopolando che all’assenza, ormai da anni, della scuola materna in centro. Infatti, con l’inagibilità e il successivo abbattimento della struttura storica vicina al Campo dei Tigli, il centro di Montegranaro non ha più avuto la materna, pur mantenendone la denominazione, e i bambini attualmente frequentano la sezione “centro” che, però, ha sede nella struttura di San Liborio. Questo ovviamente induce i genitori a mantenere l’iscrizione presso la struttura di San Liborio al momento del passaggio dalla materna alle primarie e ciò comporta lo svuotamento del plesso storico.
È un vero peccato, perché, andando così le cose, l’edificio sarà presto vuoto e una parte importante della nostra storia andrà a morire. Questo non può che nuocere ulteriormente alla vitalità del centro storico, aggiungendo un altro motivo di degrado e abbandono. Eppure nel plesso del capoluogo lavorano insegnanti tra le migliori, tanto che, dati alla mano, alle medie i ragazzi provenienti dal centro sono mediamente più preparati.
Sarebbe quindi auspicabile che si prendano iniziative, a livello scolastico, per incentivare le iscrizioni presso il capoluogo. Ma sarebbe anche necessario che la scuola materna torni in centro, magari dandole sede proprio nell’edificio dell’ospedale vecchio, così da creare nuovo movimento nel centro storico e sostenere la scuola più antica di Montegranaro. Le scuole rosse vanno salvate, sono una parte importante della nostra memoria storica.

Luca Craia

venerdì 6 novembre 2015

Antonelli e le case popolari. Rivediamo il regolamento per non favorire gli stranieri.


Nella foto i lavori di ristrutturazione dell'edificio dell'ospedale vecchio di Montegranaro, dove sono stati realizzati 8 alloggi popolari tutti assegnati a cittadini extracomunitari.

Walter Antonelli, Presidente del Consiglio Comunale di Montegranaro, è sempre stato una voce fuori dal coro pur rimanendo in maggioranza. Molte sono le sue iniziative che lo distinguono dal resto della compagine amministrativa guidata da Ediana Mancini e spesse volte si è trovato in netto contrasto coi suoi colleghi consiglieri di maggioranza. Oggi intraprende un’iniziativa che, probabilmente, creerà qualche nuovo malumore nello schieramento che governa il paese ma che, a mio modesto parere, era necessaria e urgente, anche se nessuno aveva il coraggio di proporla forse per tema di essere tacciato di razzismo o xenofobia, cosa che accade ogni qualvolta si toccano questi temi.
Si tratta della proposta di modifica del regolamento comunale che regola l’assegnazione degli alloggi popolari a Montegranaro. Antonelli ha inviato a una proposta a tutti i consiglieri eletti perché si metta mano a tale regolamento “in modo da aumentare il peso della residenza, al fine di evitare che solo la categoria degli extracomunitari siano assegnatati di alloggi popolari, come avvenuto recentemente creando un doppio danno: aumentare la xenofobia degli italiani verso tale categoria e creare dei ghetti che impedisce una vera integrazione”.
Esiste infatti la possibilità, del resto già nota da tempo, che si assegni un punteggio importante, e che possa diventare essenziale, relativamente agli anni di residenza nel Comune. L’aumento del peso di questo punteggio ha già dato risultati apprezzabili a Perugia e in un paio di comuni marchigiani. Inoltre la stesse legge regionale nr. 22 del 27/12/2006 da una certa discrezionalità nell’assegnazione di punteggi che potrebbero impedire la monopolizzazione degli alloggi popolari da parte di cittadini extracomunitari.
L’intento di Antonelli è lodevole perché potrebbe risolvere due problematiche importanti: ristabilire l’equilibrio tra italiani e stranieri in questo campo in cui i secondi sono con ogni evidenza favoriti e limitare, come dice lo stesso Presidente del Consiglio, ulteriori elementi che possano scatenare atteggiamenti xenofobi. L’integrazione dell’immigrato passa anche attraverso la parificazione dei diritti con quelli degli Italiani e certamente non creando svantaggi a questi ultimi.
Ora vedremo quale sarà, se ci sarà, la reazione delle altre forze politiche che, fino a oggi, su questo punto hanno sempre glissato.  Sarà anche interessante vedere quale atteggiamento prenderà l’ultradestra sinistroide di Ubaldi che dovrebbe, almeno in linea di principio, concordare con le tesi di Antonelli, sempre che non sia divenuta troppo di sinistra. Osserveremo con attenzione.

Luca Craia

martedì 10 febbraio 2015

Come previsto si ghettizza il centro storico. Alla faccia del recupero.



Ancora una volta so che sarò accusato di razzismo ma tocca tornare a parlare dell’assegnazione degli alloggi popolari e dei danni ulteriori che questa causerà al già bistrattato centro storico. Lo faccio perché è di oggi la notizia che sono stati assegnati otto alloggi nell’ospedale vecchio e setti di essi, come ampliamente previsto, sono andati a famiglie straniere.
Ho ripetutamente parlato della questione spiegando che questo tipo di concentrazione di stranieri in aree determinate (leggi, in questo caso, centro storico) è totalmente contrario a ogni logica di integrazione ma, al contrario, determina una sorta di ghettizzazione degli stessi che danneggia i loro interessi e va ad inficiare qualsiasi sforzo si sia compiuto, si compia o si voglia compiere per rivalutare aree degradate.
Immaginate il valore immobiliare di una zona densamente popolata da stranieri. Immaginate la valorizzazione sociale di una zona che diventa un quartiere estero in un paese italiano. Immaginate quanta efficacia, in questo contesto, possano avere le pur debolissime iniziative fin qui attuate dall’assessore al centro storico Beverati.
Sollevai la questione durante l’amministrazione Gismondi e nell’aprile del 2012 promossi una petizione (con 180 firme), inviata a Comune e Prefetto di Fermo, Mi fu risposto dall’allora assessore Venanzi che si stavano stilando dei criteri di assegnazione che potessero tamponare il problema. Evidentemente Venanzi non disse il vero o questi criteri sono rimasti lettera morta. Si parlava di assegnazione alle forze dell’ordine, a rappresentanti dell’esercito, si parlò addirittura di cambio di destinazione d’uso degli immobili. Oggi, invece, vediamo che, quanto paventato, si sta verificando.
Ora, se qualcuno vuole parlare di razzismo lo faccia pure. Rimane indiscutibile che la questione degli alloggi popolare, così come concepita e portata avanti, danneggerà in maniera sostanziale e, forse, irrimediabile, il centro storico di Montegranaro.


Luca Craia

venerdì 31 ottobre 2014

Cambiare una lampadina è cosa difficile e servono almeno due persone.



Ho segnalato tramite il portale del Comune, il giorno 20 ottobre scorso, la situazione di piazzale Leopardi, dove si affaccia l’Ospedale Vecchio. Il luogo risulta estremamente scuro perché alcune lampadine sono bruciate e necessitano di essere sostituite e un paio di lampioni sono stati smontati quando era presente il cantiere per la ristrutturazione dello stabile e mai più rimessi a posto. A questo aggiungiamo la presenza degli alberi che, comunque, oscura la poca luce che c’è ed ecco che si crea un bellissimo spazio buio e, se vogliamo, anche pericoloso. Ricordiamo che nello stabile è ospitata (in affitto, come ricordiamo) la Banda Omero Ruggieri e che lo spazio insiste sull’arteria principale del centro storico.
Non dovrebbe essere difficile risolvere il problema. Basterebbe, intanto, cambiare le lampadine bruciate e poi aggiustare i lampioni rimossi. Un elettricista ci metterebbe un paio d’ore. Eppure sono passati ben undici giorni e non ho ricevuto risposta né, tantomeno, si è intervenuti. Non vorrei che in piazza Mazzini si siano persi la scala (sparita insieme a ruspa e idropulitrice) oppure stiano aspettando di avere due uomini a disposizione: uno che tiene la lampadina e l’altro che gira la scala.

Luca Craia

lunedì 20 ottobre 2014

Piazza Leopardi buia. Segnalazione al Comune.



Lo spazio antistante all’edificio dell’ospedale vecchio, piazzale Giacomo Leopardi, è quasi completamente al buio. Lo è da molto tempo, da quando, durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio che una volta era ospedale e prima ancora convento, alcuni dei lampioni sono stati rimossi per le esigenze del cantiere. Successivamente anche un paio di lampadine sono bruciate per cui l’area risulta estremamente scura, tanto che non sono riuscito nemmeno a produrre una foto decente che testimoni la situazione. Un’area del genere, in pieno centro storico, dove vengono parcheggiate diverse vetture e dove, in passato, alcune di queste sono anche state date alle fiamme per motivi tutt’ora ignoti, non dovrebbe essere lasciata al buio. Ora, poi, che l’edificio viene, anche se solo parzialmente, utilizzato a scopi pubblici, ad esempio vi si svolgono le prove della Banda Omero Ruggieri, diventa indispensabile fornirlo di un’illuminazione adeguata.
Ho appena segnalato la cosa al Comune tramite l’apposito spazio web sul sito istituzionale. La mia segnalazione è la numero 11. Speriamo in una sollecita soluzione del problema che non appare difficile.

Luca Craia